CAPITOLO 2

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«Abbiamo interrogato il preside e la vice preside per le informazioni preliminari. Hanno detto di aver lasciato entrambi la scuola in anticipo ieri per via di impegni dovuti alla collana stessa. Nel consegnare le collana hanno dimenticato di firmare dei moduli importanti per il risarcimento in caso di perdita, come in questo caso e così hanno lasciato la scuola in tarda mattinata e non sono più tornati fino ad oggi».
«Tarda quanto?».
«Più o meno poco prima di pranzo, tra le undici e le dodici».
«Qualcuno può confermare il loro alibi?».
«Gabriele sta contattando il segretario che si è occupato delle firme, per chiedere conferma».
«Quindi se il segretario conferma che ieri tra le undici e le dodici il preside e la vice preside lo hanno raggiunto per firmare, allora hanno un alibi valido e posso essere scagionati dalle accuse» riflette Niccolò ad alta voce, picchiettandosi il mento con un dito e fissando il pavimento con aria pensierosa.
Elisa e Valerio annuiscono alle parole dell'Ispettore e, quando Niccolò alza lo sguardo, scopre Elisa a fissarlo. Quest'ultima distoglie subito lo sguardo, con le guance leggermente rosse, ma, mantenendo la professionalità, si schiarisce la gola e si finge indifferente. Niccolò si lascia scappare un leggerissimo sorriso divertito. Elisa lavorava con lui da tre anni e per i primi due aveva avuto una bella cotta per Niccolò. Avevano anche provato ad uscire insieme un paio di volte, ma non aveva funzionato. Niccolò si era accorto di essere troppo dedito al lavoro e di aver raggiunto un grado troppo alto per poter accontentare le esigenze di una ragazza che voleva più di una semplice nottata fra le lenzuola.
Erano andati a letto ancora per qualche mese dopo che Niccolò le aveva detto che non era possibile andare oltre, finché non avevano ristabilito un rapporto solo professionale e, ogni tanto, anche amichevole. Niccolò sapeva che Elisa aveva avuto altre relazioni e che era andata avanti, ma ogni tanto era come se fosse ancora in qualche modo attratta da lui. Sopratutto quando Niccolò metteva su quell'espressione concentrata che lo rendeva particolarmente attraente agli occhi della ragazza e non solo.
Niccolò batte il piede a terra e si sistema le maniche della divisa, poi «Va bene, ma voglio interrogare nuovamente anche io il preside e la vice preside. Ora voi due andate in ogni classe a ritirare le liste che ho chiesto ai ragazzi, ci devono essere tutti,» ordina Niccolò, passando gli occhi da quelli di Elisa a quelli di Valerio che, seri, annuiscono con la testa, «Quando avete fatto andate in presidenza, faremo lì gli interrogatori. E mi raccomando, voglio ordine e precisione, nessuno deve entrare o uscire da questa scuola finché non lo dirò io» sentenzia Niccolò assottigliando lo sguardo per rendere ancora di più l'idea.
«Va bene Ispettore!» annuisce Valerio per poi voltarsi e bussare alla porta della prima aula per fare ciò che gli era stato richiesto.
Elisa è ancora ferma là davanti e Niccolò si passa una mano sul mento, inarcando un sopracciglio.
«Che ci fai ancora qua?» le domanda con tono leggermente brusco, ma si accorge che Elisa non sta guardando lui, ma qualcosa alle sue spalle e fa anche una risatina. Niccolò allora si gira con volto scocciato e può vedere tre ragazze che si tengono a braccetto e lo guardano dalla testa ai piedi, leccandosi le labbra. Una di loro ha anche l'audacia di fargli un occhiolino.
Niccolò allora alza gli occhi al cielo e si gira verso Elisa che ancora sorride divertita. Infatti lo guarda con un sopracciglio inarcato e «Sei arrivato da meno di un'ora e hai già fatto colpo!» lo sbeffeggia sotto lo sguardo severo di Niccolò.
Quest'ultimo incrocia le braccia e «È la divisa. Queste ragazzine appena vedono un ragazzo in divisa danno in escandescenze» commenta apatico lui, ma nel cuore è abbastanza compiaciuto. Sa di essere un bel ragazzo e questo aveva giocato a suo favore nelle relazioni da una notte, ma sul luogo di lavoro non sopportava essere guardato in quel modo. Voleva concentrazione totale. Infatti fulmina con uno sguardo Elisa che sta ridacchiando e quest'ultima alza gli occhi al cielo, pronta già a raggiungere Valerio.
Ma prima si avvicina a Niccolò e «Sarà pure la divisa, ma ne tuo caso Ispettore, è bello pure chi la indossa» - e accompagna queste sue parole con un occhiolino e una pacca sulla spalla per poi sparire dietro la porta dell'aula. Niccolò sorride divertito. Elisa gli era subito piaciuta e l'aveva voluta in squadra perché, anche se a volte sembrava timida e indifesa, era tutto il contrario. Sapeva passare dalla timidezza alla spregiudicatezza in pochissimi secondi ed era anche una ragazza capace di prendere il comando. E Niccolò se lo ricorda bene, perché tutte le volte che erano andati a letto insieme aveva sempre preso lei l'iniziativa.
Una porta viene sbattuta e Niccolò sobbalza. Si passa una mano sul colletto della divisa e scuote la testa. Ultimamente si perde spesso nei pensieri. Così si schiarisce la voce e tira i lembi della giacca che indossa. Poi con passo spedito si dirige verso la scena del crimine dove il gioielliere, il Commissario Gervasi e il resto dei suoi agenti, lo stanno aspettando.



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