Grazie

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Una mano mi accarezza la guancia.
« tranquilla, sono qui » ripete con un tono caldo e rassicurante « shh Diana tranquilla, non è successo niente, sono qui... »

Apro gli occhi spaventata, il mio respiro è affannoso e la mia vista offuscata.
« Diana tutto ok? » chiede Peter preoccupato.
« si, ehm ecco... »

Sono terrorizzata ma non ricordo perché. Cerco di fare mente locale: ho cenato con Peter, abbiamo visto un film, mi sono addormentata e poi... ah già...
Il solito incubo.

Ora ricordo perfettamente le immagini che visualizzavo fino a pochi minuti fa.
L'uomo, il suo cranio, la sua pelle e il sangue.

« Diana, va tutto bene? Sei con me? »
« sisi, scusa, solo un incubo »
« cosa stavi sognando? »
« non ricordo, ma non preoccuparti, ora mi passa »
« ma stai tremando » mi risponde inquietato.

Chiudo la bocca immediatamente e cerco di fermare tutti i muscoli del mio corpo senza troppi risultati.
« ah, a proposito che ore sono? »
« è quasi mezzanotte »
« mi sono veramente addormentata così presto? »
« Sí circa verso le dieci e mezzo, mi sembri un'undicenne » mi sorride continuando ad accarezzarmi.

« non voglio essere sgarbata, ma non rischi di incontrare brutta gente se torni a casa così tardi? »
Ma a chi lo sto dicendo! È Spiderman.
« Quello non è un gran problema, comunque resto, anche se non mi vuoi dire cosa hai sognato »
« Peter non devi per me... »
« stai tremando come una foglia, secondo te me ne torno a casa come se niente fosse? »
« ho solo sognato che un orso entrasse a scuola »
Una scusa peggiore di questa non avrei potuto inventarla.

« Sí ok, resto comunque »
« va bene, stai »

Mi siedo di fianco a lui « e ora che facciamo? »
« non so, ti vedo assonnata, vuoi andare a dormire? »
« no, ora mi è passato il sonno »
Sospira e mi guarda malinconico « sei sicura di non volermi dire cosa hai sognato, potrei cercare di aiutarti »
Gli appoggio una mano sulla spalla « non preoccuparti, stai troppo in pensiero per me, non è successo niente, ora pensa ad altro » cerco di rassicurarlo ma non si fida molto, abbassa il volto.
« come vuoi, troviamo qualcos'altro da fare ora, distraimi un po' » alza lo sguardo in modo suadente.

Deglutisco « D-distrarti? » .
« Sí ma tranquilla, non intendo in quel modo, ho già dato per oggi, poi non mi sembra il momento... »
« be, però sarebbe un ottimo modo per distrarsi » rimugino tra a me e me con una mano sul mento.
« stai cercando di convincermi? Perché se proprio ci tieni non mi tiro indietro » appoggia una mano sulla mia gamba.
Richiamo la calma, come fa a farmi sempre questo effetto?!? Stiamo insieme da parecchi mesi eppure mi coglie sempre impreparata.
« ho notato che oggi sei particolarmente sicuro di te »
« è una cosa negativa? » chiede improvvisamente timido.
« no scemo, era solo una considerazione. Vuoi vedere casa mia? »
« beh, la vedo già »
« non ci credo, l'hai detto sul serio » mi porto una mano sulla fronte « intendo il resto. »
« ah, si, se vuoi » .
Lo prendo per mano e lo conduco in corridoio, al termine del quale si trova una scala. Accendo le luci del piano di sopra dopo tanto tempo, traballano un attimo prima di arrivarsi completamente, si vede che non salgo da molto.
Peter tossisce, « sei allergico alla polvere? »
« nono, non so cosa sia ».

Tengo stretta la sua mano, ho deciso io di mostrargli il resto della casa, ma salire qui mi ricorda la mia infanzia e mi si stringe il cuore nel petto pur essendo semplici stanze vuote e inanimate. L'unico che è passato di qui negli ultimi anni è Meo, il mio gatto.

« questa sarebbe la camera degli ospiti, lo studio, una sorta di sgabuzzino e la mia camera di quando ero piccola. »
Apro l'ultima porta, è tutto come un tempo, rabbrividisco: i ricordi sono troppi. Mi osserva immobile sull'orlo della camera foderata di rosa, stringe la presa intorno alla mia mano tremante e chiude la porta davanti a me « hai una casa grandissima, sono finite le stanze? »
« s-si, però c'è un'ultima cosa che ti voglio mostrare » mi riprendo.
Corro giù dalle scale e esco sulla terrazza dove si trova Meo che dorme beato su una poltroncina.
Faccio il giro intorno alla casa mentre Peter mi segue incredulo fino ad arrivare ad una scala a pioli che porta al tetto.

Saliamo, « guarda, qui è carino e dà un senso di pace »
« wow, si vedono tutte le luci, è bellissimo »
Il vento soffia facendomi venire la pelle d'oca « non vengo spesso neanche qui, in realtà sto prettamente in camera »
« se avessi un posto così starei tutto il giorno qui » osserva la città con aria sognante di un bambino.
Fa qualche passo avanti avvicinandosi ai bordi « questi sono i materiali d'avanzo della casa? »
So che sa camminare sui muri ma mi mette il batticuore vederlo sul bordo così « sarebbero dovuti essere utilizzati per fare una veranda qui, appunto la scala a pioli era una soluzione provvisoria, solo che tra una cosa e l'altra è stato lasciato tutto così »
Il vento si fa sempre più forte da fischiare nelle mie orecchie.
« è bello anche così » sospira riprendendo a guardare la città.

Mi approssimo a lui e lo abbraccio da dietro.
« che c'è ? » mi chiede sorpreso.
« grazie Peter »
« di che? »
« di te »
Lo stringo a me come per togliergli il fiato e mi scorre una lacrima sulla guancia che gli bagna la maglietta.
« ti prego non muoverti, restiamo così ancora un attimo » lo imploro,
« non ne avevo intenzione » mi risponde dolcemente.
La sua voce mi scalda il cuore.

Dopo un po' gli chiedo « Peter, ti stai annoiando? »
« no, tu? »
« un po' , scendiamo »
« va bene » si gira e mi passa il pollice sotto a un occhio inarcando le labbra in un lieve sorriso.

Sono persa nel suo sguardo, mi afferra la mano e mi accompagna giù.

« sei un mistero Diana » mi scompiglia i capelli,
« forse è meglio così » gli sorrido. Mi giro verso la camera « ora spogliati »

« Oh! Beh, se vuoi, te lo ripeto, non mi tiro indietro »
«... che andiamo a dormire »
« Ah. »
« no però in effetti non sei in jeans, potresti anche rimanere vestito »
« Sí ma dormo più comodo così »
Come non detto si è già svestito, non che la cosa mi dispiaccia.

Mi addormento appoggiata al suo petto, ha un buon profumo.

La mattina dopo mi sveglio come sempre per le fusa di Meo, si è accoccolato di fianco al mio volto sempre sopra di Peter, sembra quasi geloso, non riesco a capire se di me o di Peter, mi sembra sia particolarmente sereno e tranquillo sopra di lui.

...

La settimana trascorre velocemente e venerdì io Luke, Carla e l'altro ragazzo ci troviamo in biblioteca per iniziare il nostro lavoro.

Io e Carla ci dirigiamo lí insieme per aspettare gli altri ragazzi.
« Carla perché sai perché luke ti ha scelta ? »
Mi sorride divertita « perché non mi volevi? »
« n-no, figuriamoci, è che mi sembra strano abbia scelto me, non sono così brillante a lezione, mi ha detto che ha controllato i voti più alti ma non ci credo molto »
« comunque tu hai sempre dei buoni risultati, alla fine però credo sia andato abbastanza a simpatia, se devo dire la verità »
« simpatia? »
« Sí proprio quello »

Simpatia... è la prima volta che qualcuno mi sceglie perché gli sto simpatica. È piacevole.

« Carla, tu conosci l'altro ragazzo? »
Si poggia un dito di fianco alla bocca « mmm... mi pare di averlo visto a scuola, ma non ci ho mai parlato, speriamo sia simpatico »
« e soprattutto utile... »
« dai non dire così! Saremo una bella squadra e vinceremo! »
« sei troppo entusiasta per i miei gusti... »
I suoi occhi si riducono ad una fessura « Questo spirito non ci aiuterà a vincere, forse sarai proprio fu quella inutile » mi indica.
« hai vinto, mi arrendo »
« yep! » mi tocca la punta del naso con l'indice.

Oggi il cielo è azzurro anche se l'aria è fredda, ho l'impressione che si sia schiarito per il sorriso buono di Carla.

Arriviamo in biblioteca e saluto Steve, seduto come al solito dietro al bancone a leggere un nuovo libro.
« Ciao Diana, oggi porti un'amica? »
« Già, siamo qui per un progetto »
« Quindi non mi lascerai mezza biblioteca vuota? »
« oggi no... forse »
Si alza per stringere la mano a Carla, è un uomo all'antica, ma il suo modo ha un che di affascinante.
Non sto fantasticando su un settantenne, ammetto solo che le buone maniere sono apprezzate sempre.

« Wow, è bellissimo qui » sospira Carla osservando gli alti scaffali.
« mi fa piacere che ti piaccia qui, ora vado, non vi voglio disturbare troppo »
Gli faccio un cenno con la mano e ci andiamo a sedere ad un tavolo nella sezione "storia".

Dopo non molto arriva Luke con il suo amico, un ragazzo alto, biondo...
Io l'ho già visto questo ragazzo...
Non ci credo: è il ragazzo della rapina.

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