Capitolo 65

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Narratore Esterno

Si dice che per amore si faccia qualsiasi cosa.
Ma questo include lasciarsi andare?

Erano i primi giorni caldi di maggio, il sole osava far arrossire le gote di Emma, che se ne stava vicino alla finestra con gli occhi chiusi, scavando dentro di se.
La sua mente era come una grossa libreria, piena di scaffali e vecchi libri.
I libri più in basso contenevano i ricordi felici e spensierati: il primo giorno ad Hogwarts dopo aver conosciuto Draco, Harry, Hermione e Ron; le torte che cucinava d'estate con la mamma; le passeggiate a Diagon Alley e Hogsmade con Amèlie; le notti passate con Pansy a parlare di qualsiasi cosa.

Lo scaffale superiore era diviso per persone:
I ricordi con Amèlie, Harry, Ron, Pansy, Hermione, e un po' più infondo Draco.

Lo scaffale più in alto era polveroso, non veniva aperto da molto tempo.
La Guerra Magica.
Voldemort.
L'Ordine.
La cattura nelle segrete del Manor.
Tutti i ricordi con il Sig. Evans, quando la portava a prendere un frullato ogni sera dopo aver fatto una passeggiata, le giornate al mare passate a schizzarsi e giocare con la sabbia, tutta la felicità quando il sabato era suo padre a portarla a casa da scuola, e non sua madre.
La malattia, le gambe che non funzionavano, aghi, farmaci, urla, pianti strazianti.
E poi la fine.

Un libro un po' più sgualcito e malandato stava sul fondo.
L'aveva immaginato con una copertina verde smeraldo, e con una scritta oro.
Il corpo di Draco Malfoy tra le sue braccia.
Giorni e notti con urla attutite dal cuscino.
Dolore.
Pianti.
Il vuoto.
Lettere.

Stava dando una spolverata ai suoi scaffali, partendo dall'alto, per arrivare alle cose più semplici alla fine.

Draco Malfoy da una settimana non si faceva vivo, ma non era un problema.
Spesso Narcissa chiedeva la sua presenza al Manor, ora che il padre non era presente.
Ma mai così spesso.

Il libro su Hermione stava per essere rimesso a posto, quando il campanello al piano di sotto bussò tre volte, facendo tremare un po' tutti gli altri libri.
Infastidita aprí gli occhi, precipitandosi alla porta.
James aspettava ansioso sulla soglia, con una copia della Gazzetta del Profeta tra le mani.

"James! Prego entra!" Esclamò la ragazza.
"Ciao Emma, scusami forse ti ho disturbata.." rispose James entrando in casa a passo svelto.
"No, tranquillo.."disse alzano un sopracciglio.

James stese il giornale sul tavolo, con le mani si teneva sui bordi e intanto il petto si alzava e abbassava velocemente.

"Non ho letto il Profeta ma mi stai facendo preoccupare..
Che succede?" Disse Emma, avanzando lentamente verso di lui, dando uno sguardo alle fotografie sul giornale.

"Sono preoccupato per te. Vattene. Scappa ma va via da qui.
Ogni giorno Rita Skeeter scrive di come gli Auror ancora non hanno trovato i Mangiamorte che sono scappati.
Non credo sia sicuro restare qui.
E poi quel Malfoy.."

Emma voltò di scatto la testa, fissando i loro sguardi.
"Cosa c'entra adesso Draco? Lui non ha fatto niente e lo sai." Disse allontanandosi un po' da lui.

"Sicuramente avrà aiutato il padre ad andarsene, c'entra anche lui con questa storia.."

"Lui non c'entra niente James! Ora se puoi scusarmi avrei delle cose da fare possiamo vederci un altro giorno." Rispose allungando il braccio, per indicare la porta.

Il ragazzo imprecando sotto voce si diresse verso l'uscita.

"Lui in un modo o nell'altro ti ucciderà." Disse prima di andarsene verso casa sua.

Emma chiuse la porta, rilasciando un respiro che fino a quel momento non si era resa conto di aver trattenuto.

Doveva fare chiarezza, parlargli e capire questa volta che scelta aveva fatto.

...

"Non voglio passare i miei ultimi anni di vita in prigione Cissy.." disse Lucius accarezzandole il dorso di una mano.
Si trovavano nell'ala ovest del Manor, nei piani superiori.
Avevano un piccolo salotto dove Narcissa di solito stava da sola, mentre ora era finalmente in compagnia del marito.

"Voglio solo starmene qui con te, non aiuterò gli altri Mangiamorte. Qualsiasi cosa vogliano fare."

"Vabene. Ti credo."

...

Emma si smaterializzò nella strada che portava al Manor dei Malfoy.

E se qualcuno fosse salito al potere di nuovo?

Se qualcuno gli ha assegnato un compito?

Se non vuole vedermi?
Pensò

Il libro posto più a fondo nello scaffale più in alto minacciava di aprirsi, vibrava violentemente.
Ci volette tutta la sua forza per richiuderlo e spingerlo indietro.

Mentre concentrava le sue forze nell'ultimo libro, uno dei primi iniziò a tremare, rilasciando tutti i ricordi.

Tutti i sorrisi.

I "ti amo" sussurrati

Litigare e poi fare l'amore

Venivano tutti logorati da un senso d'angoscia opprimente.
Mentre si avvicinava al cancello del Manor, dovette premere una mano sullo sterno per calmarsi.

'Va tutto bene' ripeteva nella sua mente.

Il cancello del Manor era... aperto?

Niente protezioni, niente di niente.

Entrò e si avvicinò al portone principale, che incombeva su di lei aumentando il senso d'oppressione.

Bussò

Uno
Due
Tre volte

Bussò un'ultima volta con più forza, e la porta scricchiolò, creano una fessura.

Era aperta, anche questa.

"C'è qualcuno?" Disse appena, dopo aver deglutito un paio di volte.

Iniziò ad incamminarsi lungo il corridoio, come se fosse una ladra, attenta a non fare alcun rumore.

Riusciva a sentire il suo cuore battere nelle orecchie e il suo respiro che occupava tutto lo spazio intorno a lei.
Iniziò a tirare la bacchetta dalla giacca, e a stringerla saldamente tra le mani.

Dove sono gli elfi?

Un passo.

Dov'è Narcissa?

Due passi

Dov'è Draco?

Un rumore la fece voltare di scatto, verso il salotto nell'ala est del Manor.
Un tonfo, come se qualcuno si fosse seduto violentemente sulla sedia.

I piedi iniziarono a camminare da soli verso il rumore, attraversando uno dei tanti corridoi.

Arrivò ad una porta, apparentemente aperta anche questa.

Le nocche della mano destra diventarono bianche per la stretta intorno alla bacchetta.

Avvicinò la mano tremante alla maniglia d'oro, e improvvisamente il rumore di qualche attimo fa si tramutò in tutt'altro.

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