Sento una voce chiamarmi « Diana, Diana, dobbiamo scendere, siamo arrivati! » è dolce, è sicuramente Carla. Apro gli occhi e un'improvvisa eccitazione pervade il mio corpo: sono nella capitale!
Lasciamo le valigie in hotel e la guida turistica ci porta a fare il giro del Campidoglio che è "d'obbligo" come ha ripetuto lei almeno dieci volte. Mangiamo un panino e ci portano a vedere il Lincoln Memorial, annesso a due ore di lezione di storia.
Quando finalmente rientriamo in albergo sono stanca morta, mi butto sul letto e poi mi faccio una doccia. La sera possiamo uscire dall'hotel ma dobbiamo rientrare prima dell'una, esco a fare un giretto insieme a Carla, Luke e Fede.
Non ho il coraggio di parlare con Peter.
Passa un altro giorno e un'altro ancora, mi diverto, non voglio rovinare questi momenti, ma so che questa gita non durerà per sempre e presto o tardi dovrò tornare a fare i conti con una marea di faccende irrisolte tra me e me stessa.
So che voglio solo lui con me.Salto in piedi, « Diana, che fai? » distoglie gli occhi dalla cartina Carla che è sdraiata sul letto di fianco al mio. « Devo andare. » rispondo infilando le scarpe velocemente, « Dammi qualche informazione in più! »
« Da Peter. »
« Da Peter?!? »
« Sì »
Sbarra gli occhi « Ma Quel Peter? » mi domanda incredula, « Sì, è un po' che ci penso, voglio parlargli, devo... » tengo quasi incerta i lacci delle All Star tra le mani, lo nota, « Allora che fai ancora qui? Sbrigati e poi dimmi tutto » mi rivolge uno dei suoi sorrisi radiosi.
Annuisco alzandomi in piedi e chiudendo la porta dietro di me. Il corridoio sembra lunghissimo, scendo le scale fino al piano dei ragazzi, ne incrocio uno che sta uscendo dalla sua stanza, mi faccio coraggio « S-scusa, per caso conosci Peter Parker? »
« Di vista, perché? » risponde il ragazzo, « S-sai per caso dove sia la sua camera? » stringo i pugni dentro alle maniche della felpa, relazionarmi con gli altri non è proprio il mio forte. Il ragazzo si volta e alza la voce « Ned, Peter Parker è il tuo amico? Sta in camera con te? »
Ned sbuca dalla camera dietro al ragazzo con un panino in mano e mi saluta, ricambio, « Questa ragazza lo sta cercando. »
Ned sgrana gli occhi, tale quale a Carla, « Ecco, la 111, bussa, Peter dovrebbe essere dentro, ma-»
« Grazie mille » parto verso la sua stanza senza più sentir né vedere niente intorno a me.Busso tre volte e il cuore risale il mio esofago, deglutisco per rimandarlo al suo posto. « E' aperto! Ned hai preso da mangiar anche per me? » urla da dentro alla stanza senza aprire. Abbasso la maniglia, « Ho una fame assurda, non hai idea, vero che mi hai preso qualco- » si blocca vedendomi, è appena uscito dal bagno ed ha un asciugamano in vita ed uno tra i capelli. Non sono riuscita a dire niente.
« Diana... » il suo sguardo dice tutto, è come se avesse visto un fantasma.
« C-ciao Peter, s-scusa se vuoi ripasso in un altro momento » agito le mani davanti a me imbarazzata e già pentita di essere venuta.
« N-no, stai, scusa me, non mi aspettavo di vederti, mi cambio » prende dei boxer dalla valigia e va in bagno, mi siedo sul primo letto di fronte a me e subito esce solo in mutande.
« Non pensavo intendessi questo per cambiarsi... » dico tra me e me. « Ora metto il resto » risponde; cavolo, non mi ricordavo quanto il suo udito fosse affinato, è inutile sussurrare per non farsi sentire.« Vuoi fare due passi? Io ho fame, ti offro qualcosa. » mi chiede, è come se avesse capito che discorso abbia intenzione di fargli. Gli rispondo che va bene ed usciamo, sento dei ragazzi in corridoio chiedersi se fossi io quella della foto con Spiderman, guardo Peter e vedo che ride sotto ai baffi, che bastardo. Arriviamo nella Hall ed avvisiamo i prof che stiamo uscendo, dobbiamo tornare entro la mezzanotte, sono solo le nove, non credo sarà un problema.
« Beh, cosa mi volevi dire? » mi rivolge lo sguardo, « ecco, Peter, io... » guardo le mie mani.
« Facciamo che me lo dici dopo? »
« No! Non posso rimandare ancora »
« Sì che puoi »
« Cosa stai cercando di fare Peter, non sai neppure cosa ti voglio dire... »
« Dai ora mangiamo » mi poggia una mano sulla vita per invitarmi ad entrare nel pub di fronte a noi.
Non me lo permetterà; non lascerà che mi dichiari, ora sono io ad aver visto un fantasma. E' possibile che stia fingendo così bene stasera? Mi sembra un'altro, è un adulto lontano anni luce dai miei capricci adolescenziali; ma così non va bene, Peter devi smetterla di rinunciare a te stesso per gli altri, per me, quando io sono solo così tanto egoista da non riuscire a stare più di un mese senza di te.« Diana? Entriamo? » mi sorride cortesemente, annuisco inquietata tra i miei pensieri. « Sai, non ti ho più seriamente ringraziato per la settimana scorsa, li hai distrutti, nei giorni successivi mi hanno detto che la mia fidanzata è una forza. » ci sediamo al tavolo.
Devo essere diretta prima che lui mi impedisca di fare qualunque cosa. « Peter... » sussurro, «Sì?»« Tu mi vuoi? » lo guardo dritto negli occhi, questa è una partita, devo abbattere le sue difese, i cancelli chiusi, le mura e i fossati che ha messo tra di noi.
Gli va di traverso l'acqua « D-diana, non pensavo volessi affrontare l'argomento qui... ».
Ordiniamo, prendo parola « L-lo sai che non sono brava in queste cose, ma io voglio stare con te e non c'è altro modo per dirtelo, quindi ecco, per favore... »
« Cosa ti spinge a fare questo? Io ti ho trattata malissimo » il suo viso si rabbuia e chiude il pugno sul tavolo. « Non è vero, non prenderti colpe che non sono tue! N-non so perché lo hai fatto ma so che quello che mi hai detto non lo pensavi e non lo pensi tutt'ora. »
« Come fai credere ad una cosa del genere? » le parole escono a stento dalla sua bocca.
Mi alzo in piedi « Ripetimelo guardandomi negli occhi, l'altra volta non mi hai guardata, sei un codardo » lo sfido. L'intera sala si volta a guardarmi.Si alza e mi afferra il polso, lascia i soldi sul tavolo e dice « Non qui davanti a tutti » mi trascina fuori, non riesco a capire se sia arrabbiato o in crisi, ma ce la farò. Mi porta in una traversa un po' meno illuminata.
« Hai detto che vuoi sentirtelo dire faccia a faccia? » mi blocca con la schiena contro al muro. Ora lo capisco benissimo: è nero di rabbia, oppure sta fingendo di esserlo per reggermi il gioco.
Lo guardo irremovibile sulla mia richiesta. Appoggia i palmi delle mani sul muro di fianco alle mie orecchie.
« E va bene, se vuoi che te lo dica te lo dirò, non volevo arrivare a tanto ma hai esagerato: Diana ti ho lasciata perché tu mi fai- »
Mi alzo in punta di piedi, prendo il suo viso tra le mani e lo bacio impedendogli di finire la frase, rimane immobile.
Mi stacco e lo guardo nuovamente negli occhi affranta, non so più cosa fare se non vuole nemmeno baciarmi.« Scusa, io dovevo provarci prima che tu... » bisbiglio con voce tremante abbassando lo sguardo. Forse i suoi sentimenti si sono affievoliti, forse seriamente il suo comportamento della scorsa settimana sarebbe stato trasversale indipendentemente da chi fosse stato al mio posto.
Un silenzio di tomba si interpone tra noi due, ora vorrei solo sparire.
Ti prego Peter dí qualcosa.
Rialzo gli occhi verso di lui, mi sta fissando.
« Vai al diavolo Diana » si abbassa e mi bacia avanzando fino a farmi tornare con la schiena contro al muro. Ricambio il bacio sorpresa. Non si allontana, devo prendere fiato.« Peter, ch-» inspiro rumorosamente allontanandomi di qualche centimetro. Mi bacia di nuovo con più foga di prima, sbatto la testa contro al muro, trattiene una risata e allunga la mano dietro ai miei capelli. Appoggio le mani sul suo petto e lo spingo poco più in là « Q-questo cosa significa? » lo guardo desiderosa di baciarlo di nuovo ma allo stesso tempo impaurita da ciò che mi potrebbe rispondere.
« Non era questo che volevi? » azzera la distanza tra noi due portando il mio viso contro al suo. Mi bacia intensamente e senza lasciarmi aria, come se fosse meno importante di questo momento tra noi due. Mi allontano di nuovo con fatica poggiandogli un palmo sulla bocca « Spiegami qualcosa; e non baciarmi adesso. » gli dico seria.
Mi lecca la mano, la retraggo d'istinto, allungo l'altra per tappargli la bocca ma mi afferra il polso a mezz'aria; rimango ferma ad aspettare che dica qualcosa.Socchiude la bocca « Solo questa notte... » , sgrano gli occhi, il suo è un no. Mi guarda malinconico « ...non posso darti di più. » ; il mio desiderio di tornare insieme si frantuma davanti a me. Annuisco lentamente, lascia il mio polso e mi cinge la vita baciandomi nuovamente, questo è meno affannoso di quello di prima, è più sofferto. Gli appoggio le mani sulle guance, me le toglie immediatamente chiudendo i miei polsi tra le sue dita. Rimango un attimo scombussolata da questo gesto infastidito poi sento che i miei polpastrelli sono bagnati: Peter sta piangendo.
Non vuole che lo sappia.« Torniamo in hotel » gli sussurro, mi abbraccia poggiando la sua testa sulla mia e si asciuga gli occhi, inspira rumorosamente « va bene, andiamo ».
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Incontri segreti 🕸
FanfictionDiana, una ragazza che per mantenersi attua furti in giro per il Queens, durante una delle sue rapine incontra Spiderman pronto a catturarla, ma la situazione non va come previsto... Storia spinta!!!! Se vi piace lasciate un like e commentate per su...