Jennifer
Cena con sorpresa pt. 1
Il mal di testa che ho da stamattina, continua a martellarmi il cervello, come un picchio contro ad un albero. Ecco cosa succede quando passi la serata a ubriacarti per annegare i dispiaceri. O meglio, per annegare i pensieri lascivi che hai sul tuo futuro finto marito. Quella vicinanza nel suo ufficio mi aveva mandato così fuori di testa, che per tutta la notte non avevo pensato ad altro, neanche nei miei sogni. E ieri ho esagerato davvero tanto, non solo non ricordo nemmeno quanti cocktail ho bevuto ieri sera, ma prima di andare io e Tess ci siamo pure scolate un'intera bottiglia di vino rosso, di cui non ricordo nemmeno il nome. Era l'unica cosa che Aiden si era dimenticato nell'appartamento. Perciò perché non approfittarne, giusto? Le immagini dell'appartamento vuoto e privi dei suoi oggetti, dei suoi vestiti, delle sue foto, mi torna in mente come l'alta marea, lenta ma inesorabile. Avevo pianto e urlato, per poi rialzarmi, per iniziare a fare gli scatoloni anch'io. Dal quel giorno non ho più dormito in quell'appartamento.
«Ora voglio proprio sapere come sei tornata a casa signorina» domanda per l'ennesima volta Tess, e la sua voce anche se non è alta, mi rimbomba nel cervello. «Non lo so, te lo ripeto, non ricordo nemmeno di averti scritto o di aver preso un taxi, l'ultimo ricordo è di quello spogliarellista contro cui Ashley si è strusciata, poi il vuoto totale» mormoro seppellendo la faccia nelle mani.
«Tu mi vuoi dire che nelle condizioni in cui eri, e credimi tesoro quasi non ti reggevi in piedi, sei riuscita a chiamare un taxi, a dirgli l'indirizzo, a farti portare qui, a prendere l'ascensore e ad aprire la porta, tutto questo senza alcun aiuto?» mi sembra di sentire mia madre. Davvero mi sta rimproverando, anche se sto benissimo e non ho nemmeno un graffio? Un flashback di occhi verdi mi abbaglia, per poi sparire via come una foglia al vento. Quel maledetto uomo.
«Perdonami Tess ma davvero, non ho idea di cosa sia successo» ammetto e lei sospira profondamente, con le mani ancora appoggiate sui fianchi. «Va bene, ma non farmi mai più una cosa del genere, mi sono preoccupata tantissimo» confessa, per poi stringermi forte. Forse dovrei essere io arrabbiata con lei per avermi perso di vista. Ma il mal di testa e la pigrizia me lo impediscono. «Ti prego però vai a farti un bagno, sembra che sei caduta in un bicchiere del peggiore gin in commercio», mormora allontanandosi schifata e arricciando il naso.
«E poi è vomito quello tra i capelli?» chiede posandosi una mano sulla bocca per non vomitare. Può essere? Visto che mi sono svegliata all'alba per vomitare l'anima. Ho quasi pensato di avere un demone dentro e di avere bisogno di un esorcismo.
«Assolutamente no», mormoro, ma dalla sua espressione capisco che non è per niente convinta. Per quanto mi voglia bene e so che affronterebbe l'inferno con me, se si tratta di vomito, è la prima a correre via. Ricordo quando facevo finta di avere dei conati, solo per vedere la sua faccia terrorizzata e la sua pelle già chiara diventare quasi trasparente.
«Fila in bagno, ora!» ordina allontanandosi ancora da me e indicando la mia stanza provvisoria. Dove al momento ci sono i miei oggetti e vestiti necessari per sopravvivere in questi ultimi giorni. Anzi in questo ultimo giorno, perché domani sera, sarò già nella villa Dallas. Un brivido mi fa sobbalzare al pensiero che domani mattina mi sposerò, con un uomo che non amo, che non sopporto e che mi paga per farlo. Per non dimenticare di quanto il mio corpo sia sottomesso a lui.
«Va bene, basta che non inizi a puntarmi contro i forconi e le torce», borbotto, notando la sua faccia terrorizzata.
***
Osservo il vestito bianco appeso nell'armadio e non posso fare a meno di sospirare profondamente. Me l'ha regalato lui e me lo sono trovato davanti alla porta di casa con un biglietto che diceva: Non vedo l'ora di vederti con questo addosso. E dopo il piccolo infarto che mi aveva provocato, non avevo potuto non pensare al fatto che forse, l'aveva scelto una delle sue assistenti, dai lunghi capelli biondi e dal fisico perfetto.
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MIA PER 365 GIORNI
ChickLitMIA PER 365 GIORNI Tratto dal libro :"sposami". Sapete quando si dice fare il patto col diavolo? Jennifer Miller si ritrova a considerarlo, mentre la sua vita sembra cadere a pezzi. Con molti problemi economici e la terribile malattia del padre, s...