come over when you're sober

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Come ogni giorno, all'una in punto, finisco il mio turno ed esco dall'ufficio per tornarmene a casa. Faccio giusto un paio di passi fuori dal mio posto di lavoro, quando la voce di Gus mi blocca in mezzo al marciapiede: "Sorpresa!" mi urla lui, raggiungendomi a passo svelto con un sorriso stampato in faccia: "Ti va se ti porto a mangiare un sushi?".
Annuisco con un'espressione meravigliata disegnata sul viso, non mi aspettavo di trovarlo qui: "Certo che mi va!".

In meno di dieci minuti a piedi, raggiungiamo il locale e ci accomodiamo ad un tavolo. Ordiniamo una portata dopo l'altra, rendendoci conto solo troppo tardi di aver esagerato un po', ma ingurgitiamo comunque tutto tra una chiacchiera e l'altra. Decisamente sazi, usciamo dal ristorante e, per ringraziarlo di questa piccola sorpresa, decido di invitarlo da me.

Una volta arrivati a destinazione, ci buttiamo immediatamente sul divano, sdraiati l'uno addosso all'altra. Abbiamo appena iniziato a baciarci, quando qualcuno si attacca al citofono con decisamente troppa insistenza, dandomi delle vibrazioni molto negative. Gus prova a trattenermi per il polso, ma io vado comunque a vedere con uno sbuffo chi è. Sbircio dallo spioncino e poi mi volto di scatto, con gli occhi sgranati: "Cazzo, è Axel".

Gustav tuttavia non sembra particolarmente turbato, aggrotta le sopracciglia e fa un sospiro: "Che cazzo vuole?", borbotta a bassa voce, tirandosi su a sedere in maniera più composta.

"Axel, cosa ci fai qui?", chiedo alzando la voce e tenendo la porta chiusa, mentre faccio dei gesti in direzione di Gus per fargli capire di andare a nascondersi in un'altra stanza; mentre, contemporaneamente l'altro mi urla da fuori, con tono decisamente incazzato, di aprirgli.

"Lo so che lui è qui". La voce di Axel attraversa la parete e capisco all'istante di essere nella merda: "Voglio solo parlare, fammi entrare".
Non ho la minima intenzione di discuterci, non adesso che è visibilmente alterato, ma prima che possa pensare ad una qualsiasi risposta, Gus mi raggiunge con uno scatto e mi precede, girando con un gesto rapidissimo le chiavi nella serratura. Provo a fermarlo buttandomi di peso sull'uscio e apponendomi in qualsiasi modo, ma lui riesce comunque ad aprire.

I due ragazzi ora sono uno di fronte all'altro e io guardo la scena con gli occhi sbarrati e la pelle d'oca: mi sembra di essere in un film in questo momento. 

"Amico, calmati". Gus prende la parola, con tono estremamente rilassato: "Non credo che dovresti essere qui".
"Sei tu che non dovresti essere qui", lo incalza Axel, con aggressività: "Da dove cazzo sei saltato fuori, eh?".
Peep si mantiene sempre calmo, non coglie la sua provocazione e resta impalato all'ingresso per evitare che il mio ex possa entrare o avvicinarsi in qualche modo a me: "Sei ubriaco, torna a casa".

"Dai Bianca, fai la seria, davvero mi hai mollato per lui?". Axel mi guarda e scoppia a ridere, poi inizia a parlarmi come se fossimo soli e non ci fosse in mezzo Gus a separarci fisicamente: "E' un fottuto fallito, non lo vedi? Andiamo, guardalo... cosa ti aspetti che possa darti uno come lui? Io ti amo, cazzo, ti amo e lo sai che potrei offrirti il meglio".
Mi avvicino istintivamente e lo guardo dritto negli occhi: "Ti ho lasciato ormai due settimane fa, fattene una ragione. Ax, sono le tre di pomeriggio e tu hai già bevuto decisamente troppo, fatti un favore e torna a casa".

Non so cosa voglia da me, io desidero solo che ci lasci in pace e che se ne vada. Non l'ho mai visto così e non avrei mai pensato che potesse presentarsi in questo stato, per questo sono un po' in ansia.

Nel sentirsi dire quelle cose, il mio ex tenta di fare qualche passo verso di me, ma viene placcato prontamente da Gus: "Fratello, non ci pensare neanche".
Axel lo guarda storto, poi socchiude leggermente gli occhi: "Mi stai mettendo le mani addosso?", sibila, avvicinandosi a muso duro al suo avversario. 

"Hey, no! Fermi!". Alzo istintivamente la voce, ma Gustav mi fulmina con lo sguardo, come per farmi capire che ha tutto sotto controllo, poi solleva prontamente le mani a mezz'aria per evitare di toccarlo di nuovo: "Amico, torna quando sei sobrio e ne riparliamo", gli dice con tranquillità: "Non sei nelle condizioni di chiarire le cose con lei adesso".
"Vuoi dirmi come devo comportarmi con la mia ragazza?", tuona Axel: "Credi che non sappia cosa sia meglio per lei, dopo due anni insieme?".
I due sono pericolosamente vicini, i loro musi quasi si sfiorano, ma mi sembra di essere la sola ad essere spaventata dalla cosa. 
"Non è più la tua ragazza", lo sfida Gus, con un ghigno sul viso e guardolo dritto negli occhi: "Hai sentito cos'ha detto prima?".

Ax non apprezza molto questa specifica: con un gesto rapido tira uno spintone a Peep, facenolo arretrare di qualche passo. Non avendo più un ostacolo davanti a sé, entra quindi in casa con la furia di un carrarmato: tenta di dirigersi verso di me, che nel frattempo sono scattata istintivamente all'indietro con un gridolino, ma Gus lo afferra per il colletto della t-shirt e gli impedisce così di raggiungermi.

"Ti ho già detto che non devi avvicinarti a lei", tuona in tono decisamente meno calmo rispetto a prima, ma in tutta risposta Axel gli tira un pugno dritto in faccia. Gustav incassa e viene colpito una seconda volta, tanto che cade a terra: a questo punto il mio ex ragazzo ne approfitta per fiondarsi su di lui e continuare a picchiarlo. Il tutto avviene praticamente in una frazione di secondo, faccio a malapena in tempo a lanciare un grido che Gus è già al suolo: istintivamente mi lancio su Axel, che però è una furia: è totalmente accecato dalla rabbia e sembra non sentirmi nemmeno, mentre gli urlo addosso di smetterla. Cerco in tutti i modi di fermarlo, mi getto fisicamente su di lui: tento di bloccargli le braccia e di spostarlo, ma lui è ovviamente più forzuto di me, finché in qualche modo riesco a fargli perdere l'equilibrio e ad allontanarlo dal corpo di Gus. 

"Vattene!", gli grido contro, piangendo: "Cazzo, sparisci e non farti più vedere!".
Lui si guarda attorno con un'espressione confusa: mi da quasi l'impressione che non si stia rendendo conto che è stato proprio lui a combinare questo casino, poi si allontana e corre fuori, lasciando la porta spalancata.

Mi fiondo immediatamente verso Peep, che nel frattempo si sta risollevando con il busto, puntando i gomiti a terra: "Sto bene", mi rassicura, mentre lo aiuto a rimettersi in piedi. Si appoggia con due mani al tavolino che c'è vicino all'ingresso e tiene la testa bassa, mentre il sangue gli gocciola dal naso e da un taglio sul sopracciglio. Lo guardo riprendere fiato e tremo come una foglia, mentre l'emorragia crea una piccola pozza sulle piastrelle ai suoi piedi e sporca la sua t-shirt.

"Hey, vieni qui"- Solleva lo sguardo su di me e si passa una mano sul viso per cercare di pulirsi alla buona, al che mi avvicino e lo abbraccio forte, scoppiando a piangere. Gus mi stringe a sé con dolcezza e mi stampa un bacio sulla testa: "È tutto finito, se n'è andato. Adesso é tutto apposto".

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora