"Ed io che stavo a guardare la cosa più bella al mondo
Senza trovare parole, senza poterci parlare"Alice
<<Addison tranquilla va bene? Andrà tutto bene vedrai>> dissi al telefono con lei. Erano passati ben quattro giorni da quando aveva scoperto di essere incinta e non ne aveva proferito parola con nessuno tranne me e Noah, nemmeno con Lucas. Avevamo provato in tutti i modi a farle capire che era giusto che lui sapesse ciò, eravamo sicuri che sarebbe andato tutto bene. Finalmente però si era decisa a parlargli di ciò che stava accadendo, ed era ormai da mezz'ora che ero al telefono con lei per tranquillizzarla.
<<Ali sono arrivata>> disse con voce tremante. Essere lontana da lei in quel momento così delicato era straziante per entrambe, proprio per questo le stavo accanto in via telefonica.
<<Fai un respiro profondo e vai, senza paura Addison>> dissi in ansia quasi quanto lei.
<<E se lui dovesse...>>
<<Add, vai>>Per alcuni secondi si udì un silenzio assordante, ma poi la voce di Addison lo interruppe.
<<Ei amore sono io, posso salire?>>
Sentii il cancello principale aprirsi e poi la mia migliore amica si degnò di considerarmi.
<<Ali ti racconto dopo va bene?>>
<<Vai Add e mi raccomando, sii forte ok?>>
<<Grazie Alice, a dopo e sappi che ti voglio davvero tanto bene>> sussurrò.
<<Te ne voglio anche io, a dopo>> dissi chiudendo la chiamata e rimanendo nel silenzio più totale.Ero sola in casa siccome Blake si era gentilmente offerto di andare a fare la spesa, e finalmente potevo smetterla di nascondere il segreto di Addison. Mi aveva implorata di non dire nulla a nessuno e visto che lui era il migliore amico del diretto interessato era l'ultima persona a doverlo sapere. La convivenza -seppur ancora breve- andava benissimo ed era veramente bello stare assieme a lui anche a casa. Tra serate passate sul divano a vedere qualche film ed altre in cui stretti l'uno a l'altra il mondo cessava di esistere mi sentivo finalmente completa, quasi come se ciò fosse stata davvero la cosa giusta per me. Guardai l'orologio bianco posizionato in cucina, e le lancette segnavano le sette e trenta di sera, Blake sarebbe arrivato di lì a poco. Mi alzai raggiungendo i fornelli ed iniziai a preparare qualcosa per la cena, tanto valeva preparare piuttosto che poltrire sul divano no?
Esattamente come pensavo, la serratura di casa scattò dopo dieci minuti circa e poco dopo la visione di un Blake carico di buste della spesa si fece largo in cucina.
<<Aspetta che ti aiuto>> dissi lasciando gli hamburger cuocere sui fornelli e raggiungendolo.
Posammo subito le varie buste sul bancone, e mentre mi stavo rimettendo ai fornelli la sua mano mi prese il polso facendomi girare verso di lui.
<<Non mi saluti nemmeno?>> mi chiese sorridendo.
<<Bentornato a casa>> dissi io mettendomi in punta di piedi e posandogli un leggero bacio a stampo.
Dovetti separarmi subito da lui per non rischiare di bruciare qualcosa, e lo sentii sghignazzare alle mie spalle prima di iniziare a sistemare la spesa. Il bello di quotidianità era proprio che non era affatto forzata, ma proveniva da una naturalezza che ormai regnava tra di noi.Circa quaranta minuti dopo mi ritrovai a lavare i piatti e metterli nella lavastoviglie, e proprio mentre la stavo caricando due forti braccia mi cinsero la vita da dietro.
<<Sai che sei bellissima?>> sussurrò al mio orecchio facendomi sentire tantissimi brividi lungo la schiena.
<<E sai che me lo dici troppo spesso?>> risposi sorridendo. Poco dopo iniziai a sentire le sue labbra scendere lungo il mio collo baciandone ogni singola parte.
<<Non dovrei dirlo?>> chiese tra un bacio e l'altro.
<<Ti lascio libero arbitrio>> sussurrai.
Mi fece girare verso di lui ed iniziò a baciarmi, ma lo fece in un modo del tutto nuovo. In quel bacio c'era della delicatezza disarmante ma al contempo riuscivo a percepirne una passione nuova, ed era un mix difficile da controllare. Indietreggiai fino al mobile della cucina con ancora le sue labbra posate sulle mie, subito dopo scese verso la mandibola fino a tornare a baciarmi il collo con quella delicatezza e lentezza da mandare fuori di testa chiunque. Le sue mani si posarono con una stretta salda sulla mia vita, mentre le mie erano tra i suoi morbidi capelli.
Tornò a baciarmi sulle labbra mentre una delle due mani si infilarono dentro la mia canotta. Per quanto la situazione fosse decisamente sfavorevole per me ci misi tutta me stessa per acquistare sicurezza per affrontare ciò che stava accadendo, e mettendo le mie mani sul suo petto iniziai a farlo indietreggiare fino alla nostra stanza. Sentii nascere il sorriso sulle sue labbra ancora appoggiate alle mie mentre continuando ad indietreggiare ci ritrovammo stesi sul nostro letto.
<<Alice...>> disse con voce roca fermandosi per accertarsi di ciò che stava accadendo.
Lo guardai negli occhi e vi trovai la stessa intensità che lo contraddistingueva da chiunque altro, e senza dover dire nulla azzerai nuovamente le distanze tra noi. Le mie mani iniziarono a vagare lungo il suo addome sfilandogli la maglia nera che lo avvolgeva, vedendo quel ben di dio lì davanti a me. Dopo poco lui ricambiò il gesto, ma nonostante fosse la prima volta per noi non provai vergogna nel farmi vedere in quelle condizioni. Il suo sguardo attento scrutava senza pudore ogni mio centimetro di pelle ormai scoperto, quasi come se fossi ciò che di più bello ci fosse al mondo.
<<Cosa c'è Johnson?>> chiesi sorridendo e poggiandomi sui gomiti con ancora lui sopra di me, vedendo poi nascere sul suo volto un ghigno e vedendolo avvicinarsi nuovamente al mio viso.
<<Nulla Brown, assolutamente nulla...>> disse prima di posare nuovamente le sue labbra sulle mie. Passarono minuti che sembrarono infiniti, in cui ogni più singola parte di me diventava ormai definitamente sua. Le sue mani che vagavano lungo il mio corpo, lo esploravano con attenzione e pura passione, e mentre i nostri cuori battevano ormai all'unisono diventammo una cosa sola, uniti ormai da qualcosa più grande dell'amore, un sentimento che non possiede un nome. E così, mentre il tramonto stava man mano svanendo lasciando posto alle piccole stelle che riempivano il cielo oramai blu notte, Blake si stese al mio fianco stanco per ciò che era appena successo. Le bugie, l'allontanamento e tutto lo schifo che avevamo dovuto subire era servito a qualcosa, servì a farci comprendere quanto necessitavamo dell'altro per toccare la felicità. Mi girai stanca verso di lui notandolo sorridere nonostante la stanchezza, e stendendo un braccio verso di me mi avvicinai stringendomi a lui. Nessuno disse nulla, nessuno si mosse di una virgola ma non per vergogna, affatto, solo per mantenere intatto quel momento così magico per entrambi, e mentre le mie palpebre si facevano sempre più pesanti pensai a quanto quel ragazzo dallo sguardo magnetico fosse riuscito a catturarmi il cuore e l'anima, tenendoli custoditi e trattandoli come fossero ciò che c'era di più prezioso al mondo.angolo autrice
ciao bellissimi! come state?
inizio col dirvi che mi sono vergognata un sacco nello scrivere questo capitolo, spero che almeno un po' ne sia valsa la pena! detto ciò spero vivamente vi sia piaciuto, fatemi sapere con una stellina o un commento, mi fa sempre piacere sentire la vostra!
cosa ne pensate di questo capitolo?a presto,
-sharon.
xoxo
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Fino All'ultimo Respiro
Romance«Perché quando nasci, cresci ed impari a vivere non dando per scontato nulla, impari che nulla conta di più che riuscire a farcela da sola» Nulla si deve dare per scontato, e lei lo sa bene. Lo sa chi, ora dopo ora, inala quell'aria per tutti sconta...