CAPITOLO 32

27.6K 1.2K 41
                                    

Chiamata imbarazzante

Jennifer 

«Avete già fatto sesso? Dimmi di sì ti prego!» sospiro profondamente, mentre Tess in vivavoce, mi assilla, con il suo tono eccitato. Annoiata guardo il monitor di fronte a me, e osservo gli appuntamenti di questa settimana «no Tess, smettila di chiedermelo!» lei sospira sconfitta, come se l'avessi delusa. «Dimmi la verità, fai molta yoga o sei diventata lesbica, perché non riesco a capire come hai fatto a resistere, dopo che ti ha baciata...dannazione Jen, ti ha baciata!» sbuffo e alzo gli occhi al cielo. Perché gli ho raccontato del pomeriggio di ieri, sapendo le conseguenze? Menomale che non gli ho accennato della scorsa notte nella quale abbiamo dormito insieme, altrimenti sarebbe stata molto più pressante di così. E probabilmente a quest'ora mi avrebbe già inviato una decina di link per dell'intimo da notte. Sì, ho fatto molto bene a non dirglielo.

Ieri dopo aver accettato di perdonarlo per quell'inconveniente, avevamo passato l'intero pomeriggio in acqua, a parlare e a scherzare senza nessun imbarazzo, e ammetto che è stato veramente bello. E non mi sentivo così rilassata da molti giorni. In più nel resto della giornata, avevamo evitato Frederick, perché nessuno dei due voleva una sua predica, quell'uomo mi fa davvero paura.

La voce di Tess mi riporta alla realtà e facendo un bel respiro, mi trattengo dal risponderle male. «Ehi ci sei? Non mi evitare» mi richiama lei, oltraggiata dalla mia indifferenza. Sbuffo e mi sciolgo i capelli dal mollettone che li teneva, lanciandolo sulla scrivania, per poi massaggiarmi le tempie.

Chiudo gli occhi e sospiro profondamente «ci sono», borbotto, appoggiando la testa, contro alla morbida poltrona in pelle.

«Devi farci sesso, ora!» ripete ancora lei a voce alta.

«Puoi smettere di dire quella parola? Sono al lavoro e sei in vivavoce!» gli urlo contro e lei scoppia a ridere.

«Comunque scordatelo, non lo farò mai» la rimprovero.

Perché ho risposto alla sua chiamata, invece di passare la mia pausa pranzo in tranquillità? Ma lei non demordere, anzi, alza addirittura la voce, già stridula di natura.

«Eh no Jennifer, dannazione! Io ti voglio bene e devi ammettere che con Aiden è finita. Perciò visto che tengo a te, non voglio che la tua amica faccia la polvere!» mi metto la testa fra le mani e sospiro profondamente, cercando di non impazzire.

Mi rifiuto di credere alle sue parole, non può averlo davvero detto.

Trattenendo un ringhio, sto per salutarla, stanca di sentire queste idiozie, quando proprio in quel momento la porta si apre, e Matthew entra nella stanza, senza nemmeno bussare.

«Perciò vedi di fare sesso con lui!» subito afferro il telefono, cercando di chiudere quella telefonata, ma lei continua a parlare e il cellulare, tarda ad accendersi. «Oppure giuro che lascio Micheal e lo faccio io...» finalmente riesco a chiudere la chiamata, e non so dove trovo il coraggio, ma alzo lo sguardo.

Lui mi guarda e so che si sta trattenendo dal ridere, il suo sguardo beffardo mi avvisa che ha sentito tutto, e la cosa lo diverte molto. «Mi stava raccontando di una sua amica, poverina, ha problemi con il marito» sussurro, contorcendomi le dita dall'imbarazzo.

Lui annuisce, mordendosi il labbro per non ridere, e avvicinandosi mi osserva dall'alto.

«Noto che hai un'amica molto...diretta» commenta, per poi schiarirsi la gola, mettendo la mano a pugno davanti alla bocca. Sbuffo e faccio finta di guardare il monitor, anche se ormai è andato in stand-by, e delle immagini raffiguranti la natura, iniziano a scorrere su esso, in un ciclo continuo.

«Avevi bisogno? Visto che sei entrato, senza nemmeno bussare!» gli chiedo, mentre cerco di abbassare la mia temperatura corporea, invano, immagino il mio viso dipinto di rosso peperone, sentendo le guance bollenti e che vanno a fuoco.

Lui annuisce e sorride divertito, chissà quanto è cresciuto il suo ego solo negli ultimi minuti. Il cellulare ancora sulla scrivania, si illumina, mostrando una foto di me Tess al mare e subito lo giro ignorandolo, questa me la paga, fosse l'ultima cosa che faccio!

Lui mi guarda e improvvisamente si fa serio, deglutendo «domani mattina devo partire per Seattle, c'è da chiudere un affare di persona e perciò volevo chiederti, se puoi prenderti tu cura dell'azienda per tre giorni, sinceramente mi fido solo di te qui dentro».

Le sue parole mi colpiscono e lo guardo sbigottita. Sono qui da poco, eppure vuole darmi le redini dell'azienda, anche se per pochi giorni. Si fida di me, sebbene io non lo faccia con lui.

«Sarà un onore Matt», sorride vittorioso e si sofferma a guardarmi per qualche secondo, prima di tornare verso la porta.

La apre ma poi si volta a guardarmi «comunque, se hai bisogno possiamo parlare della telefonata, oppure potrei aiutarti a fare la polvere, come preferisci», mi informa con voce fin troppo sarcastica. All'improvviso mi sento sbiancare, ha origliato tutta la nostra conversazione! Non voglio crederci! In questo momento vorrei essere uno struzzo, solo per mettere la testa sotto la sabbia. «No grazie, sto bene così, la polvere la faccio benissimo da sola» sussurro, mentre lui si lascia scappare una grassa risata, per poi chiudersi la porta alle spalle, ridendo ancora più forte. Ora quella mi sente! Promemoria: non rispondere mai più ad una telefonata di Tess mentre sono al lavoro. Mai più!

MIA PER 365 GIORNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora