Tempesta
Matthew
Il liquido caldo mi scende lungo la gola, e riesco a sentire ogni suo spostamento fino allo stomaco, dove raggiunge quello che ho bevuto poco fa. E cavolo se brucia.
«Allora va male» commenta Gale per poi fare una mossa agli scacchi. O ha improvvisamente imparato a giocare, oppure ho bevuto così tanto che non riesco a prevedere le sue mosse come al solito. Credo sia la seconda effettivamente.
«Di cosa parli?» chiedo. Ma sto biascicando, davvero? Allontano il bicchiere e mi abbandono contro la poltrona.
Che cosa sto facendo? Avevo smesso, per non diventare come lui. E ora eccomi qui ad affogare in un bicchiere per non pensare a lei. Cosa che è risultata fallimentare. Quello che è successo oggi, continua a invadermi la mente. La sua bocca, il suo sguardo, la sua pelle, e l'avevo toccata dove non avrei mai dovuto. Riesco ancora a sentire la sua pelle vellutata sotto al mio palmo.
«Di tua moglie, ti ricordi? Quella poveretta che hai legato a te» commenta sarcastico, godendosi il mio malumore. Stronzo.
«Dobbiamo proprio parlare di lei?» chiedo improvvisamente innervosito.
Dopo il pranzo lei non mi ha dato nemmeno il tempo di respirare, che aveva raggiunto la sua auto ed era sparita dalla mia vista. So che è a casa in questo momento, e so anche che non vuole vedermi. Perciò eccomi qui dal mio migliore amico, dal quale però mi sto pentendo di essere venuto.
«Sei qui per questo, non mentirmi, e la tua faccia l'hai vista? Sembra che ti abbiano preso a calci» la sua simpatia sarebbe gradita se non fosse così fastidioso.
Sbuffo sonoramente e faccio la mia mossa controvoglia, è la prima volta che vincere non è una mia prerogativa, e la cosa mi spaventa.
«È un tormento» sussurro per poi passarmi le mani fra i capelli.
«Cosa il matrimonio o lei?» chiede lui, mangiandomi l'alfiere, con un orgoglio nel volto che poche volte gli ho visto. L'ultima volta è stato dopo che ha trovato l'hacker che era entrato nei nostri sistemi.
«C'è differenza? Avevo solo bisogno di starle un po' lontano» perché altrimenti gli salterei addosso.
La cosa che più mi rende difficile accettare di stargli lontano e che lei ha ricambiato. Ha giocato a questo insano gioco, mi ha provocato e gli è piaciuto. Lo so per certo, gliel'ho letto negli occhi. Ma poi è scappata, inviandomi un altro messaggio.
«Hai infranto il contratto?» mi chiede e mi alzo afferrando la caraffa con l'acqua, forse mi schiarirà un po' questo turbine di pensieri.
«Lo abbiamo quasi fatto...» ammetto, ed è successo più di una volta. La situazione si trova su un precipizio e non so bene da quale parte cadrà. Andrà a regnare la pace e la castità o il peccato e la cupidigia?
«Amico così non va per niente bene, devi ragionare, avete firmato un accordo per farvi guidare in questa situazione» commenta lui. Rispecchiando quello che la mia coscienza continua a sussurrarmi ormi da più di un mese.
Ma quando sono con lei, non sento più nulla, e tutte le ragioni per starle lontano sembrano offuscarsi nella mente, mentre penso solo a come farla ridere o a come far uscire quella Jennifer sfrontata che ho avuto il piacere di conoscere. Quella che mi fa impazzire e che vorrei zittire con un bacio ogni volta.
Sono fottuto e questo è solo l'inizio.
«Anche se devo dire che capisco perché ti risulta tanto difficile» borbotta lui, per poi osservare indeciso la scacchiera. Qualcosa di profondo ringhia dentro di me, mentre il labbro inizia a fremere.
«Cosa vorresti dire?» gli chiedo con tono calmo, osservandolo attentamente. Non deludermi amico, non vorrei prenderti a pugni.
Lui sogghigna, ma non mi guarda, ignaro della rabbia che mi ribolle nel sangue.
«Beh amico Jennifer è molto bella, e mi sembra anche molto intelligente, anch'io ci farei un pensierino», mi risponde per poi fare la sua mossa, completamente sbagliata, come le sue parole.
Vedo rosso. Come un toro a Pamplona, che vuole distruggere ogni cosa o persona che gli si trova davanti.
Non dovrei provare questo. Non dovrei prendermela per un commento su una donna, che fa il mio migliore amico. Soprattutto visto che la donna in questione è solo...un'amica? Non direi visto che non vi sentivate da quasi un decennio.
Ma non posso far esplodere la mia rabbia, no altrimenti gli darei ragione sul fatto che sto infrangendo il contratto. Non posso fargli vedere quanto in realtà tengo a lei. Quanto il suo commento mi abbia innervosito. No, anche perché altrimenti diventeresti come lui, uno che prende a botte una persona a cui dovrebbe tenere, completamente ubriaco.
Perciò mando un messaggio a William di venirmi a prendere e mi alzo dalla poltrona. «Io torno a casa» sussurro, cercando di non far trapelare il mio fastidio. Lui mi osserva curioso, ma non gli lascio il tempo di psicanalizzarmi, che allungo una mano sulla scacchiera e facendo scacco matto, in due semplici mosse, facendogli rotolare a terra il suo re bianco.
La sua faccia di puro stupore e nervosismo, mi fanno sorridere, allievando quello stato di ira.
«Alla prossima, continua a crederci», mormoro per poi uscire dalla stanza.
***
Con esitazione e senza alcun permesso, abbasso la maniglia e osservo il dentro della stanza. Le luci sono spente e nessun rumore arriva alle mie orecchie, tranne un continuato respiro profondo.
Mi faccio coraggio e con passo felpato raggiungo il suo letto.
È sepolta sotto al piumone, con i capelli lunghi sparsi su tutto il cuscino. Il viso è rilassato come il suo respiro che fa sollevare tutto il suo busto sotto le coperte.
Delicatamente mi siedo sul letto e mi chino su di lei. Se c'è qualcosa che ho capito quando dorme, e che ha il sonno molto profondo e a volte parla.
Il mio cuore mi scoppia nel petto e non riesco a capire il perché.
Perché lei? Ho conosciuto molte donne, anche molto belle. Ma lei...è un dannato chiodo fisso, da cui non riesco mai a liberarmi.
Anche oggi quando sono andato a casa dei suoi...non so perché l'ho fatto. Non avevo per niente voglia di passare la mia domenica in un pranzo forzato e pieno di bugie. Eppure quando ho visto dove si trovava, mi sono ritrovato in auto ancor prima di poterci pensare attentamente.
E poi quello che è successo dopo, dannazione è stato eccitante e ho perso completamente il controllo. Mi sono sentito trascinato in questo vortice, come una nuvola che viene trasportata dal vento, dividendosi e cambiando forma, senza poter opporsi. Ma lei non è un vento normale, è una tempesta, alla quale non riesco a staccarmi.
Mi appoggio completamente contro al cuscino e allungo la mano per scostargli i capelli dal viso e il suo naso fa una smorfia.
«Matt...» susurra con un tono così basso che è quasi indecifrabile. Temo si stia per svegliare e il mio corpo si paralizza all'idea che mi possa cacciare. Ma invece rimane immobile nel suo sonno. Mi sta sognando? Oppure il suo inconscio, che sa che sono qui ad importunarla?
Sospiro profondamente, incapace di distogliere lo sguardo. Ancora qualche minuto e me ne andrò, ricordo a me stesso, prima di sprofondare in un sonno profondo.
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MIA PER 365 GIORNI
ChickLitMIA PER 365 GIORNI Tratto dal libro :"sposami". Sapete quando si dice fare il patto col diavolo? Jennifer Miller si ritrova a considerarlo, mentre la sua vita sembra cadere a pezzi. Con molti problemi economici e la terribile malattia del padre, s...