𝐈

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12/02/2016
Varcai la soglia ed entrai nell'aeroporto, ero super agitata perché era il mio primo viaggio e soprattutto ero da sola, senza nessuno che conoscessi e oltretutto in una città in cui non sapevo parlare bene la lingua.

In quel momento mi lasciai prendere un po' troppo dal panico, avevo già dei ripensamenti e non ero sicura di ciò che stessi facendo ma poi, dopo tutti i controlli e passaggi vari prima della partenza, un po' impacciata, mi misi a sedere in un posto sull'aereo vicino al finestrino.

Avevo una vista bellissima ma la paura del volo iniziava a farsi sentire, iniziammo a decollare e diventava sempre più difficile trattenere la tensione, senza l'istinto di urlare o di avere un attacco di panico, così mi aggrappai alla cosa più vicina a me o meglio al braccio più vicino al mio.

Inizialmente non ci feci caso, nella mia testa ero più preoccupata di aprire gli occhi che per accorgermi di cosa stavo facendo.

Dopo qualche minuto presi coraggio e li aprii, avrei voluto sprofondare o addirittura svenire, mi voltai e guardai la persona che era del tutto tranquilla come se l'accaduto fosse una cosa normale, poi lo vidi mimare qualcosa con la bocca, "Tutto bene?" chiese, gli feci un cenno con la testa, accorgendomi subito dopo di aver la mia mano ancora ancorata al suo braccio.

La spostai e dalla mia bocca uscì un "Scus-scusa p-per.." con la voce ancora tremolante, guardai il suo braccio.
"Non ti preoccupare è il tuo primo viaggio in aereo?" domandò mentre sorrise e in quel momento era come se tutta l'ansia e la paura che avevo, fosse sparita, anzi come se non ci fosse mai stata traccia.

Sorrisi a mia volta, "Sì" risposi semplicemente e mi soffermai sul fatto che non riuscissi a vedere molto di lui, era coperto da un cappuccio e degli occhiali da sole anche se di sole non c'era neanche l'ombra.

Lasciai stare e per la prima volta, guardai il panorama fantastico, le nuvole che sembravano zucchero filato, qualcosa di estremamente morbido.

Passò qualche ora e finalmente vidi in lontananza delle piccole case che iniziavano a diventare della dimensione naturale, ovviamente viste dall'alto.

Atterrammo all'aeroporto di Londra ma prima di scendere mi voltai dallo "sconosciuto", "Grazie e scusa ancora" dissi sorridendo, "Figurati è stato un piacere" mi rivolse un ultimo sorriso e se ne andò, scesi a mia volta dall'aereo, diretta all'esterno dopo aver preso la mia valigia.

! QUALCHE MESE PRIMA !

05/09/2015
Dopo aver finito il mio quarto anno di scuola, avevo un sogno da realizzare, andare a Londra, imparare l'inglese, vivere in una piccola città, per poi girare il mondo e viaggiare.

L'inglese mi sarebbe stato utile in qualsiasi caso e mi è sempre stato detto che per saper parlare bene una lingua bisogna fare pratica sul territorio, perciò mi sono promessa che un giorno lo avrei fatto.

Era ormai settembre, decisi che era ora di iniziare a intraprendere il mio nuovo inizio.
Chiamai la mia amica, Ashley, si era trasferita in Italia più o meno quattro anni fa e avevamo passato tre anni di a scuola insieme, eravamo migliori amiche ma purtroppo è dovuta tornare in Inghilterra, ci siamo aiutate a vicenda, lei con l'inglese, materia con cui non andavo perfettamente d'accordo e io con l'italiano, materia che lei faceva ancora fatica a comprendere.

Negli ultimi 5 anni ci siamo sentite parecchie volte e lei continuava ad invitarmi per una vacanza a casa sua, con la scuola trovavo difficile dovermi spostare ma sicuramente prima o poi ci sarei andata, rimaneva sempre delusa del mio "non posso, ho molto da studiare con la scuola e materie che devo recuperare, te lo prometto che un giorno verrò, sai che mantengo le promesse".

Inutile dire che la sua sua reazione appena gli dissi che sarei andata, era al settimo cielo, non vedeva l'ora di incontrarmi dopo quasi cinque anni.

Le dissi che sarei partita verso febbraio ma la data era ancora da decidere e gliel'avrei confermato appena possibile.

La stessa sera a cena informai i miei genitori.
"Mamma, papà vi dovrei dire una cosa" dissi senza paura, "Che c'è tesoro?" rispose papà con tono preoccupato, non ero solita a parlare durante cena, se non per dire qualcosa di estrema importanza.
Mia madre era concentrata e ansiosa di sentire ciò che avevo da dire ma rimase ferma lì a guardarmi.

"Vorrei partire per Londra, imparare l'inglese per poi iniziare a viaggiare, è sempre stato il mio sogno?" mi fermai un istante ma poi ripresi subito a parlare vedendo le facce curiose dei miei genitori formarsi sui loro volti.

"Non sarò da sola, vi ricordate di Ashley? La mia migliore amica che era alle medie con me? Mi ospiterà a casa sua è abbastanza grande per due persone, cercherò lavoro e prenderò a far parte di un corso di inglese, ho l'opportunità e non vorrei farmela scappare, ne ho già parlato con lei ed era contentissima di potermi rivedere, so che può sembrarvi assurdo, dopo..." sospirai "Dopo ciò che mi è accaduto ma non posso rovinare il mio futuro, I-io non posso restare qui ferma ad aspettare che tutta la mia vita sia monotona" conclusi.

Con grande stupore vidi due sorrisi che mi sciolsero il cuore, ormai ero l'unica rimasta a casa, dopo che i miei fratelli se ne erano andati per le loro strade, il più grande è partito per la Francia, per lavorare nei migliori ristoranti Francesi e il mio secondo fratello è in America con un azienda di marketing.

Ero sicura anzi più che sicura di vederli emozionati e tristi perché li lasciavo soli ma in realtà sapevano che era ciò che volevo fare, ed erano sicuri che fosse la cosa giusta per me.

Fin da piccola sognavo di fare un Liceo Linguistico, imparare tutte le lingue era la mia passione ma avevo così tante idee in testa che non sono mai riuscita a decidermi su quale potesse davvero essere il mio futuro lavoro, insomma sono sempre stata una persona indecisa, piena di cambiamenti improvvisi, non riuscivo mai a tenere un punto di riferimento.

"Sono sicura che ti piacerà e sono contenta che tu abbia trovato la tua strada, noi ti saremo vicini qualsiasi decisione tu prenda" mia madre si alzò dalla sedia e mi vení incontro abbracciandomi, così fece anche mio padre, lasciandomi un bacio sulla fronte, non disse nulla perché era d'accordo sul discorso fatto in precedenza dalla moglie.

Nei mesi successivi preparai ogni cosa nel dettaglio, tutto ordinato, dal biglietto del volo, agli orari e ogni passaggio come un elenco di cose da fare, ho tralasciato il fatto che sono una persona molto precisa.

Il tempo passò molto in fretta e mi ritrovai a esattamente 18' ore dalla partenza, avevo già preparato la valigia e ogni cosa che mi servisse una volta arrivata là.

Mi misi comoda nel letto sapendo che non avrei chiuso occhio per l'agitazione ma riuscii comunque a riposarmi per qualche ora, alle 4:00 di mattina con il suono della sveglia mi alzai e dopo essermi fatta una doccia, mi vestii in modo abbastanza comodo e scesi in salotto portando con me la valigia e una borsa con dentro altri vestiti.

Prima di salire in macchina, salutai mia madre che mi abbracciò, lasciando scorrere una lacrima invisibile sulla sua guancia "Mi mancherai tanto e chiamami quando puoi, ti voglio bene amore mio" disse tamponandosi gli occhi con un fazzoletto "Anche io ti voglio bene mamma" con un cenno mi fece segno di andare che papà mi stava aspettando, prima di poter crollare in un altro pianto silenzioso.

Misi la valigia e la borsa nel baule e salii in macchina, per tutto il viaggio mi rilassai pensando che avrei inziato un nuovo capitolo della mia vita, ignara di ciò che il destino avrebbe avuto in serbo per me.

Dopo esser arrivati mio padre mi aiutò con i bagagli, iniziava a mostrarsi la mia agitazione, "Stai tranquilla tesoro, andrà tutto bene, la prima volta che io e tua madre andammo in aereo eravamo anche noi agitati però poi tutto passò e sono sicuro che succederà così anche a te" a quelle parole sorrisi e riuscii quel poco che bastava a tranquillizzarmi, era comunque qualcosa di nuovo.

"Sentiremo la tua mancanza entrambi e la casa sarà un po' più vuota senza di te, rimarrai sempre la mia piccola bambina anche se ora hai diciotto anni" non lo fece notare ma i suoi occhi iniziarono ad essere più lucidi, così lo abbracciai e lo rassicurai dicendogli che non mi sarei messa nei guai e sarei stata molto attenta.

Era giunto il momento, da lì in avanti ci sarebbe stato un nuovo inizio. Diverso. Unico. Indimenticabile.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora