i'm a mess

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Una volta tornata finalmente a casa, mi tolgo di fretta le scarpe e il vestito e mi butto sul letto: non sposto neanche le lenzuola, crollo all'istante. Dormo come un sasso fino alla mattina seguente, quando la sveglia delle otto ci tiene a ricordarmi che devo andare in ufficio. La spengo alla svelta con una manata distratta e mi vesto senza particolare attenzione, mi do un'occhiata rapida allo specchio e scappo al lavoro. Mi chiudo in ufficio davanti al computer per quattro ore, faccio il minimo indispensabile e poi ripercorro a ritroso la strada che ho fatto la mattina stessa: in questo momento mi sento grata più che mai di fare solo un part-time.

Mentre sono raggomitolata sul divano a sonnecchiare, verso le quattro di pomeriggio, sento qualcuno bussare con insistenza: mi alzo con uno sbuffo e apro la porta, Axel è impalato davanti a me con due birre in mano e una faccia abbastanza stravolta.
"Possiamo parlare?", mi chiede prima ancora di salutarmi: "Per questa situazione non ho dormito un cazzo e al lavoro ho fatto schifo".

Lo faccio accomodare in cucina e ci sediamo al tavolo, entrambi con la bottiglia di vetro stretta tra le mani. Io non so bene cosa dire, di certo mi aspettavo che sarebbe tornato per parlare, ma non mi sono preparata alcun discorso; quindi lascio che sia lui ad iniziare la conversazione.

"Ieri sera sono venuto qui ma tu non eri in casa", mi rivela, cogliendomi alla sprovvista: "Dove sei stata tutto il weekend?".
"Fuori", dico semplicemente, senza guardarlo neppure negli occhi.
Lui non sembra arrabbiato, ma piuttosto preoccupato: "Bianca, dai, non fare così. Sono qua per sapere come stanno le cose, sii sincera con me".
Sollevo lentamente lo sguardo dalle mie mani al suo viso: credo sia arrivato il momento di scoprire le carte in tavola e raccontagli tutto dall'inizio.

"Ero con il mio ex", sbotto, socchiudendo gli occhi per paura di guardarlo in faccia.
Axel resta in silenzio per secondi che mi sembrano interminabili: "Okay", dice solo.
Credo di averlo ferito a morte con questa confessione, infatti mi affretto a specificare: "Ma non è successo niente tra noi, abbiamo solo parlato".

Lui si stropiccia il viso con le mani e sospira: "Eri con il tuo ex, quello di cui non hai mai voluto dirmi nulla?".
Annuisco mentre mi torturo le pellicine delle dita, al che il mio ragazzo si alza con estrema e inquietante tranquillità e rimette la sedia a posto sotto al tavolo: "Bianca, allora credo propria sia finita qua tra noi".
"Axel, aspetta", mi alzo di scatto e mi posiziono davanti a lui, impedendogli di avviarsi verso la porta: "Ti racconterò tutto, ti prego, non fare così".
Lui mi guarda e scuote la testa: "Ti ho chiesto tante volte di lui perchè sapevo che ti erano successe delle cose quando stavate insieme, volevo che me ne parlassi per poterti stare vicino, non certo per farmi i cazzi tuoi o farti stare male. Perchè dovrei volerti ascoltare adesso?".

"Per favore", mormoro, afferrandogli il polso: "Se vuoi lasciarmi va bene, ma almeno prima devi sapere come stanno le cose".
Riesco a vedere chiaramente la delusione nei suoi occhi, so che ora vorrebbe solo andarsene via da me, ma in qualche modo riesco a convincerlo a restare.

Ci sediamo di nuovo al tavolo della cucina l'uno di fronte all'altra e inizio a raccontargli tutto del mio ex ragazzo, a partire da chi fosse e cosa facesse, gli parlo a cuore aperto della prima volta in cui ci eravamo visti mentre lavoravo da Starbucks per poi soffermarmi su Lil Peep, i litigi, Londra, la distanza, il tour, i tradimenti, l'overdose e infine il modo in cui ero stata lasciata. La voce mi si incrina diverse volte, ma Axel mi ascolta senza battere ciglio, come se fosse una statua di cera. Gli racconto poi della scorsa festa e di Tracy, che aveva combinato tutto in modo da farci incontrare, di Santa Monica e della serata passata a casa sua.

"Perchè non me l'hai detto prima?", si limita a chiedermi.
"Non lo so, non mi sentivo pronta a farlo", ammetto, con la testa bassa: "Non volevo ferirti, Ax, lo sai quello che provo per te".
Fa un sorriso tirato e solleva le spalle: "Non lo so più, sinceramente".
"Mi importa di te, cazzo", mi alzo facendo strisciare la sedia all'indietro e inizio a camminare nervosamente: "Ho sbagliato, ma non ti ho tradito con lui. Non sono il tipo di ragazza che tradisce, non dopo quello che ho passato sulla mia pelle".

Anche Axel si rimette in piedi e si allontana, andando verso la porta: "Bianca, io non lo so che cazzo pensare. Come faccio a crederti? Sei stata con lui per tutto il fottuto weekend, dimenticandoti completamente di me". Alza per la prima volta la voce, mostrandosi turbato e confuso: "Senti, ho bisogno di tempo da solo. Non mi sento in grado di prendere decisioni ora, mi hai detto troppe cose e mi sento sopraffatto da tutto. Mi faccio vivo io". Fa un cenno con il capo e, prima che possa pregarlo ancora di restare, esce sbattendo la porta.

Non mi viene nemmeno da piangere, so di aver combinato un casino e so di essere nei guai questa volta. Inizio a chiedermi se rivedere Gus sia stata davvero una buona idea, forse sarebbe stato meglio fingere che fosse ancora in qualche parte sperduta del mondo anziché a due passi da me. Cazzo, anche questa volta è riuscito a sconvolgere la mia vita, facendone tremare le fondamenta: mi sembra di essere tornata la stupida ragazzina che ero quando stavamo insieme, perchè mi sono lasciata trascinare ancora da lui? Dopo tanti anni, non posso fare altro che constatare che non ho mai smesso di comportarmi come se Gus fosse il centro di tutto: ancora una volta, ho messo in secondo piano tutti i miei piani e obiettivi per lui. All'epoca avevo perso me stessa, ora sto rischiando di perdere Axel. Mi sento come se io fossi semplicemente una spettatrice della mia stessa vita, quando c'è lui in giro finisco sempre per perdere il controllo.

Dopo che se n'era andato, quando mi capitava di ripensare alla nostra relazione, davo la colpa al fatto che fossi troppo giovane e immatura per capire certi meccanismi, pensavo fosse quella la ragione per cui era stato facile per lui manipolarmi. Avevo rafforzato quest'idea dopo aver conosciuto Axel: con lui mi sono sempre sentita io quella "forte" e capace di imporsi, lui non riusciva mai a spingermi dove avrebbe voluto. Ma ora mi rendo conto che la maturità non c'entra proprio un cazzo: la vera ragione per cui con Gus mi trasformo, è Gus stesso. Non so per quale ragione, non so quale sia il suo potere, non credo nemmeno che sia consapevole di quello che è in grado di farmi; ma con lui divento una persona diversa senza nemmeno accorgermene.

Forse Beth ha ragione, devo piantarla di farmi venire tutte queste paranoie e strane idee: Gustav è il mio passato ed è li che dovrebbe restare. Per un secondo avevo creduto che, come aveva detto lui, significasse qualcosa il fatto che fossimo ancora a nostro agio insieme dopo tutto quello che ci era successo. Ma adesso mi sento una completa idiota per aver avuto questo pensiero: ho messo in dubbio tutto quanto e ho mentito per giorni ad Axel per una persona che in passato mi aveva distrutto al punto da farmi prendere brutte abitudini.

Mi sento letteralmente una cretina e in questo momento vorrei solo tornare ad essere la persona che ero prima che Gus entrasse nella mia vita.

The last thing  I wanna do - parte 2 // LIL PEEPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora