Qualcosa di più interessante

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« Io non sto capendo... » sussurro quasi.
Sospira « Io in questo momento ti amo. »
Lo guardo dritto negli occhi, non mi sta prendendo in giro, non scherza, è più serio di quanto lo sia mai stato.
« Tu ami quello che ho fatto oggi... »
« Io amo te, le persone sono fatte dalle azioni che compiono; non ti voglio cambiare, voglio farti uscire dalla fortezza della solitudine che ti sei costruita intorno, voglio sapere chi sei veramente. »
« Chi sono veramente... » sorrido « Ma non pensi di esagerare dicendo che ami due ragazze contemporaneamente? »
« Sinceramente non riesco a spiegarmelo nemmeno io, tanto sono amori impossibili, dovrò per forza cercarne una terza... »
Scoppio a ridere « E chi cercheresti? », mi risponde eccessivamente serio per il tono con cui gli ho fatto questa domanda
« Qualcuno che questo lavoro non possa ferire. »
« La troverai. » dico un po' malinconica.
« Non ora. Capisci che non riesco a resisterti? Quando mi guardi, io, non so spiegarlo. » rincrocia i nostri  volti chiudendo la conversazione per aprire qualcosa di più interessante. Mi sfila la parte superiore della tuta iniziando a baciare i miei seni, sospira « sai una cosa? »
« cosa? »
« Devi comprare una tuta più accollata. »
« perché? »
« Perché potrei fare... » porta il volto sotto al mio seno e sale lentamente tracciando una linea con la lingua, inarco la schiena verso di lui. Gli levo la tuta, passo i polpastrelli lungo gli addominali tanto scolpiti da sembrare mattoncini Lego; adoro ogni cosa nel suo fisico, ogni muscolo, ogni vena, sembrano disegnati e scolpiti da qualche amante del divino.
Nota che lo sto osservando quasi fin troppo « Ho qualcosa addosso? » cerca di guardarsi.
« No no, è solo che non ero più abituata a vederti così... »
« Ahh... ecco, sai che puoi farmi quello che vuoi, prima non ti facevi scrupoli... » sogghigna.
Mi spazientisco « devo solo-» ci capovolgo mettendomi a cavalcioni sopra di lui « -riprenderci l'abitudine. » mi abbasso iniziando a baciare ogni centimetro del suo busto mentre muovo il bacino strusciando le nostre intimità separate da due sottili strati di stoffa. Appoggio i gomiti sul suo petto per fermarmi a prendere aria, respiro affannosamente, lui muove il bacino guidato dall'eccitazione.
Mi guarda e afferra i miei capelli rincollando le nostre bocche ed i nostri petti di conseguenza, mi stacco chiudendo gli occhi e ricominciando ad ansimare, ma non penso che questo per lui sia un segnale di stop, anzi il rigonfiamento nei suoi boxer non smette di ingrandirsi, mi chiedo quando si fermerà.
Allunga una mano tra le mie gambe iniziando a massaggiarmi con un dito, inarco istintivamente la schiena mentre ansimo socchiudendo gli occhi.
Avvicina le labbra al mio orecchio « Non ti vedo abbastanza eccitata. » dice con voce roca.
« come sarebbe a dire? » rispondo senza fiato, alza il petto verso al mio così da avere pieno contatto con il mio seno libero mentre con le dita continua a farmi gemere.

Tenendo un avambraccio sul suo petto porto l'altra mano fino all'elastico dei suoi boxer e libero quel manico di cacciavite che appena tocco si irrigidisce ulteriormente. Se solo sapessero cosa nasconde sotto ai pantaloni sarebbe il ragazzo più popolare della scuola.
Con un dito percorro tutta la sua lunghezza fino a toccare la sua mano, inizio a muovere la mia lentamente per poi velocizzarmi, muove il bacino per farmi capire che ne vuole di più.
« Non farti pregare. » mi intima con voce soffocata.
Affanno « È che s-sono affaticata... » cerco di trovare le parole.
Smette di toccarmi, lo guardo contrariata, « non cambiare posizione. » si sposta immediatamente da sotto di me mettendosi dietro; i miei gomiti finiscono sul pavimento e il mio fondoschiena incollato al suo ventre. Si abbassa su di me fino a parlarmi nell'orecchio « Faccio tutto io, tu pensa solo ad una cosa... »
Si rialza iniziando a strofinarsi sul mio di dietro, seguo i suoi movimenti piacevolmente sorpresa, in risposta affonda una mano sul mio fondoschiena e con una ritorna al lavoro che aveva interrotto, mi esce un gemito incontrollato appena mi tocca.
Continua a muoversi, lo voglio. Con tutta me stessa.
« Peter... » lo chiamo,
« Si? »
Sospiro, non l'ha capito o aspetta che glielo chieda in via ufficiale?
« Scopami. »
Riesco solo ad immaginare il suo volto compiaciuto « Se proprio devo... » ridacchia toccando la mia apertura con la punta del suo membro. Lo infila senza ritegno, gemo un po' per il piacere un po' per il dolore; sento un suono roco uscire dalla sua bocca; estrae quasi totalmente il suo membro per poi cominciare a penetrarmi sempre più velocemente. Continua a stimolare la mia intimità con una mano mentre con l'altra si tiene saldo a me.
I miei gemiti ormai riempiono il silenzio della notte e ne approfitta per spingere ancora di più lasciandomi senza fiato, riesco a sentire sempre più chiaramente lo schiocco che fanno i nostri corpi unendosi.
Mi infila due dita in bocca e si abbassa su di me « Le tue urla mi eccitano come non mai, ma non vorrei che ci sentissero anche da qua. » dice con voce sforzata. Sputo le sue dita « Pet, io sto per... » mando gli occhi al cielo, dà un'ultima botta emettendo gemiti profondi e soddisfatti, esce da me e mi gira facendomi appoggiare la schiena a terra; mi guarda dritto negli occhi e mi bacia, il suo respiro é pesante quasi quanto il mio, sorrido e sorride anche lui, ho il fiatone. Mi giro su un lato per stare più comoda, si distende dietro di me abbracciandomi e chiudendo la mano intorno a uno dei miei seni.

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