Blake's pov
Erano passati due giorni da quando avevo accompagnato Alice in quella struttura, e nonostante quando ci arrivai davanti mi sorsero mille domande decisi di lasciarla andare e di tornare a casa, ma non era finita lì. Appena tornato nel mio appartamento feci ricerche ovunque pur di scoprire cosa si celasse dietro quella struttura e soprattutto cosa si celasse dietro il sorriso raggiante e spesso sfacciato di Alice. Dopo poco le mie ricerche trovarono una risposta i meglio dire un nome, studio del dottor. Jensen.
Non riuscivo ancora a capire che collegamento ci fosse tra quel dottore e la famiglia di Alice, ma sapevo che presto ne avrei capito qualcosa in più.
Decisi di non indagare oltre anche per un'altro motivo, il mio futuro.
Erano mesi che lavoravo su un racconto, eppure nelle ultime settimane non riuscivo a scrivere nulla, nemmeno una misera riga e ciò mi portava all'esasperazione, eppure dopo quelle ricerche riuscii a buttar giù qualche nuova idea.
Mentre digitavo sulla tastiera mi sentivo bene, riuscivo ad esprimere tutto il male che avevo vissuto attraverso la vita di qualcun altro, attraverso la storia di qualcun altro. Scrivere era un calmante per me, era il mio scopo e il mio futuro, e sapevo sarebbe stato tale perché infondo sapevo di meritarlo. Sapevo di dover lasciare un messaggio, di dover dire a chiunque abbia vissuto anche una minuscola parte di quello che avevo vissuto io che non era stata sua la colpa, che infondo doveva solo sognare perché sarebbe stato quello a fargli capire la bellezza della vita.Dentro di me portavo rabbia, odio e tristezza, un mix di emozioni che spesso mi portava allo sfinimento, ma sapevo che avrei ricevuto di meglio un giorno, o forse ci speravo solamente.
Mentre scrivevo il mio cellulare iniziò a squillare, e imprecai silenziosamente pregandomi di ricordarmi le idee per poterle scrivere dopo la telefonata.
Guardai lo schermo del telefono e notai il nome del mio migliore amico, e così decisi di rispondergli interrompendo la mia bolla personale.<<Lucas, cosa cazzo vuoi?>>
<<Amico mio! Grazie e sappi che ti voglio bene anch'io, ma rimandiamo queste sdolcinatezze a dopo>> disse dall'altro lato del telefono e non potei non ridere per il tono che aveva usato. Ad influire era il suo accento ancora leggermente diverso siccome le sue origini spagnole. Lo conoscevo da 6 anni circa per via di una festa a cui avevo partecipato quando venni in viaggio qui a Seattle, e fu proprio lui a convincermi a trasferirmi qui quando feci 18 anni.
<<Dimmi Lucas, ma spero per te che mi abbia chiamato per un motivo serio visto che stavo scrivendo>>
<<Oh amico finalmente! Quella ragazza ti sta facendo venire anche fantasia anche se non preferisco sapere quale di preciso>>
<<Lucas sei un coglione, vai al punto>>
<<Oh che permaloso, va bene va bene. Senti so che quella ragazza ti piace e...>>
<<Non dire cazzate, sai che non mi piace e che non ho la mente pronta per una relazione. Continua.>>
<<Mi correggo, so che a te piace quella ragazza nonostante tu dica il contrario ma devi farmi un favore. Ho conosciuto una ragazza, si chiama Addison e abbiamo deciso di vederci questa sera ma in compagnia, perciò lei porta una sua amica ha detto e per questo devi venire anche tu. Prima che tu dia una risposta ti concedo un'opzione, se l'altra ragazza sarà di cattiva compagnia ti concedo di andar via prima ma solo se userai una buona scusa. Ci stai?>>
<<Va bene Lucas, ma se vorrò me ne andrò ti avviso>>
<<Oh Blake penso di starmi innamorando di te! Ci vediamo alle otto nel ristorante ed ora ti invio l'indirizzo, a dopo amico!>> disse agganciando, e segnandomi al volo le idee per la storia su un post-it mi andai a preparare.
Mezz'ora dopo ero già pronto, e siccome mi avanzava ancora un quarto d'ora decisi di chiamare Alice che dopo quattro squilli rispose.
<<Ei Ali, come stai?>>
<<Ei Blake tutto ok, mi stavo preparando per andare in un posto e, oh aspetta, cretina non lamentarti tu hai voluto proporre questa cosa!>> la sentii urlare e scoppiai a ridere immaginando la sua faccia mentre si arrabbiava che, diciamocelo chiaro, era bellissima.
<<Scusami, stavo dicendo che mi sto preparando, perciò posso stare solo pochi secondi qui al telefono>>

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Fino All'ultimo Respiro
Storie d'amore«Perché quando nasci, cresci ed impari a vivere non dando per scontato nulla, impari che nulla conta di più che riuscire a farcela da sola» Nulla si deve dare per scontato, e lei lo sa bene. Lo sa chi, ora dopo ora, inala quell'aria per tutti sconta...