CAPITOLO 27

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Non è mio padre. Queste parole continuavano a risuonarle nella testa da quando aveva abbandonato, correndo via, la centrale di polizia. Non era riuscita a togliersele dalla testa neanche un secondo. Aveva pianto tanto, tanto da sembrarle di aver finito le lacrime. Gli occhi erano rossi. Si sentiva rotta dentro. Come è possibile che un momento prima la tua vita vada bene, nonostante i piccoli intoppi quotidiani, e il secondo dopo vorresti scappare e essere tutt'altra persona per smettere di soffrire? Come è possibile che tutto d'un tratto vorresti vivere la vita di qualcun altro, chiunque, pur di non vivere la tua?
Questa volta non si trattava della solita litigata con suo padre, qui si trattava della sua vita. Aveva vissuto diciotto anni nella menzogna, chiamando padre un uomo che in realtà non lo era. E lei come aveva potuto non accorgersene? Adesso, riflettendoci bene, si rendeva conto che in effetti non c'era nessuna somiglianza fisica con il Commissario Gervasi, solo somiglianze caratteriali. Suo padre... non riesce nemmeno a chiamarlo Diego, la sua mente - sopratutto il suo cuore - la costringono a chiamarlo ancora 'papà'. Lui le aveva mentito, le aveva tenuto la verità nascosta per tutti questi anni e la cosa di cui Baby non si capacita è: quanti anni ancora lo avrebbe fatto se Baby non lo avesse scoperto da sola? Per un attimo si pente di averlo scoperto così perché il dolore che sente ora è immenso e la opprime. Forse suo padre glielo avrebbe detto, stava solo cercando le parole giuste? Ma erano passati diciotto anni e Baby aveva il diritto di saperlo.
Ora, seduta sul muretto del Gianicolo - il suo posto preferito di Roma, il luogo dove andava quando aveva bisogno di riflettere e di stare da sola, staccando dalla realtà, come in quel momento - rivive con la mente tutti i momenti passati con suo padre: quando lui le aveva insegnato ad andare in bicicletta, a nuotare; quando da piccola la faceva salire sulle spalle e la portava in giro per Roma a passeggiare; quando la prendeva in braccio e le faceva fare i tuffi in acqua; quando per sbaglio entrambi dimenticarono il rubinetto della doccia aperto e allagarono casa.
A quel ricordo Baby sorride involontariamente perché ricorda perfettamente la faccia sconvolta di sua madre che entrò in casa trovandola allagata mentre Baby e il Commissario dormivano ignari sul divano mentre la TV riproduceva il DVD di Titanic. Baby ricorda di come si mise a ridere perché sua madre li rimproverò, ma poi, calmatasi, li aveva presi in giro dicendo che solo perché stavano vedendo Titanic non significava che dovessero allagare pure casa come se fosse la nave stessa del film!
Un sorriso nostalgico, amaro, dolorante prende possesso delle labbra di Baby che chiude gli occhi e in quel momento vorrebbe poter schioccare le dita e ritornar indietro a quei tempi in cui era felice, senza preoccupazioni, la sua vita era bella, non sapeva ancora nulla e sopratutto i suoi genitori erano ancora insieme. Allora pensa a sua mamma, da qualche parte nel mondo dalla sua nuova famiglia e sente il sangue ribollire nelle vene. Perché di punto in bianco li aveva abbandonati? Mai una chiamata, mai un messaggio. Perché? Eppure Baby ricordava chiaramente che tipo era sua mamma: travolgente, attiva, solare e ogni tanto anche un po' severa. Baby la amava e la ammirava. Sempre in forma, bella, con le mani smaltate e ai piedi scarpe col tacco - che ogni tanto Baby le rubava per imitarla e provare a camminarci, finendo sempre per cadere.
E allora si chiedeva se per caso l'abbandono fosse colpa sua. Se lei non fosse stata la figlia che sua madre desiderava e per questo la donna se ne era andata e si era costruita un'altra famiglia. Più ci rifletteva più rimaneva confusa. Eppure lei non era mai stata una bambina cattiva. Sì, era attiva, testarda e pestifera, ma sapeva anche adattarsi alle situazioni, quindi potrebbe essere che sua madre se ne sia andata per un altro motivo? E ancora sente la rabbia quando pensa che anche sua madre non le ha mai detto dell'adozione. Per un secondo le sale un dubbio: e se suo padre lo avesse tenuto nascosto anche alla madre? Poteva essere. Come poteva anche essere che sua madre se ne fosse andata una volta saputo che Baby non era figlia di Diego.
Baby scuote la testa e lancia un sasso lontano, lo sguardo puntato sul panorama spettacolare che però quella mattina non riesce ad apprezzare dovutamente.
Il cervello le scoppia e per un attimo cerca di non pensare. È quasi ora di pranzo e alcune famiglie e compiette si stanno impossessando delle varie panchine dove mangiare un bel panino con la porchetta. Baby non ha fame. Sono ore che è lì ferma a guardare il panorama, senza guardarlo davvero però, ma ha lo stomaco chiuso. Le guance sono piene di lacrime secche e gli occhi ancora rossi. Tira su col naso un'ennesima volta mentre dietro di lei passa una coppia e Baby ascolta distrattamente ciò che stanno dicendo.
«Ma amore è uscito un mese fa! Se non ci sbrighiamo lo levano da tutte le sale!» - è un ragazzo a parlare. Baby non può vederlo in volto perché è di spalle.
«Amore ho capito, ma vacci con uno dei tuoi amici no? Lo sai che a me gli horror non piacciono!» - è la risposta della ragazza e Baby sente l'aria mancare per un attimo a quella frase mentre la coppia si allontana e Baby riesce solo a sentire l'ultima frase del ragazzo che «Gli horror sono la cosa più bella che ci sia!» esclama, dando il colpo di grazia a Baby. Infatti si aggrappa al muretto con forza, facendo diventare le nocche bianche e cerca di mantenere regolare il respiro, strizzando gli occhi mentre l'immagine che aveva cercato di scacciare via per tutta la mattina, concentrandosi su altro, le appare ora nella mente, nitidissima. Niccolò. È lì, davanti a lei, nella sua mente. Niccolò che piange, che le allunga una mano per afferrarla e non lasciarla andare; mano che Baby avrebbe tanto voluto afferrare, ma che non aveva potuto fare data la rabbia e il risentimento; Niccolò che la chiama 'amore', Niccolò che le dice che è bellissima quando dorme. Niccolò che aveva finalmente capito di essere innamorato di lei. Per un attimo la parte di Baby che non è arrabbiata si chiede come stia Niccolò e si maledice per averlo allontanato di getto e fatto soffrire, ma l'altra parte è arrabbiata, è risentita. Non capisce perché Niccolò l'abbia fatto. Forse, a mente lucida, non gli avrebbe gridato contro tutte quelle cattiverie, ma nel pensare a ciò che Niccolò le ha tenuto nascosto sente il cuore frantumarsi ancora e ancora. Come aveva potuto tenerglielo nascosto? Fosse anche per proteggerla, se veramente Niccolò avesse voluto intraprendere quella relazione, avrebbe dovuto dirglielo. La cosa che le fa più male è che Niccolò non si sia fidato abbastanza di lei.
Se lui le avesse rivelato tutto, ma le avesse anche detto di non dire nulla al Commissario, Baby lo avrebbe fatto. Lei si era fidata di Niccolò, aveva rischiato una litigata colossale con suo padre per stare con lui e lui invece? Le aveva tenuta nascosta la verità. Una parte di Baby sa che Niccolò lo ha fatto per proteggerla e perché non spettava a lui dirle tutto, ma ai suoi genitori. Però meglio se lo fosse venuto a sapere da Niccolò che in questo modo, trovando il test di paternità, no?
In realtà non lo sa neanche lei, è confusa. E sente il triplo del dolore nel pensare a Niccolò perché ne è perdutamente innamorata. Innamorata persa. Diavolo, più ci pensa più sente il cuore aumentare i battiti. Sì, è arrabbiata con lui, ma ne è anche innamorata e si sente tremendamente combattuta.
È arrabbiata; è arrabbiata perché lui non è stato sincero con lei e se già iniziano con i segreti senza essere fidanzati, come avrebbero potuto portare avanti una relazione? Sempre che, dopo questo, avrebbe potuto esserci. E pensare che doveva essere tutto un divertimento; andare a letto con l'attraente Ispettore di polizia per divertimento. E alla fine se ne era innamorata... ed ora stava soffrendo. E per un attimo si chiede se forse non sarebbe stato meglio non incontrarlo del tutto; se quel giorno non si fosse fatta gli affari suoi, se non fosse andata su quella maledetta scena del crimine; se avesse ascoltato Bella. E inevitabilmente il cuore le si frantuma un'ennesima volta. Bella, la sua migliore amica, sua sorella. Non c'era un giorno che non pensasse a lei. Da quando si erano conosciute a quel parco giochi, quando Bella le aveva prestato la sua Barbie con il vestito azzurro per giocare insieme, da quel momento non passava giorno che non si sentissero, stessero insieme o si parlassero. La persona più importante in assoluto nella vita di Baby. Bella, con tutti i suoi difetti, con la sua fissa per i Ringo, la sua mania di mettere lo smalto solo sulle unghie della mano destra, il suo odio per i pop corn e il suo amore per lo zucchero filato; la sua collezione di sassi colorati; ma anche la sua generosità, la voglia di aiutare gli altri; tutte le volte che aveva spronato Baby, che le aveva fatto capire come stavano le cose, che le aveva dato delle dritte su come cavarsela in determinate situazioni. Bella, che c'era stata la prima volta che Baby aveva baciato un ragazzo solo per non rimanere l'unica a non averlo fatto; Bella che l'aveva accompagnata fino a Londra solo per fare una foto con Ed Sheeran; Bella a cui aveva raccontato la sua prima volta con un ragazzo; Bella che le era venuta dietro in quella discoteca, quando le era venuto in mente di seguire Niccolò e Adriano e prendere parte alla copertura, mettendo a rischio la vita della sua migliore amica; Bella che aveva una pazienza infinita con lei e che, nonostante tutte le arrabbiature che Baby le causava, non si era mai tirata indietro ed era sempre stata dalla sua parte. Quella stessa Bella che Baby aveva sempre ammirato, era stata la stessa che quella mattina le aveva confessato di averla tenuta all'oscuro della verità, alleandosi con Niccolò.
E a Baby era bastato uno sguardo per capirlo. Tra loro era così: quante volte avevano parlato senza neanche aprire bocca! E quella stessa ragazza che Baby considera la persona più importante per lei, l'ha tradita, magari per proteggerla, ma le ha comunque nascosto la verità. Baby non se ne capacita e nel ripensare alle lacrime di Bella e al suo pianto disperato, a come l'avesse rincorsa fin fuori la centrale, sente le guance bagnarsi. Sta di nuovo piangendo. Allora guarda dritta davanti a sé mentre singhiozza e con tutta la forza del mondo scaglia un sasso lontano da sé, gridando. Lancia un urlo fortissimo, un urlo pregno di tutte le emozioni negative che la stavano logorando; un urlo che attira l'attenzione di due signori anziani che, proprio in quel momento, stanno camminando dietro di lei. Baby sente uno dei due chiederle se vada tutto bene, ma non ha forza di rispondere, così annuisce e scende dal muretto. Il Gianicolo sta diventano affollato e lei vuole andarsene. Così con un salto tocca terra e a passo svelto si allontana, sotto lo sguardo stralunato dei due anziani.
Il Gianicolo le ha sempre fatto bene; l'ha sempre fatta pensare, ma questa volta, andata via da lì, non si sente affatto meglio. È peggio di prima. E l'unica cosa che vuole fare è stare da sola.
Perciò si dirige a casa sua; vuole prendere la roba e andarsene. Dove non lo sa. Spera solo che, essendo ora di pranzo, suo padre non sia in casa. Poi si da uno schiaffo in faccia. Perché ancora lo chiama papà?



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