CAPITOLO 10

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«Ce l'abbiamo?».
«Sì, è nel posto che mi avevi indicato».
«Ci stanno ancora addosso?».
«Sì, la polizia sta ancora indagando. Sono rimasti stupiti dal fatto che la collana sia stata rimessa al suo posto».
«Ci sono cascati quindi?».
«Con tutte le scarpe».
«Bene. Dobbiamo solo aspettare che la polizia chiuda il caso».
«C'è solo un problema».
«Sarebbe?».
«C'è una ragazzina, Baby Gervasi, un'alunna della scuola, l'ho vista girare troppo spesso sul luogo del furto, temo che ci metterà i bastoni fra le ruote».
L'uomo sorride sadicamente.
«Non preoccuparti, me ne sbarazzerò io».
E detto questo chiude la porta della stanza, sbattendola, sotto lo sguardo attento della donna, seduta sulla grande sedia in pelle nera sintetica.



Il rumore che proveniva dalla stanza dove aveva rinchiuso Niccolò e Baby stava facendo insospettire Chicco Brandini che infatti, passandosi una mano tra i capelli ricoperti di gelatina, «Bisco, Nizza venite con me a vedere che stanno a fá quei due. Sento troppo casino» ordina Chicco facendo cenno a due ragazzoni dai grandi muscoli, ma poco cervello per fare di testa propria. Infatti i due seguono subito il ragazzo che capeggia quel trio. Dalla stanza in cui aveva richiuso il poliziotto e la sua ex ragazza - in attesa di trovare un modo per sbarazzarsene - sentiva provenire delle grida. La musica nella discoteca era alta, ma quella parte retrostante era abbastanza insonorizzata e le grida dei due ragazzi si percepivano forte e chiaro.
«Sei un pezzo mi merda! Mi hai trascinata qui e guarda dove siamo finiti!» stava dicendo una voce femminile, quella di Baby.
«Sei tu che sei voluta venire in discoteca! Non dare la colpa a me per le tue cazzate!» ribatte subito dopo una voce maschile. Chicco corruccia le sopracciglia nel sentire quei battibecchi e, una volta arrivato davanti alla porta della stanza, batte tre colpi mentre «Piantatela de litigà voi due lì dentro o vengo io e ve faccio smette co' la forza! Ce state a disturbà!» sbotta Chicco con il volto rosso dalla rabbia. Non voleva certo che i clienti si insospettissero o che se ne andassero per via del chiasso che quei due stavano creando. Per qualche secondo le voci sembrano zittirsi, ma subito dopo riprendono a litigare con ancora più veemenza. Chicco batte un ennesimo pugno prima di digrignare e i denti e girarsi verso uno dei due ragazzi, quello a destra e «Sfonna 'sta porta!» ordinare arrabbiato. Il ragazzo annuisce e indietreggia per poi prendere la rincorsa e con una spallata ben assestata, buttare giù la porta di legno leggero.



Baby e Niccolò sobbalzano nel vedere la porta sfondarsi ed indietreggiano. Non si aspettavano che l'avrebbero sfondata, ma non avevano tempo da perdere. Non potevano esitare nemmeno un secondo, dovevano approfittarne per scappare. Chicco fa il suo ingresso nella stanza e Niccolò lo vede portare la mano destra sulla pistola nascosta nei jeans. Ha avuto a che fare con mille ragazzi che spacciano e è questione di pochi secondi prima che Chicco sfoderi la pistola e spari all'impazzata. Niccolò guarda Baby che non sembra aver visto la pistola dato che ha lo sguardo fisso sui due ragazzoni che sono schierati ai lati di Chicco Brandini. La porta sfondata ha disorientato Niccolò ed ora i tre uomini bloccano l'uscita. Niccolò guarda Baby che sta volta ricambia lo sguardo. Ha la fronte sudata e lo sguardo impaurito, ma come sempre agguerrito, come a voler nascondere l'agitazione. Niccolò la trova bella. Non ha idea del perché in una situazione come quella in cui hanno i minuti contati, si soffermi a pensare a quanto sia bella la ragazza al suo fianco. Quel pensiero però sfugge via quando la voce di Chicco risuona tra le pareti spoglie della stanza.
«V'avevo detto de sta zitti e invece m'avete fatto sfonnà pure la porta» sbotta adirato l'uomo e Niccolò lo vede estrarre lentamente la pistola. Allora guarda Baby che ha lo sguardo fisso davanti a sé, come se cercasse una via di fuga. Niccolò in quel momento capisce di dover far avanzare i tre uomini per permettere a Baby di scappare fuori. Così la afferra per un polso e Baby sobbalza, presa alla sprovvista, poi però guarda Niccolò che tenta di rassicurarla con uno sguardo caldo e rincuorante - mettendo per un attimo da parte la freddezza che lo caratterizzava nel suo lavoro - e la fa indietreggiare. Come previsto i tre uomini avanzano, liberando lentamente l'uscita.
Chicco ridacchia irriverente e «Cos'è? Fino a due minuti fa gridavate come matti e mo ve siete azzittiti?» li sbeffeggia tenendo sempre la pistola in una mano, nascosta dal giacchetto nero di similpelle.
Baby deglutisce e Niccolò assottiglia lo sguardo. Sa che non deve rispondere alle provocazioni, anche se la tentazione è grande. Un altro passo indietro per lui e Baby e un altro passo avanti per i tre uomini di fronte a loro. Baby a quel punto guarda Niccolò facendogli cenno di aver capito cosa sta cercando di fare e che ora è il momento perfetto per scappare. Niccolò allora la guarda e annuisce, lanciando un'occhiata alla mano di Chicco Brandini posata sulla pistola. Vede Baby deglutire e prega chiunque sia lassù perché possa uscire sana e salva altrimenti ce l'avrebbe pure avuta sulla coscienza!
Baby sembra pronta a scattare via, ma Niccolò si accorge di starle tenendo ancora in polso. Guarda la sua mano che blocca la ragazza e si chiede se inconsciamente non sia il suo cervello che cerca di dirgli di non lasciarla andare, per paura che possa succedere il peggio.
Baby allora scuote il polso e Niccolò sbatte più volte le palpebre e la lascia andare. Baby gli rivolge un leggerissimo sorriso di incoraggiamento e Niccolò non può pensare che la cosa sia assurda perché è lui quello abituato ad avere a che fare con queste situazioni ed invece è Baby che sta rincuorando lui.
Niccolò allora la guarda un'ultima volta e «Vai!» grida, proprio quando Baby scatta in avanti, cercando di raggiungere il varco della porta.
È un attimo, ma a Niccolò sembra di vedere la scena a rallentatore. Baby che corre verso la porta, Chicco Brandini che la intercetta e tira fuori la pistola e poi lo sparo. Il rimbombo sembra amplificato alle orecchie di Niccolò. Sente il cuore battere a mille, fin quando non vede Brandini cadere a terra e gridare dal dolore e dietro di lui stagliarsi la figura di Adriano con la pistola ancora in mano e sollevata verso i due ragazzoni che, sprovvisti di armi da fuoco, hanno le mani sollevate in segno di resa.
Niccolò sbatte più volte le palpebre. Non ci crede.
Adriano è là, li ha appena salvati e Baby è ora tra le braccia di Bella mentre scarica l'adrenalina in un pianto rumoroso. Adriano ha gli occhi increduli mentre abbassa la pistola con la mano tremante e guarda Niccolò. Quest'ultimo si lascia andare ad un sorriso intriso di gratitudine che mai aveva rivolto ad uno dei suoi uomini e si butta a terra in ginocchio, cercando di metabolizzare la situazione.



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