but that's okay, she always pick out me

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Axel appare decisamente nervoso, continua a torturarsi le mani.
"Senti, Bi, volevo cogliere l'occasione per scusarmi", esordisce subito, senza perdere tempo: "Non è che non volessi farlo in tutti questi mesi, ma mi hai bloccato sui social e presentarmi a casa tua non mi sembrava un'idea geniale, così ho voluto aspettare di beccarti in giro. Per cui, sì, insomma... ti chiedo ufficialmente perdono per quello che ho fatto".

Lo ascolto parlare attentamente, guardandolo dritto negli occhi: mi sembra sincero, credo che sia davvero pentito di ciò che ha combinato; ma non so bene cosa rispondergli, così mi limito a commentare semplicemente: "Okay".
"Tutto qui?", chiede, aggrottando leggermente le sopracciglia: "Nessun insulto o maledizione? Solo un okay e nessun vaffanculo?".
Sollevo le spalle: "Che dovrei dirti? Accetto le tue scuse, fine della storia".
Lui sembra decisamente sorpreso dalla mia freddezza, ma cosa vorrebbe che dicessi in più? Per come si è comportato, è già tanto che gli sto dando la possibilità di spiegarsi.

"Non vuoi sapere perché?", mi chiede d'impeto.
Vorrei dirgli che no, non mi importa niente delle motivazioni che l'hanno spinto a picchiare Gus, che non c'è ragione che tenga per essere stato tanto violento; ma mi sembra di capire che lui voglia a tutti i costi parlarne, è come se volesse finalmente liberarsi, per cui lo assecondo: "Ti ascolto".

"Sapevo che era a casa tua quel pomeriggio", ammette Axel, dopo qualche secondo di silenzio: "Vi ho beccati mentre salivate nel tuo appartamento".
"Mi stavi spiando?", domando allarmata.
"No, no", chiarisce immediatamente: "Stavo venendo a parlarti. Ho citofonato ma non hai risposto e ho pensato che fossi fuori a pranzo, così ho aspettato in macchina che facessi rientro. Stavo quasi per arrendermi e andarmene, ma poi ti ho vista tornare con lui".

Si ferma per qualche secondo e mi guarda dritto negli occhi, io cerco invece di eludere il suo sguardo, concentrandomi sulla punta delle mie scarpe. Non so bene come dovrei sentirmi in questo momento: sono una scema a starmene qui da sola con lui perché dovrei avere paura; oppure non dovrei farmi tutte queste paranoie perché Axel è sempre e comunque il mio premuroso ex ragazzo?

"Credevo... non lo so, credevo che vi sareste salutati lì. Non pensavo che l'avresti fatto salire. O meglio, ci speravo".
"Axel, ti avevo lasciato già da qualche settimana", ribatto, cercando di difendermi da questa sorta di accusa velata, anche se so che non dovrei. Non so come, ma sta riuscendo a farmi sentire in colpa.

"Lo so, lo so. Però quel giorno stavo venendo a chiederti di ripensarci, se eri davvero sicura della scelta che avevi preso, robe così. Avevo bisogno di alcuni chiarimenti perché stavo di merda, mi mancavi e facevo fatica ad accettare com'erano andate le cose. Cioè, se devo essere onesto, faccio fatica anche adesso a comprendere quello che è successo tra te e lui e, di conseguenza, tra me e te... però se è quello che ti fa felice, va bene".

Lo ascolto parlare con la testa bassa, non so nemmeno io il motivo. Non credo che il suo intento sia quello di farmi sentire uno schifo, penso che voglia genuinamente spiegarsi ed esporre le sue scuse in tono civile, per riscattarsi da quella brutta immagine che aveva dato di sé; eppure mi sento un po' una merda in questo momento. So di essermi comportata male nei suoi confronti, ma ho sempre cercato di razionalizzare tutto come una sorta di effetto collaterale per raggiungere ciò che volevo, non ho mai voluto fargli del male volontariamente.

"In ogni caso, quando vi ho visti salire mano nella mano a casa tua mi sono incazzato e non nego che ero anche un po' ubriaco, ma non tanto da non capirci più niente. Non ho mai avuto l'intenzione di fare stronzate, ho bussato alla tua porta perché era come se volessi... non lo so, volevo solo interrompervi e rompere le palle. La cosa che mi ha fatto scattare è stato il fatto che lui si è messo davanti per non farmi passare: voleva difenderti da me. Lì non c'ho visto più, non riuscivo a sopportare che quel tipo, che fino al giorno prima era uno sconosciuto, adesso stava in casa tua e voleva tenerti al sicuro da me, che sono stato il tuo ragazzo per due anni mentre lui non c'era". Sorride nervosamente, mentre io lo ascolto in totale silenzio: "Mi si è fottuto il cervello in quel momento, mi dispiace averlo preso a cazzotti. Anzi, per favore, portagli le scuse da parte mia, credo sia il minimo".

Sollevo le spalle e sorrido: "Lo farò. Anche se Gus ha già archiviato la questione da un pezzo, immagino che gli farà piacere". So che è una frase un po' di circostanza, mi sono limitata a commentare solamente l'ultima parte del suo discorso perché onestamente non c'è molto da dire riguardo alle motivazioni che hanno mosso quello scatto d'ira. Se avermele finalmente spiegate lo fa sentire meglio, sono contenta per lui, ma a me cambia ben poco.
"Ax, so che non sei una brutta persona, è tutto apposto. Chiudiamola qui e continuiamo la nostra solita vita, okay?".

Lui annuisce fissando il vuoto, ma mentre me ne sto per tornare nel locale da Beth, Axel mi blocca: "Bianca, posso... posso almeno sapere una cosa?".
"Certo".
Solleva lo sguardo e riesco a vedere i suoi occhi brillare nel buio. Sembra tentennare un po', ma poi si fa coraggio e mi pone la tanto agognata domanda: "Sei sempre stata innamorata di lui, anche mentre stavi con me? Sii sincera".

Resto decisamente spiazzata, non mi aspettavo mi chiedesse una cosa del genere e, così su due piedi, non so nemmeno cosa dirgli.
"Non... Axel, non lo so", balbetto, colta alla sprovvista: "Forse sì. Ma credevo che non l'avrei mai più rivisto nella mia vita, quindi ho cercato di seppellire tutto per andare avanti. E' solo che, per come erano andate le cose tra noi, Gus non è mai stato un capitolo del tutto chiuso e, quando si è ripresentato a Los Angeles, tutti i sentimenti che avevo quasi scordato di avere sono tornati a galla. Questo però non significa che con te abbia finto, Ax: non credere che sia stato facile per me accettarlo o tanto meno lasciarti. Ero davvero innamorata di te e, se lui non fosse mai tornato,... non lo so, forse saresti stato tu quello giusto".

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora