Capitolo 64

1.9K 99 4
                                    

Narratore Esterno

Era passata ormai una settimana dall'incontro tra James e Emma.
Le lancette dell'orologio sembravano scorrere così velocemente, tanto da non far godere a pieno del tempo.

E se questo fosse un problema?

Draco Malfoy pochi minuti prima era entrato a casa Evans con una rosa, pronto ad aspettare la sua amata, che però sembrava non essere in casa.

Pochi isolati più a sinistra, Emma stava sorseggiando un caffè bollente a casa Clark, troppo impegnata a seguire l'emozionante conversazione, per rendersi conto dell'orario.

Si sentí un rumore sordo vicino alla porta, simile ad uno schianto.
James andó ad aprire, solo per notare un piccolo giornale caduto proprio sul tappeto.

Orario insolito per consegnare il giornale.
Pensò.

"Cosa c'è James?" Chiese Emma, accorrendo alla porta.
"Niente, torniamo dentro." Rispose sciogliendo il filo che teneva il giornale chiuso su se stesso.

Poteva sentire sotto le sue dita l'inchiostro fresco, e la carta ancora un po' tiepida.

Un altro rumore fece girare di scatto Emma.

James se ne stava con le mani bloccate a mezz'aria, e il giornale era ormai steso sul pavimento.

Gli occhi sgranati, le mani che tremavano.

Emma dovette deglutire un paio di volte, prima di riuscire ad avvicinarsi a James, fargli una carezza sulla spalla, e raccogliere il giornale da terra.

"Ti prego puoi leggere ad alta voce forse non ho capito bene." Sussurrò James, ancora con le orecchie che fischiavano.

"S-si.." rispose lei con la voce tremante.

Lesse furtivamente qualche riga, per poi restare a bocca aperta.

"Qui dice che alcuni Mangiamorte sono scappati, da Azkaban.
Ma, ma non è possibile. Giusto? Non può essere." Rispose lei fingendo di essere sicura. Come aveva sempre fatto.
Le mani iniziarono a sudare, il cuore iniziò a battere più forte.
Sembrava stesse per scoppiare.

Un altro rumore fece sussultare i due ragazzi.

Stavolta il campanello della porta, suonato più e più volte.
Probabilmente fino a quel momento nessuno dei due si era accorto del pugno contro il legno, che batteva da vari minuti.

Dalla porta di casa Clark entrò una chioma liscia sui toni del castano, tendente al rosso.
Due occhi chiari, e un naso piccolo pieno di lentigini.

Emma istintivamente prese la sua bacchetta dalla tasca, e la puntò in direzione della ragazza.

"Che ci fai qui!" Urlò in preda al panico.

Dopo la notizia letta sul giornale si rese conto di quanto tutto intorno a lei fosse sbagliato.

Questa era solo la quiete prima della tempesta.

"Abbassa la bacchetta, Emma." Disse James un po' imbarazzato.

Ci pensò su qualche minuto, prima di guardare gli occhi di James, e trovare una sorta di calma, che le urlava di fidarsi.

"Scusate, forse ho interrotto qualcosa." Disse Amèlie, con le guance un po' più rosee.

"No, assolutamente, vieni pure." La invitò James, come ormai faceva quasi ogni giorno.

"Come stai?" Chiese Amèlie, sedendosi timidamente lontana di qualche metro da Emma.

"Bene." Rispose senza alzare lo sguardo.

L'ultima volta si erano viste un anno fa, in preda al panico, con la scuola piena di Mangiamorte.

Non poteva guardarla in faccia.

Non poteva perchè quel viso le ricordava il panico di quel giorno.
Quanto dolore e sangue ha visto davanti a sè.

Il rumore del cuore spezzato, appena vide Draco Malfoy inerme tra le sue braccia.

La sofferenza dei mesi passati a rigirarsi nel letto in cerca di risposte, che in realtà facevano sorgere solo altre inutili domande.

Solo, non poteva.

"Sono la stessa, te l'ho sempre detto.
Non ho il Marchio." Disse Amèlie guardando dritto davanti a se.

"Di certo un tatuaggio non mi dirà le scelte sincere del tuo cuore.
Come posso basarmi su uno stupido segno?
E se tu volessi farmi del mare? Io non posso saperlo più ormai." Disse Emma.

"James è un bravo ragazzo, e se mi ha accettata in casa sua probabilmente vuol dire che si fida di me.
Tu ti fidi di lui?"
Amèlie stava allentando lo stress giocando con un laccetto che sbucava dalla sua camicia azzurra.

"Credo di fidarmi di lui."
E dicendo questo si strinse una tregua silenziosa.

"Cosa sai della fuga dei Mangiamorte." Chiese Emma, rompendo un rumoroso silenzio, che era ormai padrone di quel salotto.

"Cosa? Sono scappati?" Rispose Amèlie, con gli occhi un po' sgranati, e la bocca secca.

"Come se tu non lo sapessi." Disse Emma, finalmente guardandola negli occhi, e facendo una risata amara.

"Lei non c'entra niente, te lo assicuro io." Rispose James, accarezzandole il dorso della mano cautamente, mentre dentro ribolliva di rabbia.

"Cosa hai fatto, durante quest'anno, intendo." Disse Emma.
Voleva recuperare il rapporto ormai pieno di crepe con la sua vecchia amica.

Intanto James le stava ancora accarezzando il dorso della mano, quando notò una figura nera camminare lungo la strada, con qualcosa di rosso.

"Scusatemi." Disse, e si alzò, lasciando le due vecchie amiche a fare un passo indietro nel tempo.

Arrivò alla porta, e aprendola riuscí a mettere a sfuoco la figura.

"LURIDO MANGIAMORTE!" Urlò in preda alla rabbia, con la bacchetta puntata verso di lui.

Malfoy intanto lo guardava annoiato, come se avesse visto questa scena mille volte.

"E ora cosa vuoi Clark, anzi per caso hai visto Emma?" Chiese con un sopracciglio alzato.

"La tua ragazza è a casa mia, e forse è meglio così sai?" Rispose il ragazzo, riducendo gli occhi in due fessure.

"Che stai dicendo Clark? E abbassa la bacchetta, ora." Impose Malfoy, con un tono un po' più severo.

"Fai finta di niente vero? Lo immaginavo.
Il tuo caro papà è scappato da Azkaban. Come se tu non lo sapessi.
Di sicuro sarà il capo di quella banda di psicopatici che ci uccideranno tutti. Che uccideranno la tua ragazza." Sputò James con rabbia, come se qualcosa dentro di lui si fosse rotto.

"Non ho mai detto niente. Ho sempre appoggiato Emma e le sue scelte, anche se queste comprendevano innamorarsi di un Mangiamorte.
Ma credo che ora per il suo bene dovresti starle alla larga."
Questa volta lo disse con un tono più comprensivo, con la bacchetta ormai riposta in tasca.

Stava implorando Malfoy con lo sguardo.

Gli stava chiedendo di proteggerla.

Solo per questa volta.

"Clark io non ne so niente...
Ma credo che se lei è con me sarà più facile trovarla."

Gli ingranaggi in moto nella mente di Malfoy potevano sentirsi da metri di distanza, e guardando solo per un secondo quegli occhi di ghiaccio si poteva sentire la sofferenza, il dolore.

Di nuovo.

MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora