it's me

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"Cazzo!", piagnucolo, mentre guardo Beth con gli occhi sbarrati: non ho il coraggio di voltarmi nella direzione in cui Tracy e gli altri si trovano. Mi accendo l'ennesima sigaretta e, proprio mentre sto riponendo l'accendino nella pochette, sento quella risata inconfondibilmente famigliare che spicca sul vociare della gente che c'è qui fuori. Il mio cuore perde un battito: Gus é davvero a pochi metri da me, sono sicura al cento per cento che sia lui, riconoscerei il suo modo buffo e adorabilmente infantile di ridere anche tra un milione di persone. So che è qui, lo sento nelle ossa, ma io non ho il fegato di voltarmi e farmi vedere da lui.

La mia amica guarda oltre la mia spalla e annuisce sorridendo, credo stia facendo una sorta di segnale a Tracy.
"Dai, Bianca. Forza, è arrivato il momento", mi dice. 

Sospiro e volto leggermente la testa nella loro direzione, cercando comunque di restare nell'ombra e non dare troppo nell'occhio: Gus è proprio lì. La sua figura alta e longilinea spicca tra la gente, ride rivolto verso un suo amico tenendo una sigaretta in bilico tra le labbra serrate. Mi sembra di star guardando un film, non mi sembra affatto reale: rimango imbambolata a fissarlo per qualche secondo, forse un minuto. Ho passato tanto tempo a chiedermi come fosse diventato, se il tempo e le avventure avessero indurito i suoi lineamenti o il suo carattere, oppure se fosse rimasto lo stesso ragazzo che avevo conosciuto.

Incrocio lo sguardo di Tracy che mi sorride furbescamente da lontano, poi mi volto di scatto verso Beth con il cuore a mille: "Cazzo, non so che fare!", vado in panico. 
Mi volto di nuovo verso di loro e mi rendo immediatamente conto che ora Gus non ride più: sta ascoltando con una faccia un po' allucinata quello che Tracy gli sta dicendo all'orecchio; poi dopo qualche secondo, gira lentamente il viso nella mia direzione.

I nostri sguardi si incrociano: mi sembra che la musica in sottofondo si sia zittita e che tutta la gente che c'è attorno a noi sia sparita improvvisamente. Sento il cuore fermarsi e tutti i muscoli molli, tanto che la sigaretta appena accesa mi scivola dalle dita, cadendo a terra.

Beth mi stringe la mano e mi riporta alla realtà, io gliela stritolo ancora più forte, presa dal panico. Non so davvero che fare, ma il problema è che ormai è fatta: devo avvicinarmi o lascio che sia lui a farlo? Dovrei parlarci o fare finta di nulla? Mi sento quasi in trappola, non posso più fuggire o ripensarci. 

In questo momento, tutto il gruppo di amici di Peep ci sta fissando come se fossimo due fantasmi, parlottano tra loro, tenendo costantemente gli occhi puntati su di me e sulla mia amica. Solo Tracy appare calmo, ha un ghigno sul volto e sembra soddisfatto della riuscita del suo piano malefico. È lui che da una leggera spintarella a Gus, per spronarlo ad avanzare verso la nostra direzione, senza però abbandonarlo mai: lo segue tenendogli una mano sulla spalla, come per fargli sapere che non deve affrontarmi da solo.

Peep si avvicina con passo incerto e io lo fisso con la bocca leggermente aperta, senza riuscire a connettere. Mi sembra ancora di essere in un sogno, non riesco a credere che sia proprio lui in carne ed ossa. Ha i capelli cortissimi che fanno contrasto con la barba lunga e poco curata; tutti i suoi tatuaggi spiccano sul suo volto pallido e mi sembra abbia messo su qualche chilo rispetto all'ultima volta che l'ho visto.

"B-Bianca, ciao". La sua voce, calda e sommessa, non fa trapelare agitazione ma, per quanto cerchi di nasconderlo, mi accorgo che gli stanno tremando le mani.
"Ciao", bisbiglio con la voce strozzata, mentre Beth e Tracy si scambiano occhiate divertite e un po' imbarazzate.

Lui fa un sorrido forzato e, cautamente, mi chiede: "Come... come stai?".
"Tutto bene", gli dico, ma la voce mi si spezza e sono costretta a schiarirmi la gola: "Tu?".
Lui solleva le spalle e si mette a ridere, è evidentemente in imbarazzo e non sa bene come comportarsi: "Wow, non so neanche cosa dire, non mi aspettavo di vederti".

Io mi limito a fare una stupida risatina, fissando il cemento ai miei piedi. Noto che indossa un vecchio paio di Air Force bianche, ancora si intravedono delle scritte fatte con un pennarello nero, che però devono essersi sbiadite con il tempo.

"Quando sei tornato?", gli chiedo, nonostante sappia già la risposta: lo faccio solo per evitare un silenzio alquanto imbarazzante.
"Credo più o meno un mese fa", dice, accendendosi nervosamente una nuova sigaretta: "Tu vivi ancora qui a L.A.?".
Stringo le labbra in un sorriso di circostanza: "Sí, stesso posto di sempre".
Gus annuisce senza rispondere, resta zitto per qualche secondo, poi con un sorriso sfavillante ammette: "Comunque mi ha fatto piacere rivederti, dico sul serio. Sono contento che stai bene".
"Vale lo stesso per me", gli dico, guardandolo dritto negli occhi. Nessuno dei due distoglie lo sguardo per diversi secondi, finché non veniamo interrotti da Tracy che, nel frattempo, ha confabulato con Elizabeth.

"Bene, ragazzi", il ragazzo si sfrega le mani e ci guarda divertito: "Che ne dite se usciamo da questo posto e andiamo a mangiarci qualcosa tutti insieme? Io sto morendo di fame e voi due potete approfittarne per fare due chiacchiere. Ci state?".
Fulmino Tracy con lo sguardo, che diavolo gli salta in mente? Guardo Beth che non proferisce parola, si limita a scrollare le spalle come a dirmi 'decidi tu'.
"Non lo so, siamo appena arrivate... cioè, mi piacerebbe, però...", borbotto. 
Cerco di accampare qualche scusa sul momento, ma Tracy mi interrompe: "Dai, non ci vediamo da un sacco di tempo. Non darmi buca così, dolcezza", dice, facendomi l'occhiolino: "Se il destino ci ha fatto incontrare tutti qui stasera, dopo trecento anni, vorrà dire pur qualcosa, no?".
Guardo Gus che sembra quasi paralizzato, si morde il labbro senza dire niente, il suo viso non tradisce alcuna emozione. A quanto pare la decisione è tutta sulle mie spalle.
Sbuffo e alla fine cedo: "D'accordo, dateci un attimo però".

I due ragazzi tornano dal resto del gruppo con cui sono arrivati, mentre io resto impalata senza sapere cosa dire.
"E' andata bene, mi sembra", commenta Beth, sollevando le sopracciglia con fare tranquillo. Io la guardo storta e mi allontano senza dire niente, mi passo una mano sulla faccia e frugo nella pochette mentre la mia amica mi raggiunge.
"Non vorrai farti qui in mezzo a tutti, sei impazzita?". Elizabeth, intuendo immediatamente cosa sto cercando di fare, prova a mettersi davanti a me e coprirmi come meglio può con il suo corpo, per evitare che qualche buttafuori mi noti mentre faccio sparire su per la narice una piccola quantità di polvere magica, che ho appena prelevato dalla bustina con un'unghia.
"Porca puttana, dai, mettila via", mi sgrida la mia amica, dandomi una pacca sul braccio per intimarmi di darmi una mossa.
"Non mi stressare, mi serve una botta per affrontare questa situazione del cazzo".
Beth scuote la testa: "Perchè hai accettato, se per te è troppo?".

Non le rispondo: non so nemmeno io cosa dire. Avevo provato ad inventarmi una scusa, ma alla prima insistenza di Tracy avevo ceduto miseramente. Dio mio, perchè sono così?
"Dai, rimettiti in sesto un attimo e poi li raggiungiamo". Beth mi da una sistemata ai capelli e cerca di farmi fare qualche respiro profondo, mentre io mi sfrego insistentemente il naso per assicurarmi di non avere alcun residuo in faccia. 
"Ci sono, sono pronta. Andiamo".

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora