CAPITOLO 36

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Valerio era riuscito a risolvere il problema. Contattando le persone giuste e mettendo una buona parola, era riuscito ad evitare che Baby, Adriano e Niccolò finissero nei guai per essersi infiltrati nella sede dell'FBI. Ovviamente però nulla era stato concesso senza compromesso e così era stato obbligato ad abbandonare il caso e avrebbe dovuto fare ritorno nella sede americana dell'FBI all'inizio di luglio. Baby aveva deciso di non dire nulla a Niccolò dato che tutto si era risolto ed Adriano e Valerio si erano trovati d'accordo - Niccolò era appena uscito dalla convalescenza e non aveva bisogno di ulteriori preoccupazioni oltre a quelle che aveva già. Inoltre Baby si era scusata con Valerio per averlo fatto radiare dalle indagini, ma quest'ultimo non se l'era presa troppo anche perché alla fine dell'anno avrebbe ricevuto una promozione di lavoro e per questo gli era stato affidato immediatamente un altro caso sempre a Roma e sul quale Valerio aveva iniziato a concentrarsi nell'immediato.
Quella mattina stessa, dopo altri due giorni in ospedale, Niccolò era finalmente stato dimesso. Baby era dovuta ritornare a scuola una volta che Niccolò si era svegliato e aveva dovuto recuperare davvero tanto del programma perso, dato che quell'anno avrebbe avuto la maturità. Quindi quei giorni li aveva passati a studiare, nonostante avrebbe voluto rimanere in ospedale accanto a Niccolò che però le aveva imposto di rimettersi in pari con il programma, altrimenti avrebbe seriamente rischiato di perdere l'anno e davanti a quella verità Baby aveva dovuto impegnarsi seriamente con lo studio. In fin dei conti era tranquilla perché in ospedale con Niccolò c'era Adriano la mattina e Donna a tenergli compagnia nel pomeriggio, quando passava a dargli la terapia e ovviamente i genitori finalmente ritrovati.
Baby non poteva crederci: le cose stavano tornando al loro posto, il puzzle si stava finalmente ricomponendo di tutti i pezzi. Mentre Niccolò era in ospedale a Baby era sembrato di aver toccato il fondo e che non potesse andare peggio di così. Ora, finalmente, sembrava che tutto si stesse aggiustando al meglio. Era stata una mossa azzardata quella di chiamare i genitori di Niccolò, ma Baby sapeva che se non lo avesse fatto, che se Niccolò non avesse chiarito del tutto con quella parte del passato, non sarebbe mai riuscito a vedere un futuro migliore. E così aveva seguito l'istinto ed aveva fatto centro! Finalmente lo aveva visto felice! E non vedeva l'ora di poterlo riavere tra le braccia e recuperare con lui tutto il tempo perso.
A scuola la professoressa di italiano era stata sostituita da un supplente che li avrebbe accompagnati fino alla maturità, un uomo sulla quarantina con la passione per l'italiano e l'empatia nei confronti dei suoi studenti. Bella non si era presentata nei giorni in cui Baby era andata a scuola e un po' le era dispiaciuto perché era pronta per parlarle questa volta.
Anche quella mattina, quando Niccolò viene dimesso, Baby è scuola e conta i minuti che la separano dalla campanella finale per raggiungere l'uomo che ama.
È stato Adriano ad aver accompagnato Niccolò a casa e Baby sta già immaginando di saltare fra le braccia di Niccolò - sempre con cautela perché la ferita ancora non si era del tutto cicatrizzata.
Quando suona la campanella Baby scatta in piedi e schizza via, ignorando i rimproveri della bidella che le intimano di non correre per i corridoi della scuola. Baby vuole sbrigarsi ed evitare la calca. Alla fermata dell'autobus tira fuori il cellulare e nota un messaggio vocale di Niccolò. Collega gli auricolari al telefono e lo ascolta.
«Ciao amore, tutto bene a scuola?» - Baby interrompe l'audio e si morde il labbro perché deve ancora abituarsi alla nuova dolcezza di Niccolò e sopratutto al sentirsi chiamare 'amore' da lui. Così riattiva l'audio e continua ad ascoltare, «So che stai venendo a casa, ma dovrei chiederti un favore: prima di venire qui, passeresti in centrale a prendere la cartella blu nel primo cassetto del mio ufficio? Voglio portarmi avanti con delle scartoffie da firmare. Mi faresti un grande favore. Grazie amore. A dopo! Ti amo!».
Baby ha un sorriso che va da orecchio ad orecchio. Quel 'ti amo' trasudava amore e sincerità da tutte le parti e Baby stritola il telefono tra le mani per quanto è felice. Poi però riflette sulla richiesta di Niccolò: andare in centrale significherebbe rischiare di incontrare il Commissario. È pronta ad affrontarlo? Non lo sa. Non sa se si sia mai davvero pronti di fronte a queste situazioni, ma ha detto di voler sistemare le cose e da qualche parte dovrà pur comunicare, no?
In quel momento passa l'autobus e Baby sale, sapendo di doversi fermare prima di casa di Niccolò, dritta verso il commissariato.
Nel frattempo risponde a Niccolò.
«Va bene amore, io passo in commissariato, ma tu vedi di farmi trovare una bella carbonara che ho una fame da lupi! Baci!».
E mentre risponde a Niccolò sorride.
Sta andando tutto bene ed è felice.




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