𝐗𝐋𝐈𝐗

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Mi appoggiai al muro chiudendo gli occhi lasciandomi trasportare dalla stanchezza, nella mia testa c'era una totale confusione.

"Elle?" sentii in lontananza la voce di qualcuno, pensai di stare ancora sognando, la luce mi dava quasi fastidio oltre le palpebre, "Elle" e di nuovo ancora, questa volta squotendomi dalle spalle.

Aprii gli occhi di colpo, no quello di certo non era più un sogno, bensì la realtà, ci misi qualche secondo a decifrare il tutto, connettere il cervello.
"Chris?" lo guardai bene e poi ispezionai il luogo circostante.

"Che cosa ci fai qui fuori al freddo?" chiese porgendomi una mano per alzarmi, dovevo dirgli la verità?
Mi voltai per vedere se c'era qualcuno, non una persona qualunque ma lui, niente.

"I-io sono venuta qui, pe-per chiarire con tuo fr-fratello" risposi, "Sai dopo la litigata di ieri, non volevo partire e tenermi questo peso" continuai senza guardarlo negli occhi.

"Ma aspetta da quanto sei qui?" domandò, "Tu che ci fai qui invece?" chiesi io a mia volta, sapevo che essendo sorto da poco il sole, saranno passate circa due ore, sicuramente mi avrebbe preso per pazza.

"Elle, non si risponde ad una domanda con un'altra domanda, lo dici sempre anche tu" continuò lui, "Comunque sono passato a prendere Tom, partiamo per il California, deve sistemare alcuni affari di lavoro e mi ha chiesto di accompagnarlo" annuii silenziosamente, sarebbe stata l'ultima mia possibilità.

"Ora tocca a te, allora?" chiese ancora, "Sono arrivata qui verso le 4:30, ho bussato più volta ma non ha mai risposto, non ho voluto rinunciare e mi sono addormentata per la stanchezza" spiegai e lui sgranò gli occhi, "No no Elle, tu sei pazza, sono quasi le 8:00 di mattina, sei qui da circa quattro ore" si mise una mano nei capelli e iniziò a camminare avanti e indietro.

"Non oso immaginare che sia stata quella..." lo bloccai prima che potesse dire qualcosa di cui poi pentirsene, "No, non è stata Ashley, anzi è stata una mia idea" cercai di fare un'espressione convincente.

"Sappiamo entrambi che non sai dire bugie, soprattutto sei una testa dura, quando ti impunti su una cosa è quella, nessuno può farti cambiare idea" disse mettendomi le mani sopra le spalle, "È Ash che ti mette in testa queste cose, non le devi dare ascolto, guarda come sei fredda, ti prenderai un raffreddore, questo è sicuro" continuò facendomi mettere la sua giacca.

"Grazie" risposi semplicemente, "È il minimo sorellina, quello stupido e ingr..." lo fermai un'altra volta, "Chris, è pur sempre tuo fratello, e magari non è nemmeno colpa sua, non mi avrà sentito" continuai.

Scosse la testa, "No, so perché l'ha fatto, voi siete molto simili sotto alcuni aspetti, due testardi, l'ho sempre saputo, anzi lo abbiamo sempre saputo" disse in modo più basso l'ultima parte del discorso, il fatto che mi abbia attribuito un aggettivo particolare, quello lo sapevo già ma è ciò che ha detto dopo che mi manda in confusione.

"Che cosa hai detto?" domandai ma non ricevetti risposta, suonò il campanello più e più volte, "Forse è meglio se io tolgo il disturbo..." non mi lasciò finire, "Stai ferma lì dove sei e non muoverti!" esclamò senza voltarsi, continuo a suonare e bussare alla porta.

Un passo indietro alla volta con molta lentezza, arrivata quasi alla macchina, mi voltai e presi le chiavi nella tasca, "Eleonora" alzai la tersa senza però girarmi, sapevo di chi era quella voce, il tutto mi riportò a ieri, mentre lui mi diceva di aspettare, di non andarmene e io non lo ascoltai.

Sentivo gli occhi pizzicare, non avevo più voglia di urlare, di alzare la voce e di litigare, volevo solo accasciarmi a terra, stringermi le ginocchia e piangere, finché tutto sarebbe finito, perché era così difficile?

"Ti Basta Sapere Che Ti Amo" ᴇᴍ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora