La mia rovina pt.1
Jennifer
Sono letteralmente scappata da casa mia, o meglio da quella che per il prossimo anno cercherò di chiamare casa. Cosa che al momento mi sembra un'infinità di tempo.
Ieri è successa quella cosa in cucina e da allora mi sono rifugiata in camera pur di non vederlo. L'intera conversazione continuava a ripetersi nella mia mente all'infinito, e più lo facevo più la voglia di sotterrarmi diventava sempre più grande. E più cercavo di distogliermi da quei pensieri, più quelli tornavano insidiosi, entrando nella mia mente come veleno.
Me ne sarei dovuta andare, chiudendo lì la conversazione, invece avevo risposto, giocando con lui. Dannazione mi era pure scappato un gemito di piacere. Sì dovevo allontanarmi e schiarirmi le idee.
Perciò eccomi davanti alla casa dei miei, pronta per il consueto pranzo domenicale, che nelle ultime settimane ho saltato. Ma ora eccomi qui, dopo aver implorato William di non dire nulla a Matt, e dopo aver preso l'auto che mi ha prestato per questo anno. Osservo gli interni della BMW e faccio uno sbuffo. Un bel cambiamento a differenza della mia povera Mustang, a cui Matt mi ha costretto a dirgli addio. Diceva che ormai era un rottame che camminava, non aveva torto dopotutto. Ha detto che è un regalo, ma di certo a dicembre del prossimo anno, gli consegnerò le chiavi. Niente mi legherà più a lui, tranne un sacco di ricordi.
Scendo dall'auto e mi incammino verso la porta rossa, ormai vecchia e con la vernice che si stacca dalla superficie, creando delle crepe. Schiaccio il citofono e il suono mi fa sobbalzare.
Perché mi sento così agitata? Persino le mani mi tremano. Faccio un bel respiro e incrocio le braccia al petto cercando di riacquistare una certa fermezza. È la mia famiglia, andrà tutto bene.
Sì, gli sto mentendo, ma è per un bene più grande. Giusto?
La porta si apre e la faccia di Chad mi si staglia davanti.
Il nostro rapporto...è complicato. Lui è arrabbiato e io sono delusa dal suo comportamento. Quel giorno non avrebbe dovuto alzare le mani su Matt, e invece avrebbe dovuto venire al matrimonio. La sua mancanza quel giorno l'ho sentita, come se una parte di me fosse assente.
Lui mi osserva e poi il suo sguardo si posa alle mie spalle, probabilmente cercando mio marito. Cioè Matthew. Quell'uomo mi sta entrando troppo nel cervello, così tanto che lo chiamo marito nella mia mente. Lo è effettivamente.
«Ciao Jen» sussurra e dopo quasi un mese, finalmente mi rivolge un sorriso. Non il solito sorriso solare di Chad, ma meglio di niente.
Lui allarga le braccia invitandomi ad andargli incontro per abbracciarlo, cosa che fa sorridere anche me. Mi tuffo fra le sue braccia come se stessi affogando e lui fosse il mio salvagente, stringendo forte le braccia contro alla schiena.
«Ti voglio bene Jen, e anche se non approvo alcune tue scelte di vita, sarai sempre la mia sorellina e ti chiedo scusa per come ho reagito». Mi sussurra all'orecchio facendo sussultare, mentre lui mi stringe più forte. «Ti voglio bene anch'io» sussurro, ma le mie parole vengono soffocate dal suo maglione blu, facendo uscire un borbottio impercettibile.
Lui ride e si allontana, per poi tirarmi verso l'interno «vieni dentro fa freddo qui fuori».
Il calore dell'ingresso m'investe, facendo formicolare la mia pelle congelata, e nello stesso istante il profumo di arrosto colpisce le mie narici, provocandomi la pelle d'oca.
Non si può dire che la cucina che ci propina ogni giorno Frederick sia "buona". Se cucina con tutta la rabbia con il quale mi fulmina ogni volta che mi vede, non mi sorprende effettivamente. L'unica cosa che mi rassicura e che guarda anche Matt così, e lui è il suo capo. Ho quasi paura che ci stia avvelenando, visto che nemmeno, mi fa avvicinare alla cucina.
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MIA PER 365 GIORNI
Genç Kız EdebiyatıMIA PER 365 GIORNI Tratto dal libro :"sposami". Sapete quando si dice fare il patto col diavolo? Jennifer Miller si ritrova a considerarlo, mentre la sua vita sembra cadere a pezzi. Con molti problemi economici e la terribile malattia del padre, s...