Lunedí

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Ceno in compagnia di Meo e ripenso all'impegno che mi sono presa. Dovrò iniziare ad allenare Fede già da domani. Ma chi me l'ha fatto fare?!
Inoltre voglio proprio capire le sue motivazioni, a scuola e fuori è un ragazzo modello, sarebbe impensabile questa sua seconda realtà.

Mi metto il pigiama e mi adagio nel letto, non ho per niente sonno, chiudo gli occhi ugualmente, domani sarà una lunga giornata.

...

Durante il giorno faccio qualche commissione e finisco i compiti, ma la mia mente è altrove, sto pensando a ieri chiaramente. Aspetto la notte, mi cambio e raggiungo il luogo dato dall'indirizzo scritto sul foglietto.
Def è già lí.
« Heey, pensavo di essere puntuale... » cammino verso di lui.
« Lo sei. »
« Va bene, non sprechiamo tempo in chiacchiere... » mando gli occhi al cielo « facciamo una prova di combattimento: io cercherò di rimanere a distanza, molti nemici lo fanno, specialmente chi utilizza un'arma da fuoco, tu prova ad avvicinarti e non andarci piano. »
« Come vuoi » si allontana andando in fondo all'edificio.
Mi stiracchio « ok, part-» mi interrompo vedendo un coltello sfiorarmi il volto tagliandomi una ciocca di capelli, abbasso una mano per prenderla, mi volto verso di lui piacevolmente stupita; « bene bene bene... » sospiro mentre inizio a spaccare il pavimento.

Corre verso di me, lo blocco, di nuovo e ancora.
« Non riesci a raggiungermi, facciamo una pausa, sarà passata un'ora! » gli urlo.
Si ferma alzando il pollice verso di me. Cammino verso di lui « Sei ancora troppo indulgente, va bene proteggersi, ma devi rischiare un po'. »
Mi siedo contro al muro « Hai capito? » alzo lo sguardo, è chinato sopra di me e sento la lama gelida del coltello toccarmi la gola.
Gli prendo il polso inclinandolo e premendo forte. « Giochi sporco? »
« Non mi sto allenando per essere un supereroe. »
« Ma fammi il piacere! » scoppio a ridere, si siede di fronte a me.
« Posso farti una domanda? » lo guardo negli occhi,
« Dimmi. »
« Cosa stavi facendo quella sera? Dove stavi andando? »
« Stavo andando da un uomo, aveva proposto un mucchio di soldi in cambio di una piccola rapina, mi aveva contattato dopo avermi visto salire su un tetto per raccogliere un pallone. Quando ti ho vista, mi hai spaventato a tal punto che ho deciso di rinunciare. Tanto non mi interessavano i soldi, l'avrei fatto per un altro motivo... »
« Quindi? Vai avanti. » gli dico incuriosita.
« No, era questa la tua domanda, ora tocca a me. Tu perché lo fai? »
« Per soldi. Devo mantenermi e considerati i miei poteri era la strada più facile. »
« Sei una persona pessima. » ridacchia.
« Le tue motivazioni saranno pure altre, ma facciamo lo stesso lavoro. » accenno un sorrisetto compiaciuto.

Chissà cosa lo spinge ad essere cosí.
« ... comunque puoi mostrarmi il tuo viso per intero, tanto l'ho già visto. » allungo una mano sul suo volto proprio sotto agli occhi prendendo un lembo del tessuto che lo copre.
C'è ancora una piccola parte di me che spera non ci sia Fede dietro a quella maschera, anche se è impossibile.
Gli scopro il volto, « Che c'è? Ora sei realizzata? » sbuffa.
« Impertinente. » mi alzo di scatto « Ripartiamo. Adesso faremo uno scontro vero e proprio. »

Si allontana, questa volta aspetta che dia il via, magari ha compreso che non sono un'avversaria da sottovalutare o chissà.
Riesco a metterlo a terra e ripetiamo finché non si stanca. Saranno passate tre ore ormai, sono esausta anche io.
« Beh, abbiamo lavorato, ho fatto anche gli straordinari, ci vediamo domani! » mi incammino verso l'uscita.
« Aspetta. » mi corre dietro « Permettimi di sistemarti i capelli. »
« I capelli? » lo guardo confusa, ad un tratto ricordo la ciocca tagliata bruscamente sul lato del mio volto che ora mi arriva al mento.
Osserva l'altro lato del volto e prende in mano una cioccia all'incirca delle stesse dimensioni, estrae un coltello da una tasca e la mozza.
« Ora stai bene, non sarà un taglio da parrucchiere ma ti donano insieme alla frangia. »
« Grazie » rispondo un po' sconcertata, si è messo pure a farmi complimenti adesso?
Poi ripenso a Fede, in questo momento è proprio lui.

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