CAPITOLO 13

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«Okay, è vero, quella seria io e Stefano non ci siamo solo visti a scuola per bere e baciarci di nascosto,» inizia a confessare Bella, dopo minuti interminabili di silenzio, seduta nell'ufficio di Niccolò, sotto lo sguardo attento e serio di quest'ultimo e gli occhi teneri e preoccupati di Baby, seduta accanto alla migliore amica. Bella prende un respiro profondo e continua, «Sapevo che la nostra scuola avrebbe ospitato la Silver Neckless, lo sapevamo tutti in realtà. Il preside aveva messo migliaia di manifesti in giro per la scuola. Quando ho iniziato a frequentare Stefano Matteucci lo avevo visto molto interessato alla collana. Mi chiedeva spesso se sapessi dove la tenevano, quanto fosse protetta, fin quando mi disse che si era proposto per occuparsi delle telecamere che sorvegliavano la stanza,» - Bella continua a guardare le dita intrecciate delle proprie mani e sorride in direzione di Baby quando quest'ultima le accarezza la schiena, cercando di tranquillizzarla e di farle capire di potersi prendere tutto il tempo che le servisse. Dopo un ennesimo sospiro, Bella riprende il racconto mentre Niccolò continua ad appuntare tutto sul suo block notes, «Insomma, io pensavo che fosse semplicemente curioso. Mi aveva detto che amava la storia antica e la Silver Neckless era un gioiello appartenuto ad Elisabetta I, di inestimabile valore, così ho deciso di raccontargli quello che sapevo».
«Cosa esattamente?» domanda subito Niccolò, portandosi una mano sul mento e non distogliendo neanche un attimo lo sguardo dal volto e dalle mani di Bella. Era in grado di capire se qualcuno stesse mentendo o dicendo la verità anche in base alle espressioni e alle gestualità e per ora sembrava che Bella stesse confessando tutto con sincerità.
Bella si schiarisce la gola e «Gli ho detto che sapevo che c'era un allarme che scattava se si fossero superati i tre metri dalla teca e che c'erano delle telecamere a controllare la stanza e il giorno dopo mi disse che si era offerto per occuparsi delle telecamere, perché voleva proteggere la collana».
«O rubare» borbotta Baby, riflettendo ad alta voce. Niccolò la guarda, ma non la rimprovera perché in effetti è quello che stava pensando anche lui.
Così torna a guardare Bella che invece ha gli occhi impauriti mentre guarda prima l'Ispettore e poi la migliore amica.
«Cosa? Pensate che sia stato Stefano a rubare la collana?» domanda incredula.
Niccolò si alza in piedi e inizia a camminare per la stanza, davanti alle due ragazze. Per un attimo lascia che lo sguardo cada su Baby che, proprio in quel momento, sta applicando uno strato di burro cacao sulle proprie labbra, mettendo in crisi Niccolò.
Perchè questa ragazza deve distrarlo proprio adesso, mentre sta lavorando? Non si capacita del fatto che lui stesso si faccia distrarre così facilmente da due belle labbra. Ci mette poco però a ricordarsi di essere sul posto di lavoro e di non doversi deconcentrare, ma non fa in tempo a distogliere lo sguardo dalle labbra di Baby prima che la ragazza lo scopra a guardarla. Niccolò vede Baby avvampare leggermente, ma, quasi facendoglielo apposta, passa la lingua sulle proprie labbra con sguardo sfacciato, perfettamente consapevole di ciò che stesse facendo a Niccolò. Quest'ultimo assottiglia lo sguardo e si chiede come possa quella ragazza passare dalla timidezza alla sfacciataggine in pochissimi secondi.
«Ispettore, davvero accusate Stefano?» domanda nuovamente Bella che, nonostante l'ansia dell'interrogatorio, non si era comunque persa lo scambio di sguardi intensi tra i due, avvalorando la sua tesi: quei due avrebbero fatto presto fuoco e fiamme!
Niccolò viene richiamato alla realtà dalla domanda di Bella e velocemente si schiarisce la gola e tenta di allargare il colletto della giacca, sentendo un po' troppo caldo per quei quattordici gradi interni.
«Tutte le prove sembrano andare contro di lui. Mi hai detto che era interessato alla collana e a sapere come fosse protetta; poi si è fatto mettere a comando delle telecamere e in più Brandini ha detto che quella sera ha consegnato un pacco con dentro una collana proprio a Stefano. Tu eri lì, vero Bella?».
Quest'ultima sussulta e Baby le afferra una mano.
«Bel, non avere paura. Se non ci dici tutto non ne usciremo mai».
«Ma se ti dico tutto, poi tu mi odierai» sussurra Bella con gli occhi lucidi. Baby spalanca gli occhi e le poggia una mano sulla guancia, costringendo Bella a guardarla.
«Bel sei la mia migliore amica, mia sorella, come potrei odiarti? Non dire cazzate. Stiamo solo cercando di aiutarti».
«Hai già mentito una volta, potresti essere accusata di complicità e finire in prigione» aggiunge Niccolò con tono serio, ma anche leggermente mesto. Gli dispiacerebbe sinceramente se dovesse succedere qualcosa a Bella perché ha visto il legame che c'è tra lei e Baby ed è fortissimo.
Bella sussulta a quelle parole e Baby le accarezza una guancia, lanciando poi un'occhiataccia a Niccolò e «Lascialo stare. Dice sempre così perché è il suo lavoro».
Niccolò sposta lo sguardo su Baby e incrocia le braccia, inarcando un sopracciglio.
«Dico così perché è vero. Se fornisce alibi falsi ad un ladro può finire dentro per complicità».
Baby sbuffa e lo fulmina con uno sguardo scocciato.
«Lo so, ma c'è modo e modo di dire le cose. Magari potresti farlo con un po' più di tatto».
«Sono anni che faccio questo lavoro e tu mi vuoi venire ad insegnare come si fa?».
«Sì perché con questo tono con cui dici le cose ci sarebbe solo che da prenderti a schiaffi!» si scalda Baby. Sa perfettamente che Niccolò deve usare toni severi con gli interrogati, ma vedere tra questi ultimi la sua migliore amica la fa stare male e le da fastidio che Niccolò la tratti alla stregua di qualsiasi altro interrogato - magari anche colpevole.
Niccolò allora inspira e cerca di mantenere la calma, di non cedere, ma è più forte di lui. Baby gli fa venire voglia di tirare fuori tutto ciò che ha dentro. Di far uscire quel lato più vero di lui, sepolto da anni sotto tanta freddezza e serietà richiesta dal suo lavoro.
Per fortuna però Bella interviene prima che possa scoppiare una guerra.
«Voi due non potete stare nella stessa stanza che iniziate a litigare! E menomale che siete disarmati sennò a quest'ora vi eravate fatti fuori l'un l'altra!» sbotta quest'ultima, già abbastanza sotto pressione per l'interrogatorio. Non ci si dovevano mettere pure quei due a battibeccare!
A quelle parole Baby si morde il labbro per trattenentesi, ma non riesce e scoppia a ridere, coinvolgendo, suo malgrado, anche Niccolò che inspiegabilmente trova la risata di Baby molto contagiosa. Anche lui si lascia andare ad una risatina mentre «Dovremmo fare lezioni sul controllo della rabbia!» commenta Baby, parlando di sé stessa e di Niccolò.
Quest'ultimo si passa una mano fra i capelli, scompigliandoli leggermente e Baby per un attimo si chiede come deve essere Niccolò sveglio al mattino con i capelli arruffati.
«Io la rabbia la controllo benissimo» sentenzia Niccolò mettendosi sulle sue.
Baby ridacchia, «Certo. Se avessi una pistola a portata di mano mi spareresti subito».
«Sì, può darsi,» ribatte Niccolò guardandola con un piccolo sorriso divertito mentre Baby gli fa la linguaccia, come una bambina mentre «E poi comunque ne ho sempre una nel cassetto della scrivania, quindi ti consiglio di stare attenta a ciò che dici» la minaccia scherzosamente Niccolò, prima di ritornare serio per continuare l'interrogatorio. La cosa più divertente è che con Baby gli interrogatori sono... diversi. Quello con Brandini è stato veloce, serio e mirato mentre con Baby è pieno di risatine, divagazioni e... momenti in cui si ritrova a pensare a quanto cavolo sia ingestibile quella ragazza, ma anche a quanto le piacerebbe averla tra le braccia.
«Bella, non voglio essere cattivo, ma ti sto solo a avvertendo. La complicità è un reato».
Bella annuisce e stringe la mano di Baby, poi «Sì, quella sera Brandini è venuto da noi. Io non sapevo che lo avrebbe fatto, credevo che avessimo deciso di vederci nel cortile della scuola perché era a metà strada tra le nostre case. Poi ad un certo punto è arrivato Chicco e Stefano si è allontanato per parlargli, ma vi giuro che non avevo idea ci fosse la collana falsa là dentro!» afferma guardando supplicante Niccolò e Baby che «Bel, ti crediamo» sentenzia Baby, guardando anche Niccolò che in quel momento fissa il pavimento, riflettendo.
«Quindi tu li hai visti scambiarsi un pacco?».
«Sì» afferma Bella.
«E dopo lo scambio?».
«Be', dopo lo scambio Stefano sembrava euforico e mi ha detto di dover correre a casa, così mi ha accompagnata a casa e mi ha detto che anche lui sarebbe tornato alla sua. Da lì non ci siano più rivisti».
«E se Stefano non fosse andato a casa, ma avesse rubato la collana e poi due giorni dopo l'avesse sostituita con quella finta? Per farci credere che il ladro si fosse impaurito a causa delle indagini e avesse deciso di riconsegnarla» riflette Baby, proprio nel momento in cui Niccolò stava per aprire bocca e dire le stesse cose. Infatti la guarda contrariato, ma anche con un piccolo sorrisino sulle labbra.
«Gervasi vuoi rubarmi il lavoro? Se vuoi ora ti do anche il distintivo e ti lascio l'ufficio, così fai con comodo» la sbeffeggia Niccolò e Baby alza gli occhi al cielo, divertita mentre, con le mani sollevate in segno di resa, «Hai ragione, scusa. Ma che ci vuoi fare se sono brava in queste cose?» scherza lei regalando a Niccolò un'occhiolino divertito che Niccolò accoglie con un ennesimo sorriso. Da quand'è che sorride così tanto durante un interrogatorio? Da quando c'è Baby nella stessa stanza con lui.
Bella sospira, anche lei divertita da quello scambio di battute. Poi, «Quindi Stefano potrebbe essere il ladro?» domanda preoccupata. In fin dei conti quel ragazzo le sembrava davvero gentile e non aveva la faccia da ladro. Purtroppo però spesso l'apparenza inganna.
Niccolò annuisce e «Tutte le prove sembrano essere contro di lui. Lo scambio, la collana rubata il giorno dopo, il fatto che si sia fatto mettere al controllo delle telecamere-» - e proprio mentre sta finendo di parlare, a Niccolò squilla il cellulare nella tasca della divisa. È Adriano.
«Cassio dimmi!» risponde subito, sotto lo sguardo attento delle due ragazze. Dall'altra parte la voce di Adriano arriva forte e chiara.
«Ispettore volevo dirle che sono qui al Liceo F. Bonacci e abbiamo scoperto che le telecamere erano state manomesse il giorno prima del furto».
Niccolò sgrana gli occhi e guarda le due ragazze.
Baby gesticola per farsi dire tutto mentre Niccolò la guarda cercando di farle capire che deve calmarsi. Bella trova la scena esilarante!
«Quindi chi ha manomesso le telecamere ha anche manomesso l'antifurto».
«Molto probabilmente sì,» conferma Adriano.
«Bene Cassio. C'è altro?» domanda Niccolò e sente Adriano sospirare mentre «Sì Ispettore. Oggi pomeriggio aveva detto di preparare la macchina per andare da Stefano Matteucci. Abbiamo provato a contattarlo per avvertirlo, ma il numero di telefono risulta inesistente. Elisa e Gabriele sono nel suo appartamento e dicono che è stato svuotato».
«È scappato quindi» riflette Niccolò, camminando avanti e indietro sotto lo sguardo sempre più confuso di Baby e Bella. Poi riprende a parlare con Adriano e «Va beeb Cassio, dì ad Elisa e Gabriele di perlustrare a fondo l'appartamento di Matteucci. Tu ritorna qui in centrale e dirama un mandato di ricerca per Stefano Matteucci. Dobbiamo trovarlo, quasi sicuramente è lui il ladro che cerchiamo».
«Agli ordini capo!» - e così la chiamata si conclude e Niccolò rimette il telefono in tasca, passandosi un'ennesima volta la mano nei capelli.
«Allora? Chi è scappato? Stefano? Che è successo? Che ha detto Adriano! Dai Niccolò, parla!» esclama Baby, agitandosi sulla sedia.
«Innanzitutto calmati. E poi se smettessi di riempirmi di domande potrei spiegarvi tutto» sbotta Niccolò allo stesso tempo divertito e infastidito dal comportamento di Baby. Più divertito, però.
Così in pochi minuti aggiorna le due ragazze su tutto quello che Adriano gli aveva riferito ed entrambe strabuzzano gli occhi. È Bella a parlare.
«Scappato? Sul serio?».
«Già. E adesso dirameremo un mandato di ricerca. Finito l'interrogatorio avvertirò tutte le autorità poliziesche di bloccare le uscire dalla città e di mandare pattuglie intorno al perimetro. Molto probabilmente è lui il ladro che cerchiamo».
Bella annuisce incredula mentre Baby riflette ad alta voce.
«Quindi dopo aver accompagnato Bella a casa potrebbe essere ritornato a scuola ed aver manomesso le telecamere e rubato la collana e poi due giorni dopo averla sostituita con una falsa per depistarci».
Niccolò annuisce a quel ragionammo e Bella si porta le mani tra i capelli.
«È tutta colpa mia che gli ho detto tutte quelle cose. Che cretina che sono!» piagnucola Bella, maledicendosi. Baby le afferra una mano e le sorride.
«Bel non è colpa tua, non potevi sapere delle sue intenzioni!».
Bella annuisce, però poi sbuffa, «Che palle! Me li vado a cercare tutti io i ragazzi fuori di testa!».
Baby scoppia a ridere e Niccolò la segue a ruota perché Bella sembra davvero in crisi, ma ha una faccia davvero buffa.
«Dovresti cercarti un tipo più come Adriano. Carino, dolce, simpatico-».
«Gay» continua Niccolò, ricevendo in due secondi gli occhi stupiti e spalancati delle due ragazze addosso.
«Cosa?!» domanda Bella e altrettanto fa Baby. Niccolò annuisce e guarda quest'ultima.
«Come, tu che noti tutto non ti eri accorta di questo? Devo mettere che Adriano non ha atteggiamenti particolari, ma pensavo si notasse» la sbeffeggia Niccolò con sguardo saccente. Le due sono incredule.
«Mi stai dicendo che Adriano è gay? Adriano Adriano? Gay gay?».
Niccolò annuisce e «Sì, Adriano Adriano, gay gay. Omosessuale, chiamalo come vuoi. Ma perché, ti interessava?» domanda curioso e anche un po' divertito. Lui aveva capito i gusti sessuali di Adriano fin da subito ed era stato davvero bello vedere Adriano così tranquillo nel confessare di essere gay, senza alcun tipo di imbarazzo, almeno non con Niccolò e con i suoi colleghi al lavoro. Niccolò sapeva però che per questo motivo Adriano avesse avuto degli attriti con la mamma, ma non ne sapeva più di tanto ed aveva preferito non intromettersi dato che non lo riguardava.
Bella e Baby non potevano crederci. Non che creasse loro alcun problema, ma non se lo sarebbero mai aspettato!
«Be', diciamo che ci avevo fatto un pensierino!» confessa Bella, sbattendo poi le mani contro le cosce, «Mai una cazzo di gioia in questa vita! Uno è un probabile ladro, l'altro è gay... che ho fatto di male?» domanda con tono disperato che Baby e Niccolò non riescono a prendere sul serio, ridacchiando.
«Comunque,» si sfrega poi le mani Niccolò, «Ora cercheremo Stefano Matteucci e per quanto riguarda te,» si rivolge a Bella, «per questa volta sorvolerò sull'aver mentito la prima volta dato che ora hai confessato, ma se dovessi sentire Stefano vieni subito in centrale. Se è lui il ladro, dobbiamo incastrarlo prima che rivenda la collana» afferma Niccolò, sentendosi particolarmente buono quel giorno.
Bella allora sorride con riconoscenza, alzandosi mentre Baby batte le mani contenta e da una gomitata a Bella, guardando negli occhi Niccolò mentre «Vedi che bello avere un amico Ispettore?» scherza lei, mettendo la borsa a tracolla. Niccolò la guarda e scuote la testa, ma un sorriso non riesce proprio a trattenerlo.
«Noi non siamo amici».
«Scopamici, infatti» si intromette Bella con un gran sorriso divertito, lasciando pietrificati Baby e Niccolò che si guardano a bocca aperta. Baby subito si riprende e dà uno scappellotto a Bella.
«Ma che cazzo dici?».
«Aio!» si lamenta Bella, ma il sorriso divertito in volto non scompare mentre «Senti, ho appena scoperto che il ragazzo che poteva interessarmi è gay, tu almeno goditi la fortuna che hai!» esclama alludendo a Niccolò per poi uscire velocemente dalla stanza con un sorriso soddisfatto sul volto. Qualcuno doveva pur dirlo e farli svegliare!
Niccolò e Baby, soli nella stanza, si guardano esterrefatti e imbarazzati.
Baby si schiarisce la gola e «Perdonala, è sotto stress per tutta la situazione e- e non sa quello che dice e-» - ma Niccolò anche tossicchia e alliscia la giacca della divisa mentre «Nessun problema. Capita a volte di dire cose senza senso,» borbotta, trovandosi in difficoltà dato l'imbarazzo fra loro che potrebbe tagliarsi con il coltello, «Tu ed io, non- no no» continua poi impacciato, scuotendo la testa. Ma che gli succede? Era sempre stato sicuro con le donne ed ora una frase di una ragazzina gli manda in pappa il cervello?
Baby ha la mano sulla maniglia della porta, ma a quelle parole si gira.
«No cosa?» domanda secca, senza sapere neanche lei dove trova tutto quel coraggio.
Niccolò solleva subito gli occhi su di lei e la scruta.
«Intendevo no io e te, come- come ha detto la tua amica».
«Intendi che non potremmo essere scopamici?».
Niccolò sussulta nel sentire quella parola uscire dalle labbra di Baby e la trova estremamente eccitante. Poi però tossicchia e «Be', sì, ci pensi? Io e te a letto insieme, sarebbe...» - ma non riesce a terminare.
Baby incrocia le braccia, ora davvero curiosa di sapere cosa ha da dire.
«Sarebbe?» insiste allora lei, battendo il piede a terra nervosamente. Niccolò si passa una mano tra i capelli. Lo sguardo di Baby lo sta mettendo a disagio. In realtà avrebbe voluto dire che sarebbe stato meraviglioso e eccitante, ma non può farlo così, «Sarebbe folle» riesce a dire, sperando di aver chiuso la conversazione, ma Baby avanza di un passo e lo mette all'angolo.
«Folle in positivo o in negativo?».
Niccolò sbuffa.
«Che ti importa?».
«Be', dato quello che è successo prima...» commenta Baby riferendosi a ciò che era successo poco tempo prima sempre in quello stesso ufficio. Niccolò ingoia un groppo in gola.
«Diciamo che ci siamo lasciati andare alla rabbia, all'attrazione, alla voglia di baciarci...» sussurra lui e ad ogni parola vede Baby avanzare verso di lui. Nessuno dei due sembra avere intenzione di fermarsi e in pochi secondi la scena sembra ripetersi. L'attrazione prende il sopravvento e Baby allaccia le proprie braccia intorno al collo di Niccolò e quest'ultimo la afferra senza esitazione per il retro delle cosce, mettendola seduta sulla sua scrivania e infilandosi tra la gambe di lei. Il petto di Baby si alza e si abbassa velocemente. Nessuno dei due parla. L'attrazione è palese ad entrambi. Perché reprimerla? Niccolò non esita un secondo a posare le proprie labbra sul collo di Baby, nello stesso punto in cui le aveva posate la sera in discoteca. Questa volta però non c'era nessuna scusa, nessuna copertura, erano semplicemente Baby e Niccolò a desiderarsi. Baby sospira e stringe tra le mani i capelli di Niccolò che continua senza sosta a torturare il collo di Baby di baci, salendo lentamente vero la mandibola, seguendone la linea scolpita fino ad arrivare a posare le labbra sul mento di lei. In quel momento entrambi si guardano l'un l'altra e non c'è segno di imbarazzo o sensi di colpa. Solo desiderio.
Ma, come fosse fatto apposta, proprio in quel momento qualcuno bussa alla porta.
Niccolò, come aveva fatto prima, scatta indietro e cerca di darsi una sistemata. Baby scende subito dalla scrivania e cerca anche lei di darsi un contegno ed essere presentabile e ancora con il respiro affannato e l'eccitazione in corpo, va verso la porta poter uscire subito. Infatti, prima ancora che Niccolò possa dire 'avanti', Baby apre la porta e si trova davanti Adriano che sobbalza nel vederla. Baby vorrebbe salutarlo, ma ha la gola secca e le sembra ancora di sentire i baci di Niccolò sul collo. Così sguscia via e raggiunge Bella che la sta aspettando al distributore automatico di snacks.
Niccolò invece tossicchia e si rende conto di avere un problema in mezzo alle gambe, così corre subito a sedersi dietro la scrivania e a cercare di far sbollire gli animi.
«Agente Cassio, vieni vieni» lo incita mettendo su uno sguardo serio mentre il suo cervello ancora gli ripropone i momenti bollenti di pochi minuti prima. Adriano lo avvisa di aver avvertito lui la polizia di bloccare le uscite e di aver fatto diramare il mandato di ricerca per Stefano Matteucci. E avverte anche Niccolò che il gioielliere è pronto per essere interrogato. Niccolò annuisce, seguendo a stento le parole di Adriano e dentro di sé gli viene anche da ridere perché i suoi agenti hanno proprio un tempismo di merda!



Il gioeilliere ha confessato subito. Ha detto che aveva ricevuto una chiamata anonima che gli avrebbe promesso metà del ricavato dalla vendita al mercato nero delle collana se avesse retto il gioco. Anche lui non sapeva chi fosse ad averlo chiamato, ma Niccolò sospettava che si trattasse della stessa persona che aveva ordinato a Chicco Brandini di consegnare la collana. Infatti Niccolò aveva mandato Adriano a confrontare il numero di telefono che aveva chiamato Brandini con quello che aveva chiamato il gioielliere mentre Gabriele ed Elisa, che non avevano trovato nulla di particolare nell'appartamento di Stefano Matteucci, stavano cercando di risalire al mittente delle due chiamate anonime, che per Niccolò era la stessa persona.
Ha appena terminato l'interrogatorio del gioielliere e l'ha trattenuto in centrale insieme a Brandini ed ora sta uscendo per andare a pranzare, ma mentre cammina ripensa ad una domanda che lo aveva tormentato tutto il giorno: dove era finito il Commissario Gervasi? Non si era presentato al lavoro e non era neanche nel suo ufficio e questo era davvero strano. Niccolò non aveva nemmeno voluto chiedere a Baby dato che non voleva sovraccaricarla di ulteriori preoccupazioni, ma gli sembrava davvero strano. Il Commissario era solito avvisare quando si assentava dal lavoro. Mentre attraversa la strada ed entra nel bar rimugina su ciò che era accaduto con Baby nel suo ufficio. Era bastata una sola parola di Bella perché entrambi si lasciassero davvero andare e Niccolò poteva solo immaginare cosa sarebbe successo se Adriano non fosse arrivato. L'avrebbero fatto lì sulla scrivania? Probabilmente sì. Niccolò ancora sente il profumo di lavanda di Baby e si chiede perché quella ragazza abbia così tanto ascendente su di lui.
«Ispettò? Il solito?».
«Sì Mario grazie, ma stavolta mi metto ai tavoli nel retro, c'è più sole».
«Va bene Ispettò, gli porto tutto io!».
Niccolò ringrazia ed esce, passeggiando tranquillamente verso i tavoli nel retro del bar, quel giorno soleggiati al punto giusto.
«Non saresti dovuta venire qui. La centrale è qua davanti, se Baby ti vede è finita per me!» esclama una voce da uomo che Niccolò riconosce subito: è il Commissario. Infatti blocca subito la sua camminata e si affaccia, vedendo seduti ad uno dei tavoli il Commissario e alla sedia affianco una donna bionda, con le guance un po' scavate e gli occhi circondati da profonde occhiaie nere. Gli occhi però colpiscono Niccolò. Sono marroni, molto espressivi. Così ha un flash. Prima, quando stava baciando Baby sul mento e si erano guardati, gli occhi di Baby avevano lo stesso lampo d'emozione. E quella donna aveva gli stessi occhi di Baby. Niccolò fa due più due ed immagina che possa essere la madre. Pensa anche che sia il caso di andarsene e che sia sbagliato origliare, ma la frase successiva e il tono cupo della donna lo attirano e lo convincono a restare.
«È arrivata l'ora di dirglielo!» sentenzia la donna spazientita mentre il Commissario si porta una mano sugli occhi per poi sbattere un pugno sul tavolino che traballa.
«Perché vuoi rovinare la nostra famiglia?».
«Non voglio rovinarla, voglio farne parte. È mio diritto Diego!».
«Gli accordi non erano questi Elsa! E lo sai bene!» sbotta la donna e Niccolò può vederla sciogliersi i capelli e assomigliare sempre di più a Baby.
Il Commissario beve un sorso di quella che a Niccolò sembra acqua tonica e poi sospira, rivolgendo gli occhi adirati verso la donna che «Non possiamo mentirle ancora!» esclama con tono esausto, ma combattivo, proprio come Baby.
«Così mi rovinerai Elsa. Baby mi odierà a vita e io non posso perderla!».
«Ma non la perderai,» - questa volta il tono della donna è calmo e afferra la mano del Commissario, accarezzandola. Il volto le si è addolcito mentre il Commissario ha gli occhi rivolti verso il tavolo, combattuto. Niccolò li guarda e vede la donna continuare a parlare e non può credere alle sue orecchie quando sente ciò che sta dicendo.
Infatti, «Non la perderei, lei ti ama,» prosegue la donna, «Ma è arrivato il momento di dirglielo. È arrivato il momento che Baby sappia la verità. Deve sapere che tu non sei il suo vero papà, Diego» termina la donna, lanciando il colpo di grazia e lasciando Niccolò di stucco. Sente il sangue gelarsi e fa dietro front, ritornando verso l'entrata del bar. Non riesce a concepire ciò che ha appena sentito. Che cosa è appena successo?
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Eccoci entrati nel vivo ragazzi/e!
Grazie per aver letto! Spero davvero che la storia vi stia intrigando!💜

Sarebbe la tua vita il tuo film preferito//Ultimo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora