CAPITOLO 42

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Una spazzola

Jennifer

Dieci minuti dopo sono di fianco a Matt, appoggiata al bracciolo del divano. I nostri corpi non si toccano, eppure riesco a sentire l'elettricità che scorre tra di noi, perciò cerco di concentrarmi sul football, sebbene io odio il football. Eppure è la mia unica distrazione, per impedirmi di saltargli addosso. Ormai ha accesso una miccia dentro di me, e non vedo l'ora che la bomba esploda. Perciò resto qui ad ascoltare i loro esulti e le loro imprecazioni incapace, di capire chi realmente stiano tifando, per me sono solo figure che corrono avanti e indietro.

Quando sento una strana musichetta molto alta, apro gli occhi dal mio sonnellino, rendendomi conto che la partita è finita, e di essere appoggiata alla spalla di Matt. Le mie braccia intorno al suo busto che lo circondano, le mie gambe sono posate sulle sue cosce, infine lui mi stringe forte in un abbraccio, caldo e confortante.

Imbarazzata mi stacco subito, ed evito il suo sguardo confuso e pieno di domande. Ma Chad nel mentre si alza e ci guarda stiracchiandosi «è ora di andare», commenta per poi sbadigliare. Il mio sguardo cade sull'ora e mi meraviglio di quanto sia tardi «Chad sono quasi le due di notte, resta a dormire, abbiamo una stanza degli ospiti», mormora l'uomo affianco a me.

Cosa? Guardo sconcertata Matt, ma lui non se ne accorge nemmeno.

«Ma va, non voglio disturbarvi» borbotta, per poi spostare lo sguardo su di me, e spero che non noti la mia delusione.

«Scherzi non ci dai fastidio, e poi abbiamo bevuto qualche birra, è meglio non guidare», lui a quell'osservazione annuisce e abbassa lo sguardo su di me.

«Per te non è un problema vero Jenny?» chiede e io mi sforzo di sorridere, il mio peggior sorriso finto. Ma a quest'ora cosa posso pretendere? «Certo che no!» esclamo raggiante, anche se dentro sto maledicendo il destino, che continua a mandarmi i segnali.

Annuisce, e si sfrega le mani sui jeans «grazie mille ragazzi, davvero».

Salgo le scale seguita dai due uomini, accorgendomi di quanto desidero di buttarmi sul mio letto, chiudere gli occhi e dormire. Come con Cenerentola la mezzanotte è passata e l'incantesimo si è rotto, infrangendo la bella serata. E ora devo tornare alla realtà.

Accompagno Chad fino alla stanza di fianco alla mia, e gli indico il bagno della stanza. «Buonanotte Chad, se hai bisogno chiamami», sussurro, per poi aprire la porta della mia stanza, mentre anche Matt inconsciamente fa lo stesso con la sua. «Dormite in stanza separate?» la voce confusa di Chad di colpo mi fa svegliare e battere il cuore all'impazzata. Cazzo, perché non penso prima di agire?

Prendo la prima cosa che mi capita sottomano, una spazzola, e chiudo la porta alle mie spalle allontanandomi.

Guardo Matt a un metro da me e sorrido imbarazzata «certo che no, avevo dimenticato questa che mi serve, è la mia stanza in cui mi trucco», mento, sperando di averlo convinto, mentre sollevo l'inoffensiva spazzola.

Chad annuisce un po' smarrito, per poi entrare nella sua stanza, mentre io seguo Matt nella sua, alla fine ci sono finita lo stesso, anche se non come avevo immaginato.

Sento Matt alle mie spalle, mentre appoggio quello che ho in mano sul comodino.

«Bene, bene» commenta sogghignando. Mi volto verso di lui e lo guardo sottecchi, puntandogli la spazzola contro al petto.

«Bene un cavolo, non pensare, nemmeno per un'istante, che quello che ti sta passando per la testa, si avveri», mormoro scandendo ogni parola.

Lui si avvicina, mettendosi le mani dietro la schiena, e guardandomi con superiorità e magnetismo.

MIA PER 365 GIORNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora