Capitolo 17

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"Non dimenticare.."

I giorni che seguirono quella sera non furono piacevoli.
Astoria mi guardava soddisfatta, Blaise provava a sorridermi qualche volta in più e Pansy era l'unica con cui parlassi.
Quella stessa sera poco dopo mi raggiunse in stanza e mi disse che Malfoy non stava molto bene in quel periodo, che dovevo capirlo e perdonarlo perché ci teneva a me.

Ma come potevo saperlo?

Malfoy.

Ogni volta che mi incontrava per sbaglio nei corridoi veniva a scusarsi, a provare a parlarmi.
E l'ha fatto anche oggi mentre andava in classe di Trasfigurazione con i Corvonero.

"Devi credermi Evans, mi dispiace.
Non sto bene, ho la testa da un altra parte.
Sai quanto sono stato male l'estate del secondo anno quando non parlavamo.
Ti prego perdonami."

"Vabene." Ero solo stanca.

"Vabene?" Disse lui confuso

"Devo andare a lezione."
Il dispiacere aveva fatto spazio alla rabbia
Se fosse stata un'altra persona a dire quelle parole ci sarei passata sopra come faccio sempre, ma dette da lui avevano fatto un po' più male.

Arrivó l'ora di pranzo e senza pensarci due volte mi diressi al tavolo dei Grifondoro.
Non volevo sentire di nuovo le sue patetiche scuse:
Stava provando a farsi perdonare e questo non era da lui, devo ammetterlo.
Ma per una volta che avevo il coltello dalla parte del manico tanto valeva sfruttare tutto quello che avevo a disposizione.

Ma in cuor mio l'avevo già perdonato.

"Come va Emma?" Disse Harry
"È tutto okay ragazzi." Risposi con un sorriso
Alla mia sinistra ritrovai la Gazzetta del Profeta, e il mio occhio cadde sull'articolo che parlava della partita della Coppa del Mondo di Quidditch; ignara di quello che fosse successo.

"C'erano davvero i mangiamorte?" Chiesi un po' sconvolta.
"Si, per sbaglio all'inizio ci siamo divisi, ma poi abbiamo ritrovato Harry e siamo ritornati sani e salvi a casa." Disse Hermione.

Avevo stranamente il pomeriggio libero, così decisi di andare a fare una passeggiata lungo il lago Nego.

È una delle cose che mi affascina: così profondo, misterioso; ma allo stesso tempo bellissimo.
Il mio letto nel dormitorio si trova vicino alla finestra, e da lì posso vedere tutte le sfumature del lago, e gli animali che ci abitano.

Mi affascina quasi quanto mi affascinano le stelle..

Flashback
"Spesso la notte mi fermo a fissare le stelle sai, mi affascinano. Sono così belle"
"Sono tutte uguali" disse lui con fare scocciato.
"Ti sbagli"
"Andiamo non vorrai dirmi che tanti puntini luminosi ti affascinano così tanto? Ti credevo più profonda Evans"
Mi limitai a guardarlo
"Se fossi stata affascinata dalla luna ti avrei dato quasi ragione.
Ogni notte cambia forma, colore, sfumature.
È speciale rispetto a tutte le banali stelle intorno ad essa non credi?"
Abbozzai un sorriso
"Sarebbe bello poter essere la Luna di qualcuno." Aggiunse con fare romantico
"Non ti credevo così sentimentale".

Mai possibile che se non mi ronza in testa il suo nome lo fanno i ricordi con lui? Emma sei così sentimentale.

Sentii dei passi dietro di me
Non mi voltai, ma di nuovo sapevo già chi fosse.
Volevo parlargli, dirgli che era tutto apposto.
Mi mancava.

Si sedette accanto a me, il cuore mi usciva fuori dal petto.
Mi voltai e vidi

"Theodore?"
Perché speravo fosse Malfoy?

"Aspettavi qualcun'altro?" Disse sicuro di se.

"Si.., cioè no, no non aspettavo nessuno.
Cosa c'è ?"

"Nulla, non posso sedermi qui?
Ti do fastidio principessa?"

principessa..

"No ma figurati, solo che...ora devo andare.."

"Dai non scappare sempre da me Emma, sto solo provando ad esserti amico."

"Allora posso rispondere "grazie ma rifiuto la tua amicizia?" Pensai.

"E poi abbiamo tutto il pomeriggio libero, che hai di meglio da fare?"

"Devo vedere Pansy mi dispiace." E raggiunsi i dormitori.

Ovviamente non avevo nessun appuntamento con Pansy, ma la presenza di Theodore mi imbarazzava.
Non era un imbarazzo "piacevole", era più un imbarazzo che mi portava a scappare da lui.

Mentre attraversavo la sala comune per andare in camera mia, Malfoy scese dalla scala dei dormitori maschili.
Sembrava stanco, e stranamente non perfetto come al solito.

"Stai bene?"
Perché l'avevo chiesto?
Non parlavamo da giorni ormai.

"No."
Non era freddo e distaccato, ma triste.

"Vuoi dirmi che succede?"
E intanto mi avvicinai.

"Succede che non mi parli, Emma."

Perché il mio nome suonava così bene detto da lui?

"Quella sera avevo appena ricevuto una lettera da mia madre.
Si sembra strano visto che eravamo ad Hogwarts da poco, ma forse non voleva farmi preoccupare mentre ero a casa in estate.
Diceva di non star bene, ma una curatrice è arrivata al Manor e starà lì per qualche settimana, per aspettare che si riprenda."

Una curatrice? Probabilmente anche mia madre sapeva di questa storia, facendo anche lei lo stesso lavoro.

"Malfoy mi dispiace tanto, sia per tua madre che per noi.. cioè scusa per me."

"Mi hai perdonato?" Una strana luce si fece spazio nei suoi occhi.

"Non sono mai stata arrabbiata seriamente con te."
E lo abbracciai.

Era solo la seconda volta che capitava, dopo la fine dell'anno scorso in stazione; ma stavo così bene.

Inizialmente si irriggidì, probabilmente non se lo aspettava, ma poi iniziò a fare su e giù lentamente con la mano sulla mia schiena.
Sembrava un duro, ma il suo tocco era sempre gentile e delicato.

"Andiamo a cena, Evans?"
Mi sorrise.
"Certo."

Avevo trovato la pace e non lo sapevo.

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Emma è un po' troppo lunatica..
Spero vi stia piacendo :)

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