CAPITOLO 5

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«Chi è povero, essendo amato?»
-Oscar Wilde.


Niccolò si passa una mano sulla faccia stanca mentre guarda la ragazza passare in rassegna i panini esposti nella vetrina del bar. Poi guarda l'orologio e, scocciato, si volta verso Baby.
«Vorrei mangiare in questa pausa pranzo, non in quella dell'anno prossimo» sbotta infastidito, sempre cercando di mantenere un tono pacato sotto gli occhi del ragazzo dietro al bancone che sta aspettando da dieci minuti buoni che Baby faccia la sua scelta. La ragazza finge di non sentire Niccolò e fa spallucce, adocchiando un panino al prosciutto cotto.
«Sto finendo di scegliere, un attimo».
«Hai detto lo stesso dieci minuti fa. Fra poco finisce la mia pausa, quindi sbrigati» ordina con tono severo e Baby si volta di scatto verso di lui. Nota infastidita lo sguardo autoritario dell'uomo e non può fare a meno di trovarlo leggermente affascinante. Però poi si ricorda chi ha davanti e distoglie la mente da quei pensieri e lo guarda dritto negli occhi.
«Smettila di rivolgerti a me come se parlassi ad uno dei tuoi agenti. Ti ho detto un attimo che sto scegliendo» ribadisce Baby a braccia conserte.
Niccolò inspira e chiude gli occhi, cercando di mantenere la calma.
«Mi stai facendo riconsiderare il mio principio sul non prendere a schiaffi le donne» borbotta poi Niccolò al limite della pazienza mentre il ragazzo dietro al bancone passa a Niccolò un piatto col suo tramezzino scaldato. Niccolò lo ringrazia e lo afferra per poi voltarsi verso Baby e ritrovarsi lo sguardo infastidito della ragazza puntato addosso.
«Perché mi guardi così?» domanda scorbutico.
Baby inarca un sopracciglio e punta contro di lui un dito minaccioso.
«Perché so il motivo per cui sei così scorbutico. Sai, io ti ho capito fin da subito. So cosa sei».
«Anche io so cosa sono,» ribatte Niccolò avvicinandosi a lei di un passo e guardandola dritta negli occhi con fare alterato, «Sono un ragazzo che ha una fame da lupi e che sta per prendere a parolacce una ragazza fastidiosa che non riesce a decidere l quale cazzo di panino scegliere!» sbotta furioso, lasciando Baby di stucco, a bocca aperta e attirando l'attenzione dei clienti del bar. Infatti quando se ne accorge di guarda intorno leggermente imbarazzato e si schiarisce la gola. Quest'ultima è rimasta basita e non riesce a trattenere un sorriso che copre con la mano perché non vuole farlo arrabbiare ancora di più. Niccolò la fissa in cagnesco mentre scuote la testa. Poi a bassa voce «Sei l'unica che mi fa perdere la pazienza, sei insopportabile» commenta l'Ispettore per poi avviarsi al tavolo che aveva preso subito dopo essere entrato nel bar, aspettando là Baby.
Baby lo segue con lo sguardo e si sente anche un po' in colpa ad averlo fatto arrabbiare, ma poi il senso di colpa sparisce quando riflette sul fatto che Niccolò le abbia detto, per l'ennesima volta, che è insopportabile e smette di guardarlo, ordinando quel panino al prosciutto che aveva adocchiato.



«Vai, parla».
«Aspetta, sto finendo di masticare».
«Allora finisci di masticare e poi parla».
«Sai che non ti sopporto?».
«Tranquilla, la cosa è reciproca e visto che non mi sopporti sbrigati a parlare così ce ne andiamo prima e possiamo non rivederci più».
«Guarda che le indagini sono nella mia scuola, impossibile che non ci vedremo ancora».
«Stavo cercando di scordarlo, grazie per avermelo ricordato» ribatte Niccolò seccato dopo quel veloce scambio di battute. Baby sorride divertita perché le sono sempre piaciute le persone con la risposta pronta, un po' come lei. E nonostante quel ragazzo la facesse arrabbiare e la infastidisse il suo tono sempre autoritario, è divertita da quel discorso tutt'altro che amichevole.
Baby finisce di masticare l'ultimo pezzo del panino mentre Niccolò guarda fuori dalle vetrate del bar. Baby lo guarda di sottecchi e gli occhi si fermano di nuovo su quella cicatrice. È davvero curiosa di sapere come se la sia fatta ed è anche tentata di chiederglielo, ma quando vede Niccolò sbuffare dopo aver guardato l'orologio, capisce che hanno poco tempo e che non è il caso di farlo arrabbiare ulteriormente.
Così intreccia le mani sul tavolo e si sporge in avanti, iniziando a parlare ed attirando la completa attenzione di Niccolò.
«Oggi hai interrogato Bella e, mentre eravamo-».
Ma, «Bella?» la interrompe Niccolò confuso. Baby corruccia le sopracciglia e «E sì, Bella, la mia migliore amica».
«Ah beh certo, sapere che è la tua migliore amica è di grande aiuto» risponde sarcasticamente Niccolò allargando le braccia. Baby alza gli occhi al cielo; il sarcasmo la infastidisce, sopratutto se accompagnato dallo sguardo severo dell'uomo.
«L'hai interrogata sta mattina, come fai ad essertela scordata?».
«Sai com'è, non ho solo la tua migliore amica tra gli indagati. Ho un'intera scuola» le fa notare severamente lui. Baby incrocia le braccia e lo guarda infastidita.
«Ce la fai a non esser scontroso ogni tanto? Sembra che tu ce l'abbia con me, mi rispondi sempre male».
Niccolò spalanca gli occhi, «Sei tu che mi porti all'esasperazione. Non mi comporto così con nessuno!» sbotta Niccolò con serietà e Baby gli fa il verso senza farsi vedere, per poi sbuffare e«Lombardi, il cognome te lo ricordi?».
Niccolò fa mente locale ed annuisce, facendole segno di continuare, così Baby «Beh ecco, diciamo che potrebbe non averti detto tutto...».
«Potrebbe, che vuole dire?».
Baby fa spallucce e guarda il tavolino per non dover guardare gli occhi scuri e freddi di Niccolò che sa sono poco contenti della notizia.
«Vuol dire quello che vuol dire» asserisce seria.
«Questa non è una risposta» l'attacca Niccolò.
«E la tua non è una domanda» ribatte subito Baby.
Niccolò sbatte una mano sul tavolo, facendo sobbalzare Baby e attirando gli sguardi di una coppia di amiche al tavolo accanto. Poi si passa una mano sugli occhi stanchi.
«Mi manderai al manicomio» commenta riferendosi a Baby. Non capisce come quella ragazza possa essere così complicata. Sembra remargli contro e Niccolò non riesce a gestirla. Questo lo manda fuori di testa perché con le donne se l'è sempre cavata bene, ma questa ragazza non riesce ad inquadrarla. Lo fa sbottare come mai ha fatto in vita sua e lo fa impazzire con le sue risposte sempre pronte e spesso ironiche. Sente la pazienza venire meno e cerca fortemente di controllarla.
«Allora, siamo qui perché hai delle informazioni quindi o me le dici subito o ti lascio qua e ti denuncio per sottrazione di tempo ad un agente in servizio!» chiarisce le cose Niccolò con la mano chiusa a pugno e gli occhi di fuoco. Baby alza gli occhi su di lui e li assottiglia.
«Punto primo ti calmi, punto secondo non esiste una denuncia del genere. Sono la figlia di un Commissario, con me non attacca. Smettila di inventarti codici penali e denunce che non esistono» gli fa presente Baby con sguardo fiero, tenendogli testa. Niccolò legge la sicurezza negli occhi della ragazza e una parte del suo cervello la trova davvero bella con quello sguardo fiero e sicuro, ma l'altra parte sente di starla detestando profondamente.
Sempre Baby riprende subito parola, sistemandosi meglio sulla sedia.
«Comunque, quello che non ti ha detto Bella è che ieri, dopo esserci lasciate ed essere tornata a casa, verso le sei è uscita di nuovo per vedersi con il ragazzo con cui si sta sentendo» confessa Baby un po' agitata per la bugia dell'amica, ma mantenendo lo sguardo fermo negli occhi dell'Ispettore.
Niccolò corruccia le sopracciglia e si allunga sul tavolo, avvicinandosi a Baby.
«E questo dovrebbe essere d'aiuto alle indagini? Io vedo solo la storia una ragazza che ha omesso una parte di testimonianza ed è già abbastanza grave».
Baby si morde il labbro a sentire quelle parole e «Beh, diciamo che te l'ho detto perché si sono incontrati a scuola, dato che entrambi avevano casa occupata e la scuola è a metà tragitto tra casa di Bella e casa del ragazzo».
Niccolò assottiglia gli occhi e sistema il colletto della camicia della divisa.
«Quindi la tua amica ieri sera era a scuola e se presumiamo che il furto sia avvenuto tra le sei e le tre di notte è possibile che fosse lì quando il ladro è entrato,» riflette Niccolò, poi guarda Baby e «Oppure che lei stessa e il ragazzo abbiano-», ma «No!» lo interrompe bruscamente Baby, scuotendo la testa e guardando Niccolò con occhi increduli e diffidenti, «So cosa vuoi dire e no, Bella è innocente!».
«Questo sarò io a deciderlo».
Baby avvicina il volto a quello di Niccolò e «Bella è innocente. Okay, a volte fa qualche cazzata, ma è un pezzo di pane e non lo farebbe mai!» ribadisce Baby in tono supplicante, non apprezzando affatto l'idea negativa che già vedeva riflessa nell'espressione pensierosa di Niccolò.
«Intanto,» asserisce Niccolò guardandola negli occhi incerti, «Ha fornito falsa testimonianza ed omissione, due motivi per cui potrebbe essere denunciata».
Baby si morde il labbro e stringe le mani, scuotendo la testa.
«Lo so, ha fatto una cazzata,» ammette, «Ma solo perché aveva paura».
«Paura di cosa?».
«Beh, della polizia, non le capita tutti i giorni di essere interrogata da un'Ispettore così-» - ma si interrompe subito.
Niccolò la guarda di scatto e inarca un sopracciglio.
«Prego continua. Così?».
Baby si morde il labbro e arrossisce un po'.
«Così- così autoritario».
«Non volevi dire autoritario, lo so. Volevi dire antipatico, severo, rompi palle, ma apprezzo il tuo misero tentativo. Comunque, anche fosse, questo non la giustifica».
«Ma nemmeno è da condannare! Non è facile essere interrogati da te! Sei sempre così... serio!».
Niccolò inarca un sopracciglio e sorride leggermente davanti alla faccia stralunata e le guance leggermente rosse di Baby.
«E che cosa dovrei fare? Ballare la salsa mentre interrogo i sospettati, per metterli a loro agio?».
Baby non riesce a trattenere una risata per la battuta che sembra aver sciolto un po' la tensione tra loro e lo guarda divertita.
«Ma allora sai essere divertente anche tu!» lo sbeffeggia e Niccolò alza gli occhi al cielo, poi «Comunque non intendevo quello, ma un sorriso rassicurante potresti anche farlo» gli consiglia lei e Niccolò lo liquida con un gesto veloce della mano.
«Fatto sta che la tua amica ha fornito falsa testimonianza e si è cacciata in grossi guai. Devo interrogarla nuovamente domani e dille che se mentirà ancora potrebbe tirarsi in grossi guai la prossima volta».
Baby spalanca gli occhi a quelle parole e un sorriso prende possesso del suo voto.
«La prossima volta? Vuoi dire che per questa volta chiuderai un occhio sul fatto che abbia mentito?» domanda Baby al settimo cielo, battendo le mani tra loro. Niccolò la guarda e solo ora nota la profonda fossetta che la ragazza ha alla guancia sinistra. Fin da piccolo ha un debole per le fossette e per un attimo immagina di infilare il dito dentro a quella fossetta e accarezzarla, perché le dà un'aria da bambina. Solo per un attimo però, perché poi fa spallucce e «Non ho detto proprio questo».
«Però è quello che hai fatto intendere!» riparte alla carica Baby.
Niccolò sbuffa divertito e «Sì, lascerò perdere per questa volta solo perché non ho voglia di averti intorno ogni giorno a rompermi le scatole perché ho denunciato la tua migliore amica» spiega Niccolò con tono indifferente che però non scalfisce il sorriso di Baby che inarca un sopracciglio e «Tanto lo so che sarei una compagna di indagini fantastica!» si vanta lei, scoppiando a ridere davanti allo sguardo che Niccolò le lancia, un misto tra divertito e sconcertato.
«Potrai anche essere un'ottima agente, ma io non lavoro mai in coppia» - e a quelle parole Baby vede lo sguardo di Niccolò incupirsi, ma solo per un attimo, come se il ragazzo volesse nascondere qualcosa e non volesse far trapelare nulla. Infatti Baby non ha neanche il tempo di domandare nulla, che Niccolò la guarda con lo stesso sguardo freddo di sempre e «Come si chiama il ragazzo che si sta frequentando con la signorina Lombardi?».
Baby lo guarda e inspira, poi «Stefano Matteucci» risponde Baby per poi vedere gli occhi di Niccolò spalancarsi e cercare qualcosa nella tasca della divisa.
«Che c'è? Perché hai fatto quella faccia?» gli domanda curiosa e leggermente agitata mentre vede Niccolò tirare fuori un'agendina. La apre e alla terza pagina vede quel nome scritto in stampatello: Stefano Matteucci. Lo stesso nome che Baby gli aveva appena detto.
Infatti la guarda e la vede preoccupata mentre «Stefano Matteucci è il nome del ragazzo che doveva occuparsi delle telecamere e che non è stato visto a scuola il giorno in cui doveva occuparsene».
Baby corruccia le sopracciglia, «Io sapevo che Bella lo avesse conosciuto a patente, non sapevo che frequentasse la nostra scuola».
Niccolò scuote la testa a inserisce l'agendina nella tasca.
«La tua amica deve dirci un sacco di cose, sopratutto il rapporto con questo ragazzo. Devi interrogare anche lui».
«Posso procurarti l'indirizzo» si offre Baby e Niccolò la guarda stupito, apprezzando però il gesto tanto che «Va bene, grazie» annuisce e Baby riesce e smorzare un sorriso mente si alza dalla sedia come sta facendo anche Niccolò.
«Te l'ho detto che sarei una brava compagna, peccato che tu lavori da solo» lo sbeffeggia ribadendo il concetto e Niccolò non risponde, ma scuote la testa. Poi guarda l'ora e osserva Baby allacciare il giubbotto.
«Ho pure usato tutta la mia pausa per parlare con te senza staccare un attimo dal lavoro» le fa notare Niccolò mentre escono dal bar, salutando cortesemente.
Si fermano faccia a faccia nel mezzo del marciapiede e Baby inspira l'aria fresca, poi sorride e «Mi farò perdonare. Domani userò la mia ricreazione per aiutarti, così saremo pari» propone lei con un sorriso sicuro. Niccolò la guarda scettico, con un leggerissimo sorrisetto e «E chi ti ha detto che ho bisogno del tuo aiuto?».
Baby lo guarda e sorride, poi gli dà una pacca sulla spalla e «Nessuno, infatti sono io che faccio un favore a te, aiutandoti».
«Oh, allora sono un Ispettore proprio fortunato» rispondendo sarcasticamente Niccolò e Baby inarca un sopracciglio.
«Sei ironico, vero?» domanda lei.
«Sono palesemente ironico ed ora vai dritta a casa, altrimenti tuo padre si chiederà che fine hai fatto» ordina Niccolò con lo stesso tono che usa con i suoi agenti. Purtroppo non dipende da lui, ormai è abituato a dare ordini.
Baby allora si morde un labbro e sorride:
«Agli ordini Ispettore!» scherza lei facendo il gesto del saluto militare e Niccolò non riesce a non farsi una risata. È incredibile come, parlando con quella ragazza, sia capace di passare dall'irritazione al divertimento in pochissimo tempo.
«Allora ciao, a domani» lo saluta Baby indietreggiando con un gran sorriso mentre Niccolò ne accenna uno e «Ti conviene prendere l'autobus, quella strada non è tanto sicura a quest'ora» le consiglia Niccolò mentre Baby stava già per incamminarsi verso di essa. Infatti si ferma e lo guarda.
«Non ci credo».
«Cosa?» domanda confuso Niccolò, tirando fuori dalla tasca della giacca il telefono.
«Ti stai preoccupando per me» gli fa notare Baby.
Niccolò spalanca gli occhi e fa spallucce, cercando di risultare indifferente e «Assolutamente no. Solo che conosco quella strada e ho pensato di darti un consiglio».
«Quindi ti sei preoccupato per me» ribadisce esilarata Baby.
«No,» ribatte Niccolò, «Solo che non voglio che se fai quella strada poi ti rapiscano e tuo padre poi abbia una spiacevole notizia e ci mandi a cercarti».
Baby inarca un sopracciglio e poi scuote la testa.
«Okay, devi lavorare un po' sul modo di parlare, ma grazie comunque per esserti preoccupato per me!» esclama Baby mentre si allontana con un sorriso soddisfatto. Alle sue spalle sente «Non mi sono preoccupato per te!» gridare a gran voce dall'Ispettore e lei non può fare a meno di sorridere ancora di più, lasciando Niccolò in mezzo al marciapiede e ripetere tra sé e sé che quel consiglio non glielo aveva dato perché si era preoccupato.
Forse.
———
Questi due... cane e gatto!😂😂💖

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