21. basta menzogne

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Alice

<<Buon natale fratellone!>> dissi versando un bicchiere d'acqua in faccia a Jason. Era -finalmente- il giorno di Natale e Jason era tornato a casa da una settimana, e come ogni anno era di tradizione uno scherzo tra di noi con la differenza che, quell'anno, a farlo ero stata io.

<<Jason io ti ammazzo!>> dissi rincorrendo mio fratello per la casa.
<<Non mi prendi nana!>> esclamò lui mettendosi dall'altro del bancone della cucina.
<<Oh vogliamo vedere?>> chiesi prendendo un pomodoro dal davanzale e lanciandoglielo contro.
<<Mancato sorellina!>>
<<Non è finita qua Brown>> dissi lasciandogliene un'altro, ma data la mia ottima mira ed astuzia riuscii a lanciarglielo dritto in faccia.
<<Sei ancora convinto che non riesca a prenderti fratellino?>> dissi sogghignando.
<<Ragazzi cosa, ragazzi!>> disse mia madre entrando in cucina e notando i vari pomodori ormai rotti sparsi per la cucina.
<<Ha iniziato lui!>> dissi indicando mio fratello <<Mi ha appena svegliata tirandomi una palla di neve in faccia!>> dissi alludendo al dolce trattamento che mi ha riservato poco prima per svegliarmi.
<<Jason!>> lo rimproverò lei <<e tu Alice...>>
<<Oh mamma andiamo per una volta...>>
<<Devi chiamarmi quando ti vendichi in questo modo, almeno collaboro!>> disse e, subito dopo, si può dire che iniziò una vera e propria guerra tra noi spostatasi poi in giardino...

Gli girai il bicchiere pieno d'acqua dritto in faccia facendolo poi svegliare di colpo.
<<Alice se ti prendo...>>
<<Non mi prendi caro!>> dissi correndo fuori ed andando in camera mia, e riuscii a chiudermi chiave poco prima che lui venisse alla mia porta.
<<Alice apri!>>
<<Te lo scordi!>> urlai da dentro la mia stanza.
<<Prima o poi me la pagherai, sappilo!>>
<<Contaci!>>

Sentii i suoi passi andare nuovamente verso la sua camera, e solo dopo che sentii la porta chiudersi andai sotto la doccia per prepararmi per la giornata. Saremmo dovuti andare a casa di Blake, e sinceramente ne ero felice. Forse stavamo correndo troppo facendo incontrare così presto le nostre famiglie ma infondo perché non tentare? Era la prima volta che mi sentivo, come dire... completa.

Quella sensazione di felicità che sai essere difficilmente sostituibile, di cui non riesci a fare a meno. L'asma mi aveva fatta crescere nella paura, il timore di relazionarmi alle persone. Avevo sempre temuto di poter affezionarmi a qualcuno e questo perché sapevo che, se fosse successo, probabilmente tutto sarebbe andato a rotoli.

Vedere la felicità ad un passo da te, per poi essere scaraventata lontana anni luce da essa. Sapere che ogni attimo che vivi potrebbe essere significativo, che potrebbe valere molto più di quanto pensi spesso mi faceva sentire intrappolata in delle mura altissime, non scavalcabili, e proprio per questo fino al primo anno di liceo non avevo amici. Quando ero più piccola era tutto diverso, temevo che potessero giudicarmi per la mia malattia, e proprio per questo non volevo avere a che fare con nessuno. Quando però al primo anno conobbi Allison e Noah, trovai due colonne portanti per la mia vita, perché infondo l'amicizia è questo.

Amicizia significa essere in grado di sostenere chi ami, ma cosa ancor più importante è riuscire a farti sostenere quando, a stare male, sei tu. Non è mai facile ammettere le proprie paure, le proprie insicurezze o le proprie sconfitte, ma quando hai a che fare con un'amicizia vera scansi l'orgoglio, la paura ed ogni altro ostacolo che trovi e ti metti a nudo con quella persona, perché infondo sai che è la scelta giusta da fare.

                                ༄

<<Mamma papà, Jason...>> dissi non appena parcheggiammo davanti casa Johnson.
<<Dicci Ali, che succede?>> chiese mio padre girandosi verso di me.
<<Per favore non dite niente sull'asma, lui non sa nulla...>> dissi pregandoli con lo sguardo.
<<Cosa?! È da tre mesi che lo conosci e ancora non sa nulla?>> mi chiese Jason guardandomi con sguardo confuso.
<<No Jason, non ho avuto il modo di dirgli nulla>>
<<Cazzate Alice>>
<<Jason non parlare così a tua sorella!>> disse mia madre guardando con aria severa il ragazzo seduto accanto a me.
<<Sisi va bene>> disse lui aprendo lo sportello ed uscendo dalla macchina. Non capivo il perché questo fatto lo avesse turbato in quel modo, infondo a lui cosa cambiava?

<<Benvenuti!>> disse Grace accogliendoci in casa.
<<Grazie per l'ospitalità Grace>> disse questa volta mia madre non appena entrammo tutti in casa.
<<Oh figurati, è sempre un piacere per me. Beh anche se penso già sappiate come mi chiamo, Grace Johnson piacere>> disse porgendo la mano ai miei genitori.

<<Mamma sono...>>
Non appena girai lo sguardo verso la voce lo vidi, stupendo come sempre. Indossava una camicia bianca abbinata ad un jeans nero semplice, ed aveva lasciato i capelli in modo disordinato -come sempre d'altronde-.
<<Ma buonasera madame>> disse avvicinandosi a me con uno splendido sorriso sul volto.
<<Buonasera a lei signor Johnson>> risposi io incrociando le braccia attorno al suo collo e stringendomi a lui.
<<Sei bellissima stasera, e almeno so che lo sei solo per me>> sussurrò facendosi sentire solo da me, e non potei che sorridere ancor di più per la sua gelosia infondata.
<<Alice!>> disse questa volta una vocina proveniente dalla cucina.
<<Piccolina, come stai?>> dissi prendendola in braccio e stringendola a me.
<<Bene! Sei molto bella oggi lo sai?>> chiese sfoggiando il suo splendido sorriso.
<<Grazie mille piccolina, lo sei anche tu>> dissi posandole un leggero bacio sulla fronte.
<<Blake amico, come stai?>> disse Jason avvicinandosi a noi e salutando il mio ragazzo.
<<Jason, tutto bene tu?>>
<<Altrettanto, e questa piccolina come si chiama?>> chiese avvicinandosi a me e Chanel.
<<Chanel, tu?>> disse lei con un sorriso timido sul volto.
<<Io mi chiamo Jason, piacere di conoscerti>> disse accarezzandole la schiena.
<<Beh ragazzi, non vorrei interrompere il momento ma devo farlo, la cena è pronta!>> disse Grace avviandosi verso la cucina, e subito dopo la seguimmo dando inizio al cenone di Natale.

                               ༄

<<Menomale che non soffrite di strane allergie e che potete mangiare tutto, altrimenti mi sarei sentita in colpa>> disse Grace una volta radunati tutti in salotto dopo la cena.
<<Già, per fortuna...>> disse Jason guardandomi, e ritornò lo sguardo freddo che ci contraddistingueva.
Quando eravamo arrabbiati diventavamo automaticamente freddi, apatici e completamente menefreghisti verso il mondo esterno.

<<Scusatemi, dovrei prendere un po' d'aria>> disse lui alzandosi ed andando verso la piccola veranda dietro casa.
<<Torno subito, vedo che ha>> dissi a Blake prima di lasciargli un bacio veloce e di raggiungere mio fratello.

<<Jason si può sapere che hai?>> chiesi scocciata da suo atteggiamento.
<<Cosa ho Alice? Seriamente?>> chiese ironico.
<<Si Jason, voglio sapere cosa cazzo ti succede>>
<<Mi succede che è da quando siamo arrivati che devo mentire ok? Insomma guardati, hai mangiato veramente poco senza farti notare per via della tua bugia, stai mentendo ad un ragazzo a cui piaci e a cui interessa la tua felicità, e tu come lo ripaghi? Facendogli vivere la relazione senza sapere la verità>>
<<Non è un problema tuo Jason>> dissi freddamente.
<<Hai ragione, non è un problema mio ma sai una cosa sorellina?>> disse avvicinandosi a me.
<<Semmai io avessi una ragazza e venissi a scoprire tardi che ha una malattia in uno stato come il tuo beh, penso che non reagirei benissimo>>
<<Cosa vuoi dire Jason?>>
<<Che devi dirgli la verità, devi spiegargli che non puoi mangiare troppi grassi, non puoi fare sforzi troppo grandi e che non puoi vivere tranquilla come noi!>> disse alzando di poco il tono della voce.
<<Alice io non dirò nulla, ma tu devi assumerti le tue responsabilità e dirgli davvero come stanno le cose, altrimenti sarà troppo tardi. Sai che ti voglio bene, sai perfettamente quanto tu per me sia importante e proprio per questo, ora che hai trovato qualcuno che ti fa brillare gli occhi in quel modo meriti di vivertelo senza menzogne, altrimenti crollerà tutto e non sarai in grado di gestirlo>> disse rientrando in casa e lasciandomi lì sola, in balìa delle mie paure e delle mie emozioni, con la testa che cercava di elaborare il tutto e cercare una soluzione a ciò che stava accadendo.

Aveva ragione, basta menzogne e basta bugie, Blake meritava di sapere la verità. Ma se poi saperlo avrebbe rovinato tutto, cosa sarebbe successo?

angolo autrice
ma ciao ragazzi! come state?
spero che questo capitolo vi sia piaciuto perché VI GIURO che ci ho messo davvero tanto a scriverlo, non sapevo come esprimere i vari concetti espressi nel modo giusto e spero di esserci riuscita.
a presto ragazzi!
-sharon

Fino All'ultimo Respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora