Dobbiamo parlare

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Mentre osservo le altre persone sull'autobus mi chiedo a cosa stiano pensando, probabilmente hanno problemi ben peggiori dei miei, anche se ce ne vuole, e li ricoprono con tutte quelle buste, borse e regali che tengono tra le braccia.

Accendo il telefono e la data compare sullo schermo: é il 24 dicembre, domani é Natale e io sono stata tutt'altro che brava in questo periodo. Babbo Natale non ci proverà neanche ad entrare in casa mia.

Tra l'altro Peter mi ha scritto:
Dobbiamo parlare

Che orribile chiché.
Esiste un messaggio più brutto e ansiogeno di questo? Dopo aver litigato con lui come "mary" ora devo litigare con lui pure come "Diana". Avere una doppia vita é più pesante quando non sei isolato.

Gli chiedo l'orario in cui intende vedermi: le 5:00 pm , non faccio neanche in tempo a riposarmi un attimo dato che dovrò lavarmi, fare i compiti e sistemare un po' casa.

In più devo anche comprare un'altra parrucca e delle altre lenti dato che le ho lasciate là e anche se andassi a riprenderle non credo sarebbero in condizioni ottimali, sarebbe a dir poco disgustoso.

Riesco a trovarne una pressoché identica anche se mi costa un po' e di lenti mi sono ricordata di averne qualche paio di scorta.

Tra una cosa e l'altra sono già arrivate le quattro, prima di vederlo farò un po' di spesa penso, non ho più niente in dispensa.

Infilo un paio di jeans larghi, felpa, giubbotto e trovo anche il tempo per caricare la lavatrice.

Mentre scendo le scale ricontrollo la nostra chat per cercare di ricordarmi il luogo previsto per l'incontro ma niente, ero così sovra pensiero che mi sono dimenticata di chiederglielo, glielo scrivo ora.

Apro la porta del palazzo ed esco china sul telefono, rialzo il viso sentendo la sua voce « Diana, mi sono ricordato che non ti ho scritto dove ci saremo visti quindi sono venuto qui »
Mi coglie di sorpresa « h-hai fatto bene » rispondo mentre mi sposto i capelli dietro l'orecchio.

« dove vuoi andare? » mi chiede mettendosi di fianco a me, « non saprei, io dovrei andare in biblioteca a cercare un paio di libri, ma non so se va bene per te... »
« sisi, va benissimo, ti seguo »
Annuisco.

Mentre cammino osservo le luci natalizie per le strade e il cielo già buio. Mi giro verso Peter, sembra un bambino che ha visto per la prima volta la televisione, é incantato e innocentemente incantevole allo stesso tempo.

Abbassa il volto verso di me « che c'é? » sorride.
« Niente... non hai mai fatto un giro per queste vie? »
« Al contrario, da piccolo abitavo qui con i miei zii poi ci siamo trasferiti in periferia appena ho iniziato le elementari »
« Pensa te, magari saremmo anche potuti essere vicini di casa »
« già » risponde sereno riprendendo a guardare davanti a sé.

Dopo quest'ultima affermazione mi prende la mano e la intreccia con la mia tenendola salda.

Dopo poco arriviamo alla biblioteca.
« Ciao Diana, ti aspettavo, settimana scorsa non sei passata e gli scaffali sono rimasti pieni! » mi accoglie Steve, il vecchio bibliotecario, un bell'uomo se non fosse per l'età.
« E chi é questo giovanotto che hai portato con te? » mi chiede mentre si alza dalla poltrona dietro al bancone.
« Mi chiamo Peter » risponde rubandomi le parole di bocca e tendendo la mano verso Steve che ricambia la stretta « Bravo ragazzo educato, sono pochi quelli così ora » .

Saluto Steve e inizio ad analizzare gli scaffali uno ad uno nella speranza di trovare qualcosa di interessante. « Comunque dimmi, di cosa volevi parlarmi? » gli chiedo con gli occhi puntati sulla riedizione de "La Storia Infinita" .
« Ah si... scusami se non ti ho trovata ieri, ti ho cercata ma poi é successo un casino e non ti ho più trovata »
« tranquillo, sono tornata a casa sana e salva »
« Lo so che mi sono appena scusato, ma con chi sei tornata? »
« Luke perché? » é chiaramente un'informazione falsa ma un po' mi fa divertire metterlo in certe situazioni, dovrò pure sfruttare i vantaggi del mio alterego.

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