«Sappiate che cambierò corso, questo è momentaneo!» disse Allison imbronciata. Io, lei e Noah eravamo diretti verso la palestra, nella quale avremmo iniziato il nostro corso di ginnastica. In realtà, il corso in sé durava solo le prime due settimane, fin quando non sarebbero iniziati i corsi pomeridiani dedicati alle squadre della scuola. Ma questo, Allison ancora non lo sapeva.
«Andiamo All, non fai nulla durante le tue giornate se non poltrire su una sedia o un divano, puoi anche muoverti ogni tanto!» disse Noah sghignazzando, al che mi trovai costretta a sorridere annuendo.
«Tacete, tacete!» disse gesticolando con le mani. «La mia pazienza è già al limite per fare sport alle otto del mattino, non ci mettete nulla a beccarvi un pugno per uno!»
Io la presi sottobraccio, per poi girarmi verso Noah e prendere parola nel discorso.
«La porto a cambiarsi, vista la sua velocità altrimenti faremmo tardi» dissi infatti, per poi beccarmi da lei un dito medio come risposta.Andammo negli spogliatoi, non trovando poi nessuno. Grazie a questo dettaglio ci cambiammo in fretta, per poi entrare nell'enorme palestra e vedendo da lontano Noah, il quale era intento a parlare con alcuni ragazzi.
«Principesse! Siete sveglie ora?» chiese sfottendoci, al che gli diedi un pugno sulla spalla facendolo ridacchiare. «Ouch, mi hai fatto male!»
«Ben ti sta cretino, almeno ti impari a prenderci in giro» disse Allison, al che annuii soddisfatta.
Mi guardai un po' attorno, vedendo alcune persone dai volti noti ed altre meno viste, ma a catturare la mia attenzione fu una ragazza che conoscevo, eccome se conoscevo bene.«Hey voi, da quanto non ci vediamo?» chiese con un sorriso sul volto e introducendosi nella conversazione.
«Haley, amica mia, mi sei mancata moltissimo!» dissi avvicinandomi a lei e stringendola forte.
«Ali, sei carica si per questo inizio?» chiese non appena ci separammo. Annuii ed iniziammo a parlare tutti assieme, finché la voce del nostro coach riecheggiò nella palestra.
«Buongiorno a tutti» disse, e subito dopo un coro di saluti, più o meno entusiasti, si fecero largo nella palestra. «Come già sapete, questo è un corso puramente momentaneo dalla durata di due lezioni, visto che, con molto anticipo rispetto al solito, già dalla prossima settimana le squadre si inizieranno ad allenare. Quindi, io spero che in queste due lezioni farete qualcosa di utile ed aiuterete i giocatori di pallavolo per gli inizi, e non voglio vedere nessuno guardarsi le unghie mentre gli altri stanno lavorando. Chiaro?»
Tutti annuimmo, al che lui passò lo sguardo su ognuno di noi e ci diede la prima indicazione dell'anno.
«Tutti in fila sulla linea gialla e correte per cinque minuti, iniziate non appena...»
«Mi scusi professore, non ho trovato la palestra» disse una voce maschile interrompendolo. Non appena mi voltai però, fui sorpresa di vedere a chi appartenesse quella voce.
«Johnson, che sia la prima ed ultima volta, ora vai in fila» disse. Il ragazzo annuì, venendo poi a posizionarsi come capofila, facendomi diventare seconda. Mentre il coach continuava a darci indicazioni però, il suo sguardo mi restò addosso con prepotenza, facendomi avvertire del disagio in questo. Il coach si avvicinò a me mentre gli altri cominciarono a parlare, facendomi poi la stessa raccomandazione di sempre.
«Brown, sai che devi fermarti non appena lo ritieni necessario si?»
«Si coach, lo so bene, stia tranquillo» dissi sorridendogli e lui, dopo avermi sorriso di rimando, torno indietro dando il via.
Ma io sapevo che il ragazzo davanti a me aveva sentito qualcosa, e ciò non mi piaceva.Iniziammo a correre, e come previsto Allison ed altre due ragazze si fermarono dopo i primi tre minuti. A continuare la corsa fummo io, la squadra e il ragazzo del bus, del quale ancora non conoscevo il nome. Alla fine dei cinque minuti, il mio fiato corto mi obbligò a camminare lentamente per regolarizzare il respiro, una tecnica che avevo imparato già molti anni prima.
Il coach riunì la squadra vicino a me, dicendo a chi non apparteneva ad essa di attendere alcuni minuti.
«Ragazzi, quest'anno sarà tosta. La prima partita si terrà tra due settimane, quindi voglio che iniziate subito ad allenarvi come si deve. Sarà contro la Pacific High School, e per potercela fare dovete iniziare a vincere sin da subito. Proprio per questo vorrei chiedervi se andasse bene per voi allenarvi, oltre che al solito calendario, anche il sabato nel primo pomeriggio. Michael, raccogli le risposte e forniscimele entro giovedì. Ed ora iniziate a sudare, forza!» disse dando il via all'allenamento. La squadra si posizionò in varie file, le quali ci servivano per poter riprendere confidenza con la palla. Ma, per tutta l'ora, ci fu uno sguardo che bruciò su di me, senza il minimo pudore.꧁꧂
Quando l'allenamento finì, mi ritrovai a camminare per i corridoi della palestra per raggiungere lo spogliatoio femminile da sola. Haley, dovendosi sbrigare, finì l'allenamento cinque minuti prima, e Allison inutile dire che era sparita già da metà lezione. Mentre camminavo però, una voce, la stessa di alcuni minuti prima, riecheggiò nel corridoio dietro di me.
«Ei» disse il ragazzo del bus che, per la prima volta, era venuto a parlarmi.
«Ei, ciao» dissi io con curiosità. Lui, senz'ombra di dubbio, era un ragazzo veramente bellissimo.
Un ciuffo di capelli castani gli ricadevano sul viso, sul quale un paio di occhi verdi ti incantavano come non mai. Fisico asciutto, viso chiaro in netto contrasto con i suoi capelli... era a dir poco bellissimo.«Sei molto brava in campo, non me lo aspettavo» disse avvicinandosi a me.
«Beh, ti ringrazio, ma oggi ero un po' addormentata ancora» dissi ridendo.
«Se quello era il tuo prototipo di stanchezza sei fuori di testa, tu e l'altra ragazza non sembravate le uniche ragazze in una squadra con quei muri di uno e novanta, eravate formidabili»
«Beh, grazie...» dissi imbarazzata e lui, poco dopo, stese la mano verso di me.
«Io sono Blake, Blake Johnson» disse.
«Alice, Alice Brown»
E così, il ragazzo del bus aveva un nome... Blake.«Devi andare a lezione, giusto?» chiese iniziando a camminare.
«Si, mi aspettano due ore di matematica ed una di diritto» dissi marcando con una certa euforia l'ultima materia. Difatti, quella era nient'altro che la mia preferita.
«Hai scelto il corso di diritto? Mi stupisci sempre di più» disse facendo apparire nuovamente quello splendido sorriso sul viso.
«Amo questo tipo di materie, soprattutto per la strada che mi possono permettere di prendere»
Lui mi guardò curioso, per poi scuotere la testa divertito e fermandosi dinanzi agli spogliatoi.
«Se vuoi posso accompagnarti, l'aula di matematica è vicina a quella dove devo andare io»
«Va bene, se solo puoi aspettarmi per pochi minuti... devo cambiarmi, ma giuro di sbrigarmi» dissi sorridendo ed entrandovi una volta che lui annuì.Dopo circa cinque minuti ci ritrovammo nei corridoi, dove continuammo a parlare conoscendoci meglio.
«Non ti ho mai visto da queste parti, sbaglio?» chiesi continuando a camminare.
«Non sbagli, sono arrivato da poco in città... abitavo a New York, mi sono trasferito in estate»
«New York?!» chiesi esaltandomi. «Amo quella città, è perfetta!»
«Devo darti ragione, è veramente bella...» disse sorridendomi. «...beh, siamo arrivati»
Mi girai di scatto notando che, effettivamente, aveva ragione. L' aula di matematica era proprio davanti a noi, così mi girai verso di lui e, con una sorta di dispiacere, mi congedai.
«Allora, noi ci vediamo in giro Blake»
«A presto Alice» disse salutandomi con quello splendido sorriso disegnato sul volto.
«A presto, ragazzo del bus...»
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Fino All'ultimo Respiro
Romance«Perché quando nasci, cresci ed impari a vivere non dando per scontato nulla, impari che nulla conta di più che riuscire a farcela da sola» Nulla si deve dare per scontato, e lei lo sa bene. Lo sa chi, ora dopo ora, inala quell'aria per tutti sconta...