Sull'orlo di una crisi

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Mi rigiro nel piumone e faccio sprofondare il volto nel cuscino, non ho proprio voglia di alzarmi con tutto quello che è successo ieri.

Questo profumo... non sono le mie lenzuola.
Ora ricordo! Mi ero addormentata in macchina e poi?

Mi giro di scatto e apro gli occhi confusa e un po' impaurita ma mi tranquillizzo riconoscendo la stanza di Peter.

Solo per un attimo, poi ritorna l'ansia. Non sarà che abbiamo fatto... alzo piumone e vedo che indosso gli slip, per fortuna. Sarebbe stato difficile affrontare una situazione del genere, ma ora devo pensare a cosa dirgli. "Hey ciao, grazie di avermi fatto dormire da te e scusa ancora se ho rubato la tua tuta, mi sono fatta accompagnare a casa e non mi sono manco degnata di svegliarmi quando siamo arrivati" .

Sono veramente un disastro.

Mi rotolo nel letto e controllo l'ora sulla sveglia: sono le otto e mezzo; per lo meno non mi sono svegliata alle undici come mio solito.

Mi alzo e barcollo fino alla porta, mi fermo e metto a fuoco, mi strofino gli occhi e attraverso il corridoio.

Peter è in cucina intento ad osservare cosa c'è nel frigorifero; la porta è aperta allora busso sullo stipite. « Oh, Hey buongiorno, dormito bene? » mi domanda ancora assonnato « ti ho svegliata? » . « no no, cosa mangi? » chiedo imbarazzata, « non lo so, tu cosa vuoi? »
« niente ora vado, ho disturbato fin troppo » mi metto una mano dietro la nuca, mi afferra per il braccio « dai resta per la colazione, è il pasto più importante della giornata e così mi fai compagnia »

Come faccio a dirgli di no « va bene resto » , mi sorride.

« caffè? » mi domanda, « tanto » annuisco, prende le due tazze che aveva sistemato sul tavolo e le mette in fila davanti alla macchinetta del caffè.

Che tenero aveva già preparato una tazza anche per me, so che sembra una cosa da niente però la trovo carina.

« Peter... ti devo ringraziare di nuovo e scusami, ieri veramente non ne ho combinata una giusta, peggio del solito »
« figurati, di nuovo, mia zia era già a dormire e stamattina è uscita presto, non ho neanche dovuto spiegarle che fossi qui; anche se si è un po' incuriosita del fatto che dormissi sul divano... »
« ma sei scemo?! Potevi buttare me sul divano, dio però così mi fai avere un debito infinito » mando gli occhi al cielo.

Nel frattempo pulisce e si mette gli occhiali. Ci sediamo uno di fronte all'altro e iniziamo a mangiare.

Tra un sorso e l'altro di caffè mangio qualche biscotto mentre Peter mi parla « Senti ma eri molto stanca ieri, tutto ok? »
« sisi, ora sto bene ero solo stanca » rispondo, « ma di ieri sera ricordi tutto giusto? »
« si praticamente tutto » rispondo un po' confusa mentre prendo un altro biscotto, « mmmh ok,  non so se dovrei dirtelo, ma ti ricordi che ho cercato di svegliarti prima di portarti qui? »
« non proprio, ma tranquillo ti sono solo grata, mica penso che mi hai portata qui per farmi robe strane » sorrido.

« No certo, ma non te lo ricordi proprio? »
« direi di no? »
« mi hai chiamato... papà »
Il biscotto e il caffè mi vanno di traverso e inizio a tossire, che figura di merda!

« si ma non morire qui » si mette a ridere, « sono un casino tale » sospiro « ma sei serio? Ti giuro non so come mi sia uscito, dovevo essere proprio stanca » cerco di sdrammatizzare la situazione.
« già... » mi guarda sereno e riprende a mangiare.

L'ho chiamato papà, ora ricordo... La sua mano che mi ha scosso e io che volevo continuare a dormire, questa scena mi ricorda molto le mattine prima di andare a scuola, quando mio papà entrava in camera e mi svegliava dicendomi che ero puntualmente in ritardo. Che nostalgia.

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