Capitolo 55

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"Dove andate?" mi chiese mia madre
"In un locale a Londra, non lo so devo incontrarmi prima in una strada con Hermione e raggiungerlo insieme." Risposi aggiustandomi il vestito, forse un po' troppo corto.
"Oh okay, e... stai bene?" Chiese un po' titubante.
"Si sto benissimo, perché?" Chiedi incrociando il suo sguardo dal riflesso dello specchio.
"Sei bellissima."
"Lo dici solo perché sono tua figlia, Margaret." Risposi ridendo.
"Andiamo, e con chi vai? Oltre Hermione intendo."
"Sicuramente Harry e Ginny, forse Ron, e un amico di Hermione.
James, un po' strano ma....carino."

...

"Allora vado mamma!"
"Non fare tardi come l'altra volta, sei tornata alle 3, e pure un po' brilla, Emma..."
"Non ero brilla mamma!"
"Ah si? E allora perch-"
"Devo andare! Ci vediamo!" E uscí di casa con uno stupido sorriso stampato sulla faccia.

Mi sentivo leggera, un po' più libera in mente,
Ma con un macigno sul cuore.
Mi ripetevo solo "non pensarci, stasera andrà bene, puoi superarlo, tu puoi farcela."
Certo
"Posso farcela"
Come ieri sera con una bacchetta puntata alla tempia e le lacrime che scorrevano sulle guance.
Ridicolo.
Sarebbe stato solo un comportamento da codarda andare fino alla fine.
Aiutarsi con la magia, solo perché si è troppo deboli.
Forse tutto questo è stata solo un'ennesima debolezza per provare a me stessa che forse posso farcela.
Che tutte le ferite sul cuore ci sono per un motivo
Quella per mio padre
E la sua.

Camminavo per le strade di Londra, ancora nel mio quartiere.
Era abbastanza buio, e solo ogni tanto spuntava qualche lampione per illuminare un po' la strada.
Dietro di me sentivo dei passi, leggeri ma decisi.

Guardai ai lati dei miei occhi per provare a vedere di più, ma niente. Così decisi di prendere lentamente la bacchetta e tenerla saldamente nella mia mano destra.

Forse è qualcuno che sta passeggiando come me

Alle 9 di sera?

Probabilmente non si è accorto di me

E se volesse farmi del male?

Mi fermai giusto un secondo, e anche i passi dietro di me si bloccarono all'improvviso, aumentando la mia ansia.
In un secondo presi tutto il coraggio restante dentro di me e mi voltai, puntando la bacchetta circa verso la testa di questa figura nell'ombra, alta, poco muscolosa, a pochi metri da me.

"Chi sei! Perchè mi segui?" Urlai
"Fatti vedere! Adesso!"

Non sapevo dove stato trovando tutto questo coraggio, represso dentro di me da mesi.

"Ferma abbassa la bacchetta, calmati." Ringhiò questa voce, abbastanza familiare, ma in quel momento non la riconobbi subito.

"Ho detto fatti vedere. Non è divertente." Dissi con la voce un po' tremante.

"Evans sta calma, davvero." Disse facendosi sempre più vicino, per farsi vedere.
Quando pronunciò il mio nome con quel tono di voce così basso mi si fermò un battito.

Possibile che sia...

No, impossibile.
Pensai

"Eccomi, ora sei al sicuro, tesoro!"

"Cazzo,Clark! " Sospirai abbassando la bacchetta.

"Una bocca degna di una regina direi." Disse sorridendo e mettendosi al mio fianco.

"Preferisco le principesse, grazie." Risposi riprendendo di nuovo a camminare davanti a me, come stavo facendo qualche minuto fa.

"Aspetta Hermione ha invitato anche te giusto?" Chiesi.
Stava alla mia destra, un po' più alto di me.
Aveva la camicia bianca arrotolata fino ai gomiti e una lunga cravatta nera un po' allentata, i pantaloni neri che gli stavano perfettamente lungo il corpo.

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