CAPITOLO 7

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«È andata benissimo!» esclama Baby, chiudendosi il portone del palazzo alle spalle e affiancando Niccolò che si ferma subito e la guarda in cagnesco.
«È andata benissimo? Non sei stata zitta un attimo! Avrei voluto soffocarti con uno dei cuscini del divano!» sbraita Niccolò gesticolando. Di solito sa mantenere la pazienza, ma in quel momento era davvero arrivato al limite. Aveva interrogato Stefano Matteucci, ma Baby si era sempre intromessa, aveva fatto domande, ignorando le minacce che Niccolò le lanciava con lo sguardo.
Baby si ferma a sua volta, corrucciando le sopracciglia, infastidita da quel tono.
Incrocia le braccia e «Mamma mia quanto sei esagerato!» sbotta alzando gli occhi al cielo.
Niccolò sgrana i suoi.
«Esagerato?! Hai rubato un distintivo dall'ufficio di tuo padre, ti sei finta una poliziotta infrangendo tutte le leggi possibili ed immaginabili, ti sei intromessa in un interrogatorio credendoti una poliziotta ed io sarei quello esagerato?!» grida Niccolò portandosi le mani ta i capelli e voltandosi di spalle per cercare di calmare il respiro affannato e sistemandosi la giacca.
Baby si gratta la testa, ammettendo dentro di sé che in effetti la maggior parte delle cose che Niccolò aveva detto fosse vera. La cosa che però la intastidisce è il tono con cui lui le si rivolge, come se lei non contasse niente.
Infatti, «Intanto io non ho rubato proprio un bel niente, l'ho solo preso in prestito. E secondo abbassa i toni quando parli con me!» sbotta.
Niccolò si gira con un sopracciglio inarcato.
«Io non abbasso proprio niente. Ti giuro mi fai venire voglia di arrestarti senza un cazzo di motivo!».
Entrambi si guardano arrabbiati. Si fissano con le mani chiuse a pugno, ma ad entrambi scorre un leggero brivido sulla schiena nell'esatto momento in cui i loro occhi si incontrano. A Baby tornano in mente le parole di Bella, quando le aveva detto che tra lei e l'Ispettore ci fosse attrazione sessuale tutta repressa in quel fastidio che provavano l'uno per l'altra.
Niccolò a sua volta la guarda e sì, la trova fastidiosa con quella sua testardaggine, ma il suo cervello non può non pensare che sia davvero bella.
C'è silenzio tra loro fin quando il cellulare di Niccolò squilla e quest'ultimo lo tira fuori dalla tasca, mantenendo lo sguardo fisso su Baby prima di allontanantesi di qualche metro e «Pronto?»rispondere con una mano nella tasca dei pantaloni.
Baby sbuffa e gli fa una linguaccia quando lui è di spalle per poi tirare fuori anche lei il telefono che aveva tenuto in silenzioso.
Lo sblocca e vede dall'anteprima un messaggio di Bella.
Entra su whatsapp e 'È successa una cosa assurda! Vieni a scuola quando puoi, entri alla seconda ora!' legge scritto nella chat. Che cosa può essere successo? Odia che Bella la tenga sempre col fiato sospeso quando le deve dire qualcosa. Così legge velocemente i messaggi sul gruppo di classe e reinserisce il telefono in tasca.
Proprio in quel momento Niccolò le si avvicina nuovamente e la guarda, parlando subito.
«Mi ha appena chiamato Adriano per dirmi che la collana è stata rimessa al suo posto» spiega Niccolò visibilmente scosso. Baby spalanca gli occhi a quella notizia. Niccolò è altrettanto incredulo tanto che ha dimenticato l'arrabbiatura di pochi minuti prima, rivelando a Baby ciò che Adriano gli aveva detto.
«Davvero? È stata riconsegnata?».
Niccolò annuisce secco e tira fuori le chiavi della macchina.
«Allora è questo forse che mi deve dire Bella» pensa Baby, ma lo fa ad alta voce.
Niccolò ascolta e inarca un sopracciglio.
«Cosa? Bella come farebbe a sapere della collana?» domanda serio.
Baby si morde il labbro e chiude gli occhi mentre «Cazzo!» borbotta tra sé e sé mentre alza lo sguardo su di lui e stritola le dita delle mani.
«Beh, diciamo che potrei averle chiesto di informarsi...» risponde preparandosi alla sfuriata di Niccolò.
Quest'ultimo inspira, stringendo le mani in due pugni e facendo respiri profondi. Strizza gli occhi mentre «Cerca di mantenere la calma Niccolò, la calma» si ripete a sé stesso come un mantra. Poi, alzando di scatto i suoi occhi sulla ragazza, «Farò finta di non aver sentito perché se reagissi potrei fare qualcosa di cui potrei pentirmi seriamente. Ora sali in macchina, ti accompagno a scuola e non voglio più vederti. Anzi, voglio vederti solo se sarò io ad aver bisogno di interrogarti» ordina Niccolò senza lasciare a Baby il tempo di parlare dato che si volta subito e si avvia a passo spedito alla volante. Apre lo sportello voltandosi verso Baby che sbuffa di per il tono fastidioso e lo raggiunge. Una volta arrivata davanti alla macchina, Baby apre la bocca per parlare, ma Niccolò la guarda e «Ah, tutto questo in silenzio, altrimenti ti imbavaglio e ti metto nel bagagliaio» - e detto questo entra in macchina sbattendo lo sportello sotto le smorfie di Baby che però sorride quando Niccolò le ricordo di mettere la cintura, preoccupandosi, dopotutto, per lei.




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