CAPITOLO 15

311 8 0
                                    

A Baby sembra di vedere tutto a rallentatore, come se il tempo si fosse fermato. Le macchine della polizia che accorrono sul luogo dell'omicidio; gli uomini della scientifica che recintano l'area con il cadavere e numerano le prove; gli agenti che fotografano le prove; il medico legale che analizza il corpo. Tutto sembra muoversi a rilento. Lancia un'occhiata a Bella, spaventata tanto quanto lei ed ora abbracciata a sua madre, dalla parte opposta del cortile. Baby aveva bisogno di un po' di spazio e aveva preferito allontanarsi un attimo nonostante Bella e sua mamma l'avessero invitata nel loro abbraccio. In quel momento anche il papà di Bella fa l'ingresso nel cortile e Baby legge uno sguardo scioccato nei suoi occhi mentre si dirige frettolosamente verso la moglie e la figlia.
Baby allora sposta lo sguardo su una mandria di giornalisti che sta venendo dritta verso di loro e proprio in quel momento una macchina della polizia parcheggia davanti all'entrata del cortile, le ruote ancora fumanti per la fermata brusca e da quest'ultima escono Niccolò, il Commissario Gervasi e Adriano. Baby smette di vedere tutto a rallentatore. Si sente rassicurata ora che ha visto suo padre... e Niccolò. Non ha idea del perché, ma ha notato come Niccolò sia eccellente nel suo lavoro. Serio, preciso e sopratutto attento; lo svolge con passione e sapere che anche lui è là la rende molto più sicura. Così inspira e le sembra che finalmente l'aria entri nei polmoni per la prima volta da quando aveva scoperto il cadavere poche ore prima. Non esita un attimo e corre nella direzione di suo padre che in quel momento sembrava proprio starla cercando tra la folla.
«Papà!» grida fiondandosi sul petto dell'uomo che, seppur colto alla sprovvista, non esita ad avvolgere sua figlia tra le braccia. Niccolò sente una stretta al petto nel vedere come Baby si aggrappi al Commissario, come fosse la sua àncora e cerca di scacciare i pensieri che gli ricordano quanto sarà doloroso per la ragazza quando verrà a sapere tutta la verità. Così si schiarisce la gola e senza fiatare si dirige verso il medico legale per farsi dare informazioni mentre Adriano e Gabriele cercano di tenere a bada i giornalisti alla ricerca di uno scoop.
«Amore mio,» sussurra il Commissario fra i capelli profumati di sua figlia, stringendola forte a sé, «come ti senti? Stai bene?».
Baby inspira il profumo alle noci del padre e annuisce sulla sua spalla. In realtà non sa se sta realmente bene. Ha appena trovato un cadavere nel cortile della migliore amica e non ha idea se voler scoppiare a piangere o ridere per quanto tutto ciò le sembri assurdo. Così scioglie lentamente l'abbraccio, ma suo padre le tiene comunque una mano sulla spalla e con l'altra le accarezza la guancia. Baby vede nello sguardo del padre una leggera tristezza e nota anche come gli occhi siano leggermente rossi.
«Papà hai pianto?» domanda, cogliendola alla sprovvista e vedendo suo padre spalancare di poco gli occhi. Poi però l'uomo tossicchia e «Sì amore, pensavo ti fosse successo qualcosa e mi sono preoccupato e non ho saputo trattenere le lacrime» mente l'uomo sperando che sua figlia possa crederci. Non se la sente ancora di dire nulla; la paura di perderla è troppa.
Baby allora sorride addolorata e poggia una mano su quella del padre ancora posata sulla sua guancia.
«Ti amo tanto papà, sei il migliore,» sussurra lei e il Commissario sente le lacrime premere di nuovo per uscire fuori, il cuore stretto in una morsa. 'Papà'... l'avrebbe ancora chiamato così una volta salita la verità?, «Ma lo sai che mi so difendere benissimo! Non mi sarebbe mai potuto succedere nulla!» afferma poi Baby con un gran sorriso. Il Commissario lascia che un sorriso prenda possesso delle proprie labbra e «Lo so! Mia figlia è una tosta! Infatti mi dovrei preoccupare di chi prova a mettersi contro di te!».
«Lo faccio secco!» ride Baby e legge negli occhi di suo padre un orgoglio immenso che le scalda il cuore. Fin da bambina aveva sempre avuto un legame speciale con lui. Certo, amava entrambi i genitori, ma da quando sua madre l'aveva lasciata per farsi una nuova famiglia, Baby aveva capito che potesse contare solo su una persona: suo papà. E allora il legame che già all'epoca era stretto, era diventato indissolubile nel corso degli anni in cui Baby era stata cresciuta solo da suo padre. E una cosa che aveva sempre cercato di fare era renderlo fiero di lei ed aiutarlo. Baby sapeva benissimo che suo padre aveva sofferto per l'allontanamento della moglie. Lo aveva scoperto molte notti a piangere, convinto che Baby non lo sentisse e ogni volta che succedeva, Baby non riusciva a chiudere occhio e cercava in tutti i modi di tirarlo su di morale, di fargli capire che per lei suo padre era più che abbastanza. Per questo spesso si intrometteva nel lavoro di suo padre e cercava di aiutarlo a risolvere i crimini - come stava facendo ora - perché era il suo modo per aiutarlo ed evitare che suo padre passasse notti intere a scervellarsi su prove ed indizi, privandosi del sonno.
«Commissario Gervasi, il medico legale chiede di lei».
È Niccolò a parlare e a riscuotere Baby dai suoi pensieri.
«Certo Ispettore, arrivo subito» è la pronta risposta del Commissario che sorride nuovamente alla figlia e le lascia un bacio sulla fronte mentre «Mi allontano un attimo. Tu resta qui, ok?».
Baby annuisce e il Commissario le sorride ancora per poi girarsi verso Niccolò e «Ah, Ispettore le presento mia figlia, Baby Gervasi. Baby, lui è l'Ispettore Moriconi, si sta occupando del caso» li presenta velocemente il Commissario e sia Baby che Niccolò stanno trattenendo le risate, mettendo su una scenetta buffa dato che Niccolò, cercando di mantenere un tono serio e uno sguardo severo, «Piacere signorina Baby» si presenta allungandole una mano. Baby non riesce a trattare una risata e per questo si morde il labbro, nel tentativo di evitare di scoppiargli a ridere in faccia. Ovviamente questo gesto della ragazza non sfugge a Niccolò che per un attimo rivive le immagini di poco prima: i baci sul collo di lei, le braccia di Baby intorno al suo collo, i sospiri della ragazza.
Baby per fortuna con il tono divertito «Piacere mio Ispettore» lo riporta alla realtà e lo distoglie da questi pensieri che sembra lo stiano perseguitando.
Il Commissario deve aver notato i loro sguardi divertiti perché «Vi conoscevate già?» domanda leggermente sospettoso. Conosce sua figlia e sa che sarebbe capace di intromettersi anche in questo caso, ma le aveva fatto promettere di non farlo e aveva altrettanto fatto con l'Ispettore.
Sia Niccolò che Baby si schiariscono la gola mentre «No!» afferma Niccolò proprio nello stesso momento in cui «Sì!» esclama Baby. Il Commissario li guarda confusi e con un sopracciglio inarcato.
«Sì o no?» domanda allora. Niccolò lancia uno sguardo truce a Baby che si trova in difficoltà così «Ci siamo incrociati ogni tanto a scuola visto che stanno indagando lì» tenta Baby, tirando fuori la prima cosa che le viene in mente. E sembra funzionare perché il volto di suo padre si rasserena e annuisce mentre «Ho capito. Va bene, ora noi andiamo a parlare con il medico legale, tu resta qui» - e detto questo i due uomini si allontanano. Niccolò si volta a guardare Baby che «Scampato pericolo!» mima con le labbra e con un gran sorriso, ricevendo in risposta da Niccolò uno sguardo truce e un gesto come a dire 'la prossima volta ti decapito!'. Baby ridacchia e continua ad osservare Niccolò che prende posto affianco al Commissario e appunta sul taccuino le informazioni che il medico legale sta fornendo loro. Deve ammetterlo, Niccolò è davvero sexy nella divisa, con quello sguardo concentrato, come se non volesse perdersi neanche un dettaglio. E la sua mente le ripresenta invece il Niccolò di poche ore prima, quello che l'aveva presa e fatta sedere sulla sua scrivania, con gli occhi languidi di passione. Sembrava una persona completamente diversa dal Niccolò di quei momenti, così serio e preciso. Se ripensa alla conversazione di poco prima, quando suo padre li aveva presentati vorrebbe scoppiare a ridere. Guarda nuovamente Niccolò e lo trova davvero attraente. Si morde nuovamente il labbro, involontariamente e quando se ne accorge scuote la testa. Da quand'è che fa così tante volte quel gesto? Be', da quando un attraente Ispettore le gira intorno.
«Ci siamo incrociati qualche volta a scuola» la scimmiotta una voce che Baby riconosce subito. Infatti si volta e trova Bella a braccia conserte che la fissa divertita. Baby le dà una spinta amichevole e alza gli occhi al cielo.
«Non potevo mica dirgli che lo stavamo quasi per fare nell'ufficio!» si giustifica Baby ed entrambe scoppiano a ridere. In quel momento dei giornalisti che erano riusciti a scappare dal controllo di Adriano e Gabriele, si avvicinano alle due ragazze.
«Salve ragazze! Possiamo farvi giusto due domande?» è la richiesta di una bella donna in tailleur, seguita da un uomo con la telecamera. Baby e Bella vengono colte alla sprovvista e se li ritrovano alle spalle. Si guardano con gli occhi strabuzzati, ma non riescono neanche a ribattere che la donna mette su un finto sorriso di comprensione e si affianca a Baby, mentre «Allora, chi delle due ha trovato il cadavere?».
Baby sussulta mentre Bella sembra pietrificata. Baby sa perfettamente che la migliore amica odia stare davanti alle telecamere e perde completamente il lume della ragione quando se ne trova davanti una. Dato che non può contare sull'aiuto di Bella, Baby tossicchia e «Io,» risponde guardando la donna, ma subito dopo «Però non vorrei par-».
La donna però sembra entusiasta ora e ignora completamente Baby, interponendola con un'altra domanda.
«Bene cara. Come hai trovato il cadavere? Che cosa hai pensato non appena l'hai visto? Era una persona che conoscevi? Ma più che altro: come ci si sente ad aver visto in prima persona un morto?».
Baby viene invasa da questa miriade di domande e sente il cervello scoppiare. Sente il petto sollevarsi ed abbassarsi troppo velocemente. La testa le gira e sente le gambe pietrificate. L'aria sembra mancarla e sta facendo fatica a respirare. Sta avendo un attacco di panico e non riesce a parlare. Non ne aveva da quando era rimasta chiusa in ascensore a sei anni. Le domande della giornalista l'hanno trascinata nella realtà e le hanno fatto rivivere il momento in cui  aveva trovato il cadavere. Un vero e proprio cadavere e le sembra di percepire lo shock divorarla. Non sa cosa fare se non stare ferma e sentirsi mancare. Poi, quasi come se l'avesse sentita, ecco che la voce di Niccolò squarcia il velo di oppressione e ansia che la sta soffocando. Infatti sente dei passi veloci avvicinarsi e in poco tempo se lo ritrova affianco mentre «Che cazzo ci fate qua? Non potete entrare! Andatevene subito o vi faccio arrestare senza neanche la denuncia!» sbotta accanendosi contro i giornalisti. Baby può percepire tutta la rabbia dal tono della voce.
La donna sembra voler ribattere, ma sta zitta. È il cameraman che «Noi stiamo solo facendo il nostro lavoro esattamente come voi, quindi ci lasci lavorare» ribatte con tono minaccioso e scocciato, ma Baby può percepire la rabbia di Niccolò anche senza guardarlo quando «Non avete ancora capito? Dovete andarvene! Prova a ribattere ancora e ti spacco la faccia con un pugno! Andate via e rispettate la privacy!» sbotta adirato, il volto rosso. I due giornalisti allora sbottano e scocciati si allontanano mentre a bassa voce imprecano contro Niccolò.
Baby sente l'aria mancarle ancora. Non riesce a parlare.
«Niccolò, Niccolò Baby non sta bene!» esclama Bella con la voce intrisa di preoccupazione. Per fortuna c'è lei. Bella cerca di scuotere Baby che però è ancora pietrificata, i ricordi fermi sull'immagine del cadavere di Stefano Matteucci.
«Baby!» grida Bella scuotendola per le spalle e Baby muove la testa, cercando di inalare aria, ma le sembra impossibile e inizia a respirare affannosamente.
«Non scuoterla, ferma. Sta avendo un attacco di panico» constata Niccolò e Baby si sente afferrare per le spalle e in pochi istanti il volto di Niccolò è davanti al suo. Lo sguardo è preoccupato. Baby cerca di aprire di più la bocca per inalare aria, ma le sembra difficilissimo.
«Niccolò...» sussurra tra un respiro affannato e l'altro, «Niccolò...» - annaspa alla ricerca d'aria mentre gli occhi le si riempiono di lacrime, «Sto morendo, come Stefano» sussurra ancora e respirare le sembra sempre più difficile.
Niccolò scuote la testa. Nessuno sembra essersi accorto di niente. Il Commissario ancora in riunione con il medico legale. Baby sta avendo un attacco di panico e lui è l'unico che possa fare qualcosa. Non ha molto tempo.
«Niccolò aiutala ti prego» lo supplica Bella, in preda alle lacrime nel vedere così la sua migliore amica. Niccolò inspira e guarda gli occhi di Baby, spaventati e persi. C'è troppa confusione in quel cortile però, così, senza preavviso, le afferra una mano e la trascina dietro al box degli attrezzi da giardino dove la famiglia di Bella tiene gli attrezzi da giardinaggio. Da lì tutte le voci sembrano solo un brusio.
Baby annaspa e le sembra di star affogando.
«Niccolò,» lo chiama disperata mentre inizia a piangere, «Niccolò, non riesco a respirare. Mi sento morire...» - ormai le lacrime e i singhiozzi hanno preso il sopravvento. Niccolò le si mette davanti e senza pensarci le afferra le guance con le mani, stringendole e costringendola a guardarlo. Cerca di mantenere la calma.
«Ehi Baby, guardami. Guardami!» alza la voce per attirare la sua attenzione e Baby fissa immediatamente gli occhi di Niccolò, «Bravissima, così. Ehi no no, niente lacrime va bene?».
«Sto morendo».
«Non stai morendo, capito? Non stai morendo! Ma ora devi smettere di parlare. Guardami e respira,» le ordina Niccolò, non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo dagli occhi tremendamente impauriti di Baby. Quest'ultima tenta di prendere aria, ma le sembra di non riuscirci. Infatti «Non ce la faccio,» continua a piangere, ma Niccolò non molla e «Ho detto niente lacrime. Guarda me, respiriamo insieme okay?» - Baby sembra avere lo sguardo perso così «Okay?» ripete nuovamente Niccolò a voce più alta, ricevendo l'attenzione di Baby che annuisce.
«Perfetto,» inspira lui, «insieme a me: inspira ed espira. Inspira, espira. Bravissima, così!» esclama lui vedendo Baby calmarsi leggermente e non abbandonando il suo sguardo neanche per un attimo. Sembra che la ragazza si stia rilassando quando d'improvviso stringe la giacca della divisa di Niccolò e con sguardo terrorizzato «C'è un uomo morto! Morto! Morto!» grida Baby come in trance e nuovamente le sembra di non riuscire a respirare. Niccolò stringe ancora di più le mani sulle guance di Baby per farla stare ferma e la fissa dritta negli occhi.
«Ehi no no no! Calmati! Respira! Baby devi respirare!» - ma Baby sembra completamente spaurita, incapace di ascoltare Niccolò. Quest'ultimo allora la guarda e capisce che non può fare altro. Baby sta davvero avendo un attacco di panico grave e lui non esita nemmeno un secondo nel fare ciò che deve. Così, con le mani già sulle guance di Baby, avvicina il volto di lei al suo e la bacia.
A quel contatto Baby sobbalza, ma le sembra di ritornare finalmente in sé e, anche lei senza esitazione, infila le mani nei capelli di Niccolò e si lascia baciare. Entrambi, finalmente, percepiscono del tutto quella scarica di adrenalina, anche se quel bacio non è abbastanza per colmare il desiderio che hanno l'uno dell'altra. Si baciano con desiderio e tanta passione che hanno represso per un po'. Baby tira leggermente i capelli di Niccolò che si lascia andare ad un sospiro nella bocca della ragazza. L'attacco di panico dimenticato. Quando però non hanno più aria si allontanano l'uno dall'altra e la prima cosa che entrambi pensano è: finalmente! Nessuno li aveva interrotti. Si erano baciati, anche se era stato più un bacio necessario. Niccolò guarda le labbra gonfie di Baby e desidera gettarsi di nuovo su di esse, ma deve mantenere un contegno. Pochi metri più in là c'è il padre della ragazza che ha baciato - il quale è ignaro di tutto - e il cadavere di un probabile ladro. Di certo non la migliore situazione per baciarsi.
Baby sospira e si lecca le bracca sentendo ancora il gusto di quelle di Niccolò.
«Perché mi hai baciata?» domanda allora spontaneamente, nonostante lo volesse anche lei con tutta sé stessa. Il problema era che quella situazione le sembrava l'ultima in cui potesse avvenire un bacio tra lei e Niccolò. Quest'ultimo sospira e la guarda dritta negli occhi.
«Stavi avendo un attacco di panico e non sapevo come riuscire a farti calmare. In più ho letto che trattenere il respiro aiuta a calmare gli attacchi di panico, così ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente».
«Baciarmi».
«Già e mi sembra che non ti sia dispiaciuto più di tanto» la stuzzica Niccolò e Baby alza gli occhi al cielo; certo che non le è dispiaciuto - anzi, farebbe pure il bis! - ma non può dargliela vinta!
«Ed ecco che torna il Niccolò sbruffone! Hai rovinato il momento!» lo attacca Baby, ma il tono è ironico e divertito. Niccolò inarca un sopracciglio, fingendo di non capire mentre «Momento? Quale momento? Non c'è stato nessun 'momento'» sottolinea sarcasticamente lui, virgolettando l'ultima parola. Baby sta per dargli una spinta quando sentono entrambi la voce di Adriano provenire dal walkie tolkie che Niccolò ha appeso alla cintura della divisa che «Ispettore, il medico legale vuole discutere con lei di un particolare sul cadavere. La aspettiamo. Passo e chiudo» avvisa Niccolò che sbuffa e alza gli occhi al cielo. Baby non riesce a trattenere una risata mente «Certo che Adriano ha proprio un bel tempismo-».
«Di merda!» termina per lei Niccolò mentre cerca di ricomporsi e sistemare i capelli che Baby gli aveva scompigliato. Niccolò adorava la sensazione delle mani fra i capelli e Baby sembrava avere questa specie di fissa dato che anche le volte prima, in ufficio, aveva infilato le mani tra i capelli di Niccolò e Niccolò ne andava pazzo. Prima di voltarsi e raggiungere i colleghi - ovviamente sarebbero tornati in due momenti diversi altrimenti qualcuno avrebbe potuto sospettare - si volta verso Baby e «Ti senti bene?» domanda con un tono comprensivo che meraviglia Baby. Quest'ultima trova il comportamento di Niccolò davvero dolce e gli regala un sorriso sincero, sospirando.
«Sì. Diciamo che potrei stare meglio e che probabilmente per le prossime notti farò incubi su quel cadavere, ma sì, sto bene. Per ora».
Niccolò inspira e calcia un sassolino a terra.
«Mi dispiace per quello che hai visto e che ti è successo. Sai, a volte capita...».
«Capita di trovare cadaveri nel giardino della tua migliore amica? Anche a te è successo?» ironizza Baby cercando di sdrammatizzare per evitare di avere un altro attacco di panico - anche se il metodo di Niccolò per calmarla non le dispiace affatto!
Cerca di sdrammatizzare perché è l'unica arma che ha per non crollare davanti alla realtà. Niccolò la guarda e di nuovo si meraviglia della forza che questa ragazza sta tirando fuori. Ha appena visto un cadavere ed ora sembra tranquilla e rilassata! Niccolò sa che non è così, ma ammira la forza d'animo che ha Baby. Così le sorride divertito e «No, intendevo che ogni tanto capita di vedere cose terribili e ci sembra di impazzire, come se il nostro cervello non riuscisse a razionalizzarle. In quel caso cerca sempre di sfogarti con qualcuno» le spiega Niccolò con tono comprensivo. Baby annuisce e mantiene un sorriso leggermente amaro mentre «Non avevo un attacco di panico da anni» confessa, senza un reale motivo.
Niccolò la guarda e si passa una mano sulla leggera barba.
«Gli attacchi di panico sono dei bastardi. Però almeno ora sai come farlo passare se dovesse arrivarne un altro» tenta di consolarla Niccolò. A quelle parole Baby sorride con sfacciataggine perché non può non dire la sua.
«Intendi andando in giro e baciando gli Ispettori di polizia?» domanda con divertimento e una punta di sfida. Niccolò si accorge di questo cambio di espressione e si chiede come faccia quella ragazza a passare da un'emozione all'altra con così tanta facilità. C'è da impazzire a starle dietro!
Così sorride divertito e «Io intendevo trattenendo il respiro, ma se preferisci il metodo che hai detto  fa pure» - è la risposta divertita di Niccolò che inizia ad allontanarsi per raggiungere il medico legale e gli altri suoi colleghi. Baby lo guarda andare via e si lecca le labbra, quasi potesse ancora assaporare il gusto di quelle di Niccolò, la loro delicatezza e la loro morbidezza. Poi sorride: il metodo del bacio è più efficace. E poi se avesse avuto un altro attacco di panico, ora sapeva a chi chiedere aiuto!



Erano le sette  di sera di quel sabato infernale e Baby non vedeva l'ora che quella giornata finisse. Di suo padre neanche l'ombra. L'aveva avvisata che avrebbe fatto tardi e così Baby posa il telefono senza neanche ordinare le pizze. Di solito il sabato era la serata in cui lei e suo padre ordinavano pizza e patatine e facevano una maratona di film fino a notte inoltrata - anche se suo padre non resisteva neanche fino a mezzanotte. Ma a lei andava bene così: erano le serate padre-figlia e Baby le amava così com'erano. Quella sera però Baby aveva intuito che suo padre non avrebbe rispettato la serata. Quel caso si faceva sempre più intricato e Baby era sicura che suo padre sarebbe rimasto fino ala mattino in centrale a scervellarsi su quel crimine - come faceva spesso negli ultimi tempi. Così sospira perché sa che, anche se fosse andata in centrale per fargli cambiare idea, non ci sarebbe riuscita. Aveva anche pensato di andare da Bella, ma di sicuro l'amica avrebbe passato la serata con i genitori e non voleva disturbarla - nonostante i genitori di Bella la trattassero come una seconda figlia. In più dopo quello che era successo era meglio se evitava di mettere piene nella proprietà della famiglia di Bella, per evitare altri spiacevoli inconvenienti come ritrovare altri cadaveri.
Non riesce a togliersi dalla testa l'immagine di Stefano Matteucci privo di vita, sdraiato tra l'erba, con gli occhi spalancati. E in effetti aveva anche paura di chiudere gli occhi o andare a dormire, per il timore che quell'immagine potesse riapparirle davanti e disturbarle il sonno. Non era mai stata un ragazza debole. Tendeva di solito a mettere da parte le emozioni, a nasconderle anche, per non far preoccupare gli altri. E così aveva fatto con suo padre che, prima di riaccompagnarla a casa, le aveva chiesto se fosse tutto apposto e se avesse voluto che lui fosse rimasto con lei. Baby gli aveva detto che andava tutto bene, ma ora sentiva che la presenza del padre l'avrebbe aiutata a tranquillizzarsi. Così, visto che in TV non c'è niente, apre whatsapp e va sulla chat di Bella dato che c'è un messaggio non letto. Spalanca gli occhi quando lo vede e sorride: è l'indirizzo di casa di Niccolò che Bella le aveva mandato mentre lei era scesa a buttare la spazzatura e aveva... meglio non ricordare!
Via dei sette re di Roma, 14.
Sorride e si rigira il telefono tra le mani. Ripensa a Niccolò, a quello che era successo poche ore prima. Che giornata! Aveva scoperto che la collana era falsa, aveva trovato un cadavere e aveva baciato un Ispettore di polizia! E che ispettore! La cosa divertente è che non era riuscita a concludere niente con Niccolò quando erano chiusi nell'ufficio di lui, senza che nessuno li vedesse e invece si erano baciati nel cortile della sua migliore amica con tutta la centrale di polizia - e suo padre! - a pochi metri di distanza, col rischio di essere scoperti.
Se lo sapesse Bella! Lunedì, quando si vedranno a  scuola, deve assolutamente raccontarglielo!
Così riguarda nuovamente l'indirizzo di Niccolò. Ripensa al bacio, a quanto le sarebbe piaciuto approfondire, a quanto Niccolò fosse stato delicato e a come non avesse esitato ad aiutarla ad uscire dall'attacco di panico. Così sospira e si ritrova con un sorriso imbambolato stampato in faccia. L'orologio segna le sette un quarto e le chiavi dell'auto di suo padre sono sul mobile accanto alla porta - dato che suo padre si spostava con la macchina che forniva la centrale. Allora ripensa a Niccolò, a come non avesse esitato a baciarla e a quanto desiderio l'aveva attraversata quando lui l'aveva baciata. Poi ripensa alle parole di Bella: 'Vai a casa sua e finisci ciò che avete iniziato!'.
Così pensa che per una volta può fare quello che vuole lei, senza mettere gli altri davanti a se stessa. E così decide di imitare la sicurezza con cui Niccolò l'aveva baciata e in quattro e quattr'otto infila un paio di scarpe - non pensa neanche di cambiare la tuta che indossa, tanto non era mica un appuntamento! - e, afferrando la borsa a tracolla, esce di corsa, entrando in macchina e guidando con prudenza quei quindici minuti che le servono per raggiungere casa di Niccolò. Dopo aver parcheggiato scende ed esita solo un secondo. Poi però si ripete che, nel caso Niccolò l'avesse respinta, almeno avrebbe potuto farsi aggiornare su ciò che avevano scoperto oggi grazie al medico legale. Così inspira e senza più esitare cerca il cognome 'Moriconi' e citofona.
La risposta arriva subito dopo con un «Terzo piano, scala A».
Baby si stranisce per un attimo. Che Niccolò sapesse che era lei? Poi però decide di smettere di riempire la testa di paranoie e segue le indicazioni, facendo tre piani di scale a piedi - dopo la terribile esperienza dell'ascensore a sei anni. Una volta arrivata davanti alla porta di casa ha un altro momento di esitazione, che però scaccia via quando sente, dall'altra parte, la voce calda di Niccolò che canticchia qualcosa.
Pochi secondi dopo infatti è proprio lui a venirle ad aprire, con una canottiera bianca che lascia le braccia tatuate scoperte. Baby non pensava che Niccolò potesse avere dei tatuaggi, ma non fa in tempo ad osservarli perché quest'ultimo, con uno sguardo confuso ed esterrefatto, «Baby?» domanda squadrandola.
Baby inspira e lo guarda, mettendo su uno sguardo convinto e «Ciao Niccolò» saluta ed entra in casa, sotto lo sguardo ancora più confuso di Niccolò che la lascia tranquillamente entrare.
———
Capitolo intenso... 😂😍🤩
A voi i commenti!💚
Grazie sempre a voi che leggete!💜

Sarebbe la tua vita il tuo film preferito//Ultimo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora