start over again

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Accompagno Gus in bagno e lo aiuto a ripulirsi il viso. Gli tampono con estrema delicatezza una salvietta umida per togliere il sangue parzialmente secco dalla pelle, stando attenta a non fargli male. Lui si sfila la maglia sporca, facendo un'espressione dolorante e restando a dorso nudo, poi gli do una mano a stendersi a letto e gli porto del ghiaccio istantaneo che tengo in freezer.

"Gus, mi dispiace", mormoro, sedendomi sul bordo del materasso: "Non credevo... ti giuro, quello non era lui".
"Perché ti scusi? Non è colpa tua".
"Non so cosa fare, cioè, dovremmo chiamare la polizia?", gli chiedo con la voce bassa, mentre lui già si sta alzando dal letto.
Mi guardia e scoppia a ridere, come se avessi detto un'assurdità: "Le guardie? No grazie, ne faccio volentieri a meno!". Alzo le mani come per ritirare quello che ho appena detto e, sempre ridendo, aggiunge: "É appena stato mollato, ci sta che sia incazzato. 'Che poi... se dovessi davvero avvertire gli sbirri di quello che è successo, come credi che finirebbe? Tra lo scemo con i tatuaggi in faccia e il bravo ragazzo con il cuore spezzato, chi dei due sarebbe trattato da delinquente?".
"Ho capito, non insisto", taglio corto, comprendendo bene il punto del suo discorso.

Torno nella zona tra il salotto e l'ingresso e, inginocchiata per terra, ripulisco con uno straccio umido le piccole goccioline ematiche disseminate sulle piastrelle.
Gus mi raggiunge e mi guarda, mentre si preme il ghiaccio sul naso: "Senti, Bianca, devo chiedertelo", esordisce: "Hai paura di lui? Pensi che possa...?".
"No", rispondo di getto, senza neanche pensarci un secondo e interrompendo a metà una sua frase.
"Era mai successa una cosa del genere, prima? Ti prego, sii sincera", mi domanda, mentre sto controllando con una rapida occhiata di aver pulito bene il pavimento, dopodiché mi alzo da terra.
"Assolutamente no. Te l'ho detto, non era in sé in quel momento, non l'ho mai visto così".

Non sto cercando di difendere il mio ex e non sto nemmeno cercando di non far preoccupare Gus: è la verità, non avevo mai notato alcun segnale che mi potesse far pensare che Axel fosse una persona violenta. Con me si era sempre comportato meravigliosamente e non aveva nemmeno mai fatto scenate di gelosia nonostante, a volte, avrebbe potuto farmene. I litigi che avevamo avuto si potevano contare sulle dita di una mano e lui non aveva mai fatto il pazzo, alzava a malapena i toni. Non so davvero che cazzo gli sia successo, mi è sembrato di avere a che fare con tutt'altra persona.

"Okay. Mi importa solo che tu sia tranquilla". Zampetta verso di me e mi mette un braccio attorno alle spalle: "Mi dispiace solo essere rimasto a terra e non essere riuscito a tenerlo lontano, se solo ti avesse toccato..."
"Che dici?", lo interrompo, stampandogli un bacio sulle labbra: "Guarda com'è ridotta la tua faccia, come fai a colpevolizzarti?".
Lui solleva le spalle: "Picchiare me è un conto, non me ne frega un cazzo. Dico solo che se ti avesse fatto anche solo un graffio, sarei impazzito". 

Ci sediamo sul divano e cerchiamo di distrarci guardando la tv accoccolati; gli faccio i grattini sulla testa perché so che lo rilassano un sacco, mentre lui continua a premersi il ghiaccio sul viso.

Ad un tratto, Gus scoppia a ridere: "Certo che la tua capacità di sceglierti i ragazzi è davvero discutibile".
Io mi sposto un po' con il busto per guardarlo in faccia, fingendomi offesa per la sua constatazione: "Ma che dici? Siete voi maschi il problema, mica io!".
Lui continua a ridere divertito: "Mio dio, ancora me lo ricordo quel deficiente che ci provava con te mentre io ero mezzo morto in ospedale! Come si chiamava, Donald? Richard? Va be', insomma, hai capito. Poi ti sei trovata me che, voglio dire, sono stato letteralmente una disgrazia. Ed infine ti sei messa con uno che crede di essere John Cena... Ma non contenta sei tornata con il sottoscritto: lasciatelo dire baby, ma hai dei gusti piuttosto particolari".

Mi sbellico dal ridere tanto che mi fanno male gli addominali, poi, appena mi riprendo, specifico: "Si chiamava Ronny e non è un mio ex, comunque. Non c'è mai stato niente".
Gus mi fa il verso, continuando a farmi ridere per il modo buffo e caricaturiate in cui mi imita: è davvero uno scemo.

"Ma quindi hai detto che adesso sei il mio ragazzo?", gli domando, con un'espressione divertita.
Lui mi guarda, spostandosi il ghiaccio dal viso e scoprendo così un bel livido viola sulla tempia: "Non fare quella che si sorprende, ci vediamo da settimane ormai: non serviva ufficializzarlo a parole per dire che siamo tornati insieme".

Scoppiamo entrambi a ridere e iniziamo a baciarci. In realtà ho un po' paura di fargli male, non ho ben capito dove è stato colpito e quindi cerco di toccarlo il meno possibile per evitare di mettere la mano su qualche zona ancora dolorante; ma Gus non sembra affatto uno che è appena stato pestato. Con un gesto rapido mi cinge la vita e mi tiene vicina a sé, facendomi sdraiare sotto di lui.

"Non volevamo andarci piano?", gli sussurro, mentre lui mi sfila la maglietta. 
"Se vuoi ci fermiamo", mi dice con un ghigno e in tono di sfida, quando siamo ormai siamo già mezzi nudi sul divano. Al che scuoto la testa e lo zittisco con un bacio, levandomi gli ultimi pezzi di stoffa che mi trovo ancora addosso.

Nonostante siano passati quattro anni, fare di nuovo l'amore con lui mi sembra ancora la cosa più naturale del mondo e, da quanto mi sento bene, mi sembra un peccato aver aspettato settimane prima di lasciarci andare. Gus aveva ragione quando si era presentato a casa mia dicendomi che non esiste altra persona al mondo con cui possiamo instaurare questo tipo di connessione e adesso mi appare ancora più evidente perché, anche se la meccanica del gesto è fondamentalmente la stessa con chiunque, la scintilla che c'è tra noi è unica. Se farlo con gli altri era bello, con Gus è sempre stato meglio: ci capiamo senza nemmeno parlare, sappiamo cosa fare solo dal modo in cui ci guardiamo o da come le nostre labbra si cercano. Siamo sempre stati estremamente complici, ed è inspiegabile a parole il modo in cui certe cose sono rimaste esattamente uguali al passato.

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora