Un nastro rosso

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È una triste giornata di pioggia, sembra che i miei sentimenti siano rispecchiati nel meteo.
Tutto ciò incrementa la mia voglia di rimanere a casa.

Per lo più sono in "litigio" con Peter e non ho voglia di sentire le sue storie o di litigare ancora. Forse, se va di questo passo è meglio darci un taglio e basta.

Mancano pochi metri per entrare a scuola e piazzato davanti all'entrata c'è lui, ovviamente, come non aspettarselo d'altronde.

Mi fermo, lo fisso indecisa per un attimo, non ci sono entrate secondarie, come faccio ad evitarlo?

Abbasso il volto e tiro dritto, lo rialzo, inizia a saltare verso di me sotto la pioggia, si appoggia a me prima di cadere e sono così stupita da non dire niente.

« Hey, hai visto che mi sono fatto male? Eheh » attacca bottone sorridendo, « Peter, ma di cosa stai parlando? Io... » intervengo confusa cercando di mantenere una distanza emotiva.

Si fa serio e mi guarda negli occhi « perdonami »
« non lo so »
« ti prego Diana, ne ho bisogno »
« Peter non è stato bello l'altro giorno »
« lo so e mi dispiace »
« non ti posso perdonare così facilmente, sembra che chiedendo scusa allora puoi lasciarmi da sola in mezzo al nulla di fianco ad un magazzino abbandonato »
« no no no, non intendo questo, mi dispiace, non mi sono comportato bene, sono sincero »
Lo guardo a lungo, è ancora appoggiato a me e sta in piedi su una gamba.

« Peter... veramente devi lasciarmici pensare » guardo in basso per non incrociare il suo sguardo. « D... » si blocca « cazzo, non so come dirtelo, necessito di stare con te, non posso stare senza, in questo momento soprattutto, quando sto con te non penso a... » si blocca di nuovo, sospira.

Poggia le mani sui miei fianchi e mi tira verso sé più di prima.
« io non... » cerco di dirgli qualcosa, ma mi mordo il labbro a metà frase, non so cosa dire.
Fa scivolare le mani sotto la mia felpa e le porta nuovamente sulla mia vita, sono gelate e mi fanno trasalire, mi viene la pelle d'oca.

« N-no, non funziona così » sposto le sue mani da me.
« io e te, forse non funzioniamo del tutto » continuo, « ferma, so dove vuoi arrivare, non mi allontanerai perché il nostro rapporto sta diventando qualcosa di serio forse e non userai questa litigata come pretesto per farlo! » alza la voce gesticolando.

« quale pretesto... vedi, non ci capiamo » rispondo sfacciata, « veramente vuoi buttare via tutto per una stupida litigata?!? No, hai paura lo so. »
«...»
« almeno guardami negli occhi quando litighiamo » esclama e mi alza il volto mettendo una mano sotto al mio mento.

Lo fisso con sguardo fermo, Peter come fai a non capire chi sono, se lo capissi da solo sarebbe meno difficile per me...

Sbuffa « ci vediamo dopo » si gira e se ne va zoppicante.

Rimango sola sotto la pioggia.
In realtà le persone ci sono, ma non contano niente per me.

Entro in classe.

Tutti sono felici e c'è aria di festa, manca una settimana alla chiusura delle scuole per le feste natalizie, io non ho di che festeggiare.
Il rappresentante di classe si alza in piedi, prende un respiro e a gran voce dice « Ragazzi, ascoltatemi un secondo, il 23 ci sarà una festa in discoteca dell'istituto insieme ad altre scuole, potete comprare le prevendite da noi rappresentanti se volete e mi raccomando, vestitevi in tema natalizio sennò non vi sarà permessa l'entrata! »

Pff... Peter... mi aveva invitata a quella festa, ma com'è possibile che lui sia in ogni argomento?!

« il 23 è domani rappresentante! » urla un ragazzo dall'altra parte della classe. Il rappresentante aggrotta le sopracciglia e poi gli dà ragione.

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