Incontri segreti

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Qualche lacrima sfugge dal mio controllo e mi riga il volto creando un fosso, un cratere su un viso così giovane e pallido.

Chiudo e strizzo gli occhi mentre quel l'essere mi tocca ovunque bruciandomi fino nell'anima.
« Non fare la santarellina adesso e slacciati i pantaloni. »

Mi lascia le mani che erano dietro alla mia schiena, davanti a lui, strette in una delle sue. Tentenno.
Provo ad affondargli una mano nella pancia ma me la blocca torcendomela.
Grido.
« Non ci provare. »

Da quando sono così debole? Non sono in me. Voglio ucciderli ma non posso, io sono stata la prima, si stanno solo vendicando.

Peter mi ucciderebbe se sentisse ciò che penso.

« Senti, faccio io. » urla arrabbiato dopo che ho provato a ferirlo.
Mette le mani sulla mia pancia e mi sbottona i pantaloni quasi strappandoli.

Preferirei morire adesso, vi prego sparatemi, ma non toccatemi, non umiliatemi così. Il mio cuore urla, io sto in silenzio.

Un fruscio interrompe i miei pensieri, volto il capo per vedere cos'è stato, l'arma è a terra, non c'è nessuno a tenerla in mano.

È confuso anche lui, è distratto, tiro un calcio indietro colpendo quel criminale e faccio uno scatto in avanti per prendere l'arma che gli punto contro.

« Non mi toccare mai più pezzo di merda. »

L'uomo viene lanciato dall'altra parte della strada, ma non gli ho sparato, non capisco come. Mi volto sbalordita, mi riallaccio i pantaloni ringraziando mentalmente qualunque cosa mi abbia salvata.
Affino la vista nel punto dove stanno entrambi gli uomini adesso KO.
Sono avvolti da...
Ragnatele.

Mi copro la bocca con una mano e sorrido finalmente viva.

Peter atterra a dieci passi da me, chiaramente vestito da Spiderman. Gli corro in contro, con la mano libera gli alzo la parte inferiore della maschera e lo bacio, passo l'altra mano tra i suoi capelli. Rimane stupito, ma poi mi afferra, solo per la vita.
Le lacrime iniziano a fluire dai miei occhi, non mi devo più trattenere, non davanti a lui, non adesso. Finito il bacio lo abbraccio, sprofondo nel suo petto, tra il suo amore. Qualche mese fa lui piangeva tra le mie braccia ed ora mi ritrovo a fare lo stesso ancora terrorizzata per cosa stava per accadermi.

La via ricomincia a ripopolarsi, delle persone fotografano, altre chiedono cosa sia successo, arriva anche la Polizia, ma prima Carla.
Si sbraccia tra la folla urlando « Diana, dove sei? Diana! »
Quando mi vede si ferma, bloccando anche Luke e Fede dietro di lei.

Lascio Peter, mi prende per mano accompagnandomi dalla polizia, accanto ai due criminali. Li guardo negli occhi, ho gli occhi pieni di odio e di disprezzo.

Vengono ammanettati ed io resto a guardare.
Il primo spinge il poliziotto indietro e si avvicina a me, Peter si interpone tra di noi tenendomi stretta con una mano.
« Non pensare che siamo così sprovveduti. » ride, poi rivolgendosi a Peter « Tu non hai ancora capito chi dovresti proteggere. »
Viene ripreso dagli agenti e spinto in macchina.

Non faccio in tempo a tirare un sospiro di sollievo che un forte vento si alza progressivamente. L'onda d'urto che avevamo sentito quella sera non era niente a confronto.
Ci buttiamo contro al muro e Peter mi stringe come mai prima, mi copro la testa. Le persone iniziano a cadere e rotolare per terra incapaci di rimanere in piedi, lancia più ragnatele che può per ancorarle al terreno finché anche le automobili non iniziano ad alzarsi verso la stessa direzione. Cerco di analizzare la situazione, cerco i miei amici disperatamente,
li vedo attraverso il vetro tremante di una casa, hanno trovato riparo. Non capisco cosa stia succedendo, non capisco niente.

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