Il paradiso?
Jennifer
Mi sollevo quel tanto per scontrarmi con le sue labbra, e per mordergli quello inferiore con gli incisivi, per poi lasciarlo schiantare sui suoi denti. Ringhia e si china approfondendo il bacio, fino a farmi mancare il fiato.
La sua mano nel mentre ha raggiunto la sua destinazione e scende lungo la mia intimità dolcemente. Sussulto e gemo, sulle sue labbra. Poi scende verso il mio ingresso, bagnandosi con i miei umori, che sento colare dappertutto. Entra dentro di me e io gemo ancora, questa volta più forte.
«Sei bagnata fradicia piccola Jenny...questo non puoi nasconderlo», commenta, per poi chinarsi a baciarmi.
«Sono tua allora», susurro, e questo sembra accendere qualcosa in lui, quella scintilla che aspettava da tempo.
Mi afferra per i glutei e mi attira a sé contro le sue cosce, per poi chinarsi a baciarmi prima la bocca, poi il collo e infine si perde nel mio seno. Mentre quel fuoco, quella energia che si propaga dalla mia parte più intima sembra crescere esponenzialmente.
Sono lì, al limite dell'orgasmo e quasi non mi ha toccato, com'è possibile?
Mi basta osservarlo per qualche secondo con occhi socchiusi, per accorgermi che questa volta non ci fermeremo, l'abbiamo represso per così tanto tempo, che ora, non possiamo più tornare indietro. Ritorna al mio collo baciandomi la base, lentamente, come se si stesse prendendo tutto il tempo per assaggiarmi, per torturarmi. Un gemito mi esce dalla bocca, in risposta lui approfondisce, leccandomi e mordendomi zone così sensibili, di cui avevo dimenticato l'esistenza.
«Sei bellissima Jennifer, anzi forse è riduttivo questo aggettivo per te». Il mio cuore sussulta e lo osservo mentre la sua bocca scende sempre di più.
«Sei fantastica, una dea, lascia che ti veneri come ti è dovuto».
La sua bocca scende lungo il mio addome, per poi perdersi nella mia intimità. Urlo il suo nome e gemo.
Ma lui non smette, e continua a scoprirmi, a leccare, succhiare, a venerarmi. E appena il suo dito torna dentro di me e sfiora quel punto tanto piacevole, l'orgasmo mi piomba addosso come un'onda durante l'alta marea. Si abbatte, mi fa annegare, mi uccide, per poi farmi riemergere. Le gambe tremano come gelatina, mentre m'inarco sulla schiena, sperando di continuare il più possibile questo cataclisma.
«È così che vieni quando ti tocchi per me? Urli il mio nome Jenny?» sussurra sulla mia pelle, marchiandomi con i suoi baci caldi. Sono confusa e il mio cuore mi rimbomba nelle orecchie, però non gli lascerò questo piacere.
«E chi ti dice che vengo pensando a te?» farfuglio, per poi fargli il mio miglior sorriso. Lui ringhia e mi sovrasta, trovandosi in ginocchio tra le mie gambe, e con le mani piantate ai lati della mia testa per non schiacciarmi.
«Continui a mentire...» obbietta lui, per poi baciarmi di nuovo.
Incrocio le gambe dietro alla sua schiena, attirandolo a me, fino a che la sua erezione non si scontra con la mia entrata bagnata.
Ma il tessuto che ci separa come una barriera, non mi fa assimilare a pieno la sensazione.
«Sta di fatto che non lo scoprirai mai».
Lui ride sulle mie labbra, ma poi la sua mano si chiude intorno alla mai gola, non stringe, ma è abbastanza da farmi mancare il fiato. Ci metto qualche attimo ad abituarmi alla sensazione, ma appena lo faccio è quasi estatica, come se la mia vita fosse su un precipizio. Io guardo di sotto e non ho paura.
Riesco a respirare, e sento l'aria comprimere la faringe, che va a scontrarsi contro alla sua mano, formicolandomi la pelle. Ma forse la sensazione che mi rende più esaltata è la fiducia che nutro nei suoi confronti.
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MIA PER 365 GIORNI
ChickLitMIA PER 365 GIORNI Tratto dal libro :"sposami". Sapete quando si dice fare il patto col diavolo? Jennifer Miller si ritrova a considerarlo, mentre la sua vita sembra cadere a pezzi. Con molti problemi economici e la terribile malattia del padre, s...