5. la luce alla fine del tunnel

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Alice's pov

<<Buongiorno piccoletta!>>
Alzai lo sguardo di colpo e mi ritrovai due iridi verdi smeraldo che mi guardavano divertite visto che fino a pochi attimi prima stavo praticamente dormendo sul banco. D'istinto portai la mano sulla bocca e sbadigliai, per poi dire a voce bassa <<buongiorno compagno di corsi>>
<<Pronta per questa seconda lezione di letteratura insieme?>> disse lui raggiante.
<<Un po' assonnata ma si, pronta>>
Ebbene sì, dopo aver scoperto di essere compagni di corso di filosofia scoprimmo di esserlo anche nel corso di letteratura inglese, ricordo ancora quella scenetta di una settimana fa ormai.

<<Ma buongiorno piccoletta! Anche tu qui?>> girai lo sguardo da Josh -un mio compagno di corso- e mi trovai Blake, per di più con un sorriso a trentadue denti. Ma come faceva ad essere così elettrico già di prima mattina? Io ancora ero nel mondo dei sogni a momenti...
<<Ei Blake, mi sorprende che tu sia qui, gli anni passati non ti avevo mai visto>>
<<Beh ora ti spiego, carissimo amico mio puoi spostarti da quel posto? Sai come dovrei stare a sede per seguire le lezioni>> disse sfacciato al povero Josh che era di per se un ragazzo molto timido, e per questo si alzò senza proferire parola e salutandomi velocemente.
<<Brown, una ragazza come te che ha a che fare con uno così? A malapena alzava lo sguardo dalle sue scarpe che, per di più, erano anche verdi. Chi indosserebbe mai delle scarpe verdi?>> disse sottovoce con una finta espressione scioccata e non potei che ridere di gusto.
<<Lasciamo stare, rispondi alla mia domanda, come mai gli altri anni non ti ho mai visto nei dintorni?>>
<<Come ti ho detto, ho cambiato scuola quest'anno, e posso dirti con piacere che faremo questo corso assieme >> disse lui, e notai  quasi un po' di sofferenza nel suo sguardo, ma sarà stata una mia impressione...

Appena si accomodò al posto accanto al mio entrò mrs. Perry, l'insegnante di letteratura migliore della scuola a parer mio.
<<Buongiorno ragazzi, spero che stiate bene. Spero abbiate scelto alcuni titoli di quelli che vi avevo chiesto, se potreste dirmeli sarebbe perfetto così li segno e poi li controllo in pomeriggio>>
Ognuno di noi alzò la mano per dire il proprio titolo, e verso metà lezione finalmente riprese il discorso in merito alla letteratura moderna.
<<Piccoletta, stai seriamente seguendo?>>
Mi girai verso di lui e notai il suo finto sguardo confuso, riuscendo a stento a non scoppiare a ridere per quell'espressione impressa sul suo volto.
<<Se non avessi qualcuno accanto che mi disturba continuamente si, starei seguendo, però siccome ho te accanto che parli più di chiunque altro no, non sto seguendo>>
<<E questo è poco piccoletta ma senti, ti andrebbe di andare a fare un giro dopo scuola?>>
Abbozzai un sorriso a sentire quella domanda, si può dire che fosse la mia prima uscita, il mio primo appuntamento, ma come ogni cosa bella è condannata a durare poco.
<<Oh oggi non posso in realtà, ho già un'appuntamento...>>
Il sorriso sul suo volto svanì sull'immediata e quando immaginai il perché mi maledii mentalmente per essermi espressa così male.
<<Oh non quel genere di appuntamenti, figurati se qualcuno si interessa a me, intendo dire che ho già un impegno in un posto insieme ai miei genitori e non posso disdirlo purtroppo...>>
L'espressione dispiaciuta svanì di poco sul suo viso, ma il sufficiente per farmi comprendere che aveva capito che non avrei avuto un'appuntamento con qualcuno quel giorno. La verità era che avrei dovuto fare l'ennesima visita di controllo, e sperai con tutta me stessa che almeno questa volta sarebbe andata bene. Nelle ultime settimane entravo nell'ospedale speranzosa e ne uscivo distrutta, distrutta dall'idea che probabilmente ciò che stavo vivendo era condannato ad un continuo peggioramento, ad essere un'andata senza ritorno, e non riuscivo a capacitarmene.
<<Piccoletta tutto ok? Mi hai sentito?>>
Mi voltai di scatto e vidi nei suoi occhi un leggero bagliore di, di preoccupazione?
Intravidi quasi della paura, ed evidentemente aveva notato che se aveva effettivamente detto qualcosa io non l'avevo ascoltato minimamente.
<<Scusami ero soprappensiero, puoi ripetermi ciò che hai detto?>>
<<Ho detto che puoi stare tranquilla, e che se vuoi possiamo vederci domani>>
<<Oh fammi pensare, si domani posso>> risposi sorridendogli.
<<Bene, allora ti porto in un posto>>
<<Non dirmi così che susciti in me la curiosità, e non riesco a trattenerla. Dove andiamo?>>
<<Sarà un segreto fino all'ultimo>>
Di colpo ebbi paura che potesse portarmi in un luogo come un fiume o qualcosa simile e l'ansia in me salì di colpo. Ultimamente il clima stava entrando nel classico clima autunnale, pertanto in alcune zone di Seattle stava iniziando a fare freddate improvvise scatenando anche nebbia o venti che trasportavano polline o sostanze simili, e non potevo permettermi un'esposizione tanto alta.
<<Posso solo chiederti una cosa?>> chiesi in preda all'ansia.
<<Dimmi tutto piccoletta>>
<<Non andremo in luoghi come fiumi o zone simili vero? Altrimenti non posso venire>> tagliai corto andando direttamente al punto -e tutto ciò mentre mrs. Perry aveva già iniziato da venti minuti a spiegare-.
<<Posso dirti che no, non andremo in un luogo in cui c'è l'acqua ma in un posto abbastanza tranquillo, non preoccuparti. Come mai non saresti potuta venire?>>
Perfetto Alice, la stessa curiosità che ti assilla a te ora è dalla parte opposta, buona fortuna.
<<Oh ehm, perché... perché ho paura dell'acqua in luoghi così>>
Scusa peggiore non potevi trovarla, stupida.
Quando sentii una leggera risata mi voltai di nuovo verso di lui e lo sorpresi mentre rideva di gusto senza farsi sentire, e non potei fare a meno di guardarlo in maniera confusa.
<<Perché ridi?>>
<<Seriamente hai paura dell'acqua?>>
Si vedeva lontano un miglio che stava cercando di non ridere, ma nonostante ciò fallì miseramente non appena terminò di farmi quella domanda.
<<Ehm si, cos'hai contro le mie strane paure?>>
<<Nulla nulla figurati, tutto apposto così>>
Iniziai a ridere insieme a lui, e passammo così le due ore di letteratura assieme, e stranamente mi sentivo felice.

<<Mamma stai tranquilla, vedrai che è tutto sotto controllo>> le dissi io mentre si torturava le mani con le sue unghie.
<<Tesoro per favore, non dire nulla>>
Sapevo che era preoccupata, ma si stava parlando di me, io avrei dovuto combattere non loro, io avrei dovuto assumermi i problemi e non loro, non potevo permetterlo ancora.
<<Signori buonasera>>
Io e i miei genitori ci girammo di scatto verso il dottore, e mio padre non esitò un momento a chiedergli i risultati dei test che avevo fatto.
<<Per la prima volta dopo tanto tempo ormai, sono qui con delle buone notizie. Per mesi abbiamo visto che l'asma era in un livello critico, in cui anche il minimo pericolo avrebbe potuto segnare l'inizio di qualcosa di veramente pesante per te, ed oggi finalmente posso dirvi che lentamente il livello di criticità dell'asma si è abbassato come quello di alcuni mesi fa, ed ora si trova in uno stato intermedio che però facilità l'avanzata verso uno stato inferiore, che potrebbe finalmente segnare un netto miglioramento per te>>
Mi voltai verso mia madre che con le lacrime agli occhi stava stringendo a sé mio padre.
<<Perciò dottore, le cure potranno diminuire?>> chiesi io impaziente, ero stanca di quella situazione in cui mi ero ritrovata quando ero nata, e forse solo ora riuscivo a vedere la luce infondo al tunnel.
<<Si Alice, dimezzerai le dosi che prendi ora, ma la frequenza rimarrà invariata per ora>>
Abbassai lo sguardo e sentii gli occhi iniziare ad inumidirsi, probabilmente per le sensazioni contrastanti che stavano riempiendo la mia testa.
<<Alice, hai superato tanto in questi 17 anni, lotta ancora un po' e ce la farai. Sei forte, lo sai bene>>
Alzai lo sguardo verso mio padre e di risposta lui mi strinse a se.

Avevo paura, paura che tutto ciò sarebbe riuscito a illudermi per poi farmi cadere nel baratro più totale, e avevo paura che a caderci non sarei stata solo io, ma anche le tre persone che in tutta la mia vita avevano lottato assieme a me, i miei genitori e mio fratello.
Ma avrei lottato, ce l'avrei messa tutta pur di vincere questa battaglia, ce l'avrei fatta per me, per noi. Avrei lottato fino all'ultimo respiro, non avrei mollato così.
Mamma, papà, vi prometto che lotterò fino all'ultimo e vi prometto che tornerete a sorridere, perché vi giuro che farò il possibile per raggiungere la luce alla fine di questo immenso tunnel.

Angolo autrice
Ciao a tutti! Come state? spero che questo capitolo vi sia piaciuto, per qualsiasi cosa mi farebbe piacere che commentaste in modo da farmi capire dove posso sbagliare e come posso correggere. Se vi va lasciate la stellina, vi ringrazio, a presto♡︎
-sharon༄

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