CAPITOLO 9

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La discoteca pullula di persone di tutti i tipi. La musica è assordante e le luci intermittenti sono fastidiose. In quel momento Niccolò ricorda perché odia le discoteche: troppo rumore, lui preferisce le semplici serate tra amici in un parco con qualche birra e tante risate.
Baby continua a stringergli la mano mentre si fanno spazio tra la gente. Niccolò si guarda intorno e ripensa alle parole di Elisa. E può constatare che quella discoteca sia davvero osé e non è sicuro che tutti i presenti siano maggiorenni.
Ci sono donne in body trasparenti che ballano su dei cubi e uomini in boxer attillati che, dietro i banconi, preparano da bere e flirtano con i clienti.
Per un attimo si chiede come facesse Elisa a frequentare una discoteca così... esagerata. A vederla da fuori sembra una ragazza pudica, invece non è del tutto vero - ma questo Niccolò lo sapeva bene perché le volte in cui erano andati a letto insieme si era rivelata molto focosa.
Senza accorgersene e cercando di farsi spazio tra quei corpi sudati, Niccolò si ritrova trascinato al centro della pista da ballo e non appena una luce illumina i loro volti, guarda Baby che lo fissa in malo modo. Niccolò ricambia lo sguardo con uno confuso e Baby alza gli occhi al cielo per poi avvicinarsi all'orecchio di Niccolò e gridare, cercando di sovrastare la musica.
«Hai detto che saresti stato un ottimo finto fidanzato, ma non stai facendo niente!».
Niccolò riesce a captare le parole e, senza volerlo, un brivido scorre velocemente lungo la sua schiena quando percepisce il fiato caldo di Baby accarezzargli l'orecchio.
Si riscuote subito e, avvicinandosi all'orecchio di lei, «Che cosa dovrei fare? Ti sto tenendo la mano, non basta?».
Baby alza gli occhi al cielo.
«Hai visto in che locale siamo? Tenermi la mano ti fa sembrare mio padre. Tu devi fingere di essere il mio fidanzato o Chicco non ci noterà mai!».
Niccolò corruccia le sopracciglia e guarda una coppia che balla accanto a loro. Sono esageratamente vicini e la donna sta praticamente divorando di baci il volto dell'uomo che le accarezza la schiena e scende verso il sedere.
Niccolò allora guarda Baby e «Mica dovremmo fare come loro!».
Anche Baby si volta a guardare la coppia e trattiene una risata. Poi scuote la testa e «No, così sarebbe esagerato. E poi non ho intenzione di baciarti» si difende subito lei, mordendosi il labbro per ciò che ha detto. Perché non è del tutto vero. Nonostante abbia riso nel vedere Niccolò con quei vestiti addosso, deve ammettere che lo trova stranamente attraente e non è rimasta immune al fascino delle labbra carnose dell'Ispettore che non le dispiacerebbe baciare. Ovviamente però non lo ammetterebbe neanche sotto tortura. A quelle parole Niccolò inarca un sopracciglio e «Sono io che non voglio baciare te!» grida piccato, infastidito dal fatto che quella ragazza lo abbia rifiutato senza che lui avesse fatto nulla. Con le donne era sempre stato bravo e difficilmente aveva preso un rifiuto. Ma quella ragazzina sembrava ostinata e Niccolò aveva sentito il proprio orgoglio maschile infrangersi al rifiuto di Baby.
Baby allora alza gli occhi al cielo e «Non è il momento di discutere. Guarda, eccolo là!» esclama Baby, facendo voltare Niccolò e indica, senza farsi vedere, proprio Chicco Brandini che dal palchetto rialzato osservava soddisfatto la gente ballare. Niccolò lo intercetta e poi cerca con lo sguardo Adriano, trovandolo al bancone del bar a scherzare con Bella. Riesce a catturare l'attenzione di Adriano e con un cenno gli fa capire dove si trova Chicco Brandini e di tenerlo d'occhio, mantenendo sempre la copertura. Adriano annuisce e cambia posizione per osservare l'uomo mentre continua a parlare con Bella che si muove leggermente a ritmo di musica.
«Sta guardando verso di noi. Penso mi abbia riconosciuta. Dobbiamo ballare!» afferma subito Baby, cogliendo alla sprovvista Niccolò quando afferra le mani dell'uomo e le appoggia sui propri fianchi, per poi avvicinarsi a lui e iniziare a muoversi.
Niccolò ha gli occhi sgranati che poi chiude immediatamente quando sente il corpo di Baby così vicino al suo. Perché sì, sono sotto copertura, ma ha pur sempre una bella ragazza che gli sta ballando addosso e lui è pur sempre un uomo.
Allora le stringe i fianchi per cercare di fermarla e  Baby alza di scatto la testa, smettendo di ballare.
«Che c'è?» grida lei.
Niccolò la guarda in cagnesco, «C'è che stai creando il panico... lì sotto!».
Baby allora guarda verso il cavallo dei pantaloni di Niccolò e si copre la bocca con una mano.
«Non mi dire che non hai mai ballato in questo modo con una ragazza!» lo punzecchia.
«Mai. Perché odio le discoteche».
Baby allora fa spallucce mentre Niccolò deglutisce quando vede la ragazza voltarsi e poggiare la schiena contro il petto di lui. Poi, sempre Baby, alza le braccia e circonda il collo di Niccolò mentre «Cerca di tenere a bada il tuo amichetto lì, ma cerca anche di sembrare un po' più coinvolto. Sembri un pezzo di legno! Se non ci vede affiatati, Chicco non si avvicinerà mai!» ripete per l'ennesima volta Baby, iniziando a muovere il bacino con lentezza e sensualità, chiudendo gli occhi. Li riapre solo un attimo e, alzando la testa per guardare Niccolò, si accorge che sono davvero vicini. Niccolò può sentire il respiro di Baby sbattergli sulla labbra. Allora strizza gli occhi quando Baby gli sorride, invitandolo ad impegnarsi per mettere in atto la copertura e Niccolò, sbuffando, «E va bene» mormora tra sé e sé per poi stringere con convinzione i fianchi di Baby e scendere con le labbra sul collo della ragazza. Lascia un bacio proprio sotto l'orecchio e Baby, che non se lo aspettava, sussulta fermando il movimento del bacino. Niccolò, volendosi prendere una piccola rivincita, «Cos'è,» le sussurra all'orecchio, «Non ti aspettavi che fossi così bravo?».
A sentire quella domanda Baby alza gli occhi al cielo, ma sorride perché le è piaciuto quel piccolo bacio. Poi si ricorda con chi ha a che fare e «Stavo fingendo che mi piacesse. Non ho sentito nulla»  risponde secca lei e Niccolò sorride divertito perché può chiaramente vedere i brividi sulla pelle della ragazza.
«E io fingerò di crederci» risponde mentre torna a lasciare un altro bacio sul collo di Baby che, riprendendo a ballare, stringe tra le dita i capelli di Niccolò, sospirando. È vero, non sta affatto fingendo. Niccolò ci sa fare, eccome se ci da fare. Ma se Baby stava subendo il fascino dei baci dell'uomo, anche Niccolò non era da meno dato che Baby, involontariamente, continuava a muoversi addosso a lui, facendogli perdere la lucidità.
Entrambi hanno il respiro affannato quando sentono una pacca sulla spalla e voltandosi alla loro destra vedono proprio Chicco Brandini con altri due omini in giacca e cravatta che gli sorridono e Chicco, con un cenno della mano, li invita a seguirli. Baby stringe la mano di Niccolò che la guarda prima di cercare con lo sguardo Adriano e fargli un cenno per dirgli di tenere d'occhio l'uscita nel caso Brandini fosse scappato via. Adriano annuisce e segue con lo sguardo Baby e Niccolò mentre rassicura Bella, preoccupata per l'amica. Baby e Niccolò si fanno spazio tra la folla, seguendo Chicco e riuscendo ad uscire dalla matassa di corpi sudati che ballano. Chicco fa strada oltre una tenda rossa e Niccolò e Baby si ritrovano in una stanza piena di tante altre coppie sedute su dei divanetti rossi con in mano dei flûte di champagne, intenti a chiacchierare e a baciarsi.
Chicco si volta verso Niccolò e Baby che si guardano intorno senza dire una parola, ostentando sicurezza. Niccolò osserva attentamente i tavoli infondo alla stanza dove ragazzi in giacca di pelle nera piena di borchie, suddividono in piccoli sacchetti la droga.
Sente Baby stringergli la mano quando Chicco apre una porta bianca infondo alla stanza e con un movimento del capo fa cenno loro di entrare.
Niccolò guarda la ragazza e la vede leggermente agitata. Lei non è abituata a questo tipo di locali, così come non è abituata alle coperture. Niccolò vorrebbe rimproverarlo per essere così cocciuta ed essersi cacciata in tutto quello, ma le fa tenerezza e così con il pollice le accarezza il dorso della mano, cercando di rassicurarla. Baby smorza un sorriso per poi mettere su uno sguardo convinto e sicuro, cosa che fa sorridere Niccolò perché di sicuro può criticare quella ragazza per tanti motivi, ma deve ammettere che ha coraggio da vendere.
Così entrano nella stanza, seguiti da Chicco e gli altri due ragazzi. Niccolò e Baby si guardano intorno. La stanza è vuota e c'è solo una lampada che emana una fioca luce dal soffitto. Baby e Niccolò si lanciano uno sguardo confuso prima di girarsi verso Chicco Brandini, appena in tempo per vedere quest'ultimo esclamare, «Gervasi, hai portato lo sbirro co' te perché pensavi de incastramme? M'avete preso pe' scemo? Mo vojo vedè se qua dentro ve passa la voja de pija pe' er culo le persone sbagliate!» - e detto questo con sguardo cattivo, indietreggia prima di chiudere la porta con violenza.
«No!» gridano all'unisono Niccolò e Baby, correndo verso la porta ormai chiusa. Non fanno in tempo ed iniziano a battere i pugni contro di essa mentre sentono la risata cattiva di Chicco che, dall'altra parte, gira la chiave nella toppa, bloccandoli dentro.
«Pezzo di merda apri! Apri!» sbraita Niccolò adirato. Non può credere che sia stato raggirato. Come aveva potuto fidarsi di quel ragazzo ed entrare nella stanza? Non era mai stato così. Non aveva mai abbassato la guardia. In realtà sapeva perché era successo: si era concentrato talmente tanto su Baby, cercando di tranquillizzarla, da aver perso la sua professionalità e adesso erano imprigionati.
«Questo bastardo!» sbotta Baby dando un ennesimo pugno alla porta. Niccolò cerca di calmare il respiro e la guarda. Non riesce a decifrare il suo sguardo, ma può percepire le mani di lei tremare leggermente. Sicuramente ha paura. Invece di consolarla, però, «Vedi perché non dovevi venire? Ecco che fine abbiamo fatto!» sbotta Niccolò, dopo aver visto che il cellulare non aveva tacche e quindi non poteva avvisare Adriano.
Baby allora si volta di getto verso di lui e incrocia le braccia. Scuote la testa, inacidita.
«Scusami? Siamo bloccati qua dentro e tu vuoi fare polemica?».
«Non voglio fare polemica,» sbotta Niccolò prendendo a camminare nervosamente per la stanza, poi si ferma e la fissa dritta negli occhi, «Dico solo che per dare retta a te e cercare di rassicurarti ho perso la concentrazione e ora siamo qua!».
Baby allora sgrana gli occhi.
«Cioè scusa? Stai dicendo che se siamo qui dentro è colpa mia?».
Niccolò alza gli occhi al cielo, sbuffando.
«Ma perché devi sempre storpiare quello che dico?».
«Non sto storpiando niente! Tu mi stai accusando!».
Niccolò passa una mano tra i capelli, tirandoli e «Va bene, sì, è colpa tua perché sei testarda e devi sempre fare di tesa tua e io, per cercare di farti stare calma e non far saltare la copertura, mi sono fatto raggirare da quel bastardo!».
«Guarda che io non ho affatto bisogno di essere "rassicurata"» sbotta Baby con le mani chiuse a pugno. Niccolò guarda il petto della ragazza che si alza e si abbassa velocemente e le guance rosse per la rabbia. La trova improvvisamente bellissima e per tre secondi si immobilizza a guardarla, prima di ricordarsi che si trovano nel bel mezzo di un litigio. Così sia schiarisce la gola e «Se io non fossi stato qua avresti fatto saltare la copertura» sbotta Niccolò.
«Una copertura di merda!» ribatte acidamente Baby.
Niccolò inarca un sopracciglio e vorrebbe scoppiare sorriderle in faccia. Infatti, «Guarda che è stata una tua idea».
«Infatti l'idea era buona, sei tu che sei incapace a fare il finto fidanzato!» lo attacca Baby guardandolo dritto negli occhi e avvicinandosi di un passo. Niccolò, che aveva ripreso a camminare e a cercare di escogitare qualcosa per uscire da lì, si blocca immediatamente al sentire quelle parole. Lancia a Baby un'occhiata fulminante.
«Ma ti ascolti quando parli? Colpa mia? Che cosa avrei dovuto fare? Ti ho tenuto la mano!».
«Be' certo in un locale di spogliarellisti tenermi la mano ci fa proprio mimetizzare benissimo!» ribatte piccata Baby, facendo innervosire Niccolò che strizza gli occhi per controllare la rabbia.
«E che cosa avrei dovuto fare?!» grida arrabbiato, guardando Baby con rabbia, «Forza, illuminami tu ce sei un genio!».
Baby assottiglia gli occhi e poi sbatte le braccia contro i fianchi.
«Non lo so! Ma non sei stato credibile! Ecco perché siamo qui!».
Niccolò avanza di qualche passo verso di lei.
«No no no! Non è di certo colpa mia se siamo chiusi qua dentro!».
«E invece sì!» ribatte Baby con il volto rosso e il collo tirato, «Potevi fare di meglio!» ripete lei per l'ennesima volta, lanciando un'ennesima occhiataccia a Niccolò che non ci vede più dalla rabbia e da questo attacco, a suo parere ingiustificato, da parte di Baby. Infatti in pochi passi raggiunge Baby e la afferra per i fianchi, portandosela addosso e facendo scontrare i loro petti, le proprie labbra a pochi centimetri di distanza da quelle della ragazza.
Baby è strabiliata e si irrigidisce quando vede gli occhi di Niccolò a pochi centimetri dai suoi. Lo ha vicinissimo. Le basterebbe solo allungare di poco il
collo e le loro labbra si incorrerebbero.
Niccolò la guarda dritta negli occhi con i suoi duri e intesi e Baby sente un brivido lungo la schiena nel percepire quello sguardo unito alle mani di Niccolò che le stringono i fianchi.
«Così eh? Così va bene?» le domanda a pochi centimetri dalle labbra di lei, percependo il battito veloce del cuore di Baby e sorridendo tra sé e sé per averla lasciata senza parole. Non può però anche lui evitare di abbassare lo sguardo e guardare le labbra di Baby. Quest'ultima ha il respiro affannato e cerca di sembrare indifferente, ma le labbra carnose di Niccolò la tentano.
Com'è possibile?
D'un tratto sentono un botto che li fa sobbalzare. Allora Baby poggia le proprie mani su quelle di Niccolò e le allontana dai suoi fianchi, tossendo con le guance rosse, questa volta non per la rabbia però.
«No. Non intendevo questo» commenta poi tra sé e sé, a bassa voce sotto lo sguardo attento - e anche compiaciuto - di Niccolò che però è al contempo turbato. Non gli è mai capitato di comportarsi così e la cosa che lo ha fatto preoccupare è che avrebbe voluto baciare Baby per farla smettere di parlare. Questo lo confonde. Quella ragazza lo confonde.
Così scuote la testa e «Incredibile, siamo in grado di litigare anche quando siamo nei guai» commenta Niccoloa bassa voce sotto lo sguardo di una Baby ancora scossa. Quest'ultima però a quelle parole si riscuote e gli occhi le si illuminano. Avanza di un passo verso Niccolò e «Litigare,» ripete a bassa voce attirando l'attenzione di Niccolò che alza lo sguardo su di lei e «Cosa?» domanda non capendo.
Baby lo guarda più sicura e sorride compiaciuta.
«Dobbiamo litigare, per attirare la loro attenzione e quando aprono la porta scappiamo via senza dargli il tempo di reagire!» esclama Baby guardando speranzosa Niccolò che però ha uno sguardo stranito.
Infatti guarda Baby che allora sospira davanti allo sguardo dell'uomo facendo sparire il sorriso e «Se stai per dirmi se ho preso l'idea da qualche film poliziesco ti risparmio la domanda e la risposta è sì, però credo che possa funzionare» lo precede lei, guardandolo scocciata. Con sua appresa invece Niccolò annuisce e le si avvicina di un passo, guardandola dritta negli occhi.
«Invece stavo per dirti che mi sembra un gran piano e che potrebbe anche funzionare».
A quelle parole Baby lo guarda stralunata per poi sorridere e passare una mano tra i capelli.
«I miei piani sono sempre geniali. Ancora sicuro che non vuoi avermi come compagna di lavoro?» lo punzecchia lei e Niccolò alza gli occhi al cielo.
Non riesce a capire come sia possibile che quella ragazza lo faccia passare dalla rabbia al sorriso in pochissimi minuti.
Entrambi si guardano con un piccolo sorriso, pensando la stessa cosa: cosa si stanno facendo a vicenda?
Poi Niccolò si schiarisce la gola e ritorna l'Ispettore di sempre mettendo su uno sguardo serio e «Appena apriranno quella porta corri via, sguscia tra di loro e raggiungi l'uscita sul retro. Non ti fermare ad aspettarmi, okay?» le ordina Niccolò e Baby annuisce, mordendosi un labbro un po' preoccupata tanto che «Ma tu sarai dietro di me, no?» domanda guardandolo negli occhi.
Niccolò può percepire la preoccupazione di Baby tanto che «Ti stai per caso preoccupando per me?» la punzecchia lui, facendole la stessa domanda che lei gli aveva fatto la volta scorsa. Baby se ne ricorda e lo guarda con un sopracciglio inarcato e poi sorride, facendogli la linguaccia e «No, era solo per sapere,» taglia corto e senza dargli il tempo di rispondere, «Comunque, ora iniziamo» cambia subito discorso lei, raccogliendo i capelli in una coda alta per stare più comoda mentre Niccolò sorride nel vedere come abbia fatto cadere il discorso. Poi tossicchia e indossa nuovamente i panni di Ispettore. La guarda con serietà e «E va bene. Litighiamo».
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Grazie a tutti/e voi che leggete per il sostegno e spero che la storia vi stia piacendo!💗

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