𝐗𝐈𝐈

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Salutai Sharon che mi abbracciò a sua volta e poi iniziammo a lavorare.
Quella mattina dovevamo aprire alle 8:30, perciò ci sbrigammo a preparare i dolci tra cui: muffin con il cioccolato, i cupcake con varie glasse colorate, diverse torte ed infine biscotti.

Nel mentre che finivo di infornare gli ultimi dolci e guarnirli, Sharon era andata ad aprire la pasticceria e sistemarsi dietro al bancone per servire i primi clienti, una volta finito, andai ad aiutarla.

Quel giorno fu particolarmente pieno, non avevo nemmeno il tempo di fermarmi un minuto, caffè a non finire e i dolci che sparivano dal bancone ogni secondo.
Le persone amavano la pasticceria e in effetti avevano proprio ragione, oltre alle buonissime torte, era un posto veramente rilassante, in cui potevi goderti la tua colazione o qualunque pasto in tranquillità o in compagnia.

Erano quasi le 14 e nonostante l'orario il via vai di persone non smetteva.
Quando le acque si furono calmate, Sharon uscì dalla cucina con una teglia piena di strani dolcetti, "Oh cara, non hai ancora pranzato ti porto qualcosa da mangiare e dopo puoi pure andare a casa" gli sorrisi, oggi le lezioni le avevo abbastanza tardi, quindi non guardai l'orario d'uscita, in fin dei conti mi piaceva lavorare lì.

"Ti ringrazio, nuove ricette?" guardai lei e poi le formine che erano ancora calde sulla teglia con una faccia confusa, "Sì, è da tanto che volevo provare questa ricetta, però credo che non siano usciti bene, ti va di assaggiarne uno?" prese un piccolo piatto e li mise sopra, riportando la teglia in cucina.

"Certo, saranno sicuramente buoni!" quando ne presi uno lo spezzai e ne mangiai una piccola parte, non erano poi così male ma mancava qualcosa, "Magari provo a farli io domani, così possiamo aggiungerli a tutti gli altri come novità" le sorrisi cercando di non offenderla.

"È un modo carino per dirmi che fanno schifo vero? avanti dillo non me la prendo, ormai sei come una figlia per me" mi si sciolse il cuore e senza chiederle il permesso la abbracciai, in cambiomi strinse forte, "Ora penso di dover andare, fai da sola qui o hai bisogno che resti?" sapevo già che mi avrebbe detto di no ma per cortesia glielo chiesi comunque.

"No vai a casa a riposarti, però aspetta qualche minuto, ti preparo qualcosa per pranzo così lo porti a casa anche ad Ashley, sicuramente non avrà fatto nulla da mangiare" iniziammo a ridere e mandai un messaggio ad Ash per dirle che avevo terminato il lavoro e se sarebbe potuta passare a prendermi.

Poco dopo arrivò Sharon che mi diede due sacchetti che misi nello zaino, "Ti ringrazio, ci vediamo domani" gli sorrisi e fece lo stesso "A domani tesoro!" rispose.

Cercai di incamminarmi a piedi verso casa, senza ricevere risposta da parte di Ashley, non era poi così lontana, circa 10 minuti a piedi, guardando il lato positivo avrei fatto attività fisica.

Girando l'angolo mi trovai davanti a Starbucks e decisi di entrare per prendere un caffè macchiato con più latte che caffè, nel momento in cui stavo per girarmi, mi ritrovai davanti la persona che non avrei mai voluto incontrare, sperando che non mi avesse riconosciuta, andai verso l'uscita.

"Elle, sei tu?" cavoli mi aveva scoperto, "Elle!" continuava a ripetere il mio nome, inziai ad allungare il passo, non avevo intenzione di scusarmi per averlo chiamato stronzo o semplicemente per il mio comportamento, appena prese il suo caffè, si fece spazio tra le persone per seguirmi fuori, vidi la scena dalla vetrina mentre continuavo il mio percorso.

"Elle ti prego aspetta!" nulla che potevo fare, mi raggiunse, si mise davanti a me ma io lo superai, due passi dopo mi prese per il polso facendomi girare, non me lo aspettavo, "Scusami per aver occupato il tuo parcheggio quel giorno, non trovi strano che ci incontriamo sempre per caso?" sorrise e io alzai le sopracciglia, "Ok ok va bene, la smetto, sei una ragazza testarda vedo" continuò con un sorriso sulle labbra.

"Come ti permetti, nemmeno mi conosci per giudicarmi!" mi girai per tornare a fare ciò che stavo facendo, ovvero tornarmene a casa ma prima che potessi fare qualche passo, "A me piacciono le ragazze come te" mi bloccai, non volevo farlo, era come se avessi perso l'uso delle gambe.

Fece un passo verso di me e mi voltai, guardai verso il basso, sperando che non si accorgesse del fatto che ero completamente rossa in viso, "Sei bella quando arrossisci" prese la sua mano libera e mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

In quel momento non capivo più nulla, ero persa nel mare dei suoi occhi, non avevo la forza per parlare, mi uscì dalla bocca un "Gra-grazie" poi mi resi conto che stavo balbettando, cosa che non avevo mai fatto con nessuno, cosa voleva dire? Mi stavo innamorando? No l'amore non fa più parte di me.
Ma se era destino? L'ha detto anche lui che ci incontriamo sempre per caso! No Elle, no, il destino non esiste, l'amore non esiste.
E poi qualunque caso sia sarebbe comunque troppo presto per innamorarsi, non lo conosco nemmeno.

A riportarmi nel mondo reale fu lui che iniziò a parlare, "Ti serve un passaggio?" a pensarci bene avrei potuto evitare cinque km di strada, sotto al sole che stranamente era uscito dopo la pioggia di questa notte. Ma se sarebbe successo qualcosa? Se sarebbe capitata la stessa cosa di prima? E se questa volta ci saremmo baciati? No, non poteva accadere. Ma perché ho pensato a noi due nella sua macchina che ci baciavamo, questo voleva dire solo una cosa.

"No cioè, sì cioè" cavoli lo avevo fatto ancora.
"Dai sali in macchina, non ho intenzione di rapirti" disse lui "Almeno per ora" continuò ma quest'ultima frase mi sfuggì per colpa di una macchina che passò in quell'istante "Che cosa hai detto, scusa?" non avevo capito nemmeno una parola, "No niente tranquilla" mi aprì la portiera davanti e io salii in cambio gli sorrisi e lo fece anche lui.

Il tragitto fu abbastanza silenzioso apparte la musica in sottofondo, girando le varie stazioni, arrivò ad una radio italiana, stranamente la lasciò e io iniziai a cantare sottovoce, quando si girò verso di me io pensai che magari gli dasse fastidio così non cantavo più.

"Sei italiana?" mi voltai verso la sua direzione, "Come hai fatto a capirlo?" sicuramente avrò sbagliato a dire qualche parola in inglese, "Hai inziato a canticchiare questa canzone e ho intuito che fosse così, non dovevi smettere sei brava a cantare" arrossii ancora una volta e per mascherare il mio viso guardai fuori dal finestrino.

"Credevo di aver sbagliato a parlare, non sono da molto qui e l'inglese non è una lingua che so molto bene" ridemmo entrambi, perché gli avevo raccontato questo particolare? Cosa mi era preso?
"Vedrai che ti troverai bene, anche se non capisco come tu abbia fatto ad andartene da un posto stupendo come l'Italia" disse lui ridendo, volevo non rispondere ma qualcosa mi diceva di farlo.

"Volevo cambiare vita, voltare pagina" risposi dopo molto tempo dalla sua domanda, mi ritrovai di nuovo a parlargli della mia vita, sembrava una cosa naturale. Senza rispondere mi poggiò una mano sulla coscia, era come se mi capisse e io lo sentivo, sentivo questa connessione.

Ma che sto dicendo! Elle ma ti ascolti mentre parli? sembri una bambina alle prese con la prima cotta, l'amore non è questo, scordatelo.

Poco dopo arrivammo a casa.
Aspetta ma come ci eravamo arrivati se non conosceva l'indirizzo?
"Ma come facevi a sapere dove abito?" chiesi con una faccia confusa aspettando una sua risposta, "Me lo hai detto tu poco dopo essere partiti" strano non lo ricordavo, lasciai perdere sicuramente avrei fatto la solita figuraccia.

Scesi dalla macchina e prima di chiudere la portiera mi affacciai al finestrino "Grazie Tom, è stato bello parlare con te" no aspetta cosa!? Che cavolo ho detto, no Elle ma la smetti? Che ti prende, questa è già la terza volta che fai cose senza senso, "Anche per me lo è stato, spero di rivederti Elle" fece un sorriso e diventai per la milionesima volta rossa come un pomodoro.

Rimase lì finché non entrai in casa e purtroppo quando sbirciai dalla finestra lui era già andato.
Guardai in basso rendendomi conto che avrei voluto passare tutto il pomeriggio con lui, ogni pensiero svaniva, ero semplicemente felice. Forse mi ero davvero innamorata.

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora