Alice
<<Ne uscirò stupida, ne sono certa!>> dissi passandomi le mani sul volto. Erano precisamente tre ore che provavo a fare dei calcoli, il risultato? Di 30 esercizi assegnati ero riuscita a farne solo la metà e ne stavo uscendo fuori di testa. Avevo bisogno di gelato.
Mi alzai velocemente dal tavolo in salone dove stavo studiando per recarmi in cucina e prendere il mio amato gelato al cocco, ma una telefonata mi impedì di fare ciò.
Presi il telefono e senza nemmeno guardare chi fosse risposi.<<Chiunque tu sia spero vivamente che abbia un valido motivo per chiamarmi>>
<<Piccoletta, devo avere una motivazione valida per chiamarti quindi?>> La sua voce, che figura...
<<Ovvio Blake, stai chiamando Alice Brown e non una qualsiasi>> dissi fingendomi sicura di me, ormai ci avevo fatto l'abitudine.
<<Beh e dimmi, cosa dovevi fare di tanto importante?>>
<<Stavo andando a prendere il mio amatissimo gelato al cocco siccome dopo tre ore di matematica ho fatto solo la metà degli esercizi>> dissi sbuffando, mentre dall'altro lato del telefono sentii la sua risata ed immaginai i suoi lineamenti perfetti farsi largo sul suo viso formando uno splendido sorriso. Dovevo ammetterlo, Blake Johnson era un bellissimo ragazzo.
<<Allora piccoletta, di quanto ho capito a momenti spacchi qualcosa addosso al muro, perciò fra venti minuti sarò lì da te a darti una mano a matematica. Sono bravo in quella materia>> disse con un tono che non accettava una risposta negativa, così mi ritrovai a salutarlo per poi correre verso la porta d'ingresso venti minuti dopo, facendolo poi entrare in casa mia.
<<Piccoletta dimmi, sono questi gli esercizi che non riesci a fare?>> chiese una volta seduto attorno al tavolo.
<<Si Blake, ti prego dimmi che sai come si fanno...>> risposi quasi supplicandolo. Gli rivolsi uno sguardo dolce e vidi nel suo una luce particolare, e rimaneva comunque bellissimo...
<<Oh ehm, sì penso di poterti aiutare>> disse tornando a guardare il libro con fare impacciato.
<<Va bene, allora mettiamoci all'opera>>Un'ora e mezza dopo ci ritrovammo nella mia stanza dopo aver terminato gli esercizi, e mentre ero seduta sul mio letto vidi Blake guardarsi attorno.
<<Blake, grazie ancora>> gli dissi interrompendo il silenzio creatosi.
<<Figurati Ali, non mi costa nulla e anzi, la prossima volta chiamami così li facciamo assieme>> mi rispose lui sorridendomi prima di sedersi al mio fianco.
<<Vado un secondo in bagno...>> gli dissi alzandomi ed andando nel bagno accanto alla mia camera. In quei giorni io e lui ci stavamo avvicinando molto, a livello fisico, e ciò mi dava strane sensazioni. Non volevo che entrasse nella mia testa o nel mio cuore, non potevo permetterlo. Avevo un futuro da organizzare e probabilmente l'asma avrebbe complicato solo le cose tra di noi, perché complicargli la vita con un peso simile?Eppure ogni volta che si avvicinava a me sentivo sensazioni a me completamente estranee, a cui non ero abituata e tantomeno pronta. Spesso non riuscivo a controllarle e proprio per questo preferivo scappare, allontanarmi, e laddove fisicamente non era possibile mi allontanavo mentalmente dalla realtà, come quella sera...
<<Sei speciale Blake, non ferirmi ti prego. Tengo tanto a te e mi farebbe davvero tanto male...>>
Le parole mii uscirono spontanee, e per questo quando le pronunciai mi irrigidii di colpo. Era vero, se mi avesse ferita ci sarei stata male nonostante lo conoscessi da a malapena tre mesi, ma non potevo permettermi io di ferire lui.
<<Alice, hey...>> disse alzandomi il volto con le dita e guardandomi negli occhi. Il verde delle sue iridi era a stretto contatto con il marrone delle mie, e sentii il suo sguardo entrarmi nell'anima.
<<Non ti ferirò, e se mai dovesse succedere metterò tutto me stesso per farti tornare quello splendido sorriso che solo tu hai. Promesso>>.Dopo essermi sciacquata leggermente il viso tornai in camera mia, ma non appena varcai la porta della mia stanza notai Blake dall'altra parte della stanza con qualcosa in mano. Il mio diario.
<<Blake, cosa fai?>> chiesi con voce piatta. Quel diario conteneva troppo, tutto ciò che non avevo mai detto a nessuno era scritto lì, nessuno poteva leggerlo, non potevo permettermelo. Nessuno doveva conoscere i miei segreti, le mie emozioni ed i miei sentimenti.
<<Alice, chi è il dottor. Jensen?>> chiese girandosi verso di me con il diario aperto nelle sue mani, e riconobbi subito la pagina che aveva letto. Scrissi quelle righe pochi giorni prima, e lui l'aveva letta. Sentii le mie emozioni svanire e lasciare spazio al lato del mio carattere cinico, freddo e menefreghista, i miei muri si ricostruirono intorno a me."Non avevo mai pensato di poter identificare qualcuno con due nomine totalmente contrapposte, fino a quando ho avuto a che fare con il dottor. Jensen. È una strana logica, ma lo vedo esattamente in due ruoli opposti: il supereroe ma il nemico più grande. Spesso ha portato buone notizie per noi, ci ha portato vicino alla famosa luce alla fine del tunnel, ma spesso ci ha portato distruzione, angoscia, tristezza.
Possibile portare tanta tristezza in una famiglia? Farla distruggere lentamente, per poi darle speranze e farle ricadere giù. Però, come ho detto, ci ha fatto tanto bene, come ultimamente. Ci sta dando sempre buone notizie, delle speranze a cui aggrapparsi, ma se un domani quelle certezze dovessero crollare, una ad una, a cosa ci aggrapperemo? Come faremo a rivedere quella luce che attendiamo da anni?
Vorrei solo che tutto finisse, ma nel migliore dei modi. Vorrei che tutto ciò che abbiamo vissuto io e la mia famiglia in questi anni si trasformi in un brutto ricordo, ma so che non accadrà ed anzi, prima o poi tornerà più forte di prima.
E allora, caro diario, perché il destino mi riserva questo? Ogni tanto me lo chiedo, ma nonostante gli anni passati non riesco a trovare una risposta.
Voglio solo essere felice, ma perché la felicità mi sembra un obiettivo troppo lontano? Perché ogni volta che sembra avvicinarsi a me poi si allontana di moltissimi metri?
Caro diario, come si fa ad essere felici?"Angolo autrice
Ciao a tutti! Come state?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, abbiamo conosciuto nuovi dettagli del carattere della nostra Alice (non del tutto positivi), cosa ne pensate?
Al prossimo capitolo!
-sharon
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Fino All'ultimo Respiro
Romance«Perché quando nasci, cresci ed impari a vivere non dando per scontato nulla, impari che nulla conta di più che riuscire a farcela da sola» Nulla si deve dare per scontato, e lei lo sa bene. Lo sa chi, ora dopo ora, inala quell'aria per tutti sconta...