CAPITOLO 33

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Valerio non aveva preso molto bene la notizia dell'infiltrazione. Baby aveva cercato di spiegarglielo nel modo più tranquillo possibile, ma si era dovuta sorbire i rimproveri furiosi dell'uomo che non poteva crede che suo fratello avesse acconsentito ad un'azione smisurata come quella! Ci erano voluti venti minuti buoni perché Valerio sbollisse se non del tutto, almeno in parte, la rabbia. Poi si era seduto accanto a Baby ed era passato ad uno stato di senso di colpa che era svanito subito, subentrata nuovamente l'incredulità. Alla fine però aveva promesso a Baby che avrebbe cercato di fare di tutto per tirarli fuori dai guai, anche se avrebbe voluto davvero picchiarli per la scemenza che avevano fatto. Adriano nel frattempo era tornato a casa di Niccolò - dove attualmente ancora abitava - per accertarsi che gli agenti dell'FBI non trovassero quelle foto.
Ed ora, dopo aver parlato con Valerio che era schizzato via per cercare di risolvere quel problema e Adriano che l'aveva lasciata un'ora prima, Baby era seduta nella sala d'attesa, assieme solo ad un signore anziano ed una ragazzina più piccola di lei. Tra le mani quel taccuino. Fissa per dieci minuti quel nome inciso sopra; lo accarezza con le dita dalle unghie mangiucchiate per la tensione; lo avvicina al naso per odorarlo: porta il profumo di Niccolò e Baby sente gli oggi farsi già lucidi per l'emozione. Lancia un'occhiata a quella porta dietro la quale l'uomo che ama è attaccato ad una macchina che gli permette rimanere in vita e per un attimo spera che quelle porte si spalanchino e Niccolò esca gridandole che è solo uno scherzo, che lui sta benissimo e che possono tornare a casa insieme. Peccato però che quella fantasia non diventi realtà e dalla pronta esce solo un'infermiera che non la degna nemmeno di uno sguardo, ma schizza via verso un'altra sala operatoria.
Baby affranta torna allora a guardare il taccuino.
«Leggilo» - è una voce maschile a parlare. Baby alza di scatto gli occhi nella direzione della voce e a guardarla c'è quel signore anziano con un sorriso delicato e gli occhi dolci. Baby lo guarda e lancia un'occhiata alla ragazzina affianco a lui che però sta smanettando col telefono e ha le cuffiette. Nuovamente torna a guardare l'anziano e sospira, accarezzando un'ennesima volta la copertina del taccuino.
«Ho paura di soffrire» confessa Baby.
L'uomo ridacchia, ma in modo dolce.
«La sofferenza è di questo mondo, non si può evitare. Ma se non ci fosse la sofferenza, non ci sarebbe nemmeno la gioia. Quel taccuino, appartiene a qualcuno di importante?».
A Baby scende una piccola lacrima e abbassa lo sguardo sul taccuino, con un sorriso nostalgico e innamorato. Poi annuisce col capo.
«All'uomo che amo. Adesso è dietro la porta di fronte a noi a combattere tra la vita e la morte».
«E allora leggilo!» esclama l'anziano, battendo una mano sulla sedia vuota affianco a lei e sorridendo sicuro nella direzione di Baby. Quest'ultima lo guarda asciugandosi una lacrima mentre l'uomo riprende, «Leggilo. Se io potessi avere qualcosa di mia figlia ancora, qualcosa che mi ricordasse di lei, come un taccuino, non esiterei. Invece se ne è andata senza lasciarmi nulla perché io non ho mai dato nulla a lei nella vita. Quindi fallo, leggilo. Qualsiasi cosa tu voglia fare, falla. La vita non aspetta, la vita è adesso. Dobbiamo solo viverla. L'avessi capito prima, io...» confessa l'uomo con uno sguardo triste - immerso forse nei ricordi e negli sbagli del passato - ma con un sorriso nostalgico che incita Baby a fare ciò che va fatto. Quest'ultima allora riesce a sorridergli e si sistema meglio sulla sedia, asciugandosi gli occhi bagnati. Le dispiace per la perdita di quell'uomo - perdere un figlio deve essere il dolore più grande di tutti - ma lo ammira perché ha fatto di questa perdita una forza. E allora lei che ha la possibilità di leggere qualcosa di Niccolò deve farlo, anche per quell'uomo che della figlia non ha più nulla. Così gli sorride proprio quando l'uomo viene chiamato da un'infermiera per il check-up al cuore e la saluta con un sorriso e un «Forza» che incoraggia Baby ad aprire quel taccuino e a leggerlo.
14 giugno 2006.
'Un'altra giornata come un'altra. Senza mio fratello. Ho ucciso Lorenzo.'
15 giugno 2006.
'Ho ucciso Lorenzo. Valerio mi odia.
Sono dodici giorni che non vedo i miei genitori.'
16 giugno 2006.
'E se raggiungessi Lorenzo lassù? Importerebbe a qualcuno?'
A quelle parole Baby sente un groppo in gola e ne accarezza le lettere scritte a penna mentre «No...» sussurra, con un dolore al petto come se lo stesse davvero perdendo. Poi si fa coraggio, ingoia il groppo in gola e va avanti. I giorni seguenti sono tutti così.. Niccolò ricorda semplicemente di aver ucciso suo fratello.
15 ottobre 2008.
'Perché ancora scrivo questo taccuino? Ho finito la terapia. Perché ancora continuo a scrivere?'
20 novembre 2008.
'Ho fatto sesso con Elisa. Non ho sentito nulla. Tornerò mai ad amare? No. Lorenzo è morto e ha portato con se la parte viva di me.
Mi odiano tutti: Valerio, mamma, papà. Mi odio.'
Una lacrima cade dagli occhi di Baby, poi una seconda ed una terza. In quelle parole può percepire tutta la rabbia di Niccolò verso sé stesso; quella medesima rabbia che ancora provava e che Baby stava cercando di eliminare standogli accanto.
24 maggio 2009.
'Mi odiano tutti. Mi faccio schifo. Non so amare, non so come si fa. Ti amo Lorenzo. Portami con te lassù.'
Baby corruccia le sopracciglia perché i pensieri si interrompono e ripartono in data 15 agosto 2012, l'anno odierno.
Baby cerca di smettere di piangere. Quante volte Niccolò aveva chiesto di essere morto? E nessuno aveva percepito il suo dolore? Baby sente il petto stringersi e capisce quanto dolore Niccolò nasconda dentro di sé. Con fatica riprende a leggere.
15 agosto 2012.
'Oggi è l'ultimo giorno di ferie. Un bambino mi ha chiesto perché avessi quella cicatrice. Gli ho risposto che ho lottato contro Spiderman. Lui mi ha detto "Allora tu sei il cattivo?". È così? Spiderman è il buono e io sono il cattivo? Gli ho detto di sì.
Io sono il cattivo. E i cattivi devono stare da soli.
I buoni possono essere salvati, i cattivi ormai sono perduti. Domani torno a lavoro. Sono sollevato, almeno avrò la mente troppo occupata per pensare a quanto sono messo male.'
22 settembre 2012.
Nuovo furto oggi. Una collana importante, appartenuta alla regina Elisabetta I rubata in una scuola. Un caso difficile, ma non è quello che mi preoccupa. C'era una ragazza oggi, un'alunna. Non una qualunque, è la figlia del mio capo. Ha una grande faccia tosta! Ha voluto per forza intromettersi nella scena del crimine e io come uno scemo gliel'ho concesso, ma solo perché mi aveva stremato! Insopportabile.
Però è bellissima. Ha due occhi che ti trafiggono l'anima. Si crede una poliziotta, ma io spero solo che si tenga fuori dai guai e soprattutto lontano da me.
Chiunque mi si avvicini finisce per rimanere bruciato.
O ucciso.'
23 settembre 2012.
'È assurda! È sempre in mezzo, anche al bar e in centrale me la ritrovo! Come ci si sbarazza di una ragazzina che gioca a fare la poliziotta?
È antipatica e pensa di sapere tutto. Spero che si tolga presto di mezzo.'
A quelle parole Baby rimane un po' scottata. Doveva stargli davvero antipatica le prime volte! Però poi sorride perché ormai sa che Niccolò è tanto freddo quanto dolce. E che la ama.
26 settembre 2012.
'È assurda, sta sempre in mezzo, rischia di farmi licenziare, ma è una forza della natura. È bella, carismatica e cazzo... intelligentissima! È arrivata a conclusioni incredibili e vorrei davvero sapere come fa.
Non vado a letto con Elisa da un bel po' di tempo ormai e non ne sento nemmeno il bisogno - anche se so che lei ce l'ha con me per questo - perché c'è Baby ora. È strano dire che a volte vorrei strozzarla per essere così invadente e cocciuta, ma altre vorrei riempirla di baci per essere così intelligente e buona. Lo so che lo fa per aiutare suo padre. È davvero fantastica.'
28 settembre 2012.
'Il Commissario Gervasi non è il padre di Baby. Sono triste per entrambi. Spero che Baby non la prenda troppo male e che non si allontani dal Commissario. L'ho visto oggi, l'ho visto distrutto, impaurito che Baby potesse allontanarlo. Quell'uomo ama la figlia più di qualsiasi altra cosa e morirebbe senza di lei. Spero che Baby lo capisca.
Chiederò a Bella se sa qualcosa.'
Baby inspira. Davvero? Davvero Niccolò ha percepito tutto quello parlando col Commissario? Baby sta iniziando a dubitare. Forse dovrebbe dare al Commissario e a Bella la possibilità di parlare. Forse dovrebbe dare loro una seconda chance. Quel signore anziano glielo aveva detto: la vita non aspetta. E allora non dovrebbe aspettare nemmeno lei. Forse, una volta terminato il calvario di Niccolò, avrebbe parlato con loro. Gira pagina mentre asciuga una lacrima.
Sente di amare Niccolò come non mai.
29 settembre 2012.
'L'abbiamo fatto, sul divano. Sesso si intende. È magnifica. Non si vergogna di sé stessa e ne sono contento perché non ha nulla di cui vergognarsi. Non è solo bella, ma è dolce, è intelligente. È meravigliosa cazzo.
Cosa mi sta succedendo?
Nulla. È stato solo sesso. Devo liberarmene. Non posso permettere che anche lei si faccia male.
Ho scritto a Bella: anche lei sa della storia di Baby e del Commissario Gervasi.'
4 ottobre.
'Siamo dei pazzi! Ci siamo infiltrati nella sede dell'FBI. E prima ancora lo abbiamo fatto di nuovo, nello sgabuzzino della sua scuola, col rischio di essere scoperti! Diamine, sono o no un poliziotto di ventisette anni? E invece mi comporto come se fossi un ragazzino del liceo, come lei!
Ma Baby ha solo l'eta di una ragazza del liceo, perché per il resto è intelligente, avventurosa, cocciuta come una donna matura.
Spero solo di non starmi innamorando.'
5 ottobre 2012.
'Anche oggi siamo stati insieme.
Mi fa impazzire.'
7 ottobre 2012.
'Abbiamo fatto l'amore. È stato stupendo.
Prima però abbiamo litigato, come sempre. Mi fa andare fuori di testa tanto da volerla baciare e non lasciare andare mai più. Sono un idiota.
Mi sono innamorato. Mi sono innamorato di lei. Ma non posso dirglielo. Non posso.
Non merita me, merita di meglio. Baby merita qualcuno che sappia amarla per davvero, che sappia renderla felice. Io le porto solo guai.'
8 ottobre 2012.
'Sono un incoerente. Ho detto che l'avrei lasciata andare, ma non ce l'ho fatto. Ne sono innamorato ormai. È finita. Ho cercato di allontanarla, ma anche lei è innamorata di me. Ed ora? No, non saremo mai una coppia.
Diamine, le ho raccontato di aver ucciso mio fratello, ma lei non è scappata. Perché non è scappata? È rimasta al mio fianco quando tutti gli altri si sono girati dall'altra parte.
Perché Baby? Perché non mi lasci da solo, come merito di stare?'
«Non è vero amore mio...» mormora Baby accarezzando quella pagina di taccuino, «Non è vero e lo sai».
Poi volta pagina, l'ultima. Il cuore le batte fortissimo e le lacrime scendono veloci mentre legge le parole.
9 ottobre 2012.
'Scrivo per l'ultima volta.
L'ho persa. Se ne è andata. Mi ha lasciato. E lo so, ho sempre detto che avrei dovuto allontanarmi da lei, ma sono un incoerente perché più cerco di starle lontano più ho bisogno di lei. E ora l'ho persa e mi sento vuoto. È vero, come dice Ultimo, che solo quando perdi una persona scopri il suo valore vero.
Mi manca da impazzire, anche se per la maggior parte de tempo battibeccavamo.
Mi manca perché lei non se ne è mai andata quando avrebbe potuto. Davanti ai miei problemi e al mio dolore non ha mai avuto paura, non è mai scappata. E mi sta insegnando ad amare me stesso. Per anni, guardandomi allo specchio, ho provato solo disprezzo per il riflesso che vedevo al suo interno. Poi è arrivata lei e semplicemente mi ha ascoltato. Si è seduta affianco a me e mi ha ascoltato senza fare un fiato e, invece di odiarmi, mi ha amato ancora di più. Mi ha insegnato ad amare il riflesso allo specchio. Ed io cerco di farlo, anche se è la cosa più difficile al mondo. So che con lei al mio fianco posso amare me stesso. Lei mi sta aiutando a scoprire me stesso, a scoprire che posso essere migliore di così, che posso meritare di meglio, nonostante per anni io mi sia convinto del contrario. Mi sta aiutando ad accettare i miei lati più strani e li sta vivendo insieme a me. Mi regala energie ed emozioni mai provate prima cavolo!
È vero. Bisogna trovare prima chi ci insegna prima di tutto ad amare il riflesso allo specchio. E lei lo sta facendo. È sempre la stessa ragazza testarda, con mille cose per la testa, con la voglia di aiutare gli altri che ho conosciuto tempo fa. E me ne sono innamorato in silenzio, senza saperlo.
Sono innamorato di te Baby Gervasi.
Baby ormai è un fiume di lacrime e singhiozza senza sosta nella sala d'attesa silenziosa, cercando di non fare troppo rumore. La ragazza con le cuffiette non si è accorta di nulla. Baby bagna con le lacrime quelle pagine scritte e sente il cuore uscire fuori dal petto.
Niccolò deve svegliarsi.
«Ti amo anche io Ispettore Moriconi» sussurra a bassa voce Baby lasciando un bacio sull'ultima frase impressa su quel taccuino che stringe forte fra le mani e porta contro il petto, all'altezza del cuore.
Passano venti minuti in cui i suoi singhiozzi spezzano quel silenzio. Nessuno passa in quella sala d'attesa e la ragazza con le cuffiette si alza e se ne va.
«Baby» sente chiamarsi poi d'un tratto da una flebile voce che la coglie alla sprovvista e la fa sobbalzare. Il taccuino le cade dalle mani e si affretta a raccoglierlo subito cercando di rendersi presentabile.
Alza lo sguardo e non crede ai suoi occhi.
Davanti a lei, su un lettino d'ospedale, due occhi marroni e penetranti la stanno guardando. Baby sente di poter svenire in quel momento. Le gambe sono diventate gelatina, le mani tremano impazzite e le lacrime sono di nuovo sulle sue guance. Le sembra un miraggio. Gli occhi sgranati.
«Niccolò?» domanda senza parole.
———
Il loro avvicinamento ripercorso dai ricordi di Niccolò...☀️
Sarà davvero Niccolò ad averla chiamata?💪🏻
Grazie davvero a tutt* voi che leggete! Vi mando un bacione gigantesco!🍃
Scusate l'attesa e spero che la storia vi piaccia... ci avviamo al termine 💓

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