CAPITOLO 22

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Baby sapeva che non sarebbe stato facile, ma pensava che almeno sarebbe stato come nei film: ragazza carina che seduce i due poliziotti all'ingresso, distraendoli e riuscendo a far entrare gli altri compagni per far saltare la corrente. Purtroppo però non è così. I due poliziotti all'entrata, muniti di armi fino ai denti, non si lasciano ingannare da due belle gambe esili e abbronzate e nemmeno da un sorrisetto affascinante. Baby tenta anche di chiedergli informazioni su come funzionassero le loro armi per distrarli e permettere così a Niccolò e Adriano di entrare, ma quando uno dei due la squadra da capo a piedi con i suoi occhi duri, Baby teme che voglia testare una delle armi su di lei e così decide di allontanarsi, sbuffando. Quegli agenti dell'FBI sono davvero tosti e per un momento Baby teme che non parlino la sua lingua. Anche se così fosse, nulla sembra smuoverli. Mentre ritorna verso la macchina, tenta di pensare ad un altro modo per distrarli e batte i piedi a terra per la frustrazione. Ma perché nei film sembra tutti cento volte più semplice? In quel momento sente un rumore provenire dalla cintura della gonna e, scostando la giacca, afferra il walkie talkie e se lo avvicina all'orecchio. Il volume non è molto alto, ma può sentire chiaramente la voce di Niccolò che «Perché quelle guardie sono ancora all'ingresso della base? Dovevi distrarle!».
Baby sbuffa e alza gli occhi al cielo. Le piace far parte di una missione, la elettrizza, ma la frustrazione nel vedere che non tutto va come nei film e sopratutto non va secondo i piani, la innervosisce.
Infatti, «Non parlarmi con quel tono!» ribatte infastidita, scostando una ciocca di capelli dal volto.
Può sentire uno sbuffo provenire dal walkie talkie seguito da un «Che tono? Non sto usando nessun tono!» ribatte Niccolò sussurrando per poi mormorare qualcosa ad Adriano che arriva incomprensibile alle orecchie di Baby.
Quest'ultima alza gli occhi al cielo.
«Sí invece, stai usando quel tono da 'so tutto io'!».
«Non è vero!».
«Sì invece che è vero!».
«No!».
«Sì!».
«Ho detto di no!».
«Insomma cazzo! Ma la volete smettere?!» - e a pronunciare queste parole è la voce di Adriano. Sembra molto arrabbiato, «Cazzo! State litigando come bambini e se non la smettete rischiate di farci ammazzare tutti! Ora- cazzo, stanno arrivando due agenti! Baby, io e Niccolò cerchiamo un nascondiglio, tu trova un modo, un qualsiasi modo per distrarli! Non abbiamo tutto il giorno! Passo e chiudo».
Adriano interrompe la comunicazione e Baby ha potuto percepire il tono adirato, preoccupato e attento per tutto il discorso. Il ragazzo ha ragione. Come sempre lei e Niccolò stavano discutendo come bambini. Le viene da sorridere mentre ripone il walkie talkie nella tasca della cintura. Pochi minuti prima aveva baciato Niccolò con amore, come se ci fosse altro oltre alla semplice attrazione sessuale e adesso eccoli che discutono nuovamente. Però Baby sapeva che in fondo il loro rapporto era questo: battibeccare la maggior parte del tempo! Però erano battibecchi leggeri e, a pensarci col senno di poi, anche divertenti!
Baby per un attimo ripensa a quel bacio... al bacio che aveva dato a Niccolò.
Lei stessa aveva letto nello sguardo di Niccolò qualcosa di più di semplice rapporto fisico. Niccolò era preoccupato per lei e c'era amore in quella preoccupazione. In realtà sperava di non aver interpretato male gli sguardi di Niccolò perché quel bacio leggero e veloce che gli aveva dato era stato dettato dall'ansia per quella missione e dalla consapevolezza che tra loro stesse nascendo davvero qualcosa... qualcosa che andava oltre la fisicità. Ora però Baby capisce che non è il momento di pensarci. Ne avrebbero parlato dopo... se fossero sopravvissuti!
Così scuote la testa e inspira per concentrarsi, ma proprio in quel momento le squilla il telefono. Spaventata che la suoneria possa attirare l'attenzione di qualcuno, raggiunge la macchina nascosta dietro gli alberi, da dove tiene d'occhio gli agenti all'ingresso che deve distrarre e, mentre tenta di terminare la suoneria, per errore risponde invece di attaccare. Non vede neanche chi è e spera con tutto il cuore che non sia suo padre mentre porta il telefono all'orecchio e incrocia le dita di una mano.
«Pronto?».
«Baby, pronto? Sono Bella».
Un enorme sospiro di sollievo esce dalle labbra di Baby e il battito cardiaco rallenta quando sente la voce della migliore amica. Può cavarsela, deve solo chiudere in fretta la chiamata. Può farcela.
«Ehi Bel! Come va?» domanda scostando con una mano i rami del cespuglio che le coprono la visuale.
«Io bene, tu? Dove sei? Non ti ho trovata a casa. Tuo padre mi ha detto che sei da Niccolò» risponde prontamente l'amica e Baby sgrana gli occhi. Ritira subito quello che ha pensato: non può farcela. Si era dimenticata quanto fosse scaltra la sua migliore amica. Così si morde il labbro e si schiarisce la gola.
«Sì, mi ha- mi ha mandato da Niccolò. Sono da lui ora».
«Ho bussato, ma non risponde nessuno».
Baby sgrana gli occhi. Cazzo.
«Ehm,» si gratta la testa e tossicchia, «Be' perché- perché stiamo facendo le nostre cose... sai... le- le nostre cose, sì» mente spudoratamente, adocchiando uno degli agenti dare il cambio ad un altro, un ragazzo mingherlino e abbronzato. Assottiglia lo sguardo e trattiene il respiro mentre sente Bella ridacchiare dall'altra parte.
«Ah, ho capito. Le vostre 'acrobazie sessuali'» commenta divertita l'amica e Baby sospira perché Bella sembra aver abboccato e poi alza gli occhi al cielo con un sorrisino, ora più tranquilla.
«Sì, ma non chiamarle così».
«Così come? 'Acrobazie sessuali'?».
«Sì».
«E perché? È forte!».
«No! Lo fai sembrare tutto più-».
«Eccitante?» propone Bella.
«Strano» ribatte Baby. Sente Bella ridere dall'altra parte.
«Bravissima, bella interpretazione Baby, ma ora dimmi dove sei veramente. E non dire al supermercato sotto casa mia perché mia madre c'è appena stata e non c'eri».
Il tono di Bella è serio e Baby sgrana gli occhi. Ma come fa? È la sua migliore amica, ma come fa a capire anche quando mente a distanza?
«Ma come-?».
«Hai sospirato un sacco di volte e hai ridacchiato in modo strano e sono sicura che tu ti sia passata le mani nei capelli e grattata la testa. Ti conosco a memoria Baby, quindi ora dimmi dove sei».
Baby rimane stupita, ma si riprende subito dopo. È vero, anche lei conosce a memoria Bella e saprebbe dire quando mente o no, ma non attraverso un telefonino! Così sbuffa e, come aveva predetto Bella, si porta una mano fra i capelli mentre «È tutto okay Bel».
Dall'altra sente un sospiro, «Sicura?».
Baby si morde il labbro perché le dispiace mentire a Bella, ma l'ha già messa in gravi guai tempo prima.
Annuisce, «Sì sì,» ribadisce.
«Non ti sarai mica cacciata in qualche gigantesco guaio come infiltrarti da qualche parte o in qualche altra missione suicida?» domanda Bella con tono ironico, ma al contempo serio.
Baby sgrana gli occhi e tossisce, schiarendosi la gola mentre si appoggia con il sedere sul cofano della macchina. Gli occhi strabuzzati e il tentativo di calmare il respiro.
«Cosa?!» esclama poi, cercando di controllare il tono della voce per sembrare credibile, «Io?» continua poi, «Ma scherzi?! Ma certo che no! Come puoi pensarlo?» mente all'amica chiudendo gli occhi per cercare di calmarsi.
«Con te tutto è possibile! Quindi, dove sei?» - ma proprio in quel momento il walkie talkie emette un beep e Baby, nel panico, invece che spengerlo alza il volume e dall'oggetto esce la voce di Niccolò che «Ma si può sapere dove sei? Prima ci trascini in questa missione suicida e poi non fai nulla? Abbiamo i minuti contati! Se non li distrai non possiamo far saltare la corrente e rubare l'autopsia e ci faranno fuori tutti quanti!» grida Niccolò prima che Baby spenga il walkie talkie, paralizzata. La mano che stringe il telefono è immobile e i suoi occhi sono fissi davanti a sé. Lentamente corruccia le sopracciglia e inspira, cercando di parlare mentre «Tu sei dove?!» grida Bella adirata e Baby strizza gli occhi e allontana il telefono dall'orecchio, «Baby ho sentito bene?! Missione suicida? Rubare? Baby dove cazzo sei?!».
Bella è fuori di sé e Baby lo può intuire dalle grida. Difficilmente aveva visto Bella perdere del tutto la pazienza. Sapeva perfettamente che l'amica era adirata perché aveva paura per lei e le dispiace farla preoccupare. Così inspira e confessa.
«Va bene. Sono davanti alla sede dell'FBI qui a Roma per rubare l'autopsia del cadavere di Stefano».
«Stai scherzando» - è la pronta reazione di Bella che ha un tono adirato misto al confuso.
Baby abbassa lo sguardo e «No, non sto scherzando» risponde mortificata, poi «Però fidati Bel che è per una buona causa!».
«Una buona causa? Baby ma ti senti quando parli? Tu ti vuoi far uccidere!».
«Non è vero!».
«Oh, invece sì che è vero! L'unica tua preoccupazione dovrebbe essere il compito di scienze della settimana a prossima su tre capitoli interi e invece stai giocando a fare la spia!».
«Non sto giocando a fare la spia!» si adira Baby. Perché la gente non lo capisce? Lei lo fa per aiutare suo padre a risolvere questo caso tortuoso, «E poi calmati! Mi stai agitando!» aggiunge Baby innervosita.
Dall'altra parte sente una porta sbattere.
«Tu? Tu sei quella agitata? Ma davvero? E io invece dovrei stare calma? Ma certo, ho appena chiamato la mia migliore amica per chiederle dove fosse e se voleva studiare con me e lei invece mi risponde che si trova davanti ad una base dell'FBI pronta ad infiltrarsi con il rischio di essere uccisa! Ma sì, perché agitarsi? Anzi, potevi portarti pure un mazzo di carte così magari facevi anche una partita con gli agenti che ti spediranno in prigione!» sbotta senza fiato Bella, la gola che le raschia per le grida. Baby da una parte si sente in colpa per la preoccupazione che le sta arrecando, ma dall'altra è ora più decisa che mai a dimostrare alla migliore amica che può farcela. Così sospira e mette su uno sguardo convinto.
«Ti sbagli».
Un sospiro dall'altra parte.
«Tu sei pazza. Ora chiamo Niccolò per farti venire a prendere».
A quelle parole Baby non può non trattenere una risata e con tono sommesso abbassa lo sguardo mentre «In realtà Niccolò è qui con me...» mormora e sente silenzio dall'altra parte. Poi un respiro profondo.
«Niccolò?» domanda Bella, «Niccolò l'Ispettore maturo che dovrebbe fermare le tue pazzie è lì con te ad assecondarti?».
«Sì» sussurra Baby.
«Oddio, sono tanto così dall'avere un infarto. Quando rivendo Niccolò lo faccio arrestare. Ora chiamo Adriano».
A quelle parole Baby scoppia a ridere per la tensione e per l'assurdità della situazione. Dall'altra parte un sospiro.
«Non me lo dire. Anche lui è con voi».
«Già».
«Oh Santa Pace! C'è qualcuno altro?!».
«No».
«No? Perché già che c'eravate non avete invitato anche tutta la famiglia reale inglese? Tanto la collana appartiene a loro!».
Baby ridacchia per il tono dell'amica, ma il senso di colpa è comunque presente. Sente di nuovo il walkie talkie fare rumore e capisce di star perdendo tempo. Così prende in mano le redini della situazione.
«Bel, devo andare. Ti devo lasciare, ma domani andiamo a scuola insieme e ti racconto tutto».
«Sempre che tu sia viva per raccontarlo!».
Baby alza gli occhi al cielo e può recepire la rabbia e la preoccupazione della migliore amica.
«Non venire qui però,» la prega, «non voglio coinvolgerti ulteriormente».
Bella sospira e a Baby sembra molto più calma. Poi, «Sono già coinvolta Baby. Non vengo solo perché so che Niccolò, per quanto in questo momento lo riempirei volentieri di legnate, può proteggerti. Non sottovalutare il bene che ti vuole quel ragazzo».
Baby sorride, «Ora passiamo ai discorsi sdolcinati in cui mi dici di andare là a prendermelo e non lasciarmelo scappare?».
«Be', di solito nei film questo è il momento dei discorsi sdolcinati».
Baby sospira rasserenata e si morde il labbro, sentendo il cuore batterle d'amore per la sua migliore amica.
«Grazie Bel» sussurra poi attraverso il telefono.
«Domani ti ammazzo!» ribatte però Bella e Baby sa che lo fa per esorcizzare la paura.
Baby infatti ridacchia e «Adoro i tuoi modi contorti per dirmi che mi vuoi bene! Ti voglio bene anche io!».
Baby sente Bella ridacchiare leggermente e può immaginarla alzare gli occhi al cielo, infatti «Non alzare gli occhi al cielo!» la rimprovera e sente Bella sussultare un «Ma come-?».
Baby sorride e inarca un sopracciglio mentre «Ehi! Anche io ti conosco come le mie tasche!».
Una leggera risata per scaricare la tensione avvolge entrambe per poi lasciare spazio ad un sospiro. Baby guarda i due agenti all'entrata. Deve escogitare qualcosa per distrarli e tenerli occupati.
«Baby, per favore stai attenta. Non farti male!» la prega Bella e Baby sorride. Poi di colpo spalanca gli occhi e il sorriso si allarga.
«Ma certo! Farmi male!» esclama, poi avvicina il telefono alla bocca e ci lascia sopra un bacio, per poi «Bel, sei un genio! Grazie! Se riusciremo a farcela sarà grazie a te!» - e mentre sente Bella cercare di capire, chiude la chiamata, inserisce il telefono nella tasca della giacca e apre la macchina. Certo, non è l'idea migliore del mondo, ma spera possa funzionare. Afferra il coltellino svizzero inutilizzato che Niccolò teneva nel cruscotto della macchina e poi si siede sul sedile del passeggero. Guarda il coltellino, guarda la propria immagine riflessa nello specchio e prende un grande respiro. Lancia poi un'ultima occhiata attraverso i cespugli ai due agenti all'entrata della base e «Per la missione!» mormora come incoraggiamento, per poi graffiare con il coltellino la coscia e procurarsi una ferita.
E finalmente riesce ad attirare l'attenzione dei due agenti.




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