CAPITOLO 24

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«Sei anni fa. Valerio era appena stato chiamato per un colloquio con l'FBI, aveva lavorato sodo tutta la vita per arrivare a questo ed eravamo davvero legati al tempo,» - Niccolò ridacchia con amarezza mentre guarda le dita della mano, perso nei dolorosi ricordi, «Quindi quel giorno doveva partire per l'America. In quel periodo eravamo davvero vicini ad arrestare un famosissimo cartello di droga e dovevamo incontrarci con gli spacciatori, sotto copertura ovviamente» - a quelle parole deglutisce nel ricordare quando lui e Baby erano andati in quella discoteca - anche loro otto copertura - e strizza gli occhi, poi continua, «Erano mesi che lavoravamo sulla copertura, avevamo mandato degli infiltrati ed eravamo riusciti a guadagnarci la loro fiducia. Erano in trappola. Però Valerio doveva partire, altrimenti avrebbe perso la sua occasione. Gli ho detto che mi sarei occupato io di tutto, che lui doveva andare e cogliere l'occasione e che avrei risolto tutto io. E Lorenzo, mio fratello, il più piccolo,» - la voce si spezza nel mormorare quelle parole, ma Niccolò sente di aver bisogno di raccontare e così deglutisce, si asciuga un'ennesima lacrima e prosegue, guardando a terra, «era come te. Voleva venire a tutti i costi. Valerio era contrario, ma Lorenzo ci ha pregati. In fin dei conti anche lui aveva iniziato la carriera militare e poi ci ha fatto notare che non sarebbe successo nulla di male perché alla fine saremmo stati coperti dagli agenti pronti a sparare in caso di pericolo e il piano era stato rivisto migliaia di volte in tutti i minimi dettagli. Alla fine, non so come, ci ha convinti. E l'ho portato con me».




Sei anni prima...

«Quindi mi porti con te?».
«Sì».
«E quando partiamo?».
«Nel pomeriggio».
«A che ora abbiamo appuntamento?».
«Alle cinque?».
«Dove?».
«Alla terza uscita del raccordo anulare».
«Dove stai andando?».
«A prendere del nastro adesivo e una chiave».
«Per fare cosa?» domanda corrucciandosi Lorenzo.
«Per tapparti la bocca, chiuderti in cella e gettare la chiave» risponde di getto Niccolò, aprendo il cassetto della scrivania e tirando fuori un fascicolo.
Lorenzo, alle sue calcagna, si ferma immediatamente e Niccolò vede sul volto del fratello dipinto uno sguardo spaurito perché Niccolò sapeva essere molto spaventoso quando minacciava. Così scoppia a ridere e dà una spintarella a Lorenzo, scuotendo la testa e «E dai! Stavo scherzando!» lo prende in giro ridendo, con un gran sorriso smagliante e Lorenzo sospira di sollievo e gli fa una linguaccia. Niccolò ridacchia e tira fuori dei fogli dal fascicolo, però poi si fa serio e «Dico sul serio però, basta domande altrimenti ti lascio qui» lo avverte, sedendosi sulla grande sedia di pelle e, mentre afferra la penna per firmare una serie di scartoffie, Lorenzo si siede sul bordo della scrivania del fratello.
«No! Sto zitto sto zitto!» ribatte subito il più piccolo, portandosi le mani sulle labbra ad avvalorare la sua esclamazione. Niccolò gli scocca un'occhiata divertita nel vedere la voglia di Lorenzo di mettersi in gioco. In realtà non è molto convinto. È vero che suo fratello stava studiando per entrare nel dipartimento di polizia ed aveva partecipato ad altre missioni, anche se di poco conto, però aveva comunque paura per lui. Perché qui si parlava di un cartello importante di droga. Eppure suo fratello aveva insistito tanto e così Niccolò si era convinto a farlo partecipare ed era stato proprio lui a convincere Valerio a farsi sostituire da Lorenzo. Valerio infatti aveva dedicato la sua vita a questo: entrare nell'FBI e se quel colloquio in America fosse andato bene, sarebbe stato preso. Quando però aveva visto Lorenzo insistere per partecipare alla missione al posto suo, aveva anche pensato di rinunciare. Niccolò sapeva quanto Valerio e Lorenzo fossero legati. In realtà erano un bel trio: tre fratelli che avevano intrapreso carriere simili, tutti dediti alla difesa della propria Nazione. E Lorenzo, essendo il più piccolo, era inevitabilmente protetto dai due fratelli che tentavano, spesso anche con oppressione, di proteggerlo dai mali del mondo, nonostante ci fossero numerosi battibecchi e litigate tra i tre. Ed erano proprio queste alternanze tra litigate e momenti sereni che avevano contribuito a saldare in modo così forte il loro rapporto. Niccolò aveva davvero riflettuto bene sulla proposta di Lorenzo e alla fine si era fatto convincere mentre Valerio era rimasto dubbioso. Da una parte voleva partecipare alla missione così che Lorenzo non fosse più dovuto andare la posto suo, ma d'altro canto quando gli sarebbe ricapitata un'occasione per entrare all'FBI? Così, sotto le pressioni di Niccolò e Lorenzo e un volo privato che lo stava aspettando, si era lasciato convincere, ma aveva fatto un discorso lungo un quarto d'ora a Niccolò e Lorenzo sulla responsabilità e sul guardarsi le spalle a vicenda. Poi aveva preso da sorte Niccolò e lo aveva pregato di proteggerti eLorenzo ad ogni costo, dicendogli di avergli affidato tutta la propria fiducia e Niccolò glielo aveva promesso.
Così, mentre Niccolò firma le ultime scartoffie, Lorenzo si guarda intorno e cammina per il piccolo ufficio di suo fratello. Osserva le medaglie incorniciate e appese al muro marrone. Medaglie numerose ed importanti. Le sfiora con la mano e spera un giorno di avere anche lui un ufficio da riempire di medaglie di valore. Sa che suo fratello presto verrà insignito del grado di Ispettore e ne è orgogliosissimo. Infatti si volta a guardare suo fratello Niccolò. Gli vuole un mondo di bene, così come a Valerio. È legato ad entrambi, in modo diverso. Valerio è il fratello con cui può studiare, che lo aiuta nei compiti o che lo scarrozza in giro per la città con la sua auto, portandolo spesso a conoscere i suoi amici pazzeschi o a conoscere nuovi ristoranti aperti in zona. È il più serio tra i tre. Niccolò è diverso; Niccolò è il fratello con cui può ridere fino a farsi venire le lacrime, con cui può giocare ai video games o vedere i film horror fino a notte fonda. È il fratello con cui litiga di più, ma anche quello con cui trascorre la maggior parte del tempo visto anche che Valerio fa tirocinio nel dipartimento di polizia dove Niccolò lavora.
«Ok, ho finito di firmare queste scartoffie inutili,» - Niccolò chiude la penna e inferisce i fogli nella cartella e la cartella nel cassetto, stiracchiandosi e sorridendo nella direzione di Lorenzo.
«Stai ammirando tutte le medaglie del tuo fantastico fratello?» lo prende in giro e Lorenzo si accorge di avere ancora la mano sulla cornice di una delle medaglie più recenti. Alza gli occhi al cielo davanti a quell'affermazione.
«No, le stavo contando. Sono davvero poche!» lo stuzzica con un sorriso divertito, vedendo il volto di Niccolò cambiare espressione e inarcare un sopracciglio, «Sono andato nell'ufficio dell'agente Martino e ne ha molte di più!».
A quelle parole Lorenzo scoppia a ridere per l'espressione contrariata del fratello maggiore. Sa perfettamente che Niccolò ha un dissidio, da tempo, con l'agente Martino. È come se facessero a gara a chi riesce a conquistare più medaglie e con quella battuta sa di aver colpito il fratello dritto nell'orgoglio, tanto che «Be', se ne ha di più lui perché non vai da lui a lavorare? Sappi però che mentre io vado in missione sotto copertura, la cosa più eccitante che fa lui è riordinare l'archivio degli omicidi non risolti!» ribatte Niccolò stizzito, alzandosi dalla sedia. Lorenzo allora solleva gli occhi al cielo e si avvicina a Niccolò. Lo conosce e sa che Niccolò ride a tutte le battute, tranne quelle che riguardano l'agente Martino.
Lorenzo, divertito, si avvicina e, come aveva fatto Niccolò prima con lui, gli dà una spintarella.
«Quanto sei permaloso! Lo sai che scherzo!».
«Mai scherzare con l'orgoglio di un poliziotto!».
Lorenzo scoppia a ridere e anche Niccolò non può non trattenere un sorrisino. Sa che suo fratello sta scherzando, ma sa perfettamente dove colpire!
«Ah no?» domanda Lorenzo divertito.
Niccolò lo scruta, «No, perché ho io il coltello dalla parte del manico».
«Tu dici?».
Niccolò inarca un sopracciglio davanti al sorriso divertito di Lorenzo che se la spassa a stuzzicare il fratello maggiore.
«Lo sai che posso ancora andare a prendere quella chiave e chiuderti in cella?» lo minaccia giocosamente Niccolò, oltrepassandolo e avviandosi alla porta dell'ufficio. Lorenzo si volta e lo segue.
«Certo e poi che motivazione dai? "L'ho richiuso perché mi ha fatto notare che ho meno medaglie dell'agente Martino e io non riesco ad accettarlo perché sono troppo orgoglioso"» lo sbeffeggia Lorenzo e Niccolò scoppia a ridere nel sentire come quest'ultimo tenti di imitare la sua voce.  Si gira infatti verso il fratello minore e scuote la testa.
«No, dico che hai rubato tu lo yogurt dell'agente Losanna».
A quelle parole Lorenzo sgrana gli occhi.
«Ehi no! Ma l'hai visto quello? È tre volte me! Mi squarterebbe!» sbotta Lorenzo e Niccolò si tiene la pancia dalle risate davanti alla faccia buffa dell'altro. Anche Lorenzo non può che farsi coinvolgere dalle risate e ben presto si trovano con le lacrime agli occhi. È questo che intende quando dice che con Niccolò ride fino alle lacrime.
«Sei assurdo» commenta Niccolò, aprendo la porta del proprio ufficio.
«E tu sei un pessimo fratello» ribatte scherzosamente Lorenzo, facendo voltare di scatto Niccolò.
«Ah sì?» domanda assottigliando lo sguardo esilarato.
«Sì!» afferma Lorenzo continuando a sbeffeggiarlo, «Permetteresti che il tuo adorato fratellino minore venisse squartato da un energumeno?».
Niccolò sorride e alza gli occhi al cielo.
«Innanzitutto l'agente Losanna non è un energumeno. È solo un po'... enorme e leggermente aggressivo».
Lorenzo sgrana gli occhi e allarga le braccia.
«Leggermente aggressivo? Una volta l'ho visto prendere a calci la macchinetta degli snack perché si erano bloccati dentro i suoi M&M'S».
Niccolò ridacchia e «Ok, magari è parecchio aggressivo. Ma parli tu? Tu che ti sei offerto di venire con me in una missione suicida?».
Lorenzo fa un gesto con la mano banalizzando le parole del fratello e poi sorride, guardandolo negli occhi.
«Lo so che dici 'missione suicida' solo per spaventarmi e farmi desistere!».
«No! Per quanto siamo protetti dagli agenti, è pur sempre pericolosa!».
Lorenzo allora fa spallucce e poggia una mano sulla spalla di suo fratello. Sorride e lo guarda più che compiaciuto.
«Tanto ho te accanto e so che mi proteggerai» mormora in risposta e Niccolò sente una stretta al cuore nel leggere negli occhi di suo fratello tutta la sincerità di quelle parole. Sa perfettamente che suo fratello lo ammira molto, lo vede ogni volta che Niccolò gli fa il resoconto di una sua missione e Lorenzo lo guarda con gli occhi luminosi e orgogliosi.
Così sorride e ricambia lo sguardo di Lorenzo con uno grato e si mostra sicuro.
«Sempre Lorè,» - sorride, «ti proteggerò sempre» gli promette, guardandolo dritto negli occhi.




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