La mia rovina pt.2
Jennifer
Il pranzo è uno strazio. Non perché Aria mi ha riempito di domande assurde e a volte inappropriate. Non perché Matt, Chad e mio padre stanno parlando animatamente e ridendo. Non perché mia madre sembra sorridere, come non sorrideva da molto.
No, perché sono seduta vicino a Matt, e sebbene la sua attenzione sia altrove, la sua mano è sulla mia coscia, da praticamente tutta la cena. Intrepida e senza chiedere il permesso si è posata lì all'inizio, trovando l'entrata dello spacco della gonna lunga e appropriandosi della mia pelle nuda.
E io non riesco nemmeno a ragionare o pensare, perché ad ogni movimento mi fa sussultare e tremare. Per non parlare della mia eccitazione al basso ventre. Come energia concentrata che spinge sul mio clitoride, senza smettere di ricordarmi quanto cazzo sono eccitata e bagnata. Il peggiore preliminare della mia vita. Anche perché dopo non ci sarà lui ad accontentare questa voglia irrefrenabile. Lasciandomi affamata e stordita.
E lui lo sa, lui sa cosa mi sta facendo. So che sente ogni mio tremore, ogni sussulto, ogni respiro profondo. Ma non demorde e continua con questa lenta e inesorabile tortura.
Devo pensare ad altro, tipo al riscaldamento globale, alle guerre, o al terzo mondo. Sì cosa meglio di questi argomenti per abbassare la libido.
La sua mano si muove ancora, ma questa volta sale, e avrebbe sfiorato l'elastico delle mutande, se solo ci fossero state.
All'improvviso la sua mano si arresta, e il suo dito rimane paralizzato e leggermente sollevato.
Non doveva andare così e di certo questa mattina appena mi ero vestita, non avevo pensato a questa eventualità. Il mio intimo è tutto da lavare. Completamente. E quando me ne sono accorta stamattina, cercando invano nel cassetto, ho preso tre decisioni. Prima che mi sarei arrangiata per la giornata, in fondo avrei dovuto solo incontrare i miei per pranzo. Seconda, che d'ora in poi mi farò io il bucato da sola e lontano da Frederick.
Il quale a quanto pare imbosca il mio intimo, e spero solo quello.
E terzo, che in giornata avrei fatto compere per cambiare completamente le mutandine. Non voglio nemmeno sapere che fine hanno fatto le altre.
«Jen mi hai sentita?» mi richiama Aria, ma la verità e che sono paralizzata. Matthew dopo un tempo che mi è sembrato infinito, si volta nella mia direzione, e quello che vedo nel suo sguardo, mi fa completamente tremare. Eccitazione, curiosità e malizia. Un mix perfetto di distruzione.
La sua mano si scioglie dal congelamento e si aggrappa alla mia coscia, proprio nella piega del mio inguine, mentre i suoi occhi mi sfidano. Cazzo.
Il cuore mi batte frenetico mentre ricambio lo sguardo, concedendogli la mossa. Smetti di giocare.
Il sorriso torna a illuminargli il viso e poi come se niente fosse, afferra forchetta e infilza un'oliva, per poi portarsela alle labbra. Ma che cazzo...
Le sue dita si muovono e come una dolce carezza accarezzano il mio pube, facendomi rizzare i capelli. Quella bellissima ma anche strana sensazione che percorre tutta la spina dorsale, per poi scoppiare nell'attaccatura dei capelli, facendoti sussultare.
E di solito succede quando ho paura, quando sono arrabbiata o quando sono così eccitata, che so per certo, che se la sua mano mi toccasse come dovrebbe, scoppierei in un orgasmo. Cosa non proprio appropriata da fare in questo momento.
«Jen allora mi vuoi ascoltare? Cosa avete fatto a capodanno? Anzi dove siete andati in luna di miele?» domanda la solita pettegola di mia sorella. E gli risponderei volentieri, seguendo il programma che io Matthew ci siamo inventati in caso di domande scomode come questa. Ma ora tutto il piano mi sembra così confuso e privo di pezzi importanti.
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MIA PER 365 GIORNI
ChickLitMIA PER 365 GIORNI Tratto dal libro :"sposami". Sapete quando si dice fare il patto col diavolo? Jennifer Miller si ritrova a considerarlo, mentre la sua vita sembra cadere a pezzi. Con molti problemi economici e la terribile malattia del padre, s...