Devo andare

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I ristoranti strabordano di tavoli lunghissimi colmi di gente brilla che ride e festeggia con amici e parenti, mentre io e Peter siamo seduti uno davanti all'altro in un piccolo tavolo in un angolo nascosto.

« Sembriamo nell'angolino della vergogna, quello in cui ti mettono i genitori quando fai il cattivo » sbuffa Peter, rido scuotendo la testa e mi sporgo verso di lui « almeno qui non ci darà fastidio nessuno, no? » lo guardo mordendomi il labbro.

Deglutisce « s-si, penso » .
Mi fa impazzire quando va in panico e ritorna il timido ragazzino nascosto dietro un paio di occhiali.

Il cameriere arriva e ordiniamo, ha detto che ci metterà un po' vista la quantità di persone ancora da servire.

« Peter » lo chiamo mentre mi verso dell'acqua, « si? »
« che pantaloni hai su? » chiedo con gli occhi socchiusi, si mostra leggermente confuso « un paio di jeans, perché? »
« niente, stavo pensando ad una cosa... »

« cosa? » mi chiede sorseggiando dal bicchiere, « alla quantità di gente in questo locale » rispondo.

« Scusa, ma cosa può c'entrare la gente con i miei pantaloni? »
« stavo calcolando il tempo... »
« di che? »
« Il cameriere ha detto che ci avrebbe messo mezz'oretta giusto? » cambio apparentemente discorso. « Si, ma non mi hai risposto » aggrotta le sopracciglia « oppure si? » accenna un sorriso malizioso.

« dimmelo tu » gli dico giocando con la forchetta, « ma devo risolvere l'indovinello per ottenere il premio? Dimmi semplicemente cos'hai in mente Diana »
« Ma che divertimento ci sarebbe » mi mordo la lingua tra i denti.

Si appoggia allo schienale della sedia « certo che hai strane id- » si blocca e mi guarda a bocca aperta « Hai il rossetto un po' sbavato, avvicinati che te lo sistemo. »

Gli sorrido e mi alzo, considerato il fatto che non ho su il rossetto direi che ha capito finalmente.

Mi prende per i fianchi e mi fa sedere in braccio a lui con le gambe spostate verso la sua destra. « Però non saprei... è un po' imbarazzante » mi lamento,
« da qui nessuno ci potrebbe vedere, il tavolo è attaccato al muro e dall'altro lato ci sono le scale che vanno al piano di sopra, sembra quasi che ci abbiano messi in uno sgabuzzino »
« il cameriere ce lo aveva detto che rimaneva solo un tavolo triste »
« già ma possiamo sfruttare la situazione a nostro favore no? »
Sorrido « non ti facevo così un cattivo ragazzo »
« ci sono tante cose che non sai di me » si pavoneggia, lo fisso un attimo e poi scoppiamo a ridere « ma smettila Parker! » dico ridendo.

Mi sposta una ciocca nera dal volto e mi bacia appassionatamente, io metto una mano tra i suoi capelli ed una attorno al suo collo mentre lui mi tiene per i fianchi.

« Alzi il volume, sembra importante! » urla una stridula voce proveniente dalla sala. Mi volto per cercare di capire cosa possa essere ma Peter riprende a baciarmi « non preoccuparti, sarà una signora ubriaca che ha visto Di Caprio in tv... » mi dice a bassa voce.

« Ommiddio » « Cos'è quello?!?!! » « È spaventoso!!! » si sentono altre voci dalla sala.
Mi focalizzo di nuovo su quelle « Andiamo solo a vedere cosa succede » gli dico, « daii, qualcuno avrà uscito il suo pacco, resta qui » mi risponde con la voce bassa spostando le mani sulle mie cosce.
« su andiamo » mi alzo, « devo proprio » mugugna in disapprovazione con ciò che stavo facendo; gli tendo una mano e si alza.

Usciamo dal nostro "sgabuzzino" per poter vedere cosa accade. Tutte le persone hanno la testa rivolta verso la televisione in fondo alla sala.

Mi avvicino preoccupata ad una signora « cosa sta succedendo? » le chiedo, « la polizia sta cercando di prendere dei delinquenti che hanno appena distrutto un palazzo, ma non sta funzionando, hanno delle specie di laser strani, non ne ho idea tesoro, sono cose troppo innovative per una signora della mia età »

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