16. a casa mia

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                      Blake

<<Sei pronta?>> le chiesi stringendole la sua piccola mano nella mia. Non ero assolutamente solito a fare questo genere di cose, eppure con lei mi veniva naturale fare questo tipo di gesti. Sentivo il dovere di proteggerla, lo percepivo quando incontravano le sue iridi color miele, ed allo stesso tempo avevo bisogno di lei accanto a me.
<<Si, andiamo...>> prese coraggio facendo un respiro profondo, ed entrammo in palestra alla ricerca del coach della squadra.
<<Brown! Cosa ci fai qui? Successo qualcosa?>> disse il coach alle nostre spalle, e se lei si girò solamente io sobbalzai dallo spavento. Si vede che era tipico del coach presentarsi alle spalle delle persone, ma visto che io non ero abituato ogni volta mi spaventavo facendo sorgere sul viso di Alice un sorriso, il più bello che avessi mai visto.
<<No coach, nessun problema o almeno non mio>>. Le strinsi la mano in segno di rassicurazione e vidi sul suo volto un sorriso per ringraziarmi, e subito dopo iniziò a parlare.
<<Coach, le chiedo se può prendere provvedimenti per Michael Albertiny, lo voglio fuori dalla squadra.>>

Pronunciò questa frase con una tale fermezza da fare paura, vidi dal suo sguardo che le sue mura erano state ricostruite per non far trasparire alcuna emozione, eppure ero certo che se qualcuno avesse guardato affondo in quelle due iridi marroni si sarebbe accorto che quella ragazza dal carattere forte e cinico in realtà era tutt'altro.

<<Cosa succede Brown? Perché mi fai una proposta simile?>> chiese incredulo il coach. Sapevamo entrambi che era una proposta apparentemente folle, ma aveva delle motivazioni solide alla base.
<<Coach, so perfettamente quanto Albertiny sia importante per la squadra, ma mi ha minacciata>>
<<Cosa intendi dire Alice?>>
<<È da un po' che mi minaccia dicendo che devo abbandonare la squadra, altrimenti...>>
La vidi alzare lo sguardo in cerca del mio, ed io cercai di darle il coraggio che le serviva per terminare la frase.
<<...altrimenti non risponderà delle sue azioni>> disse guardando un punto alle spalle del coach, e mentre vidi il suo sguardo confuso sperai che tutto sarebbe andato secondo i piani.

<<Ce l'abbiamo fatta...>> disse a tono basso Alice lasciando in sospeso la frase.
<<Ce l'abbiamo fatta!>> ripetè nuovamente buttandomi le braccia al collo e di risposta la strinsi ancor più forte a me.
Da quando una settimana prima Alice disse tutto ciò che aveva subito in questi due anni da parte di quel tizio la scuola fortunatamente si era mossa agendo con un'espulsione sia dalla squadra che dalla scuola stessa. Ero felice di essere riuscito ad aiutare Alice, se lo meritava.
<<Te l'avevo detto piccoletta, ero certo che ce l'avresti fatta. Hai sopportato anche troppo>> le dissi mettendola giù e guardando il suo splendido viso. Non sapevo precisamente cosa stava succedendo in me, ma in quel momento sentivo il bisogno di azzerare del tutto le distanze tra noi. Le presi il viso tra le mani e la baciai, senza esitazione. Sentii le sue labbra soffici sulle mie e finalmente mi sentii completo.
Fu un bacio dolce, oserei dire desiderato da entrambi, ma ero ormai certo che per lei non provavo solo un'amicizia come le altre, pian piano era entrata nella mia testa rimanendo lì ed occupando una parte dentro me.
Appena mi separai da lei sentii una mancanza, e d'improvviso salì in me la paura di aver fatto un'enorme cazzata, ma quando vidi nascere sul suo volto un sorriso a trentadue denti capii che non avrei potuto fare nulla di meglio.

<<Hai agito di pancia?>> chiese lei mantenendo quel sorriso splendido sul volto e lo sguardo fisso nel mio.
<<Si, ho sbagliato?>> le chiesi io sorridendo a mia volta.
<<Assolutamente no, dovresti farlo più spesso>>
Senza esitare riappoggiai le mie labbra sulle sue, baciai quel sorriso che mi stava mandando in tilt da ormai tre mesi.
<<Penso che dovremmo andare in mensa dai nostri amici...>> sussurrò lei cercando di liberarsi da me con ancora il sorriso sul volto.
<<Lo penso anch'io ma aspetta...>> le dissi afferrandola dal polso.
<<Non stai dimenticando qualcosa?>> le chiesi io.
Alzò gli occhi al cielo con quello splendido sorriso ormai fisso sul suo volto che le donava un'aspetto da bimba, per poi avvicinarsi a me e darmi un leggero e veloce bacio a stampo, e con il mio braccio attorno alla sua vita ci dirigemmo assieme in mensa sotto lo sguardo attento di ragazzi e ragazze.

<<Alice finalmente, pensavo non venissi...>> disse Allison alzando lo sguardo dal suo piatto ed attirando l'attenzione di Noah e Lucas, ma non appena vide il mio braccio le si stampò un sorriso malizioso guardando la sua amica dando poi una leggera gomitata al loro migliore amico.
<<Allison attenta a te>> rispose Alice sedendosi difronte ai suoi migliori amici, e la seguii sedendomi tra lei e Lucas che ormai faceva parte del nostro gruppo.
<<Ali hanno espulso Michael, hai sentito vero?>> chiese Noah, e vidi subito Alice irrigidirsi. Le misi la mia mano sopra la sua che era nascosta sotto al tavolo, e per fortuna quel leggero contatto riuscì a calmarla.
<<Si l'ho sentito, e sono stata io>> disse con voce piatta lasciando il nostro piccolo gruppo completamente spiazzato.
<<Ha fatto altro? Ti ha rimesso le mani addosso?>> chiese Noah rosso dalla rabbia.
<<No Noah, avrebbe voluto ma non ne ha avuto modo>>
<<Ti sei liberata di quel pallone gonfiato finalmente, sono così felice Ali!>> disse questa volta Allison entusiasta dalla notizia, e in tutto ciò Lucas mi chiedeva con lo sguardo di cosa stessero parlando, al che risposi  sottovoce dicendo <<te lo spiego dopo>>.
<<Beh parlando di altro, quando c'è la prossima partita?>> chiese Lucas prendendo una forchettata del cibo della mensa.
<<Siccome questa settimana arrivano le vacanze di natale la partita si terrà direttamente a gennaio, precisamente il 9>> rispose tranquillamente Alice.
<<Nemmeno un po' di ansia Brown?>> chiesi io sorridendole.
<<Mai Jonhson, mai>>
<<Ragazzi!>> esclamò Lucas dopo essere stato pochi minuti al cellulare.
<<Lu non c'è bisogno di urlare, non sono sorda>> rispose Allison facendo una strana smorfia, e vidi nascere sul volto del mio migliore amico un sorriso a trentadue denti, beccato.
<<Scusate, ma volevo chiedervi se tante volte foste liberi venerdì prossimo. Ah e Blake, dopo devi venire al ritrovo.>>
Annuii capendo cosa intendeva e mi voltai a guardare Alice sperando che ci sarebbe stata.
<<Certo che ci siamo! Ma, per cosa esattamente?>> chiese Allison felice e confusa allo stesso tempo.
<<Io e Blake abbiamo una gara>> rispose semplicemente Lucas.
<<Gara? E di cosa Blake?>> chiese Alice sorpresa.
<<Lo vedrai oggi pomeriggio, vieni con me>>
<<Cosa? E da quando decidi per me Johnson?>> chiese lei sorridendomi ed incrociando le braccia al petto. Mi avvicinai a lei assicurandomi che gli altri tre non stessero guardando, per poi risponderle alla sua domanda all'orecchio.
<<Da quando venti minuti fa ci siamo baciati, e siccome oggi voglio stare con te verrai con me>>
Quando mi allontanai vidi per la prima volta in tre mesi un'Alice imbarazzata, e la vidi poi coprirsi il volto rosso con la mano.
<<Ragazzi io vi devo salutare, devo correre a casa altrimenti arrivo tardi in pomeriggio>> esordì Lucas dopo aver spiegato cosa si sarebbe svolto l'indomani a Noah ed Allison.
<<Va bene, ci saremo>> disse questa volta lei sorridendogli. Lui si avvicinò a lei e le diede un leggero bacio sulla guancia, andando poi a salutare Noah con una pacca sulla spalla e salutando me ed Alice con un abbraccio veloce per poi uscire da scuola poco prima del previsto.
<<Piccoletta, ti dispiace se andiamo anche noi? Dovrei prepararmi anch'io>> le chiesi supplicandola con lo sguardo, avevo l'intenzione di passare l'intera giornata con lei.
<<Va bene, ragazzi ci sentiamo dopo>> disse lei alzandosi e salutando i suoi due migliori amici con un abbraccio mentre io mi limitai ad un cenno della mano. Uscimmo da scuola e salimmo nella mia macchina, ma appena saliti la convinsi di girarsi verso di me riuscendo a rubarle un bacio.

<<Sei assurdo Blake>> disse sorridendomi.
<<Intanto mi hai baciato, va benissimo ciò>> risposi io sorridendole ed iniziando a guidare.
<<Dove andiamo?>> chiese dopo alcuni minuti di silenzio.
<<A casa mia, ma prima andiamo da te e ti vesti comoda, il luogo in cui andremo non richiede un'abbigliamento strabiliante>> le dissi vago, e vidi un leggero bagliore quando le dissi "casa mia".
<<Piccoletta non conosci ancora tante cose di me, ma ti assicuro che presto saprai ogni cosa. Promesso>>.

Angolo autrice
Ciao ragazzi!
spero davvero tanto che il capitolo vi sia piaciuto (e non solo). ci ho messo molto a scriverlo e sono felice di com'è venuto, anche se alcuni aspetti sembrano insignificanti vi assicuro che non lo sono.
beh, a presto!
-sharon

Fino All'ultimo Respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora