Non essere timida

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Peter si allontana da me e mi afferra la mano trascinandomi fino all'hotel.
« Scusa ma dove vuoi andare? Forse è meglio che ci salutiamo qui. » gli dico alla reception cosciente del fatto che sia la sua che la mia camera teoricamente fossero occupate. « Oramai hai accettato, non puoi dirmi di no adesso. » insiste a trascinarmi su per le scale.
« N-non lo dico perché non voglia stare con te, è che le nostre stanze sono occupate... »
« Ned è fuori »
« Sí ma tornerà presto o tardi »
« No, dormono tutti nella stanza di uno dei ragazzi, penso che berranno e ci saranno alcune ragazze. »
« E tu non vai? »
Si volta indietro, sono qualche gradino più in basso, « Ho di meglio da fare per colpa di qualcuno... » mi sorride allusivo; divento improvvisamente tutta rossa per l'imbarazzo, si mette a ridere « Stavo scherzando, è inutile che tu vada in iper ventilazione ».
« He-ey! Da dove ti è uscita tutta questa sicurezza di te?! » replico sbuffando. Non risponde e mi stringe la mano.

Passiamo per il corridoio illuminato velocemente e apre la porta. Mi lascia andare e si gira verso di me « Quindi? » abbassa il volto. Mille pensieri passano per la mia testa: sarà giusto lasciare che questa notte segua la piega che sta prendendo? Non gli farà ancora più male? Riuscirò a pensare ad altro per i prossimi mesi?
Riguardo all'ultima domanda: sicuramente no.
« I-io dovrei andare al bagno... » invento una scusa sgusciando via da lui verso la porta del bagno. La chiudo dietro di me e mi appoggio al lavandino, mi sciacquo la faccia riavvolgendo gli eventi della serata nella mia mente.
In fondo lo sapevo che una notte così l'avrebbe solo ferito ulteriormente, però è stato bello sperarci fino all'ultimo...
Ha ceduto un po' ma non abbastanza, non sono riuscita ad arrivare al punto giusto.

Apro la porta del bagno « Senti Peter... » è seduto sul letto che mi guarda « ... sarà meglio che vada, quest'idea, non posso accettarla, è meglio per entrambi, per me. » dico sforzandomi di rimanere ferma.
Il suo volto non cambia di una virgola, nessuna espressione triste, sorpresa o lontanamente delusa. Lo guardo per un attimo poi faccio retrofront e procedo verso la porta.

« Diana. » mi chiama senza muoversi, « oramai hai accettato. » ripete . Mi blocco davanti alla maniglia « S-si ma ti ho appena spiegato che forse non è una buona idea... »
« Non puoi rimangiarti quello che hai detto »
« Non mi sto rimangiando niente ho solo ragionato un attimo e... » .
Sento improvvisamente il suo respiro sul mio orecchio, se non sapessi dei suoi superpoteri sarei impressionata. Mi appoggia le mani sui fianchi « Non è quello che volevi? »
« Sai cosa volevo. »
« Sí ma è il massimo che ti posso dare »
« Cosa pensi che sia? Un compratore ad un'asta? » mantengo la voce pacata anche se si può notare la mia notevole irritazione.
« E io sarei il premio? »
« Peter non era questo il punto » é così irritante in questo momento che quasi stento a credere che lo sta facendo per me, non riesco a capire le sue intenzioni: non vuole tornare con me ma se questa notte restassi di certo sarebbe peggio.
Se fallisse come supereroe potrebbe fare l'attore...

Tiro un sospiro, dovrei dargli corda?
« Ma sei proprio sicuro? » chiedo stringendo ancora la maniglia tra le dita, appoggia le sue sopra le mie portandole sul mio petto « tranquillizzati, l'abbiamo già fatto »
Ma seriamente pensa che abbia paura per quello?
È vero che non sa che io sono a conoscenza della sua doppia identità ma avrebbe potuto pensare comunque fosse per dei sentimenti in sospeso o qualcosa del genere...

Scosta la mano dalla mia e la porta sul mio seno mentre inizia a baciarmi il collo, sento le mie gambe tremare; cosa mi sta succedendo?
Mi volto e lo bacio, mi tira a sé ed indietreggia lentamente fino a sedersi sul letto per abbassarmi i pantaloni e lanciarli sul pavimento. Mi guarda come si guarda il pranzo dopo sei giorni senza cibo, prende le mie cosce e mi fa sedere su di lui. Sospira quando le nostre intimità si strofinano, gli levo la maglietta. Da quanto tempo non sentivo i suoi addominali sotto le mie mani. Continuo a baciarlo mentre lui posiziona le mani sul mio fondoschiena spingendomi  verso di sé e muovendomi. Mi sfila la felpa e la maglietta lasciandomi in intimo, mi sporgo in avanti e lo faccio sdraiare spingendolo indietro.
« Peter... sei già- » cerco di fargli notare la sua erezione in crescita tra le mie gambe.
« Non serve che lo evidenzi, pensi che non lo sappia? » muove il mio bacino verso di sé « Non essere timida, puoi anche toccare. »

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