17. tutto ciò di cui ho bisogno

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                             Blake

<<Possiamo andare Blake>> disse Alice scendendo le scale di casa sua. Mi voltai a guardarla e nonostante l'abbigliamento largo era stupenda: indossava una maglietta larga bianca, abbinata ad un paio di pantaloni neri anch'essi molto più larghi della sua taglia. La sua chioma nera era lasciata sciolta, e appena arrivò di fronte a me non riuscii a trattenere un sorriso.
<<Sei incantevole...>> le dissi.
<<Anche senza minigonne o top?>> chiese lei sorridendo.
<<Soprattutto senza quella roba, anche se gli occhi dei ragazzi li catturi pure così...>> dissi avvicinandomi a lei.
<<E ti da fastidio ciò?>>
<<Da morire>>

<<Questa è casa tua?!>> chiese entrando in casa mia. Non era una villa ma una casa semplice, arredata internamente con mobili tendenti al nero ed il bianco con qualche foto della mia famiglia al completo.
<<Già, ti piace?>> le chiesi sorridendole.
<<Tanto>> disse continuando a gironzolare per le stanze.
<<Vieni, ti mostro la mia camera>>.
La presi delicatamente dal polso e la portai fino alla mia stanza, e non appena varcammo la soglia vidi il suo sguardo curioso analizzare ogni singolo dettaglio della stanza.
<<Non mi ti aspettavo così ordinato...>> disse mettendosi seduta sul letto.
<<Hai ancora tanto da conoscere allora>>
Andai verso il mio armadio e presi una canotta bianca semplice ed un pantalone della tuta nero, avevo bisogno di star comodo per l'allenamento.
Mi cambiai velocemente sotto lo sguardo imbarazzato di Alice, e appena mi infilai la canotta non potei fare a meno che scoppiare a ridere dopo averla vista.
<<Ti ricordo che ci sono anch'io!>> disse coprendosi con una mano il volto ormai rosso dall'imbarazzo, e quel leggero rossore la rendeva tremendamente tenera e bella.
<<Me lo ricordavo perfettamente piccoletta>> le dissi avvicinandomi a lei con il sorriso stampato sul volto, e chinandomi verso di lei le posai un bacio sulle labbra.
<<Perché questo?>> sussurrò lei con lo sguardo puntato nel mio.
<<Perché mi mancava>> dissi prima di lasciarle un altro bacio lento.
<<Vieni, penso sia meglio andare>> dissi poi prendendole la mano ed accompagnandola alla porta, per poi dirigerci in macchina e partire verso la destinazione.
<<Mi dici dove andiamo?>> chiese lei impaziente.
<<Lo vedrai presto piccoletta, ma spero ti piacerà>>

Durante il tragitto parlammo di tutto ciò che ci era saltato in mente ed è proprio questo il bello. Con lei si poteva parlare di qualsiasi cosa, ti avrebbe ascoltato e compreso. Quel suo carattere così particolare mi intrigava dal primo momento in cui le ho parlato, ed ero consapevole che ci fosse ancora qualcosa che non sapevo di lei ma non mi importava, volevo viverla ed averla accanto, indipendentemente dal nostro passato.
Parcheggiai davanti al ritrovo dove io e altri ragazzi ci riunivamo per le prove.
<<Sei pronta a conoscere questo nuovo aspetto di me?>> le chiesi prima di scendere dall'auto.
<<Sempre>>

Scendemmo dalla mia macchina e prendendola per mano andammo verso l'interno della grande sala. Io e i miei amici trovammo quella sala una decina di mesi prima e riuscimmo a prenderla e farla nostra, sistemandola completamente e aggiungendo grandi specchi che occupavano un'intera parete. Era lì che ci allenavamo, era quello il luogo in cui sfogavo i miei momenti no e in cui avevo conosciuto persone fantastiche.
Appena varcammo il grande portone ci ritrovammo davanti i miei amici intenti a parlare tra loro.
<<Blake amico! E lei chi è?>> chiese James, un ragazzo due anni più grande rispetto a me, dai capelli corti e biondi e con gli occhi scuri.
<<Ciao ragazzi, lei è Alice. Alice, ti presento James, Tyler, Bryan, Madison e Megan>> dissi indicando man mano i vari componenti del gruppo.
<<Piacere di conoscerti bellissima, Megan>> disse lei avvicinandosi ad Alice e salutandola con un'abbraccio, e i saluti continuarono fino a quando tutti si presentarono. Madison è stata l'ultima, e l'ha salutata con il classico "ciao" ed un cenno col capo. Non mi sorpresi affatto, lei era fatta così. Era una bella ragazza, con i capelli castani scuri così come gli occhi ed era consapevole della sua bellezza, proprio per questo all'apparenza era la classica ragazza egocentrica e piena di sé, ma una volta che la si conosceva si veniva a scoprire che era una ragazza leale e con la testa sulle spalle.
<<Bene, ora che siamo tutti qua penso che possiamo iniziare>> disse Tyler andando verso lo stereo per cercare la musica.
<<Piccoletta intanto siediti qui davanti, ripasso un paio di volte e poi vieni qui assieme a me, ma mettiti davanti che voglio averti qui vicino>> le dissi lasciandole un bacio sulla fronte ed annuì di risposta prima di mettersi seduta di fronte a noi.
Tyler fece partire la musica e corse in postazione, e poco dopo iniziammo a ballare la coreografia sulle note del remix di canzoni scelte tra di noi.

Era da un po' che non mi sentivo così sotto pressione mentre ballavo, ma lo sguardo sorpreso di Alice mi invogliava a dare il massimo. Vista la nostra corporatura io e Lucas eravamo quelli che facevano più acrobazie durante la coreografia, ma ognuno aveva un ruolo ed un compito ben specifico. Tra canoni, salti e tanti altri passi la coreografia terminò, ed avevo un'adrenalina in corpo capace di farmi fare la coreografia al massimo delle mie capacità.
Appena rivolsi lo sguardo verso Alice la notai stupita ma sorridente, e per quanto fosse possibile era ancor più bella del solito.
<<Forza ragazzi, domani dobbiamo vincere!>> disse Megan sistemandosi i capelli corti dietro le orecchie, per poi far ripartire la musica e riprovammo la coreografia altre due volte.

Dire che ero stanco era dire poco, alla fine avevamo provato la coreografia tantissime altre volte e in quel momento c'eravamo solamente io ed Alice visto che gli altri andarono via pochi minuti prima.
<<Siete fortissimi>> disse lei sedendosi accanto a me.
<<Non posso darti torto piccoletta, vuoi provare?>> le chiesi appoggiandole un braccio sulle spalle.
<<Non penso di essere capace Blake...>>
<<Vieni, in caso cadi dirò che sono stato io a spiegarti male i passi>>
Mi guardò titubante  ma alla fine cedette, e appena le porsi la mano si alzò e mi seguì al centro della sala.
<<Allora, iniziamo dal Moonwalk che ne dici?>>
<<Non ho la più pallida idea di cosa sia ma ok, ci sto>> disse riscaldandosi velocemente i muscoli.
<<Vieni, iniziamo>>

<<Ed io che mi lamentavo per le partite di pallavolo...>> disse lei sedendosi a terra esausta, e l'espressione che aveva in viso mi fece scoppiare a ridere.
<<Tu mi stracci nella tua zona comfort, io nella mia>> dissi io raggiungendola e sedendomi accanto a lei.
<<Direi proprio di sì>> rispose lei ridendo. La sua risata era contagiosa, qualcosa di unico e bellissimo.
<<Domani vieni a vederci vero?>> le chiesi prendendole la mano ed intrecciandola alla mia.
<<Certamente, mi passi a prendere tu?>>
<<Volentieri madame>>
<<Che sei stupido...>> disse dandomi un leggero pugnetto sul braccio.
<<Domani ti porto in un luogo, voglio farti una sorpresa>> dissi io prendendole il volto con la mano libera.
<<Se sai che sono curiosa, perché mi metti curiosità in questo modo?>>
<<Perché mi piace, no?>>
<<Lo immaginavo caro, ma è crudele come cosa>> disse abbassando lo sguardo sulle mie labbra.
<<È crudele anche resistere avendoti così vicino, eppure lo sto facendo>>
<<E allora non farlo, no?>>
<<Non me lo farò ripetere due volte>>

Avvicinai il suo viso al mio e la baciai, un bacio lento e dolce, del tutto nuovo per me. Solo con lei sentivo il bisogno di averla accanto, senza il bisogno di avere un doppio fine o qualsiasi cosa simile. Mi bastava averla nei paraggi, farla sorridere e vederla per com'era realmente, senza maschere o muri, solamente Alice. La stessa Alice che conobbi tre mesi prima, l'Alice dell'autobus che lasciò il posto all'anziana signora, l'Alice sfacciata e apparentemente arrogante ma che nascondeva una ragazza buona, l'Alice che senza nemmeno rendermene conto mi stava entrando nel cuore abbattendo ogni mio singolo muro, e l'Alice che mi stava facendo scoprire emozioni e sensazioni a me completamente nuove. Lei era Alice, era lei la ragazza che volevo costantemente accanto a me, era lei la ragazza che lentamente mi stava migliorando senza nemmeno accorgersene. Lei era tutto ciò, ed io sapevo che probabilmente meritava di meglio che un semplice ragazzo che non avrebbe mai potuto donarle il mondo intero, ma decisi di essere egoista e di tenerla accanto a me.

Per la prima volta decisi di mettere al primo posto me, i miei sentimenti, mettendo da parte la razionalità. Meritavo la felicità, la stessa che ricercavo da anni, quella felicità capace di farmi sentire completo. C'era ancora tanta strada da fare ma sapevo ne sarebbe valsa la pena.

angolo autrice
ciao a tutti! come state?
spero che vi sia piaciuto il capitolo, abbiamo scoperto altri dettagli della vita di Blake. Come al solito vi invito a lasciare una stellina e dirmi la vostra opinione.
a presto,
-sharon

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