Alice's pov
avete presente la paura? la paura di soffrire o ancor peggio di far del male a chi amate? spesso la paura ci porta a fare delle cose che non vorremmo fare, a dire parole che non vorremmo dire, a scappare da chi non vorremmo scappare... la paura entra nell'anima, ti convince di cose che probabilmente sono sbagliate, la paura ti corrode il cuore e la mente, dando alla
luce problemi che, molto probabilmente, non esistono davvero.
trin triin.
Cosa diamine è?
trin triin.
Oh insomma basta!
trin triin.
<<Fanculo!>> imprecai cercando di spegnere quell'affare infernale chiamato sveglia, mi chiedo perché chi l'ha creata lo abbia fatto, che problemi aveva?
Mi alzai lentamente dal letto e mi diressi verso l'armadio, per poi prendere il necessario e prepararmi -fisicamente e mentalmente- a quella che sarebbe stata una giornata infernale. Le giornate erano diventate monotone, prive di emozioni o di sentimenti nuovi, una noia mortale.
<<Mamma io vado, ci vediamo dopo!>>
Uscii di casa andando verso la fermata dell'autobus, e mentre aspettavo il destino volle farmi intendere che sarebbe stata una giornata da cancellare. Le strade di Seattle erano bagnate vista la pioggia che era scesa durante la notte, ed una macchina sfrecciando ad una velocità assurda e schizzandomi l'acqua della pozzanghera proprio accanto a me.
<<Vai al diavolo!>>
Imprecai io di nuovo nel giro di un'ora.
<<Ragazza desideri un fazzoletto per il viso almeno?>> mi chiese un'anziana seduta poco distante da me.
<<Magari signora, la ringrazio mille>> le dissi io sorridendole educatamente.
<<Figurati tesoro, per così poco>>
Dopo poco che io e l'anziana signora salimmo sull'autobus il nostro discorso terminò, lasciandomi in balìa dei miei pensieri che ormai erano nella mia testa da giorni.Stavo andando verso l'aula di filosofia con lo stesso groppo in gola che si faceva largo in me da due settimane a quella parte quando, d'improvviso, sentii una presa attorno al mio polso e che mi portò con sé verso il corridoio adiacente a quello che stavo percorrendo. Per un'attimo la paura di chi potesse essere si fece largo in me, ma quando alzando la testa mi ritrovai due iridi verdi che mi fissavano sentii in me un velo di tristezza.
<<Alice...>> sussurrò lui e scorsi nei suoi occhi tristezza, forse anche rabbia, ma lo avevo immaginato.
<<Ho il corso di filosofia Blake, lasciami per favore>>
<<Alice cazzo guardami>>
Alzai lo sguardo verso di lui e i suoi occhi erano spenti, esattamente come i miei.
<<Perché Alice...>> chiese lui.
<<L'ho dovuto fare Blake, e continuerò a farlo, sia per te che per me>>
<<Non ha senso Alice! Io sto bene quando sto con te, e tu pensi che allontanandoti tu possa farmi del bene?!>>
Era da quel giorno che decisi di allontanarmi da lui, dal giorno della cena a casa mia. La mia vita è appesa ad un filo, e ogni cosa potrebbe segnare un mio peggioramento. Perché dovrei complicare la vita anche a lui? Perché dovrei farlo stare in pensiero costantemente per colpa di un mio problema? Chi sono io per fargli ciò?
<<Blake per favore...>>
<<Guardami.>> disse lui con voce ferma, ma mi imposi di non guardare altrimenti sarei stata sicuramente incastrata nei suoi occhi.
<<Alice guardami!>> disse
quasi urlando, e solo allora notai le occhiaie evidenti sul suo volto e, senza rendermene conto, la mia mano finì sul suo viso facendogli delle carezze.
<<Mi stai distruggendo Alice>>Di colpo la mia mano si bloccò e si tirò indietro, senza rendermene conto già lo avevo incluso nella mia vita ed ora ne stava subendo le conseguenze.
<<I-Io devo, ecco devo andare>>
Lui mise le braccia attorno alla mia vita bloccandomi ogni possibile passo.
<<La tua assenza Alice, mi sta distruggendo. Non parlarti più, vederti felice con gli altri mi distrugge, perché non sono io a renderti felice. Leggo nei tuoi occhi la paura, la leggo perfettamente, ma posso farla passare, posso aiutarti a sconfiggerla, me lo devi permettere>>
<<Non posso fartelo fare, non posso complicare la tua vita, presto ti dimenticherai di me e ne sarò felice, devi solo...>>
<<Io non voglio dimenticarti Alice, voglio starti accanto.>>
Lo guardai di nuovo negli occhi, e notai la sincerità delle sue parole. Lui voleva starmi accanto, voleva capirmi, lo voleva. Appoggiai la testa sul suo petto e sentii gli occhi inumidirsi, dopo due settimane eravamo tornati, e forse questa volta sarebbe rimasto davvero.
<<Mi sei mancata piccoletta, non hai idea di quanto. I tuoi abbracci, i tuoi splendidi occhi, due settimane senza sentirti parlare con me sono state atroci...>> disse lui mentre mi accarezzava i capelli, e a quel punto sentii le lacrime scendermi dal viso.
<<Ci vogliamo vedere oggi pomeriggio al Lincoln? Devo parlarti Blake>>
<<Certamente, ora andiamo in classe vieni>> disse mettendomi un braccio sulle spalle ed andammo in classe così, sotto lo sguardo attento di alcuni studenti.༄
<<Piccoletta eccoti>> disse Blake mentre lo raggiungevo all'entrata del parco.
<<Ei Blake, eccomi qui>>
<<Vieni, andiamo sulla panchina dell'altra volta>>
Iniziammo a camminare in totale silenzio verso la panchina sotto al salice piangente, e quando ci sedemmo feci un respiro profondo per iniziare a parlare.
<<Blake, ti devo delle spiegazioni>>
<<Alice non sei costretta, quando vorrai...>>
<<Blake>> lo interruppi <<ne ho bisogno, penso>>
<<E allora dimmi Alice, sono qui per te>> disse lui accarezzandomi una mano, e quel semplice gesto fece scatenare in me moltissimi brividi senza rendermene conto.
<<Blake, ho paura, solamente tanta paura>>
<<Di cosa?>>
Alzai lo sguardo verso il suo e notai che mi stava guardando con un sorriso incoraggiante sul volto, il che mi fece sciogliere completamente.
<<Di farti star male, non voglio farlo Blake>>
<<Come potresti farmi star male Alice? Semmai il contrario non credi?>>
<<Ho paura che possiamo affezionarci l'uno all'altra e poi rimanerne delusi entrambi, e non posso permetterlo Blake. In questi due mesi e mezzo mi sono affezionata a te in un modo particolare, e non voglio dire il contrario, ma se dovessi affezionarti tu a me corri il rischio di rimanerne ferito, come potrei perdonarmi una cosa simile secondo te?>> chiesi e sentii i miei occhi inumidirsi.
<<Alice...>> disse alzandomi il viso con una mano <<Non mi farai del male, e non dire che accadrà se mi affezionerò, perché già tengo molto a te>>Mi accarezzava dolcemente il viso e asciugò una lacrima che scese sul mio volto involontariamente, per poi farmi avvicinare a lui e stringermi forte tra le sue braccia.
<<Piccoletta, non hai idea di quanto io tenga a te>>angolo autrice
ciao ragazzi! oggi capitolo più breve rispetto agli altri ma sappiate che nonostante sembri un capitolo di passaggio contiene più informazioni di quante immaginiate.
a presto!
-sharon
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Fino All'ultimo Respiro
Romance«Perché quando nasci, cresci ed impari a vivere non dando per scontato nulla, impari che nulla conta di più che riuscire a farcela da sola» Nulla si deve dare per scontato, e lei lo sa bene. Lo sa chi, ora dopo ora, inala quell'aria per tutti sconta...